Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

mercoledì 28 agosto 2013

Ode a Jean Grey

Eccoci qua, ferie finite, si torna al lavoro e si torna al blog, cominciamo subito con una vera a propria dichiarazione d'amore di Roberto alla rossa degli X-men Jean Grey.
Visto che i nuovissimi x-men di questo mese  hanno dedicato la copertina alla sexy Marvel girl, e probabilmente Bendis si è concentrato su questo characters nella storia di questo numero 3 -non saprei non l'ho ancora letta-  Fumettopenia torna a farvi compagnia proprio con un inedita ed accorata analisi di Roberto.
Buona lettura a tutti.
Vero che vi siamo mancati? 
Su ditecelo!
Anche se ho fatto di tutto per non sparire del tutto! 

Quando una giovanissima Jean Grey apparve in X-men 1, il suo destino era già segnato: unico membro del gentil sesso in un gruppo di adolescenti, turbati dagli ormoni oltre che da un DNA mutato, fu a lungo  l'interesse sentimentale dei maschietti X  affascinando persino, il già maturo, Charles Xavier.
Era l'inizio degli anni '60 e per quanto il Sorridente Stan Lee , Jack Kirby e soci fossero visionari pionieri nel cosmo del fumetto popolare , non concepirono nulla di innovativo riguardo il ruolo della donna nelle avventure dei super-uomini Marvel.
Jean, Sue, Janet erano condannate a far innamorar di sé i propri compagni ed essere oggetto perpetuo di rapimenti e sconfitte da parte degli avversari di turno. Quasi inutili in battaglia ma protagoniste indiscusse di triangoli amorosi con timidi/nerd e  prestanti miliardari alati o sovrani subacquei , sceglievano puntualmente il più rassicurante tra i due maschi, per essere poi trascurate o tradite puntualmente.
Eppure la rossa mutante è una telecineta, mentre la Storm manipola campi di forza quindi i limiti delle loro abilità stanno solo nella volontà ed immaginazione; proprio gli elementi che le angelicate donnine Marvel non possiedono nei primi decenni di vita  della Casa delle Idee-poi giunsero i '70 e l'emancipazione.
Xavier è attratto dalle morbide forme di Jean ma la censura e i tempi bloccano una sotto-trama licenziosa,
che solo Mark Waid citerà  durante la saga di Onslaught moltissimi anni dopo, mentre dopo una lunga incertezza la bella esp donerà il suo cuore all'impacciato Scott Summers. Quel Ciclope che non ne accetterà il cambiamento durante il periodo Fenice, che ne sposerà un clone, la sottoporrà ad un stressante pressing per il matrimonio, sarà attratto da Psylocke ed infine una volta convolato a giuste nozze con lei, la tradirà con la più disinibita Emma Frost... ma la complessità del personaggio di Ciclope sarebbe argomento di un lungo articolo monotematico, per ora vi basti sapere che Claremont ne detestava il carattere e lo dimostrerà ampiamente durante la sua lunga gestione- non è un caso che al suo ritorno sulle testate X nel XXI secolo fossero assenti lui e Xavier, entrambi non simpaticissimi a X-Chris.

Jean rinasce per la prima volta grazie all'autore inglese: Claremont trasformò la più debole degli X-Men in una donna combattiva col carattere del fuoco  come i suoi capelli, a suo agio con la propria femminilità e vero cuore del nuovo gruppo, oltre che renderla uno dei personaggi più potenti della Marvel.
Se Ciclope rimane come leader a guidare i nuovi X-men, divenendo l'anello di congiunzione tra il passato-editorialmente infelice- ed un futuro brillante, Jean èl'anima palpitante del gruppo: tanto forte da tener testa al burbero Wolverine che s'infatua di lei, ricambiato, e da aiutare Ororo/Tempesta ad adattarsi ad un mondo sconosciuto, oltre che essere la confidente di Xavier e di Moira Mc Taggart. 
La rossa fu  pure il collegamento tra la serie mutante ed Iron Fist, all'epoca scritto da Claremont ed illustrato da John Byrne, in qualità di coinquilina di Misty Knight, all'epoca fidanzata del karateka mistico.
La volontà di rendere la Grey un personaggio fondamentale si evince in Claremont da un elemento sottile, ovvero l'espediente della ret-con che mostra come la ragazza scoprì i propri poteri quando morì  la sua amica Annie e l'incontro con Xavier che ne bloccò la telepatia per attutire i traumi. Tale incontro suggerì al telepate di fondare una scuola per giovani mutanti ed addestrò Jean per anni prima di trovare Ciclope, perciò non è Scott il primo X-men ma la rossa.
Claremont rifiutò di rendere Tempesta la ragazza  del gruppo, com'era volontà dei vertici Marvel, e voleva una versione mutante di Thor un membro degli X-men dai poteri cosmici per trame ambientate nello spazio;  fece morire eroicamente Marvel Girl- nome sciovinista- e dalle acque sorse una Venere stellare , Fenice. 
Proprio come la divinità greca, Fenice/Jean sorge dalla spuma del mare tuttavia ella proviene dalle stelle, in quanto incarnazione umana del potere della Creazione ed alle stelle ritorna per salvare l'universo.
La storia di Fenice è nota anche ai meno esperti: Jean a causa del potere impazzirà e diverrà Fenice Nera, distruggendo un mondo ed uccidendosi sulla Luna per poi tornare in vita grazie ad un escamotage alquanto discutibile.
Ma prima di discutere di ciò, risponderemo ad una domanda: perchè l'innamorato Claremont riserva a Jean un fato così crudele, seppur divenuto un pezzo della Storia del Fumetto mondiale?
Si risponde a tale quesito attraverso un nome , Jim Shooter lo chef -editors più noto e celebrato, quanto odiato, di oltre mezzo secolo di vita della Marvel;  egli propose di trasformare un eroe in un villain di proporzioni epiche e suggerì Fenice, dando l'avvio alla bellissima Saga di Fenice.
Tuttavia quando X-Chris e il talentuoso Byrne presentarono la prima versione del finale, Shooter li bloccò poiché riteneva inconcepibile che un'assassina cosmica potesse sopravvivere al suo crimine.
Era in corso quel problema etico che portò all'osannato finale che tutti conosciamo: l'ex studente di drammaturgia teatrale,Claremont inscena una delle più belle morti dei comics con tanto di innesti futuri- Fenice dice a Scott :"Una parte di me sarà sempre con " prima di uccidersi, ed è ciò che accade con l'apparizione di Madelyne Prior prima e di una Jean depotenziata poi.

