E' sempre così che va quando arriva sugli scaffali un volume che, sembra l'intera comunità di lettori aspetti con ansia.
Anche se sostanzialmente non ti tange, c'è una piccolissima parte del tuo cranio, autonoma, che continua a lavorare a pensieri negativi ed autolesionisti, un pò come quando sai che c'è una festa della madonna in città e tu per un motivo o per un altro la mancherai.
Vedi tutto in una prospettiva sballata.
E' esattamente questo che è successo con la famosa
Visione di
Tom King.
A sentire i lettori italiani, lo zoccolo duro, quello duro de comprendonio almeno, questa serie è una delle più rivoluzionarie nella casa delle idee, più adulte e più mature, addirittura.
Una storia carica di significati e di una analisi del diverso, come mai si era visto prima.
Io alla fine ho scelto di andarci a questa festa, ma memore dei mille bidoni tirati da editori e lettori, ho deciso di andarci da imbucato, ed il volume di cui sopra, invece di comprarlo, me lo sono fatto prestare in cambio dei due tomi di Providence di Moore e Burrows.
Ad occhio e croce direi che è andata meglio al mio compagno di merende.
Avrete intuito che al contrario di molti forum, siti e pagine di settore, a fumettopenia, questa famosa Visione, dopo attenta lettura, non ha fatto ne caldo e nè freddo.
E per quanto vi sembrerà incredibile, nonostante lo abbia letto appena due giorni fa, sta già scivolando via dalle maglie della memoria ad una velocità spaventosa.
Sia chiaro, non è manco una brutta storia, è che non c'entra assolutamente nulla con Visione, men che meno con i vendicatori che ogni tanto fanno capolino nelle pagine.
Non so cosa gli sia successo a Visione durante le guerre segrete di Hickman, fatto sta che qui, all'alba dell'ennesimo restart Marvel, ce lo ritroviamo alla periferia di Washington, con moglie e prole sintezoide di ultima produzione.
In termini di continuity non si capisce bene questa scelta imperovvisa, non che Visione poi sia così vergine alla sperimentazione della vita di coppia.
Fatto sta che l' acclamata serie di King, si riduce a questo: un androide ansioso di emulare gli umani, va a vivere nella classica stradina di borgata borghese americana calandosi nella routine del vero sogno americano contemporaneo.
E come il genere umano che vuole emulare, si ritrova a compiere scelte palesemente sbagliate.
Stravolgendo tanto per cambiare l'ennesimo character della casa delle pessime idee.
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uno dei momenti evidentmente più adulti di Visione. |
Nulla di nuovo se avete già visto, Rdward mani di forbice, American beauty, Desperate housewife, La moglie perfetta, e qualsiasi altra cosa di quel filone della serie "l'orrore dietro la quotidianeità".
Ignoro perchè i siti di settore ed i lettori si spertichino in complimenti melensi, come ignoro dove sia nascosta in questa lettura, la chiave più impegnata della miniserie, insomma ho visto affrontare il tema della diversità in maniera più toccante in
Voglia di Vincere con Micheal J. Fox nelle vesti di un adolescente licantropo.
Tutta la pantomima sul robot che si ostina a voler diventare uomo poi, è piatta e vecchia, farne un cardine di questa ennesima delusione semiseriale (nel senso che ormai le serie non vanno oltre i dodici numeri) evidenzia una paurosa carenza di esperienze: i temi che qui si accarezzano appena, sono decisamente più vivi in altri prodotti:
Blade Runner in primis, ed ovviamente il romanzo originale da cui il film è tratto, o la saga di Ghost in the Shell di Shirow, o Io Robot, solo per citarne alcuni.
Il problema di questo Visione è doppio: come Thriller fantascientifico, l'ambientazione in un universo fumettistico come quello marvel è deleteria, le sporadiche apparizioni dei colleghi vendicatori sono ridicole e tremendamente fuori luogo, come fumetto Marvel è anche peggio, quello in quelle pagine non è certo Visione, al di fuori dei rendersi intangibile e volare, nulla di quello che fa questa Visione è riconducibile al membro dei Vendicatori. Non vedo in che modo un androide che copre il delitto della moglie o bullizza il preside della scuola in cui suo figlio è protagonista di un episodio di violenza su un ragazzino, possa essere ricondotto ad un characters che appena qualche serie fa era totalmente diverso.
Probabilmente con la giusta etichetta l'idea di King ( ribadiamo, che ha tutto meno, l'originalità) poteva essere interessante, quel logo marvel però si porta dietro il suo carico rischioso, Visione è una storia di supereroi, e pertanto l'infausto finale del primo volume fa intendere che la trama si risolva alla solita maniera.
Poi in che modo la vecchia balia dei figli di Visione e Scarlet, sia un fantasma con tanto di nefasta profezia nell'ultima pagina, e una maga viva di carne ed ossa nelle prime pagine , io non l'ho capito, ma presumo sia perchè non leggo i Vendicatori da più o meno qualche secolo, da quando la balia di cui sopra, morì per mano di Bendis, in Vendicatori Divisi, IMHO il vero inizio della fine nella casa delle idee.
Deluso da questa ennesima lettura Marvel mi sono messo a cercare opnioni di altri siti, e mi sono imbattuto in quella di Comics Preview che ho trovato a dir poco esilarante.
