Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

mercoledì 28 maggio 2014

Lightsaber fai da te

Vi sembra che io stia battendo la fiacca vero?
Brutti ingrati, in realtà no, sto facendo un bel pò di robe, compreso lavorare fortunatamente, e leggendo un bel pò di fumetti di qualità, ma è tutto materiale datato, e non credo che sia il caso che venga a parlarvi io dello Swamp Thnig di Alan Moore, o la sua serie ABC Tomorrow Stories, recuperata in questi giorni, d'altronde vi ho parlato abbondantemente di Miracleman e di Tom Strong per quel che concerne il bardo, perciò è il caso di variare un pò le argomentazioni, altrimenti tantovale cambiare il nome del blog, da Fumettopenia a Bardomania.
A proposito di Tom Strong, spero abbiate visto il pezzo su Overnews Magazine, dove ho avuto la  pessima idea di accettare di gestire una rubrica fortunatamente aperiodica chiamata Retrocomics, pessima non certo per il sito o le persone che ci collaborano, tutta gente squisita, e devo dire, con malcelata invidia, che il sito è veramente fatto bene, pessima dicevo, perchè quando prendo questi tipi di impegni poi mi sento responsabile e passo il tempo a pensare a cosa scriverci. Una piccola anticipazione, per il prossimo articolo su Retrocomics parleremo o di The Mask o Major Bummer. 

Insomma ho il mio bel daffare  ve lo garantisco, una pila di fumetti da leggere alta quasi quanto me, ed un paio di speciali da portare assolutamente a termine, ma di materiale da recensire che possiate trovare in questi giorni in edicola, hum quello proprio no, sul versante news, diciamo che è un periodo di stanca, nel senso che le due major mi hanno alquanto stancato, quindi appena avrò qualcosa di degno da segnalarvi, state pur certi che ve lo segnalerò. No, oggi parliamo d'altro, oggi diamo voce al (ahimè!) cosplayer che è in voi, anzi no, i cosplayer, non li capisco, facciamo che oggi ci dedichiamo all'eterno bambino che è in voi, che ancora è lì dentro di voi, e non ne vuol proprio sapere di smammare. Oggi parliamo di spade laser.


Per la precisione delle Lightsaber di Guerre Stellari,  più che altro il post è rivolto ai giovani papà, che vogliono far passare i loro giovani padawan al lato oscuro dei nerd, già dalla tenera età, ma senza dover donare un rene ai negozi specializzati.
Voglio dire avete mai visto che prezzi hanno le lightsaber nei negozi di modellismo o nelle fumetterie?
Dai settanta ai cento euro e passa,a volte anche di più, come potete vedere in questa screen shot rubata su Ebay! Ma dico ma siamo scemi?!




Manco fossero vere.
Insomma siccome voglio dimostrare che qui a Fumettopenia, il low cost è una filosofia di vita, oggi costruiremo una lightsaber, con un budget inferiore ai dieci euro. Poi che finisca nelle mani di vostro figlio, di vostro nipote, del figlio di un vostro amico, o che la usiate per menare fieri fendenti, alla prossima fiera del fumetto vestiti da Luke Skywalker, o ancora che ci giochiate quando siete da soli in casa....beh quelli sono fatti vostri!
Quello che vi serve per la vostra Spada Laser a basso costo è:

1.Un tubo di plastica trasparente, o meglio ancora se leggermente opaco ne esistono di tutte le misure e vengono venduti per pochi euro (max 2€) in base alla lunghezza o al diametro, nei negozi specializzati per l’illuminazione, o ancora ditte che lavorano la pastica.
2. Una torcia elettrica , il trucco è di fare in modo che il diametro esterno dell'estremità luminosa della torcia sia poco piccolo del diametro interno del tubo in pvc.
3. Un foglietto di carta velina del colore che desideriate sia il raggio laser della vostra spada.
4. Della carta alluminio che si usa in cucina.
5. Nastro adesivo trasparente.
Prendete il tubo, e chiudetene un’estremità con la carta alluminio, in modo che la parte riflettente del cerchietto di alluminio sia rivolto verso l’interno del tubo. Fissate con il nastro adesivo trasparente.
All’altra estremità del tubo incastrateci la torcia elettrica, sul vetro della quale avete fissatoprecedentemente, un dischetto di carta velina del colore desiderato, in modo che la lucedella torcia sia filtrata e colorata.
Accendete la torcia. La luce canalizzata dalle pareti leggermente opache del tubo viaggerà fino all’estremità e tornerà indietro, grazie al dischetto di carta alluminio posto in cima alla spada.
Ovviamente, la bellezza della vostra spada, sarà data dalla cura che metterete nello scegliere la torcia elettrica da usare come manico, una torcia in metallo magari argentata, con inserti in nero, fara sicuramente più figura di una in plastica rossa, potrete poi personalizzare la torcia aiutandovi on del nastro isolante nero ed argentato, per particolareggiare il manico.
Ora siete pronti.
Che la forza scorra potente in voi giovani nerd.
Baci ai pupi.
(La prossima volta torniamo a parlare di fumetti! Ora scusatemi torno da Alan, c’è Alec che finalmente è arrivato in Amazzonia per conoscere il Parlamento degli Alberi.)

venerdì 16 maggio 2014

Lo Squadrone Supremo

Panini ha annunciato, finalmente la ristampa di una bellissima miniserie degli anni '80 della Marvel, Squadron Supreme di Mark Continuity Gruenwald,  a noi di Fumettopenia, che lo Squadrone Supremo, piace tanto approfittiamo dell'annuncio della casa editrice modenese e dirvi tutto quello che c'è da sapere su questa appetibilissima miniserie, e magari, fedeli alla nostra tradizione di risparmiatori, darvi anche qualche dritta per leggerla a basso costo.
I Marvel Zombi vi diranno che la maxiserie di 12 numeri del capacissimo Gruenwald anticipa persino il Watchmen di Alan Moore, per tematiche, effettivamente Squadron Supreme affronta tematiche abbastanza atipiche ed adulte per lo standard dei fumetti dell'epoca, tengo a dire che il Watchmen del Bardo resta comunque un altro livello, tuttavia posso dire senza il timore di smentita che Gruenwald anticipa di qualche decade, l'opera di Mark Waid per la DC, Venga il tuo Regno.