Per quanto la conclusione, voluta da Shooter, ne sancì il successo definitivo il papà dei nuovi Xmen non digerì mai la dipartita della rossa e le conseguenze della sua seconda resurrezione.
Come dichiara nel secondo masterworks dedicato ai suoi mutanti, per lui non era interessante analizzare la corruzione dell'umana Jean da parte di un potere cosmico, ma l'esatto contrario: secondo Claremont è il lato oscuro dell'eroina a venire a galla; quella ferocia che affascina Wolverine trasmuta Fenice  da fonte di luce in tenebra.
La fame di gioia di Jean Grey seduce il potere e francamente questa rimane a mio avviso la più interessante delle visioni, proposte del rapporto tra la donna e l'avatar cosmico.
La tridimensionalità ambigua di Jean- la lussuria che scatenerà Mastermind con la parentesi della Regina nera e poi la divinità furiosa di Fenice Nera- permettono all'autore di sviluppare quello che diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica ovvero l'attenzione certosina alla complessità dei propri personaggi ed il confine sottile tra bene e male.
Il lavoro su Jean è una premessa a quello che egli compirà su Ororo, Magneto, Rogue, Mistyca e decine di altri personaggi in costante bilico tra istinto e razionalità, tra luce ed ombra.
Jean è il primo esperimento di Claremont che si specializzerà e sarà molto amato da fans e critica, nel partorire psicologie femminili intriganti e riuscite in costante evoluzione psichica e fisica- Ororo da dea a punk, Betsy e il suo cambio di corpo, Rogue fusa a Miss Marvel e quest'ultima che diventa Binary-.

Morta lei, giungerà una sua sosia, Madelyne Prior ,a prenderne il posto e poi la figlia da un futuro apocalittico; quella Rachel Summers che, come afferma Aaroon, "è  stata Fenice più di chiunque altro" .
Madelyne come la protagonista di Vertigo, Prior che in latino vuol dire prima, è un clone di Jean che sopperisce il vuoto emotivo lasciato in Scott Summers; mentre Rachel, segugia ed assassina di mutanti colma di rabbia, prende su di sè il manto di Fenice in uno dei cicli più riusciti degli anni '80 per gli Uomini X-,grazie anche al talento della Nocenti come editor-.
Anche qui , Claremont ha idee ben precise:  relegare Ciclope lontano dai suoi X-men , lasciandogli come consolazione una gemella del suo perduto amore, dotata però di uno spiccato ed originale caratterino, ed al contempo far intraprendere a Rachel lo stesso cammino della madre, portandola a mutare in Fenice Nera.
Ma Shooter  decise di far riunire i primi X-men in nuova testata, per sfruttare il successo commerciale delle serie mutanti, pur permanendo la questione Fenice Nera.
A suggerire l'idea dell'entità cosmica che prese il posto della rossa, scagionando Jean da un crimine immondo, ci pensò il giovanissimo Kurt Busiek, il quale proprio per merito di tale trovata fu ingaggiato in Marvel.

Jean , quindi ,non sarebbe mai stata Fenice, giacendo invece  in fondo al mare, e ritornò in scena priva della telepatia proprio per ricordare gli esordi del team originale, dopo essere stata ritrovata da F4 e Vendicatori.

Tale rinascita irritò profondamente il deus ex machina degli X-men che accantonò i suoi progetti per Rachel , facendola rapire da Spirale e poi riapparire sulle pagine di Excalibur, e riprese Madelyne coinvolgendola nel cast degli X-men post Massacro Mutante, per poi rivelarne la natura di clone di Jean e condurla nelle succinte vesti della Regina dei Goblin durante la saga Inferno.
Madelyne ed il suo fato sono la critica più feroce che lo sceneggiatore potrebbe ideare: la moglie tradita scopre che il marito s'è ricongiunto con l'ex risorta e la rabbia incontenibile la rende facile preda dei demoni, quindi la sua morte orrenda è una responsabilità indiretta del leader storico dei mutanti.
Ciclope non brillerà mai d'una spiccata intelligenza emotiva, ferendo in varie occasioni Jean, oltre che essere il padre assente di ben due figli e ad uccidere l'uomo che l'ha cresciuto; quindi affermare che il condottiero mutante abbia dei problemi relazionali non mi pare così errato.

Nel frattempo la rossa vive un'esistenza dicotomica: nelle mani dello sceneggiatore che l'ha resa Fenice dimostra volontà re rabbia invece in quelle di Louise Simonson diviene un 'incolore e lamentosa fanciulla ossessionata dall'entità che l'ha sostituita e costretta in una tormentata ma scialba relazione con il suo fidanzato storico.

In barba al dogma shooteriano, X-Chris suggerì in varie occasioni che Jean e Fenice siano la stessa persona: in Fenice e Voli d'Angelo , due brevi storie in appendice alle retrospettive di Classic X-men, lo scrittore afferma con veemenza che Fenice non sia che una sorgente di potere cosmico  e che la Jean nel bozzolo sia un frammento della donna, lasciato indietro in caso di problemi dovuti alla trasformazione in Fenice.
Un frammento dell'eroina che avrebbe rifiutato la comunione col potere celeste ma che una volta acquisiti i ricordi di Madelyne, avrebbe lentamente rimanifestato il legame con la forza Fenice.
Sinceramente è stato un compito arduo per qualsiasi sceneggiatore cercare di slegare la Grey dall' epico passato come Fenice, anche perché l'idea della sostituzione da parte di una divinità in cerca di nuovi brividi appare esclusivamente funzionale alla questione etica.

Wanda Maximoff, la strega mutante che manipola la realtà-come fa Fenice- subisce un processo evolutivo simile: da eroina a elemento disgregatorio della formazione classica dei Vendicatori, la potentissima rossa estingue la razza mutante, tanto amata dal padre assente, Magneto- tratto in comune con Ciclope quanto l'assenza di scrupoli morali nella difesa della propria specie, infatti oggi Lesher ne è il consigliere fidato, vista la similarità del sentiero intrapreso- in un atto di follia estrema.

Anche per Wanda si troverà in Child's Crusade il pretesto della possessione di forze celesti, evidenziando la presenza di un trend in casa Marvel: le donne della Casa delle Idee  presentano poteri immensi per brevi periodi e sono vittime della nevrosi, per poi in seconda istanza essere liberate dai crimini commessi con escamotages alquanto farlocchi.
Le donne liberate cedono il posto a vittime molto più vicine alle fanciulle indifese degli anni '60
e Jean e Wanda ne sono una prova.
Giunse Grant Morrison  sulle pagine degli X-men a rimettere le cose al loro posto il folle autore scozzese è un fan accanito delle storie classiche by Claremont/Byrne ed è desiderosi di sfrondare i mutanti da sotto-trame contorte ed improbabili.
Perciò in pochi episodi, Morrison manda in crisi il matrimonio tra Scott e Jean a causa dell'assoluta mancanza di una vita sessuale coniugale, spingendo l'insoddisfatto uomo tra le braccia e la psiche di Emma Frost mentre la rossa inizia a manifestare nuovamente il legame con Fenice.
Ma lo sceneggiatore odia essere scontato, di conseguenza la sua Jean è ritratta come una donna in pace con le ombre del passato e col proprio potere, più turbata dalla crisi matrimoniale che dalla prospettiva di divenire malvagia.
La Fenice per lo scrittore è una sorgente di potere cosmico a cui Jean avrebbe accesso, ma l'uso del potere avviene da parte di una persona con una volontà e una purezza spiccate: Jean salva Xavier da Cassandra, riporta in vita la rivale e spinge il marito verso di lei una volta morta.
La Jean Grey di Morrison è in pace con se stessa e per nulla turbata dalla propria natura doppia divina ed umana, mentre Scott, ancora sconvolto dalla fusione con Apocalisse, ha scoperto desideri sessuali molto articolati che saranno soddisfatti da un'innamorata Regina Bianca.
Tuttavia Ciclope sogna sua moglie nelle sue versione più perverse e malvagie, ovvero in qualità di Regina e Fenice Nera : nel Club Infernale è intrattenuto da una telepate obesa che gli si presenta con le fattezze di Jean come Regna Nera dicendogli "Vuoi che ti ricordi qualcuna che non è più cosi?", mentre Emma si diverte ad indossare i panni di Fenice Nera durante i loro amplessi astrali.
Paradossalmente, Jean compie un percorso di ascensione verso un piano immateriale superiore ed al contempo suo marito sviluppa una morbosa attrazione verso una versione più terrena ed umana di lei, e nel mezzo c'è la Frost con la sua fragilità ben nascosta dietro una glacialità più esibita che reale- ella è a mio avviso il personaggio più riuscito della gestione di Morrison-.
Tale sentiero condurrà Fenice/Jean nella Stanza ardente dove compirà il supremo sacrificio, nelle vesti bianche di Fenice della Corona, benedicendo la relazione tra il marito e la bionda telepate di Boston.
Il sacrificio è l'elemento caratterizzante della personalità di Jean: ella diviene Fenice per salvare i suoi compagni di squadra sullo Shuttle attaccato dai raggi cosmici; si uccide per salvare l'intero creato dal proprio lato oscuro; non cede all'attrazione profonda per Logan pur coltivando col canadese un legame fortissimo;  alla sua morte , unisce Scott e Emma per salvare il futuro.
La sua straordinaria generosità la rende il canale perfetto per la divina Fenice, un esempio di maturità in una vita tormentata.
Però questa è la Jean adulta! Come gestirà invece l'adolescente Marvel Girl, che Hank Mc Coy conduce nel presente, la valanga di dolore della sua esistenza, le sue morti ,la strage della sua famiglie e la morte del mentore per mano del suo primo amore?

