Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

domenica 20 dicembre 2015

Buon Natale da Fumettopenia!


Concedetevi un vaffanculo.
Mi rendo conto, che come incipit per gli auguri di natale, non è proprio il massimo della magia, ma rispecchia il personaggio che ormai mi sono cucito addosso.
Statemi a sentire, tenetevi un vaffanculo da parte, e tiratelo fuori quando sentite qualcuno lamentarsi del Natale, perchè è un coglione, poco ma sicuro, specie se non ha un serio motivo per lamentarsene, della serie "non so come dirglielo signor Rossi, ma dagli esami è maligno".
Tiratelo fuori senza alcuna riserva, specie se avrete la sfortunata sorte di ritrovarvi a chiacchierare con uno di quei dementi per cui "E ma che palle il natale!".
No mi spiace ma l'unico a cui e concesso una simile esclamazione è lo Scrooge di Dickens, ma Scrooge ha un suo fascino, Scrooge è un figo, tutti gli altri sono degli emeriti coglioni. Non c'è nulla di più bello del Natale: l'albero, le palle, gli addobbi, le luci, i film di Asterix, di Lucky Luke o di Macaulay Culkin alla TV, il cenone del 24, il pranzo del 25, a Napoli sono le 48 ore in cui vanifichi un anno di allenamenti in palestra, irrimediabilmente.
La frenesia dei regali, la gioia di vedere nascere i sorrisi sulle facce di chi li scarta, permettersi un liberatorio "evvai c'ho preso pure quest'anno!"
Non scherziamo, e' troppo bello il natale, lo ami fin da piccolo, d'altronde è l'unica festività che nel bel mezzo dell'anno scolastico ti concede un botto di giorni di festa, dopo la scuola è un privilegio che non tutti possono poi permettersi, forse gli insegnanti, io da infermiere non di certo. Il 24 sono di notte, tanto per dire.
Per cui, a quelli che lo vivono come uno stress, assecondateli in termini di vibrazioni negative, ed invece degli auguri, un bel "mavaffanculo deficiente, ammazzati!". Nirvana garantito. E nemmeno il bambinello Gesù neonato potrà rimproverarvi, certi vaffanculo, sono sacrosanti, proprio come i sacramenti.
Ora non conosco molte storie a fumetti sul Natale, ma una la conosco a memoria, per quante volte l'ho letta, ho schiantato l'albo che la contiene. E stasera l'ho digitalizzata per voi, perchè anche se siete una pletora di sboroni, esauriti, alienati nerd del cazzo, io vi voglio bene. Fondamentalmente avete fatto di questo blog ed il relativo gruppo su facebook, un gran bel posto dove pontificare sui fumetti, quindi ho spulciato la rete, fino a che non l'ho trovata in jpeg, l'ho salvata, cancellato i baloon inglesi e riscritti in italiano, fedele all'adattamento dell'odiato Lupo Marco Marcello, l'ho convertita in pdf e l'ho uppata sul profilo Issuu di fumettopenia, uno smazzo considerevole, persino un inno alla pirateria, ma ve lo meritate di brutto. Perciò miei amatissimi "semplici lettori" Buon Natale dal Monarca del Natale, dal terribile Babbo Destino. http://issuu.com/gennarospo/docs/auguri

venerdì 11 dicembre 2015

Le migliori letture del 2015



L’anno volge al termine, ormai mancano pochi giorni, poi saluteremo questo sfortunato anno, per accoglierne un altro con i migliori auspici: c’è chi sogna una Bonelli rivoluzionaria per davvero, chi si augura giurie meno esterofile in quel di Lucca, chi spera che la RwLion chiuda i battenti, e chi invece si chiede se nel 2016 arriverà mai quel fantomatico nuovo Kriminal, che addirittura qualcuno in Mondadori dava per settimanale. Chi continua a proclamarsi editore dell’anno e chi cerca invece di convincere i lettori che un nuovo catalogo distributivo, sancirebbe un nuovo modo di fare fumetto in Italia.
Ma a noi fottesega delle aspettative del 2016, tanto saremo sicuramente delusi. E soprattutto fottesega dei proclami dei piccoli e gandi protagonisti di questo nostro malato mondofumetto italiano, qui siamo semplici lettori ed un post del genere era d’obbligo in ogni blog che si rispetti, in questo mese di festa.
Perciò ecco le migliori letture del 2015 secondo fumettopenia, vale a dire secondo il vecchio burbero perennemente incazzato con le major italiane, che scrive da qualche anno su questo modesto blog, quindi dieci letture, dieci titoli, per le quali si deve tenere conto delle mille antipatie che nutre colui scrive, le incompatibilità che coltiva l’homunculus di Cardillo Gennaro nei bui anfratti del suo animo, nei confronti dei vari esponenti di questa triste editoria italiana.
Senza indugiare oltre stileremo due chart, una inerente il materiale edito nel 2015, che siano ristampe o materiale inedito, l’altra con i migliori dieci recuperi fatti durante l’anno, quindi di materiale già pubblicato in passato, e per un motivo o per un altro comprato solo adesso