Le Origini dello Squadrone Supremo



Nellottobre del 1969 lo scrittore Roy Thomas, da sempre amante della JLA della DC Comics, nonché del suo Multiverso introdusse in una storia dei Vendicatori (nei numeri #69 #70 per la precisione) un gruppo di villain, che in realtà erano le controparti della Justice  League of America.
A voler essere proprio pignoli, R. Thomas, più che la Justice League America, omaggiò il Sindacato del Crimine di Terra-3, eh si perché lo Squadrone Sinistro, che è la prima incarnazione del gruppo che vennero ai ferri corti con i Vendicatori in quei memorabili albi, in pratica era composto dalle versioni malvagie di Superman (Hyperion), Flash (Whizzer), Lanterna Verde (Dr Spectrum) e Batman (Nottolone). 
Quindi se tanto mi da tanto, più che altro si potrebbe dire, (che noi a Fumettopenia ci teniamo a darvi notizie più dettagliate), che Thomas più che cloni della JLA, introdusse nel Marvel Universe, dei plagi o degli omaggi, fate voi, ai fini del pezzo è irrilevante, le versioni Marvel di Ultraman, Johnny Quick, Power Ring e Owl-Man.
Nella storia, titolata "Let the game begin", i Vendicatori si ritrovano per forza di cose, alleati di Kang il conquistatore, che è stato sfidato ad una sorta di partita a scacchi dal misterioso Gran Maestro.
Sapete benissimo che quando si tratta del Gran Maestro, la storia si svolge sempre allo stesso modo: sceglie un avversario, sceglie dei campioni, lascia scegliere all'avversario i suoi campioni, decide la posta in gioco, che di solito comprende cose leggere, come la distruzione di questo o quel pianeta, e cominciano le botte da orbi.
Solo che in Avengers #69 #70, il Gran Maestro introdusse questi nuovi personaggi che  incontrarono  l'entusiasmo del pubblico.
Due anni dopo, nel febbraio del 1971, Roy Thomas, orchestrò il ritorno di quei personaggi, operando una Retcon sul suo Squadrone Sinistro, rendendoli dei personaggi buoni.
In quei due numeri, alcuni Vendicatori, Wanda,Quicksilver e Visione e Golia, nella forma incorporea degli spettri, visitano per errore, il futuro di un mondo devastato. Wanda con il suo potere di manipolare la realtà riesce a restituire al terzetto una forma corporea e a rispedirli al presente, arrivati a quella che sembra in tutto e per tutto la loro Avengers Mansion, realizzano che la casa in realtà, in questa terra parallela, è la base del supergruppo lo Squadrone Supremo, cui alcuni membri facevano parte dello Squadrone Sinistro del precedente scontro.
Durante l'inevitabile lotta, i Vendicatori scoprono che lo Squadrone, sta per mandare in orbita un satellite, e concludono che sia quel lancio nel presente che causerà la devastazione che hanno visto nel futuro.
Come inevitabile era la lotta, nella storia, così inevitabilmente sovviene il team-up tra i due gruppi, la lotta contro Brain Child è serrata ed alla fine i Vendicatori ritornano sulla Terra 616, consci che l'universo nasconde segreti come mondi paralleli.
In questo secondo appuntamento con le controparti Marvel dei più famosi eroi DC, Roy Thomas introduce anche altri personaggi: Lady Lark (Black Canary), Tom Thumb (The Atom), American Eagle (Hawkman), Golden Archer (Green Arrow).

Le storie raccontate in queste righe sono state stampate recentemente in Italia dalla Panini sulla Collection dedicata ai Vendicatori. Marvel Collection#22  (I Vendicatori #02), e su Marvel Collection #24(I Vendicatori #04).
Il nuovo universo ed i nuovi personaggi  riscossero un discreto successo, Nighthawk (Nottolone), che appare per la prima volta in Avengers #69 come membro dello Squadrone Sinistro, fu inserito nel gruppo dei Difensori dopo alcune operazioni di Retcon, tra queste la spiegazione dell'esitenza dello Squadrone Sinistro dell'universo 616 e dell'Hyperion malvagio, e delle rispettive controparti eroiche della terra 712.
In pratica fu spiegato ai lettori che le controparti malvagie che furono create fal Gran Maestro in occasione della sfida a Kang, furono ispirate dallo Squadrone Supremo di Terra-S che il Gran Maestro aveva incontrato nel corso dei suoi viaggi dimensionali.
L'incipit dello Squadrone Supremo di Gruenwald, più o meno sussegue a storie in cui lo Squadrone è stato protagonista di storie in cui l'inganno, il raggiro e la manipolazioni sono all'ordine del giorno, lo scontro tra Thor e l'Hyperion malvagio di Terra-616, su Terra-712, è un esempio di queste, il nuovo scontro tra i Vendicatori e lo Squadrone su Avengers #141 del 1975 è un altro tassello della vita editoriale dello Squadrone pre Gruenwald..
Al momento in cui l'autore amante in modo maniacale della Continuity mette mano alla serie, la Terra-S è un mondo in rovina, portato allo sfacelo dai suo stessi campioni, più volte ingannati e manipolati dai nemici, come i machiavellici raggiri del Centurione Scarlatto.