Al di là della trovata iniziale poco riuscita,  All New X-men ha il merito di riportare la rossa mutante per eccellenza nell'Universo Marvel ed ora vedremo come Bendis gestirà il personaggio. 
Visto il cumulo di macerie e le conseguenze di AvX, forse dobbiamo temere una Jean Grey in versione Teen Dark Phoenix?
Chi vivrà, vedrà dice il famoso adagio...

giovedì 22 agosto 2013

Happy, quando Morrison si veste di Ennis


Non lo so perché Happy sia uscito adesso, con metà delle fumetterie chiuse e l'altra metà vuote perché sono quasi tutti in vacanza.  Sarebbe dovuto uscire a metà dicembre Happy, perché è una storia natalizia, questa miniserie di Morrison è il media alternativo alle solite rivisitazioni del canto di natale, tipo SOS Fantasmi, con Bill Murray. È un modo diverso per celebrare il santo natale, una maniera abbastanza pulp. Proprio non lo so cosa ci faccia in fumetteria ad agosto. Una volta durante uno spettacolo di Luttazzi, appresi che far uscire un libro in agosto è un po' come ammazzare il libro stesso, ora è ridicolo pensare che la bao abbia voluto penalizzare, una licenza che ha pagato sicuramente cara, però che abbia sfruttato male le potenzialità di marketing di questo fumetto è indubbio. Però parliamo di un editore capace di accaparrarsi golosissime licenze e poi trattarle così. Con edizioni nelle quali traspare veramente poco la passione per la nona arte. Nonostante  i Moore i Morrison, gli Ottaviani ed i McKean, ti figuri un gruppo editoriale fortunato, con l'uomo giusto al momento giusto, che una volta proprietario delle licenze più appetibili, fa valere il diritto di monopolista verso questa o quella lettura, proponendole in edizioni scarne, che, parole loro, se vuoi te le compri, se no lasci perdere. Anche questo è indicativo, non ti dicono "te le leggi", ma "te le compri". 
Volumi in formato ridotto, stampati in Cina, orfani di qualsivoglia editoriale, e distribuiti senza cognizione di causa. E' come se 
Zemeckis tanti anni fa, avesse fatto uscire Polar Express il 4 luglio. Una fredda catena di montaggio, ecco cosa ti figuri quando escono i volumi così. Una guerra fredda tra editori, che quest'anno non si sono permessi una tregua nemmeno ad agosto, per non perdere terreno.
Panini, Lion, Bao, quest'anno non hanno lasciato respiro nemmeno ad agosto. Ecco perché Happy, una storia di natale è finita in edicola ad agosto. Per mantenere le posizioni. Mi sono già permesso una volta il lusso di lasciare che la mia antipatia verso un editore che stampa in Cina e vende a prezzi italiani, influenzasse il mio giudizio, ed è venuta fuori una recensione su Saga di Vaughn, in cui mi sono adoperato per trovargli mille difetti.
quando invece l'unico difetto che ha, è il licenziatario italiano. Non voglio ripetere lo stesso errore con Happy. Saga è molto godibile come prodotto, è l'edizione italiana che lascia a desiderare. 
Happy è uguale: 
È un Morrison inusuale quello di Happy. È hard-boiled, pulp, tarantiniano, Ennisico.
E chi ha studiato la nomenclatura dei composti chimici, conosce la differenza tra -ico e -oso
Sangue, violenza, parolacce, perversioni e proiettili, che si accompagnano  con un unico elemento magico e fantastico, che da alla miniserie quel giusto colore, un azzurro, che dalla prima apparizione aumenta la curiosità nella lettura, a vantaggio dell'appetibilità. Happy può risultare strano ma non è brutto. È la prova che questi inglesi sanno destreggiarsi veramente con tutto. Happy non ha nulla in comune con All star Superman, o con la Doom Patrol, nulla se non il fatto che ha la capacità di rapire il lettore tenendolo incollato al volume fino all'ultima pagina, in un unica sessione. Perché Happy lo apri e lo finisci. Su questo non ci sono dubbi. Non confondete le mie parole, non è l'ennesima Bibbia del fumetto Happy, ma è una divertente lettura. Il cui unico limite è la Bao, con i suoi bonsai cinesi venduti a caro prezzo.  Non voglio dirvi nulla sulla trama, voglio immaginare che in tutti questi mesi di attesa non vi siate spoilerati da soli su google il pezzo forte di questa miniserie, l'inusuale team up tra un detective in decadenza e...un cavallino parlante azzurro alato. 
Quindi per quel che concerne la trama non vi dico nulla. È persino troppo breve e veloce perché io vi rovini il resto della sorpresa, anzi un consiglio: non andate a fine volume a cercare uno straccio di editoriale, non c'è, e non soffermatevi a guardare la gallery-cover, potreste rovinarvi la lettura. Il signor Robertson, già esperto di anatomie umane martoriate ed esposte, (vedi The Boys) si presta benissimo nell'illustrare questa sanguinolenta caccia. Belle le tavole, funzionale ed accattivante lo storytelling, ed ottimi dialoghi. Con una edizione normale, una maggiore attenzione alla traduzione (ma mi rendo conto che i dialoghi sono ricchi di uno slang atroce in alcuni passaggi), ed un prezzo più onesto per un volume stampato nella paraculissima Cina, avrebbe meritato un otto. Invece si becca un sette, ma la lettura resta consigliata.
È una storia natalizia ma è uscita ad agosto per tenere testa alle nemiche Lion e Panini, o magari perché il Natale cinese cade proprio in questi giorni. Fossi in voi lo metterei nella wishlist, comprarlo, leggerlo in prestito o taccheggiarlo, dipende dalla vostra indole. Ma non credo sia roba da lasciar ammuffire nel dimenticatoio. 
Baci ai pupi. 

domenica 11 agosto 2013

Tornano i NextWave.