Un motivo o per un altro è un modo di dire che sono acquisti pilotati dai suggerimenti degli utenti del gruppo su facebook, sempre gravidi di costosi consigli. Mortacci Loro.

Cominciamo dal basso

10. Antman (Marvel Panini Comics di Spencer - Rosanas) – Non tutte le sottomissioni al media cinematografico vengono per nuocere, il recupero di Scott Lang (il secondo Antman) fatto in concomitanza con l’uscita della pellicola omonima, ha dato buoni risultati, in barba ad ogni mia bassa aspettativa, inficiata da un tremendo pregiudizio verso la nuova Marvel, i primi due numeri del bimestrale dedicato al giustiziere più piccolo del Marvel Universe, mi hanno così divertito che si è guadagnato un posto fisso in libreria. Anzi a dire il vero, l’amore del buon Spencer verso il personaggio, non solo mi ha spinto a rileggere le vecchie storie di Antman su Iron Man (Play Press), ma addirittura a comprare l’essential Marvel dedicato al personaggio con le primissime storie apparse su Tales to Astonish.
Lo sconosciuto Ramon Rosanas ha contribuito non poco all’infatuazione, con un tratto pulito, semplice ma mai minimalista anzi al contrario, preciso e perfezionista.
Antman si è rivelato una deliziosa lettura, un giusto compromesso tra la nuova Marvel troppo ironica e spiritosa ed cari i vecchi classici fumetti dei supereroi con superproblemi tanto cari a quelli come me che già da qualche tempo hanno perso il primo pelo ormai, ma non il vizio della lettura.

9. Gli Sterminatori (The Life Eaters – Wildstorm Editoriale Cosmo di Binn - Hampton) -   Una graphic novel uscita quasi in sordina, sotto l’etichetta dell’ editore più criticato in Italia, meno male che nonostante i tanti denigratori della domenica, la Cosmo non demorde, anzi prosegue la sua lenta e silenziosa invasione delle edicole. Gli Sterminatori rientra nella categoria di storie di fantascienza etichettate come in nome di letteratura ucronica, vale a dire quei racconti e quei romanzi che basano la trama su variazioni della storia, in Life Eaters per esempio, si immagina un futuro in cui  tedeschi ed Hitler hanno vinto la seconda guerra mondiale, grazie anche all’aiuto degli dei della mitologia scandinava. Veramente una lettura appetibile, che grazie al formato low cost cosmo ha trovato l’utopica via della distribuzione da edicola a prezzi contenuti. Mi immagino se la licenza fosse caduta nelle mani di Foschini, stesso formato prezzo doppio ad essere fortunati. Una lettura da fare indubbiamente.



8. Manifest Destiny (Skybound Saldapress di Dingess - Roberts) – Del Destino Manifesto degli Stati Uniti d’America secondo la Skybound abbiamo già parlato in passato sul blog, per la precisione qui, in questa sede, ribadiamo solo che l’avventura fanta- horror che rivisita la spedizione di Lewis e Clark agli inizi dell’ 800 raccontata da Dingess, è sicuramente una delle letture più interessanti di quest’anno. Un secondo tomo di gran lunga più appetibile e coinvolgente del primo, che getta una strana luce sulla spedizione, sui suoi membri e le effettive motivazioni.
Indubbiamente una piccola perla nel monotematico catalogo della Saldapress, d’altronde se hanno annunciato lo spillato da edicola proprio di questa serie, nel mare di roba skybound che hanno in licenza, un motivo ci sarà. L’unica serie non di Kirkman finora a godere del passaggio alla grande distribuzione da edicola, rifletterei su questo. Titolo da tenere in grossa considerazione.
Ah se solo i dinosauri della Bonelli gli dessero un occhio a questo titolo, il nostro caro Zagor, potrebbe apprendere tanto in quelle pagine per aumentare i suoi fan rubandoli in un bacino di una età inferiore ai 50 anni.