LA serie inizia con la volontaà di Hyperion di instaurare una sorta di Utopia, in cui l'America e la Terra, prosperino, eppure nel corso dell'opera si vedrà che il fine giustifica i mezzi, Hyperion non può arrivare all'utopia senza abbracciare un atteggimento fascista, più che Watchmen, lo Squadron Supreme di Gruenwald e Hall, sembra anticipare di qualche lustro l'opera di Mark Waid, Kingdome Come: il nuovo governo voluto da Hyperion-Superman, la rieducazione coatta dei cattivi, la resistenza di Batman-Nighthawk, senza spoilerarvi troppo la coinvolegente storia, vi dico solo che è un fumetto da leggere assolutamente, se pensate che è stato pubblicato appena un anno prima di Watchmen, credo che insieme al The One di Rick Veitch, anticipino tematiche molto adulte nel genere supereroistico, si veda per esempio il tormento di Nuke (la controparte di Firestorm) i cui poteri nucleari, portano ad ammalarsi, tutti quelli che gli vivono vicino, un tema ripreso persino da Tim Kring per i suoi Heroes, nella prima (e unica valida) Stagione. la caratterizzazione dei personaggi è dettagliatissima, Gruenwald, come avrebbe poi fatto anche su DP7, altra serie sfortunata ma a dir poco avveniristica, utilizza i monologhi dei personaggi per scolpirne una chiara psicologia, dialoghi e situazioni sono quasi anacronistiche, per la maturità del registro e dei contenuti, il disegnatore Bob Hall, e Paul Ryan rendono in modo superbo la trasposizione in tavole fumettistiche di questa imperdibile epopea.
La raccomandazione più sincera che posso farvi è di tenere qualche soldino da parte per questo Omnubus annunciato dalla Panini, o di leggerla a basso costo rimediando i numeri di Iron Man Play Press in cui è stata pubblicata per la prima volta questa fantastica serie, che sono più che certo vi porterà a risparmiare un bel pò di preziosa banconota. L'alternativa alla lussuosa edizione Paninara infatti sono i numeri di Iron Man che vanno dal: Iron Man #25 #37. E già che state spulciando negli scaffali della vostra fumetteria di fiducia prendete anche Supreme Squadron Death of a Universe di Gruenwald e Ryan, la graphic novel che fa da epilogo alla gestione di Gruenwald e che fu pubblicata in italia dalla Play Press su Play Special.
-(Assente nel volume annunciato da Panini)-
Credo di avervi detto davvero tutto, ma caso mai preferite un commento più lapidario e sintetico vi dico semplicemente leggetelo. A voi la scelta di quanto pagarlo.
Baci ai pupi.