Nextwave vol. 1 Ellis e Immonen - brossurato 144 pagine colore –  6 euro – Panini Comics, collana Marvel Best Seller #09


Ve la ricordate la collana Grandi Saghe?
Converrete che è stata un’ottima trovata editoriale, tra le migliori degli ultimi anni, ha riproposto in 100 numeri una montagna di fumetti interessanti.
Alcune ristampe doverosamente necessarie, altre decisamente audaci, però al pari delle precedenti iniziative come  “I grandi classici del fumetto” di Repubblica, è stato un appuntamento settimanale quasi sempre gradito.
Certo io avrei evitato di ristampare quel sonnolento mattone degli Eterni di Kirby, leggere gli Eterni di Kirby è un pò come calarti l’opera filmica incompiuta di Ejzenstejn: Que Viva Mexico! Una palla mostruosa.

Lo so che con queste parole adesso sputtano quel poco di quell’aura credibilità che ho faticosamente tentato di costruirmi intorno in tutto questo.
Ma fossi stato io presente quando s’è fatto il piano dell’opera, per esempio avrei proposto Nextwave.

 Meno male che nel frattempo la Panini ha varato l’economica Marvel Best Seller, collana distribuita in edicola e fumetteria, che finora ha riproposto titoli che hanno visto una prima luce quasi sempre sui 100% Marvel: Marvel Zombie di Kirkman, Shanna di Frank Cho, il Manga-Wolverine di Nihei, Moon Knight di Huston-Finch.
Il prossimo numero nove di questa collana ospiterà 144 pagine del primo volume di Nextwave, al prezzo di 6 euro. Quasi la metà della prima edizione originale che costava 11€.
Brava Panini, lo vedi che quando te ce metti, ti riescono le cose?
E riesci persino a divenire simpatica a questi orchi brontoloni di Fumettopenìa.
Era ora che Nextwave tornasse disponibile.
Probabilmente è una delle cose più geniali della  scorsa decade, e non lo diciamo solo perché è Warren Ellis. W.A.R.P. Gli amanti della musica elettronica tra voi, avranno colto la citazione, We Are Resonable People. Con questo ragionamento avremmo dovuto dire un gran bene di un sacco di roba etichettata da big, ed invece abbiamo per ora affossato quasi tutto il Marvel Now.
Nextwave non è godibile solamente perchè è l’ennesima divertente distorsione del mondo supereroistico.
E’ una cornucopia piena di una quantità imbarazzantemente enorme di esilaranti citazioni ed omaggi agli autori e ai fumetti ai quali si ispira, Nextvawe è una miniserie da leggere assolutamente, perchè è deliziosamente surreale, è lisergica, e lo è in ogni sua pagina.
Ed a sto prezzo, probabilmente diventa anche  una miniserie decisamenter abbordabile.

Esempio #01 Rorkannu vi farà ridere anche se non avete la minima idea a chi si ispiri, a chi in realtà sta facendo il verso.
Certo è però che siete dei Nerds, e quindi lo sapete, allora Rorkannu vi farà scompisciare dalle risate.

L’appetibilità della serie è direttamente proporzionale al vostro punteggio su un ipotetica scala nerdometrica.
Se fate vedere le prodezze di Maradona ad un milanista, se non è del tutto scemo dirà:
“Eh ciulla! Llè propri brav’ cul balò!
Se le stesse cose le fate vedere ad un napoletano probabilmente andrà in estasi mistica, urlando:
“Maroooooooooooooooooooooonna mia do Carmine!”
Il coinvolgimento personale sublima, esalta il valore di qualcosa che è già oggettivamente bello.
Cioè Maradona è bravo, bravissimo in verità, ma per il napoletano, è un santo, se non Dio. Letteralmente.

Allo stesso modo Nextwave è un ottimo fumetto, ma per un nerds, in alcuni passaggi, in alcune pagine è senza esagerare un amplesso.
.
Nel leggerlo vi può assalire il dubbio che quel che state leggendo, è un tantino insolito per i canoni della continuity Marvel, che i personaggi sono troppo eccentrici per il Marvel Universe, ma è un dubbio che non pregiudica la lettura e soprattutto non mina la godibilità.
Magari i neofiti potranno storcerete il naso alla fine del primo albo, quello con il drago gigante in mutande, i neofiti però, perché il suddetto Drago, viene direttamente dal Thor di Simonson, ma dategli tempo, non siate frettolosi, Nextvawe è come un vecchio motore diesel, deve carburare. Gli serve solo qualche minuto.
Se lo leggete con un nerds di fianco non potrete fare a meno di notare come sghignazzerà nel riconoscere i membri di questo gruppo.
Ma voi non vi curate di questi sfigati, ignorate queste stolte involuzioni del topo di biblioteca, prima i disadattati si rifugiavano nei tomi in cuoio rilegati, di racconti cavallereschi, ora invece si rintanano dietro gli spillati da edicola con la copertina variant!
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Ma voi fidatevi di me, anche se non avete idea di chi sia questa Monica che dice di essere stata in passato un membro dei Vendicatori con l’identità di Capitan Marvel, anche se non riconoscete in Aroon il vecchio robot chiamato Machine Man, protagonista pure di una ingenua miniserie illustrata dal grande B.W. Smith (Ed. Play Press).
Continuate a leggere.
Perchè il Capitano, è l’eroe che tutti vorremmo finalmente vedere, uno scazzato, troppo umano per non incappare in sbalzi d’umore. The Captain è Ralph Supermaxieroe, solo un pochetto più coordinato nei movimenti, ma nemmeno tanto, è l’ Hancock di Will Smith, senza quella stronzata della continua rinascita alla Hawkman & Hawkgirl.
.
La trama non richiede profonde conoscenze delle vicende dell’universo Marvel, non si poggia sulla continuity ed è semplice, sarà per questo che è bella, d’altronde si dice: “I sistemi complessi sono fragili” è una legge della natura questa, un enunciato serissimo, mica me lo sono inventato io.