7. Le sentinelle (Robert Laffont Panini Gazzetta Ai confini della storia nn18-19 di Dorison - Breccia) – Un capolavoro vero. Il mito del superessere, rivive grazie al genio di Xavier Dorison, nel contesto della prima guerra mondiale. Imperdibile davvero. Per approfondimenti e delucidazioni pregasi cliccare qui.

6. Gotham Central (DC comics RwLion di Brubaker – Rucka – Lark – Scott )- Riproposta in edizione economica in edicola in bianco e nero a formato ridotto, il poliziesco ambientato nella Gotham City di Batman si è rivelato una piacevolissima compagnia, un fumetto sui crimini a Gotham ma con la precisa volontà di ridurre le apparizioni di Batman e co. ai minimi termini, giocando sulla caratterizzazione dei personaggi e sullo sviluppo di storie che si ispirano direttamente ai telefilm del genere, con una particolare attenzione sulla vita e la routine lavorative dei detective della squadra Unità Crimini speciali capeggiata dalla Sawyer, una fantastica serie di cui speriamo di vedere il finale, visto che il mensile bonellide RwLion è fermo al numero 9 dallo scorso agosto, per motivi ancora ignoti.

5. L’Incal (Metal Hurlant Editoriale Cosmo di Jodorowsky – Moebius) – Le avventure del Detective di classe R, il demotivato sciatto egoista chiamato J. Difool, in assoluto un capo nella classe degli antieroi.
Un classico della Bande Desinee degli anni ’80, che ritorna in edicola in un edizione abbordabile anche ai proletari. Visionario, lisergico, stupendamente illustrato Moebius, la folle corsa tra gli elementi più atipici e carismatici dell’universo alla conquista dell’Incal, un misterioso manufatto alieno senziente, depositario di un immenso potere. Un must have. Qui la recensione del primo numero.




4. Little Nemo Return to Slumberland (IDW inedito in Italia di Shanower-Rodriguez) – Chi segue il blog o il gruppo Facebook, sa benissimo la malcelata passione che l’homunculus di fumettopenia nutre per i grandi del passato, tra questi, un grandissimo Winsor McCay, del quale abbiamo parlato abbondantemente qui. Re Morfeo di Slumberland, chiede ai suoi studiosi di trovare un nuovo compagno di giochi per la sua piccola principessa, la scelta ricade ancora una volta su un NEMO, stupenda rivisitazione della favola creata agli inizi del 1900. Un bellissimo omaggio all’opera di McCay che si spera prima o poi, qualcuno di questi sedicenti editori italiani, decida di riproporre in Italia, quella si che sarebbe una vera rivoluzione. Little Nemo Return to Slumberland, narra del ritorno di un poccolo Nemo nel regno dei sogni di Morfeo, Shanower e Rodriguez in gran forma per ridare lustro e gloria da una striscia immortale, con un eccellente lavoro citazionistico, bravissimi nel catturare il giusto spirito dell’illustratore statunitense, per riadattarlo al media fumetto, più di 100 anni dopo, con un risultato sublime, che ha portato anche alla premiazione agli Eisner Award. Imperdibile, come la striscia originale.

3. Crossed +100  (Avatar Press Panini Comics di Moore – Andrade) – Per avere un’idea di quel che capoccia Moore, nella sua personale interpretazione del plot ideato da Garth Ennis, si prega di cliccare qui. Il secondo omicidio della società civile, proprio nel momento in cui quest’ultima stava rinascendo nuovamente. E non ho altro da aggiungere. Il maestro è tornato lunga vita al maestro.