giovedì 8 maggio 2014

Il Dante di Go Nagai



La prima volta che mi imbattei nella Divina Commedia, avrò avuto una decina d’anni, tanto piccolo che nemmeno sapevo leggerne nel modo giusto l’elegante rima in volgo fiorentino. Il colpo di fulmine scattò per le illustrazioni di Gustave Dorè.
Successe nella casa dei miei zii, e da quel giorno tutte le volte che andavamo a fargli visita, facevo sempre la stessa cosa, me ne andavo in uno di quei salotti tipici delle case degli anni ’80, quelli con due poltrone rivestite con una fodera di velluto dalle tinte scure nei due angoli di un lato, il divano a tre posti posizionato lungo la parete opposta, e la piccola libreria lungo la parete di lato, rivestita con una carta da parati con un qualche motivo floreale, mi avvicinavo alla libreria, anch’essa tipicamente anni ’80, con i tre volumi della bibbia, generalmente mai aperti, l’enciclopedia  I mondi dell’uomo, quella in dieci tomi suddivisa per argomenti, che gli attempati tra voi, conoscono sicuramente, e prendevo i due volumi dell’inferno, qualche volta anche il purgatorio, ma il più delle volte prendevo i due tomi infernali, mi stendevo a pancia in giù sul tappeto polveroso e divoravo con gli occhi quelle illustrazioni così inquietanti, tanto diverse dai Topolino o dai numeri del corriere dei piccoli che mio padre non mi faceva mai mancare in casa.
Al di là del fascino dato dal fatto che ero certo stessi guardando qualcosa che mi sarebbe stato proibito, se in casa se ne fossero accorti, ero rapito da quelle tavole, in cui c’erano queste povere anime passarne di tutti i colori in quei gironi, che pareva  sprofondassero fino al centro della terra, il fascino del terrore presumo.
Escludendo la parentesi in cui te la fanno conoscere a scuola controvoglia, sono tornato ad interessarmi alla Divina Commedia di Dante Alighieri, alla fine degli anni ’90, quando ormai vivevo già a Roma, in una libreria di libri usati comprai una vecchia edizione de La Nuova Italia a cura di Natalino Sapegno, e la lessi tutta. Stavolta l’amore sbocciò anche senza l’aiuto delle litografie del Dorè, quell’ edizione che ancora conservo gelosamente, si accompagnava con delle riproduzioni delle Xilografie tratte dall’edizione della Commedia pubblicata da Bernardino Benalio e Matthio da Parma nel 1491. Avrete capito che oggi, l’improvvisa svolta letterata del blog è dovuta al fatto che  parleremo dell’ adattamento del maestro mangana Go Nagai, della Divina commedia, che di recente è tornata sugli scaffali delle fumetterie per mano della JPop in seno all’iniziativa Go Nagai Collection, i tre tankobon dedicati all’opera di Dante vanno ad aggiungersi alle ristampe delle più famose produzioni dell’autore giapponese, il creatore di Mazinger, Grendzinger e Devilman, tra le altre cose,  per intenderci, l’uomo che negli anni ’70 rivoluzionò il concetto dei robottoni mettendo il pilota umano nella testa dei robot.
Dante Shinkyoku, questo è il nome dell’opera in Giappone, fu edita dalla Kodansha nel 1997, è un fedele adattamento dell’opera di Dante Alighieri, che si rifà nella sua fattura grafica alle famose litografie di cui vi parlavo più su, ossia quelle dell’illustratore francese Gustave Dorè, le cui litografie furono pubblicate per la prima volta in Italia nel 1868, nell’edizione della Commedia dell’editore milanese Sonzogno.
 Ha avuto una prima edizione italiana per mano della Dynamic nel 2006. (Stampati in Taiwan e venduti ad 8,30 l’uno), l’edizione della JPop, si vocifera, per le fumetterie aderenti dovrebbe anche rilasciare un cofanetto con l’uscita dell’ultimo numero prevista per la fine del mese di giugno.
Il prezzo dei Tankobon della filiale delle edizioni BD specializzata in fumetti dal sol levante, è di 8,50€ per volume, come l’originale e la prima edizione Italiana è composta di tre uscite, le prime due dedicate all’ Inferno, e l’ultima dedicata all’ascesa di Dante al Paradiso attraverso la scalata del monte del Purgatorio.
L’appetibilità di questa opera è data da  quanto siate degli amanti dell’opera del Dante, personalmente io adoro il poema del sommo poeta, l’ho letto e riletto almeno, sia integralmente che nei passaggi che amo.
Trovo superfluo dirvi alcunché sulla trama che dovreste sapere a menadito, chi non l’ha mai letta, beh non voglio dire che dovrebbe vergognarsi, ormai mi sono affezionato a tutti voi, però da amico vi dico, che chi non l’ha mai letta o peggio non ha mai sentito l’esigenza di documentarsi su un’opera che il mondo intero ci invidia, dovrebbe sentirsi un attimo profondamente ignorante.