Ed è vero, e vale anche nei fumetti,
Invece il buon Warren Ellis prende il più vecchio espediente narrativo del mondo del fumetto dai tempi di Nembo Kid, e cioè il cattivo e l’eroe, punto, semplice, lineare, intuitivo, funzionale. Solo che gli dà una nuovo taglio, il cattivo è una corporation, la Beyond Corporation, e oggigiorno, per noi lettori smaliziati che guardiamo tutti i documentari di Micheal Moore,  chi è più cattivo, più cinico e bastardo di una qualsiasi Corporation? Di un’azienda che per profitto non si cura di nuocere nemmeno al suo stesso paese?
Basta con ‘sti Villain e le loro perpetue battaglie personali con le loro controparti eroiche, ecco cosa ci voleva per cambiare un pò il filtro dell’aria sotto la cappa satura degli umori della solita zuppa, ci voleva un pò di sano sarcasmo, era ora che qualcun’ altro infilasse un pò di sana morale ecologica nelle sue opere, il bravo Miyazaki, non ce la poteva di certo fare ad educarci al rispetto dell’ambiente da solo! Applausi per Warren.
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Ecco la Beyond, e le sue filiali nello sperduto e sconfinato entroterra americano, dove sperimenta nuove assurde armi e nuove improbabili tecnologie.
Ad illustrare il tutto uno Stuart Immonen come Maradona, fuori dal comune, un fuori classe, un cartoonist più che un fumettista, che interpreta perfettamente le fantasie irriverenti di Ellis, con questo suo nuovo tratto assolutamente Pop, absolutely British, absolutely Underground, absolutely bello e bravo persino nelle copertine che fa l’ occhiolino per certi versi alla Tank Girl di Alan Martin e Jamie Hewlett.
Il risultato finale: una miniserie che avrebbe reso Grandi Saghe ancora più interessante di quanto già non lo sia stata, se qualcuno dei curatori della collana l’avesse proposta, invece ci sono toccati gli Eterni e La vita e la morte di Capitan Marvel, abbiamo preferito il diazepam alla mescalina, e vabbè.
Fortuna vuole che la Panini si sia inventata questo Best Seller, e che abbia deciso di impreziosire la collana con questa pubblicazione, ad un prezzo assolutamente impareggiabile.
 Il mio consiglio e di reperirli e di leggerli e prendere coscienza che Another World is possible anche nei fumetti.
Baci ai pupi.
                                Quando parlo del fatto che il fumetto è tutta una ricerca di citazioni 
                                non scherzo, la vedete La grande onda di Kanagawa di Hokusai
                                sullo sfondo?

venerdì 9 agosto 2013

Un estate verde smeraldo.



Chi si è perso la migliore serie in casa DC degli ultimi cinque-dieci anni, ha la possibilità di rimediare.

Ultimamente non si fa che parlare di questi famosi magazzini Planeta, sui quali la Lion per vie legali, è riuscita a mettere le mani.
Quando parli con adetti al settore alle fiere, o con i gestori delle fumetterie RW Point, le risposte sono sempre un misto di vago e grandi aspettative: "Non si sa cosa c'è dentro, non sia sa quanto materiale sia effettivamente idoneo per essere rimesso in vendita, tocca aspettare e vedere cosa tirano fuori".
E' ovvio che ti immagini scene tipo archeopaelontologi, che violano la tomba del Faraone, ovvio che ti immagini questi magazzinieri con tanto di casco con la lampadina in testa (messa al rovescio però come Woody Allen in Criminali da strapazzo, perchè fa più figo) che tornano alla luce trascinando pile di fumetti che si è pensava fossero ormai  estinti, e di pochi rimasti, venduti a prezzi che manco fossero oro, on line su Ebay.
Tanta la roba che è ricicciata fuori, come funghi dopo una notte di pioggia, anche volumi con i quali alcune fumetterie, hanno speculato un bel pò.
Io le difendo sempre quando c'è da difenderle, dall'editore oppressore, però diciamo che con la scusa che era "materiale ormai finito al macero per volontà dell'editore incazzato nero", alcuni volumi sono stati proposti a prezzi anche triplicati. 
Eh?Bricconcelli.
Ma non divaghiamo oltre, è uscita proprio adesso mentre ci stiamo parlando il primo dei due cofanetti di Lanterna Verde contenente i primi numeri Planeta.
Per la precisione il cofanetto nella cosiddetta Complete Edition conterrà i primi 14 numeri di Lantern Verde Gestione Planeta, ad eccezione dei numero 8 e 9, ristampati per l'occasione dalla RW. Il cofanetto conterrà anche la prima parte di un inedito ispirato alla versione cinematografica. 
Il secondo blocco di albi che vanno dal 15-22 verranno messi in vendita più in là, ed il secondo cofanetto conterrà anche Sinestro Corps
I possessori della serie potranno comunque accaparrarsi solo il cofanetto, venduto anche vuoto al prezzo di 11,00€ ( ma sempre con l'albo speciale ispirato alla versione filmica).
Se famo due conti? Dai che vi siamo mancati...io il mio pallottoliere e la mia vena polemica.
La complete edition parte 1 conterrà abbiamo detto, i primi 14 numeri e costerà 63,30€, (valli a capire sti trenta centesimi dispari), vale a dire che l'editore farà pagare i fumetti circa 4,20€ ad albo (prezzo di copertina originale 3,95 se non erro), quindi anche stavolta potrei uscirmene con la solita filippica del rincaro ingiustificato.
Ma voglio pensare che per riavere disponibile materiale che ormai latita anche su Ebay, chi ce l'ha, Lanterna Verde se la tiene, sono stati pagati avvocati e gabelle, poi spalmateci sopra anche il prezzo del cofanetto, e più o meno avrete la sensazione che non vi stanno sodomizzando per l'ennesima volta, e tornerete a casa soddisfatti.
Un dickensiano Larfleeze che merita un poster.
In Italia dal 2010, Lanterna Verde è la miglior serie a fumetti regolare, graficamente appettibile e con una longevità fuori dal normale,Geoff Johns non ha solo riacceso la luce di smeraldo, ha plasmato nuovi personaggi che sono andati ad arricchire l'universo di Lanterna Verde, inoltre, durante la sua gestione, ha ricreato il personaggio di Sinestro, mai visto così psicologicamente complesso, completo e carismatico, grazie anche a delle riuscite operazioni di RETCON, ha riconfigurato i personaggi dei Guardiani di Oa, rendendoli decisamente inquietanti, ed agganciandosi ads una vecchia storia scritta da Alan Moore e disegnata da Kevin O'Neill, con protagonista la Lanterna Verde Abin Sur, ha impostato le basi per l'introduzione del personaggio di Atrocitus, delle Lanterne Rosse, nonchè il megaevento disegnato da Ivan Reis: Blackest Night.
Insomma fidatevi se vi dico che Lanterna Verde è una gran serie che non conosce bassi dal suo arrivo in edicola,  l'arrivo in pianta stabile di Doug Mahnke poi alle matite, non ha fatto altro che aumentare l'appetibilità della serie.