2. Multiversity (DC Comics RW Lion di Grant Morrison e AAVV) – Se la Lion aspettava ancora un altro po’, Multiversity rischiava di diventare anche una migliore lettura del 2016, sparita dagli annunci da agosto, è solo a fine novembre che ci è stato modo di leggere l’epilogo di questa fantastica saga. Un capolavoro di metafumetto, dove la trama non fa che saltare dentro e fuori delle griglie della tavola, certosino lavoro documentaristico, amore puro per il media ed il genere supereroistico, con una forte personalità e la coscienza di essere una personalità di rilievo nel mondo del fumetto mondiale, Morrison torna in DC e riprende le sue idee che aveva già seminato in varie opere, come All star superman, Crisi Finale, One Million.
Di fatto la prima Crisi DC, senza il classico suffisso Crisis, i supereroi più iconici della letteratura illustrata contro i peggiori nemici che abbiano mai affrontato, le major, il merchandising, ed i ……lettori.
Impossibile non leggerlo. Un ‘epica guerra metaraccontata con l’ausilio dell’intramontabile multiverso DC, una soluzione che ha fatto gola anche al buon Jonathan Hickman per la sua Marvel Secret Wars, in uscita in questi giorni nelle edicole italiane.

in post produzione del post : 
2.Bis Annihilator (Legendary Italy Comics di Morrison - Irving) 
Recensione QUI.
Morrison alle prese con un Thriller fantascientifico claustrofobico ed opprimente, stupendamente illustrato da Frazer Irving, da poco portato a termine dalla ItalyComics, con una maggiorazione del prezzo francamente poco gradevole, letta giusto oggi, si incunea di prepotenza nei Best Three. Quando si lascia Morrison a briglia sciolta ha davvero poco da invidiare al nostro amatissimo Bardo.


1. Miracleman  (Eclipse – Panini Comics di Moore – AAVV) – Il vero papà del revisionismo dei supereroi di cui sul blog abbiamo parlato un paio di volte, anche con qualche errore sulla scelta dello spillato italiano.Qui e Qui.
I sedici numeri di Miracleman, i tre libri ideati da Moore, nella saga che rielaborava il vecchio character di Anglo, è e resterà probabilmente ancora per qualche anno il miglior evento editoriale italiano. Miracleman, è arte pura. Grande cura della prosa narrativa, impensabile (a quei tempi) uso ed abuso del plot del supereroe, insomma se vi siete persi Miracleman quest’anno, mi spiace davvero dirlo, ma avete comprato tutto fuorché capolavori. Che apprezziate o meno le calzamaglie, Miracleman trascende il genere supereroistico e nel corso di tre libri regala una marea di emozioni, con una prosa che anche oggi è semplicemente un miraggio.

Si come potete vedere in questa personalissima top ten mancano molti cataloghi, Bao per esempio, Bonelli, 
-AHAHAHAHAHAHA Bonelli, davvero pensavate che figurassero tra le migliori letture del 2015 degli albi Bonelli? Che so Magari Orfani o Ringo! AHHAHA ma che ve dice il cervello dico io?-  molti titoli della Salda Press, ma se non fosse così non sarebbe la Top Ten di Fumettopenia, spero che vorrete condividere la vostra, qui nei commenti o nel gruppo Facebook, così se famo le due proverbiali risate, più interessante della top ten del materiale uscito quest'anno in fumetteria edicola sarà interessante leggere cosa invece avete recuperato e sopratutto perchè.
Se 10 titoli in questa prima chart mi stavano larghi, in quella dei recuperi confesso che dieci slot sono davvero poche quindi facciamo 20, in ordine sparso tra i recuperi di quest'anno che mi sono davvero goduto nel leggere e che vi consiglio caldamente:
1. L' Ulysse di Lob e Pichard
2. Capitan Bretagna di Jamie Delano
3.Scalped di Jason Aaron
4.Top Ten, compresa di Quelli del '49 di Alan Moore
5.Skizz di Alan Moore
6.Docteur Mystere di Castelli
7.Astro City di Busiek
8.Re in incognito di Vance
9.Planetary di Ellis
10.Supreme Return di Alan Moore
11.Le avventure di Luther Arkwright di Brian Talbot
12. La saga dell'anello dei nibelunghi, l'adattamento di P. Craig Russel.
13. Rocketeer di Dave Stevens
14.Dracula di J.J. Muth 
15.Wednesday Comics AAVV
16.Enigma di Milligan
17.Kid Eternity di Morrison
18. Deathlok di Bucker
19.La ballata di Halo Jones di Alan Moore
20. Il Superman di Byrne, quello Silver Age che ha fatto da scheletro delle avventure del Tristone Intelettuale quindi le storie di Coleman e Binder nonchè il massiccio recupero dello spiderman di Lee Ditko.
Ammazza quanto ho speso quest'anno....
Tocca a voi adesso baci ai pupi.