La Divina Commedia fu scritta tra il 1304 ed il 1321,  e ritenuta oltre che l’opera maggiore del poeta fiorentino, la più importante opera della letteratura mondiale di tutti i tempi.
E vi prego si soffermarvi su quello che ho appena detto: Mondiale e Di tutti i tempi.
Se questo non vi fa saltare qualche battito, non so cosa ci vuole per destarvi.
In pratica è un viaggio allegorico che compie il poeta stesso attraverso i tre regni dell’oltretomba, un pellegrinaggio che parte dalla Selva Oscura, e si conclude al cospetto della santissima Trinità.
L’adattamento di Go Nagai deve essere intesa come una celebrazione, un omaggio all’opera, d’altronde il mangaka, aveva già  dichiarato in più occasioni che la Divina Commedia era stata fonte di ispirazione per il suo Devilman, non è il caso ricordarvi che il primo esperimento di Go Nagai con un plot demoniaco è un manga del 1971 intitolato guarda il caso Mao Dante.
Ho trovato i primi due numeri  estremamente fedeli al testo orignale, deliziosamente infettati dallo stile nipponico dell’autore, vedere il sommo Dante con le caratteristiche goccine di sudore giapponese che imperlano il suo fiero viso fiorentino, dovrebbe strapparvi qualche vago gemito di piacere, come anche vederlo circondato delle classiche linee cinetiche.
Insomma quello analitico  è sicuramente un modo interessante di approntarsi alla lettura di questo manga, che ripeto non elabora nessuna variazione sul tema, una delle cose che ho trovato appetibilissime, sono gli approfondimenti che il creatore di Devilman dissemina nell’opera, in concomitanza di quei momenti in cui il poeta incontra personaggi importanti della vite medioevale e non. Ho trovato questa accortezza oltre che squisitamente ossequiosa verso l’opera originale, anche estremamente utile al lettore stesso. 


Lo stile adottato da Go Nagai prevede un massiccio uso di retini, e tratteggi, soluzione grafica che non fa che rimandare chi legge all’opera litografica di Gustave Dorè, anzi questa geniale impostazione grafica, impreziosisce il manga specie e soprattutto agli occhi di quelli che come me hanno imparato ad amare la Commedia anche grazie al disegnatore francese. Per dirvela tutta, Go Nagai riesce così bene nel riprendere il tratto grafico del Dorè che il suo manga sembra racconti tutto quello che accade tra una litografia e l’altra.
La macabra location infernale, ben si sposa con lo stile Horror Splatter di Go Nagai, del quale mi voglio augurare abbiate già letto almeno il suo Devilman.
Senza tediarvi troppo, volevo appiopparvi uno sproloquio allucinante sull’opera originale, ma ve la risparmio, mi congedo raccomandando la lettura di questa celebrazione della Divina Commedia, ma del resto io raccomando tutto quello che celebri la Divina Commedia, dal cofanetto di DVD in cui è letta dall’immenso Vittorio Gassman, agli adattamenti disneyani come L’inferno di Topolino di Guido Martina, che ha il pregio di essere il primo fumetti disneyano interamente prodotto da un autore italiano, passando a L’inferno di Paperino di Giulio Chierchini.
Bene, lasciate ogni speranza o voi che entrate.
E ovviamente, baci ai pupi.