Tutto il cofanetto minuto per minuto (potrebbe contenere qualche spoilerino, lo scriviamo in corsivo)

Nei primi tre numeri si comincia subito con la Retcon sulle origini di Lanterna Verde.
Secret origins, disegnato da Ivan Reis, nei quali si ripercorrono i primi giorni di Lanterna e l' incontro con Abin Sur, si introduce l'incazzato Atrocitus e come detto si buttano le basi per la saga della Notte più Profonda, in questa nuova Emerald Dawn, Hal in compagnia di Sinestro, suo Mentore, deve vedersela appunto con i misterioso Atrocitus, unico superstite del Pianeta Ryut, nel settore 666, fetta dello spazio in cui un giorno i Manhunters diedero di matto e sterminarono l’intera popolazione. Atrocitus, nonostante il nome abbastanza idiota è un personaggio complesso, che Johns scopre ed arricchisce numero dopo numero.
Dal quattro in poi sempre in compagnia di Reis, Johns crea il corpo delle Lanterne Rosse, e si analizzano gli esiti della guerra contro il Sinestro Corps.
L’arc - Rage of the Red Lanterns, è appetibile per due motivi: il fiorire di nuovi corpi galattici, e la rivisitazione dei guardiani di Oa, del loro passato e sopratutto della loro morale, non sempre candida come si può immaginare.
Dal 4 al 7, facciamo la conoscenza del corpo delle Lanterne rosse che detengono la luce della rabbia, il Santo viandanter ed il corpo delle Lanterne Blu, creati dai guardiani Ganthet e Sayd, che detengono la luce blu della speranza, ed infine il carismatico Larfleeze, Agente Arancio, unico detentore della luce arancione dell’avarizia.
Le pedine per la guerra di luce che si combatterà nella notte più profonda sono pronte (intanto su Corpo delle Lanterne Verdi, altra testata di ottima fattura da tempo immemore, Gleason e Tomasi rinfrescano le Zamaron ed il loro corpo di Zaffiri Stellari, detentrici della luce viola dell'amore) .
Il mega evento comincia con il numero otto della serie in cui finalmente arriverà Doug Mahnke che si presenterà ai lettori con una bellissima storia che funge da prologo alla maxiserie, Tales of the Black Lantern, narra la nascita della prima Lanterna Nera, William Hand - Mano Nera.
9, 10, 11 12 sono i Cross Over con l’evento Blackest Night, dove Johns instroduce la tribù indaco, detentori della luce indaco della compassione, un altro corpo di Lanterne, le cui origini sono state narrate proprio in questi ultimi mesi, in un arc che definire spettacolare, è eufemistico.
Se da una parte è vero che letti da soli non hanno molto senso, dall’altra parte bisogna dire che in quelle pagine vale la pena ricordare, lo scontro per la leadership del corpo di Sinestro, tra quest’ultimo ed il suo Usurpatore Mongul, la mega battaglia su Zamaron tra Hal, Sinestro, Carol e…la Lanterna Nera Abin Sur. Ed il gran finale a Coast City, con tutti i corpi riuniti contro le Lanterne nere.
Nonchè un memorabile ed adrenalinico scontro tra Hal Jordan/Parallax vs Spectre.
Non fa in tempo a finire un megaevento che subito nè comincia uno nuovo, come recita il giuramento, dopo la notte più profonda, segue il giorno più splendente.
E mentre sulla testata principale di questo nuovo cross over, Brightest Day, Johns gestisce in maniera non troppo brillante il ritorno alla vita di alcuni personaggi storici della DC, tra cui Aquaman e Martian Manhunter, su Green Lantern, con l’arc in quattro parti New Guardians  -tranquilli non c’entrano nulla quegli aborti creati alla fine di Millenium da Englehart, è solo un caso di sfortunata omonimia-
Hal ed i suoi improbabili nuovi alleati dovranno vedersela con un misterioso cattivo che sta rapendo le entità Avatar degli stati emozionali dei vari corpi, così dopo la sparizione di Parallax e Ion (paura e volontà), Hal, Sinestro, Atrocitus, Zaffiro e Larfleeze, faranno di tutto per contrastare il nuovo potentissimo nemico capace di ghermire esseri dalla potenza incalcolabile.
Gran finale (di Cofanetto), con un Bea-team-up con Lobo, personaggio con il quale Mahnke si è già districato nella miniserie Lobo/MAsk, che comunque getta le basi per un nuovo evento corale, che stavolta interessa solo le testate del corpo, La guerra delle Lanterne verdi, ultma mega saga prima dello strano ultimo reboot di casa DC, che però non toccherà affatto la continuity di Green Lantern, guerra però  di cui parleremo quando la RW Lion annuncerà il secondo Complete Edition.
63.30€ sono un sacco di soldi, ma la serie li vale, certo magari non sull’unghia, così come è proposta, però indubbiamente Green Lantern, insieme a al Batman di Snyder-Capullo è la miglior serie DC degli ultimi anni, se avete un po di soldini da parte direi di considerarla.
L’ handicap principale però dell’investimento, è il fatto che questi 14 albi sono legati a filo doppio con la miniserie Blackest Night, e che molto del divertimento della lettura è perso se non si hanno sottomano anche gli otto numeri della sudetta miniserie, c’è da sperare che la Lion tiri fuori dagli scantinati anche un po’ di ristampe di questo evento altrimenti, non la chiamerei troppo Complete Edition.
In finale è un acquisto assolutamente raccomandato a chi ha cominciato LV dal reboot, e ne ha apprezzato i contenuti, per gli amanti di Lanterna Verde, e per i patiti del possesso (io prenderò il cofanetto vuoto per esempio), la serie è bella, i personaggi sono fantastici, e le innovazioni di Johns tante, e tutte piacevoli da leggere.
Come detto gli unici due handicap sono il prezzo, consideratelo un omnibus e magari vi destabilizzerà di meno, comunque è una raccolta di 27 numeri, con il vantaggio della rilegatura in spillati, insomma un omnibus  smontabile, quindi più facilmente trasportabile.
L’altro è il fatto che questi numeri, sono molto collegati a Blackest Night, avrebbe avuto più senso che nel cofanetto, ci fosse finito anche questo evento, per esempio non si capisce perché nel secondo cofanetto annunciato, sarà presente la miniserie Sinestro Corps, che cronologicamente si pone prima persino di Secret Origins….misteri e strategie editoriali che noi vili lettori non possiamo capire.
Beh direi che ho parlato anche troppo, io torno a flirtare con Sandman vol. 2, un altro dei tesori emersi da questi fantomatici magazzini.
Baci ai pupi e buone ferie.




lunedì 5 agosto 2013

La miglior testata mutante del 2012/2013

Commento di Roberto, vero salvatore dell'estate fumettopeniaca, sulla X-Force di Rick Remender, e sul quale mi trova d'accordissimo su due punti:
Il primo che la run di Remender, pone al centro come persoonaggio principale la bellissima Psylocke, mai così definita psicologicamente come in questa serie, il secondo riguarda la sublima interpretazione di Deadpool, staccato dalla continuity di sublimata da pagliacciate da eccessivo giullare della sua serie regolare.
Quindi bando alle ciancie extra, lascio il posto a Roberto, io torno sul divano col mio buon Sandman.
Baci ai pupi. 
 
La lunga corsa della squadra mutante di guerrieri pronti a tutto è giunta al termine e Rick Remender grazie ai fasti della testata X, passa a giocare tra i Grandi-  Uncanny Avengers e Capitan America-.nella fase I del Marvel Now

Uncanny X-force sorgeva dalle ceneri di una testata molto anni '90 e dagli eventi del Secondo Avvento: il sacrificio di Nightcrawler e il ritorno definitivo di Hope Summers nel presente, spingevano Wolverine a costituire un nuovo team segreto, rafforzandone il ruolo di leader ombra  in contrasto con Ciclope, mentre Arcangelo manifestava in maniera sempre più incontrollata i poteri e le attitudini di Morte, araldo del villain Apocalisse.
Ecco la ninja telepate Psylocke, il suo amato Warren Worthington/Arcangelo, il folle Deadpool, il ladro dai tre cervelli Fantomex e lo stesso Wolvie uniti da uno scopo comune nascosto ai compagni in un arco di storie che s'aprono e chiudono come un'affascinante spirale.