E’ un’opera destinata ad esaurirsi, poiché è, senza dubbio, la migliore serie supereroistica sul mercato. Chi vi dirà il contrario non l’ha letta, oppure ha problemi personali
con la Casa delle Idee o ha perso per strada il gusto del bello. Pochi
fumetti di genere supereroistico hanno raggiunto, negli ultimi 10 anni,
un livello qualitativo simile a questo La Visione volume 1
Evidentemente ho problemi con la casa delle idee, perchè a me sta miniserie non solo non mi è piaciuta, ma faccio fatica ad inserirla nelle migliori letture della settimana, settimana in cui l'unica alternativa è l'Antman di Spencer, figuriamoci tra le migliori serie a fumetti degli ultimi dieci anni.
Tom King non si è limitato a raccontare un evento, ma è andato oltre, raggiungendo un livello di scrittura fuori dall’ordinario. King non ha mai scritto qualcosa del genere, mai con questo stile narrativo, avvicinandosi a tratti alla genialità di Alan Moore ed altri fumettisti “fondamentali”.
In questo passaggio mi è balenato il dubbio che forse non stavo leggendo un pezzo di un lettore disinteressato, ma una marchetta di un sito che si limita a fare da cassa di risonanza alle promozioni editoriali nostrane, perchè con tutto il bene che si può volere a questo Tom King, a me onestamente sconosciuto, ma paragonarlo al povero Bardo mi sembra che sia decisamente un' esagerazione.
Ci troviamo di fronte ad un fumetto scritto in maniera intelligente, con
passione e libertà. Lo sceneggiatore ha avuto carta bianca per
estremizzare certe situazioni, senza avere paura di maltrattare la
caratterizzazione del protagonista. Il suo racconto è violento, estremo e
lucido, lineare e carico di cultura. E’ analitico e
mai superficiale. Non si può accostare minimamente a tutta la massa di
albi portati in edicola e fumetteria in questo periodo storico.
Qui il dubbio si è trasformato: " vuoi vedere che io sto leggendo qualcos'altro?"
Poi ho letto il seguente passaggio ed ho riaperto Amazon alla ricerca di una edizione parallela magari sotto etichetta Marvel MAX.
Di supereroistico c’è veramente poco. Se ci fosse stato qualsiasi altro
androide anonimo al posto del Vendicatore non sarebbe cambiato granché.
Quanto narrato ha un valore universale e riguarda solo marginalmente gli
essere artificiali, figli dell’uomo. I dialoghi ed i testi sono ricchi
ed intelligenti. Stimolano il lettore, lo portano a riflettere e
meravigliarsi.
Ma siccome non c'era nulla del genere, ho dovuto conlcudere che quelli di Comics Preview, sono stati davvero inspiegabilmente folgorati da questa lettura, il perchè in tutta onestà lo ignoro, presumo o che abbiano cominciato a leggere da qualche mese, o che sia una imbarazzante marchetta per guadagnare visualizzazioni.
L'edizione panini è il cartonato con copertina gommata che va per la maggiore ultimamente, come bacino di utenza si rivolge esclusivamente ai completisti o ai tordi che credono alle parole di siti come quello da cui abbiamo estratto qualche passaggio.
Evidentemente il buon Lupoi, al contrario di Comics Prewiev, sapeva che pubblicare questa miniserie in edizione da edicola sarebbe stata un suicidio editoriale, come Squirrel Girl, d'altronde il traino cinematografico di Age Of Ultron e Civil War è ormai passato, evidentemente il direttivo avrà fatto due calcoli ed avrà pensato che non valeva la pena rischiare una grossa tiratura per un personaggio minore che non tutti conoscono, e che quelli che conoscono, non è detto che apprezzerebbero vederlo in queste vesti ambigue alla American Beauty.
Per concludere, La Visione è un titolo da maneggiare con estrema cautela, è raccomandato ai compulsivi che non possono fare a meno di comprare, ai completisti, agli schiavi dell'unimente da social secondo la quale questo King, al pari di Kot e Lemire, sono i nuovi autori di considerevole importanza in circolazione.
14€ per i primi sei numeri di una miniserie che ha esposto più difetti che pregi, sono una spesa da valutare più e più volte, calcolando che per la conclusione toccherà spenderne altri 14 almeno. E tenendo conto che non è detto che la conclusione valga il costo totale di almeno 28€.
Probabilmente si finirà con il pontificare sui modelli cerebrali usati per creare prole e moglie, visto che per certi aspetti, sembra abbiano la programmazione comportamentale di Ted Bundy piuttoto che quella che ti aspetteresti dai parenti di un Vendicatore.
Il capitolo con la lista delle 30 e passa volte in cui Visione ha salvato il genere umano, è tra i punti più bassi della nona arte contemporanea, lento, noioso, e diciamolo, saranno anni che nella sottocategoria seriale, di cime se ne vedono ben poche, giusto il Multiversity di Morrison è riuscito a restituire della dignità al media, certo non King, certo non la sua Visione.
Nulla da Dire invece sulle tavole, ma come Rosanas, Hernandez Walta non ha alcuna colpa se è chiamato ad illustrare sceneggiature poco più che mediocri. L'impegno c'è ed è visibile, ma non è che solo l'illustratore possa fare miracoli.
Quindi per fumettopenia, La visione, può restare tranquillamente sugli scaffali, ovviamente il flop con il sintezoide, manco a dirlo, ha frenato l'entusiasmo anche per quasta fantomatica Pantera Nera, e se queste sono le teste di ponte della nuova Marvel, direi che ho fatto bene a metterle da parte, e comprare Paulette delle Edizioni Milano degli anni '70.
Vi lascio con un' altra massima tratta dalla recensione di ComicsPreview
"Siamo di fronte al nuovo Blade Runner della Nona Arte"
Ma manco per il cazzo, semmai siamo di fronte alla più imbarazzante delle marchette.
Baci ai pupi.