mercoledì 7 maggio 2014

Zagor vs Cthulhu

Salve e ben ritrovati miei adoratissimi fumettopeniaci, ci ritroviamo oggi per segnalare un albo tutto italiano, questo mese mi sono imbattuto per puro caso nel  numero#637 di Zagor  - Antartica di Boselli e Della Monica, un albo dello spirito con la scure che ha chiari riferimenti all'opera del nostro adoratissimo Howard Philips Lovecraft.
Per i lettori a digiuno dei fumetti di Zagor, l'albo potrà sembrare di non facile comprensione, la storia di questo mese che si conclude nel prossimo numero, si incastra in un avventura più ampia che vede il difensore di Darkwood impegnato in un lungo viaggio nelle lande americane, reminescenze di quest'albo sono da ricercare addirittura nei numeri #468-#469, i numeri in cui compaiono alcuni dei personaggi che ritroviamo in quest'albo, come l'archeologo Dexter Green, ed il suo servotre Yambo M'zai, o del perfido e misterioso Ludwig Ritcher, uno studioso tedesco che la natura ha privato di scrupoli ed attenzioni verso il prossimo.
Un'altra citazione che ritroviamo in queste pagine è rappresentata dal corpulento Agente Lambert, che si dichiara un agente al servizio dell'organizzazione chiamata ALTROVE, creata da Alfredo Castelli in seno all'universo narrativo di Martin Mystere, Altrove, è una organizzazione supersegreta del governo americano che si occupa di casi impossibili, che è chiaro che esiste da molto moltissimo tempo, ed in passato evidentemente ha incrociato le sue avventute con altri personaggi bonelli come Mister No ed appunto Zagor.
Dalle parole dei personaggi, per la chiara comprensione di quest'albo bisogna prestare attenzione alle parole di Greene dello stesso Zagor.
Dall'archeologo di apprende che la collaborazione con Altrove ha il fine comune di ritrovare i resti della antica civiltà atlantidea scomparsa nelle ere antiche, migliaia di anni prima, senza lasciare traccia della sua avanzata tecnologia. In Antartide si presume sia esistita una colonia Atlantidea.
Dalle parole di Zagor si intuisce che il passato incontro con Green (e Ludwig Ritcher), non si è concluso nel migliore dei modi, e che la sua presenza al Polo Sud, è legata esclusivamente alla volontà dello spirito con la scure di impedire a Green e la sua spedizione di ritrovare i resti della civiltà atlantidea, perchè teme per gli usi bellici di quella avanzatissima tecnologia.
Un'ulteriore chiarimento: l'attenzione verso la civiltà scomparsa di Atlantide, è un plot narrativo, molto utilizzato in casa Bonelli, vedi Nathan Never e Martin Mystère, e il buon Zagor si era già imbattuto nei resti di una colonia Atlantidea, nel numero #421 Atlantis.
Direi che con questa base, la comprensione di questa gelata avventura è già più appetibile, la storia di Boselli è scorrevole, veloce appetibile e piena di citazioni:
Con il termine TERRA INCOGNITA AUSTRALIS, si indicava un ipotetico continente situato nell'emisfero australe, disegnato nele mappe tra il quindicesimo e diciottesimo secolo.


Johannes Schoner, era uno stimato matematico tedesco vissuto tra la fine del 1400  fino alla meta del 1500, era un erudito, e tra i suoi lavori figurano diversi studi di astonomia, astrologia, e geografia. La spedizione di Green si basa su una vecchia mappa disegnata dallo studioso tedesco.
L’ammiraglio Russo Bellinghausen che si cita a pagina 7, nella quinta vignetta, è il marinaio russo che nel 1821 esplorò quei mari per la prima volta, il mare di Bellinghausen è quell tratto di mare situato al largo della parte occidentale della penisola Antartica.
Il capitano John Davis, cacciatore di foche del Connecticut, è riconosciuto come uno dei uomini ad aver messo piede su suolo antartico nel 1821.
John Biscoe, era un marinaio esploratore che nel 1831, fu a capo di una importante spedizione su suolo antartico, nella quale furono cartografate più precisamente quelle lande sconosciute, la terra di Graham e le Isole Biscoe, sono nomi coniati dopo quella famosa spedizione.
Ovviamente il riferimento più appetitoso che ritroviamo nell’albo è quello alla letteratura di Lovecraft, alle Montagne della Follia del 1936.Romanzo horror in cui 16 esploratori, durante una spedizione al polo sud
si imbattono nella scoperta di esseri mostruosi ibernatida milioni di anni.
I graffiti in cui si imbattono Green ed i suoi uomini, lasciano presagire che nel prossimo numero, i riferimenti alla mitologia Lovecraftiana saranno alla base dello svolgimento della trama, egregiamente illustrata da Raffaele Della Monica.
Direi che per gli amanti di Cthulhu, questo albo di Zagor è assolutamente impedibile, e chissà che la lettura non vi appassioni al punto di voler conoscere qualcosina in più dello spirito con la scure.
Io ovviamente ne caldeggio calorosamente la lettura, nonostante il tutto si svolge al polo Sud.
Baci ai pupi.