Attraverso il tratto elegante e stilizzato del retrò Phil Noto, Remender conclude tutte le sotto-trame sapientemente seminate negli anni: si iniziava con i mutanti impegnati a sventare l'avvento d'un nuovo Apocalisse, e si termina con Evan -clone fanciullo di En Saban Hur- manipolato dai nemici dil'X-force, affinché diventi il noto cattivone.

Stesso dubbio etico e la scia del peccato originale di Fantomex che uccise il bambino-Apocalisse per essere poi  ammazzato atrocemente dalla Confraternità di Mistyca e Sabrethooth e del redivivo figliolo di Logan , Daken ; Come Betsy deve uccidere Arcangelo nella saga di Angelo Nero, così nell'ultima missione Logan ammazza il figlio conosciuto troppo tardi e dei flashback mostrano come avrebbe potuto essere  tra gli artigliati padre e figlio.
Psylocke regalava al morente Warren una visione del futuro, d'una vita assieme, invece Logan immagina d'aver cresciuto Daken mentre lo annega. Entrambi sacrificano i propri affetti per salvare il mondo riportando ferite interiori tremende.
Evan è salvo e la venuta di un nuovo Apocalisse scongiurata, grazie al legame col defunto Fantomex; il ragazzo tornerà allo Jean Grey Institute e nel cast di Wolverine and the X-men di Jason Aaron, mentre Elisabeth Braddock  sarà l'anello di congiunzione tra la vecchia squadra e la nuova, in veste Marvel Now.
 In  Execuzione Finale è interessante che il leit motiv  sia la Vendetta, ciò che ,in sostanza ,ha condotto Wolverine a riformare X-force dopo la morte di Kurt;  tutti i membri dell'ultima incarnazione  della Confraternita hanno dei conti in sospeso con i nostri eroi, da Mistyca, Creed e Daken uniti dall'odio per il canadese più celebre del Fumetto al Re delle Ombre che vuol vendicarsi di Psylocke. 
Ma le psicologie della mutaforma e dei due parenti di Logan  appaiono piuttosto bidimensionali, al contrario del Nightcrawler dell'Era di Apocalisse, il cui tradimento è in linea con il personaggio violento cresciuto nel sangue.
Il team nato per impedire morti come quella dell'amatissimo elfo è quasi distrutto dalla sete di vendetta della sua controparte contro il cannibalesco Blob.
Daken invece, è piuttosto incolore col suo soverchiante bisogno di attenzioni paterne; un personaggio che neppure nelle esperte mani dello sceneggiatore di Uncanny risultya più interessante.

Uncanny X-force è stata la serie mutante migliore degli ultimi anni;  a mio parere superiore al ciclo di Whedon su Astonishing X-men e per coerenza e rigore persino a quella di Morrison.
Merito d'uno sceneggiatore dalle ottime idee e con una conoscenza approfondita del passato degli uomini-X : Remender è un claremontiano puro quanto il Bendis, attualmente in azione su All New X-men, che ha caratterizzato in maniera poderosa Psylocke, rispolverato il Re delle Ombre, l'Altromondo di Excalibur con tanto di cast dalla serie britannica come la dimenticata Opal Saturnyne.
Omaggia il padre putativo degli X-men ricordandoci che Destiny morì a causa del Re delle Ombre, che Creed uccise Volpe d'Argento e tutta la parte ambientata nel futuro distopico  è una citazione di storie dei New Mutants della saga del Magus, in cui Dani Moonstar e soci incontravano i loro sè adulti, dittatori illuminati d'un mondo crudelmente in pace,  ma non libero. Crea figure come Evan e gestisce un ottimo rapporto con la serie dell'amico Aaroon, cosa non da poco conto nell'attuale panorama dei comics. Sa bilanciare azione ed introspezione in modo originale ed avvincente, attraverso trame a lunga gittata, costringendo il lettore a divorare ogni singola vignetta e rinverdendo i fasti mutanti.

 Omaggia Morrison e basta solo fare un nome: E.V.A.!

Miglior testata mutante anche per la parte grafica che ha visto succedersi Acuna, Brooks e Noto; tre artisti molto differenti in grado di restituire pienamente le suggestioni offerte da una trama complessa e riuscita.
Per non parlare dell'ottimo cast: un Deadpool libero dal ruolo di giullare idiota,  a cui non pesa l'essere il parto della mente di Liefeld-credetemi non è poco-umano e accattivante; un Fantomex che si discosta dal modello morrisoniano convincentemente; un Logan che può amare, seppur brevemente, un'alternativa versione di Jean nel suo doppio ruolo di preside d'una scuola ed assassino con pochi scrupoli; Arcangelo nella sua incarnazione più affascinante-una delle poche idee che apprezzo dell' X-factor  di Louise Simonson-; il redivivo Deathlock sfruttato in maniera degna e Psylocke, diva della serie e cuore del gruppo, mai così tridimensionale dai tempi di X-Chris, protagonista dell'archetipico menagè a trois con un membro fondatore degli X-men e un membro di Arma X- telepate/membro originale del gruppo/ assassino dal cuore d'ore e burbero vi ricordano qualcosa?-.

Remender si fa amare e gli si perdonano due grandi strafalcioni: la scomparsa inspiegata della telecinesi di Betsy, potere posseduto dall'inglesina al suo ritorno in scena, e le fattezze di Farouk da parte del Redelle Ombre:il telepate dovrebbe essere incorporeo, poichè l'egiziano perì durante il primo scontro con Xavier, molti decenni prima. Inoltre essendo Farouk presente in una mini di Excalibur ambientata durante gli anni '40, pare poco probabile che il malvagio esper potesse ancora usarne l'aspetto, vista l'età che dovrebbe avere l'ospite. Ma in questi casi è sempre la stessa lacuna della Marvel del XXI secolo, ovvero l'assenza di supervisori preparati .

Execuzione Finale è il canto del cigno della serie mutante più interessante dell'ultimo decennio e ,pur non raggiungendo il toccante lirismo della saga di Angelo Nero, racchiude in sé i pregi della testata impoveriti, credo, dalla necessità di chiudere velocemente in vista delle conseguenze di AvX.


Alla fine del suo cammino l'Uncanny X-force si scioglie; Logan sarà perseguitato dall'omicidio del figlio mentre Elisabeth abbraccia un rinato ,e scisso in tre , Fantomex.
Si tratta di un lieto fine o l'inizio di un nuovo ciclo? 
Basterà aspettare qualche mese per scoprirlo.