giovedì 3 dicembre 2015

Il Dylan Dog di Ratigher




Sottotitolo: La sospensione dell’incredulità

Vediamo se ho capito bene:
C’è questa tizia che si fa almeno 800km, metti otto ore di macchina senza fermarsi mai (utopico), per andare a Londra da Dylan Dog per chiedergli di indagare sulla scomparsa di una sua cara amica, abbastanza zoccola, che in paese per ammazzare la noia la dava a tutti, cani e porci.
Arriva a Londra, che è mattino, insomma c’è ancora la luce del giorno, entra in casa dell’indagatore, dopo aver interagito con il più brutto Groucho che io abbia mai letto (a proposito, ma non era sparito con il nuovo corso di Dylan Dog il poro Groucho?), spiega a Dylan le cause della sua visita e tenta di farselo, così a bruciapelo.
L’evento evolve in modo che inspiegabilmente, ah prima che me lo chiedete, i dialoghi sono pietosi, la caratterizzazione latita, dicevo inspiegabilmente Dylan torna con la tipa in Scozia, in un posto che non esiste, Port Frost.
Sono altri 800 Km, questa tipa quindi fa in una giorno 1600km più o meno.
No, non è una camionista di professione, è una maestra d’asilo, e a giudicare dalle fregole, è un poco zoccola come l’amica scomparsa, ma si sa che la vita di paese, è noiosa e monotona,  e per rallegrare le giornate uno si inventa quel che può, anche trombare a destra e a manca, lustri  e lustri di commedia sexy all’italiana con Alvaro Vitali e Renzo Montagnani insegnano.
Chissa Ratigher quante ne ha viste di commedie sexy all’italiana per scrivere una sceneggiatura così.
Dunque, il nostro eroe e la sua nuova cliente, con un semplice caso di sparizione, senza mostri senza, vampiri, senza fantasmi, senza più il caro vecchio quinto senso e mezzo a giustificare mille vecchie avventure, arrivano in Scozia in tempo, guarda un pò, per vedere i funerali dell’amica scomparsa, quella abbastanza zoccola. 
A proposito in Scozia, sedici ore dopo è ancora giorno.
Quindi, nell’arco di sedici ore, a tenersi stretti badate bene, in un paesello che non esiste, viene ritrovato il cadavere di una donna scomparsa, viene fatta l’autopsia dal coroner, viene restituita la salma ai familiari, e viene organizzato il funerale.
Ma il curatore dov'è?! Non c'è è su facebook, impegnato a celebrarsi sulla sua bacheca per i mille impegni nel mondofumetto di provincia italiano.
Torniamo a noi, e che funerale!
Donne imbruttite che si fanno i selfie, nei pressi della bara, berciando maleparole nei confronti della defunta, d’altronde le donne sono così, più sei bella, più sei mignotta.
Tifosi che intonano cori da stadio, bambini morbosi, curiosi di assistere ad una sepoltura.
Stereotipi scadenti come se piovesse.
Vien da chiedersi Ratigher che gente conosce, e a che funerali è andato.
Parlando di stereotipi, c’è anche un marinaio vestito come il Capitano dei bastoncini, che versa sulla bara un bicchiere di… di cosa? Acqua di mare? Acqua potabile? Vino? Piscio di capra? Whisky?
Mica ci è dato saperlo.
L’intera sceneggiatura sembra scritta a cappella, direbbe er Piotta.
E poi lì, in mezzo a tutti quegli stereotipi, le megere invidiose che si fanno i selfie, i tifosi ubriachi, i bimbi morbosi, la povera Fiona (la maestra d'asilo), un personaggio in cerca d’autore, ha una crisi isterica stereotipata.
Grida vendetta, la Fiona, butta le braccia al collo di Dylan e piange , non resta che portare la tipa a casa, e cambiare la location.
Vi risparmio i dettagli, vi voglio bene, ma posso dirvi che ad un certo punto lacrimavo sangue come una madonna addolorata.
Vi basti sapere solo che in quelle particolari pagine mi imbatto in una vignetta che ovviamente buca la griglia classica dei Bonelli,  -fateci caso è un tema ridondante quello dello stravolgimento della griglia classica bonellide da quando c’è Recchioni in giro.
Rivoluzione irriverente. Povero Sergio.
Comunque  vi stavo parlando di questa particolare vignetta, appena l’ho vista ho avuto un brivido lungo la schiena: i due personaggi di profilo uno di fronte all’altro, alle loro spalle lo spazio diviso in due precisi rettangoli, il bianco per Dylan Dog, che parla bonariamente di cose senza senso, sdrammatizza, manco alla tipa gli fosse morto il gatto, il nero per la povera Fiona, con il lume della ragione andato, perso nell’angoscia e nella rabbia per la recente perdita. Il bianco ed il nero, due registri comunicativi così diversi ed incompatibili, in quel frangente.
 Deja-vu, Asterios Polyp, Mazzuchelli. Prego iddio di sbagliarmi.