Roberto Cesano
 
Note per mancoliste:
Ho promesso a Roberto che avrei ampliato io il pezzo, aggiungendo anche dove sono apparsi i numeri di questa Run, ovviamente la casa editrice è Panini, ed ovviamente la serie pur essendo valida ha avuto alcune  variazioni riguardo la sua pubblicazione:
I primi 2 numeri di Uncanny x-Force sono andati su X-men De Luxe  197-198 (Remender-Opena).
Sul 199-200-201 è andato il secondo Arc, disegnato da Ribic, da questo punto in poi, sono cominciate le variazioni, prima X-Men de Luxe, è diventato X-men De luxe Presenta, ogni volume doveva ospitare una sola serie per numero, ed infatti la X-Force torna sul 203 con la prima parte di Angelo Nero, uno degli arc più belli di tutta la run di Remender. La conclusione di Angelo Nero arriva sul 207, con un gradito ritorno di Opena alle matite (sempre XMDLP)
Nuova Variazione - la Panini vara il nuovo mensile Wolverine e gli X-men, che ospita la serie di Aaron e Bachalo, The Uncanny X-Force finisce in appendice insieme a X-Men Legacy, in questa testata fino alla sua conclusione dal numero 2 al numero numero 15. 
Over.

venerdì 2 agosto 2013

SuperGods

Un super-scrittore per raccontare la storia dei Super Dei

Stanotte ho fatto un sogno assurdo, e sono certo che mi prenderete per un pallonaro, ho sognato Grant Morrison, era nella mia auto e cercava d difenfersi da un serpente acquatico velenoso.
E si, in realtà Grant, non era nella mia auto, cioè nell' abitacolo, no, era immerso nel vano del motore fino al busto, il vano del motore era pieno d'acqua, ovviamente il cofano era aperto, ed ogni tanto dall'acqua torbida, ora da dietro la batteria, ora dal fianco del radiatore, emergeva sto biscione che voleva morderlo, e lui, che si scansava di scatto a destra o a sinistra per evitare il letale morso.
Ed io? In piedi a qualche metro di distanza dall'auto in piedi mi vedevo la scena ignavo, senza far nulla, pensando solo a quanto fosse assurda la faccenda, ed in che modo ne porebbe venire fuori una scenna per un fumetto surreale. Immagino che un nerd faccia sogni ben più strani, oddio forse ben più strani di questo no. 
On line non c'è niente sul significato dei sogni, e da buon napoletano non posso nemmeno rimediarci dei numeri da giocare al lotto, Grant Morrison per quanto possa essere uno scrittore da fama mondiale, nella smorfia non cè.
Però un idea sul perchè ho fatto sto sogno me la sono fatta:
Il serpente velenoso, viene dal film che ho visto ieri mentre preparavo la cena, nell' Acchiappasogni 8tratto da un romanzo di S.King, un biscione alieno carnivoro emerge dalla tazza in bagno nella casa dei protagonisti, Morrison viene dal fatto che ieri ho dato anche un occhiata al pezzo di Dario, il fatto che io osservo senza muovermi, e ponderando su come rimediarne una storia dalla scena , è probabile che venga dal fatto che ho ripreso a scrivere una cosettina lasciata perdere molti mesi fa, per una caduta di idee, probabilmente una parte di me è uno scrittorucolo da quattro soldi, con poche idee ma molte ambizioni, che pur di rimediare ispirazioni per scrivere, arriverebbe a mettere in pericolo persino la vita dei suoi cari, dei suoi amici o dei suoi idoli....
"Amore perchè stai facendo la valigia...?"
"E voi...perchè diavolo state cancellando il mio numero dalla vostra rubrica?!" 
Chiusa parentesi, meno male che Dario c'è, Supergods è un titolo ricercatissimo, ed in giro leggo commenti entusiasti su questa antologia, sono contento che ancheFumettopenia ne parli, io confesso che a sto giro ho sbagliato acquisti, ed invece di Supergods (che è Bao Pub. e quindi...), un pò di tempo prima avevo preso un altro saggio: Storia del fumetto da Yellow Kid ai Manga - di Franco Restaino UTET libreria 19,50€, ma tutte le volte che lo apro mi dà un abbiocco imbarazzante...spero di scriverci qualcosa se supero lo scoglio delle prime sette pagine.
Basta vado vi lascio nelle mani di Dario.



E così anche Grant Morrison giunge alla pubblicazione del libro in prosa ma non lo fà con un'opera di finzione, ci propone invece un appassionante amalgama di storia del fumetto e autobiografia dal quale scaturisce un divertente e utile saggio sulla figura del supereroe dal 1936, data della nascita di Superman, fino ai giorni nostri.

Attenzione, perché quella di Morrison non è una fredda carrellata colma di nomi e date sulla figura del supereroe bensì una vitale e accalorata dichiarazione d'amore per il genere (e per la persona di Morrison stesso in fin dei conti), una puntuale analisi dell'eroe calata nel contesto e nel tessuto sociale di un determinato momento storico, una riflessione sul fumetto supereroistico in relazione ad aspettative e bisogni dei lettori (ma non solo) dell'epoca.

Un saggio che quando collide sulla linea temporale con la nascita del futuro scrittore scozzese diventa anche una divertente autobiografia centrata non solo sul fumetto ma capace di abbracciare spesso e volentieri i temi della famiglia, della musica, fino a toccare le interessanti teorie divulgate da Morrison che spaziano tra tematiche assimilabili a narrazione, multiverso, futurismo (inteso come capacità di intuire sviluppi a venire), simbolismo e altro ancora.

A differenza di alcune sue opere a fumetti, tanto interessanti e dense quanto ostiche, questo libro si legge che è una meraviglia. Che Morrison sia un ottimo autore di fumetti è fuor di dubbio, conferma qui di essere un grande narratore/intrattenitore tout court con una conoscenza enciclopedica e una facilità d'esposizione impressionante. A volte l'autore potrà dare l'impressione d'essere una star vanesia e un pizzico invidiosa (non posso spiegare altrimenti il suo accanimento contro diverse opere del collega Alan Moore, è come se Platinì affermasse che Maradona ha nuociuto al calcio), altre quella d'essere una specie di svalvolato fuori come un balcone di un hotel di Katmandu (leggere per credere), in fin dei conti questo cazzone scozzese si conferma ancora una volta come un professionista dal talento straordinario capace di regalarci ore di puro godimento.
 
Nel libro si trovano, argomentati in maniera encomiabile, i primi passi dei maggiori supereroi della Golden Age (Superman, Batman, Capitan Marvel, Wonder Woman, Capitan America) e di alcuni minori, stili e contributi di diversi autori, la rivoluzione Marvel degli anni '60 con i suoi eroi con superproblemi, le derive cupe del supereroismo, l'entrata dei fumetti nell'età adulta, l'analisi di alcune tra le opere più importanti della nona arte (Infinite Crisis, Watchmen, The Dark Knight returns, Year One,etc...)  e della gran parte di quelle di Morrison stesso (Animal Man, Doom Patrol, Arkham Asylum, The Invisibles, New X-Men, Flex Mentallo, etc...), il rapporto tra cinema e fumetto e tanto altro ancora.

Una lettura da non mancare per rispolverare la storia del genere più popolare del fumetto americano, utile per chi non conosce a fondo l'argomento ma anche come utile ripasso, cosa che, come dice giustamente anche Orlando su Fumettidicarta, alla fin fine non fà mai male. Una lettura buona anche per riflettere e soffermarsi su alcuni concetti e teorie non così immediati da assimilare, ottima per conoscere meglio uno degli autori cardine del fumetto degli ultimi vent'anni.
  
Dario Lopez

Supergods - di Grant Morrison, 464 pagine (19,00€) cartonato, Ed. Bao