Sarebbe troppo imbarazzante.
Sarebbe come la scimmia che imita l’uomo, il risultato è comunque sempre grottesco.
Si fa notte finalmente, anche in questo piccolo paese della Scozia che in realtà non esiste, Port Frost è solo  l’ennesima forzatura in una trama forzata come i lavori, Port Frost esiste per poter citare i Led Zeppelin, il fumetto ipertestuale che piace tanto al Rrobbe.
Si fa notte, si dorme, senza sesso però, si tromberà più in là, in una tavola con griglia a nove vignette senza parole, come se ci si potesse permettere il lusso di ammutolire sequenze di immagini senza senso, e l’indomani Dylan finalmente ha un unico pensiero coerente, fa l'unica azione umanamente accettabile, sente di non essere di alcun aiuto lì, ma è solo una brevissima parentesi, poi Ratigher riprende a ruota libera, lui vuole rientrare a Londra, lei non vuole riportarcelo e come si fa?
Il treno direte voi. Bah come siete ordinari.
Invece no, qui siamo in pieno fumetto autoriale, sul treno ce lo avrebbe messo Sclavi, Manfredi, chiunque di queste vecchie mummie che hanno ucciso il fumetto italiano.
Qui siamo in piena rivoluzione bonelliana.
Ratigher invece porta Dylan al bar del paese a “cercare un passaggio per Londra”.
Siamo ad ottocento km da Londra, in un buco di culo di paese…è come se io adesso andassi al bar del buco di culo di paese in cui abito nella provincia di Pavia e chiedessi ai clienti se qualcuno è diretto a Roma.
E’più o meno qui, a questo punto della non-storia che realizzo che sto leggendo una delle cose più ridicole da quando mia madre mi ha messo in mano il  primo Topolino, per farmi stare zitto e bono.
Avrebbe avuto più senso se tirava fuori questo famoso smartphone e si collegava a blablacar.
Quanto disagio, quando pressappochismo, quanta inesperienza, quanta ignoranza del mezzo, e secondo il Rrobbe sarebbe un autore emergente dell ascena autoriale italiana? Ma il rrobbe l'ha letta sta cosa prima di apporci il timbro "approved"? O per il nuovo lettore bonelli, quello perennemente connesso on line, doveva bastare il nome in copertina?
Ma come ha fatto a firmare la storia di un personaggio che 20 anni fa rappresentava il fumetto in Italia? Ma come abbiam fatto a ridurci così?
Ma avete fatto a ridurvi così? Mi correggo.
Peggiora comunque, so che sembra impossibile ma peggiora, manca ancora molto prima di arrivare a 98 pagine, purtroppo.
Impossibilitato a rientrare, Dylan comincia ad indagare, su cosa? Non si sa.
Si ritrova in un altro bar, dove il barista ubriaco già di prima mattina che fa?
Bravi Singhiozza. Stavolta è con il marinaio di pocanzi, il capitano Findus, che ovviamente in quanto depositario della conoscenza è considerato il matto del paese.
Aprite gli ombrelli piovono stereotipi.
“Devi andartene da qui ragazzo o morirai qui!”
Fermatevi e fate mente locale e contate in silenzio quante volte avete sentito questa frase nella vostra vita di lettori.
Il vecchio parla della leggenda della strada costruita dai giganti, delle pietre esagonali, quelle presenti anche sulla cover del disco dei Led Zeppelin, col senno di poi sembra che l’intera baracconata sia costruita per far capire ai lettori che Ratigher è uno di noi, di voi a dire il vero, che  ascolta i Led Zeppelin, il resto della leggenda è frutto della mente dell'autore, non c’è alcun maleficio sulle rocce esagonali, al contrario, quelle irlandesi, quelle della cover del disco, sono state dichiarate patrimonio Unescu, pensa te, pure una querela dall'ente del turismo irlandese rischiamo, meno male che Dylan dog lo leggiamo per lo più solo in provincia d' Italia, il maleficio è come Port Frost, non esiste, è una forzatura, una non svolta in una non storia.
Solo una cosa è certa, le acque del mare che bagna questa sfortunata costa della Scozia si stanno ritirando, e stanno esponendo  alla vista dei protagonisti di questo dramma, quel misterioso pavimento di rocce esagonali, e più metri quadri di pavimento maledetto si palesano, più la gente impazzisce e diviene cattiva.
Ecco perché è morta l’altra zoccola, quella scomparsa, Molly si chiamava, morta perché l’aveva data troppo in giro, a tutti tranne che al papà.

Piovono stereotipi e luoghi comuni, riparatevi che l'ombrello non basta più.

E finalmente Ratigher comincia la discesa verso il finale, verso un'altra vignetta che buca la griglia bonelli, verso un'altra stronzata, in un albo che ne è saturo.
E' l’apocalisse, il mare sparisce del tutto e rivela il suo letto, qui e li stelle marine e granchi, il tipo forse ha letto Dagon, forse possiamo sperare che non è tutto il tempo connesso sui social ad ammaestrare i fan ad apprezzare la sua scrittura.
Ma un HP, non fa primavera, al porto o in cima ad una scogliera, non ricordo più, il vecchio pazzo quasi piange, ha le mani sugli occhi, ed è incapace di sostenere la vista di questa visione aliena, la costa prosciugata dal mare, è come un vecchio amico reso irriconoscibile da un incidente, da una serie di ferite, e cosa si disegna in questo riquadro per enfatizzare la didascalia?
Dylan Dog sfigurato. Ma è ovvio, d’altronde il marinaio lo conosce da meno di 12 ore, chi meglio di Dylan Dog può esprimere il concetto?
Rivoluzione irriverente, sinergia sperimentale tra chi scrive e chi disegna…o forse no, semplici dilettanti allo sbaraglio in una casa editrice in cui regna un' anarchia assoluta.




A me piace pensare che quel Dylan Dog dilaniato, è li per me, per me che non leggevo una sua storia da più di 18 anni, un vecchio amico che ho seguito per più di 100 numeri ma che poi ho lasciato perdere, quella didascalia, mi piace pensare sia rivolta a me e a tutti quei lettori che hanno maturato la loro passione per la lettura anche con Bonelli, che ora è irriconoscibile, dilaniata da una pletora di pippe vere  rese dive dalla rete, che si credono autori di fumetti.
Vi dico il finale?
Ma  il finale non c’è.
3,50€ o giù di lì, ma non ti è dato sapere perché l’acqua sparisce, ne perché ricompare inghiottendo l’ultima zoccola superstite, il vecchio albo di Dylan Dog sarebbe finito con l’indagatore seduto alla sua scrivania antica, a casa sua, annotando sul suo diario l’inspiegabile vicenda, il vecchio Dylan Dog, avrebbe tentato di esorcizzare la sua esperienza, cercando spiegazioni plausibili degli eventi, qui, nulla di tutto ciò, l’acqua così come va via senza motivo, torna senza motivo, e sommerge Port Lost.
Perché? Il perché non conta, conta solo che avete tra le mani il Dylan Dog del famoso Ratigher, mica in bonelli stanno a pettinà le bambole.
Stringete tra le mani la prova che ci siete anche voi, lettori, autori, tutti connessi, tutti convinti di essere parte di un imperdibile momento della vita dell’editoria italiana.
Quell’irriverente giovane energia che alla fine prevarrà sul vecchio. Magari il prossimo che chiamano a scrivere è Sio.
Ma a mio modestissimo parere siete testimoni degli ultmi rantoli, e ai tempi di Sergio robe del genere avrebbero visto la via della pubblicazione, forse nelle pagine dei cloni di Dylan Dog, orrori veri tipo Dick Drago o Gordon Link. A Recchioni, se accetta consigli da semplici lettori, poco inclini all'incanto che può dare rapportarsi sui social con il loro autori preferiti, posso solo dire, leggi di più cosa fai pubblicare, perchè se questa è la rivoluzione e questi sono i Robespierre....povera Italia.
Baci ai pupi.