Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

giovedì 30 aprile 2015

Torna The Spirit!

Visto l'inaspettato successo del precedente pezzo su Little Nemo, 130 visualizzazioni din 4 giorni, continuiamo a dare un' occhiata al passato, oggi concentrandoci su un altro pilastro del fumetto contemporaneo.
The Spirit è  l'altro grande assente nelle'editoria italiana, manca dai tempi dei famosi Archivi di Spirit editi da Kappa Ed. che non fece in tempo a pubblicare tutto il materiale americano.

L'edizione Lineachiara chiarimenti:

Sul sito RWLion si legge:

"Pertanto Lineachiara ha pensato a qualcosa di nuovo… a un’edizione per LETTORI! Economica, ricca di redazionali che possano contestualizzare i racconti e presentata ad un prezzo bassissimo!

Ora, 112 pagine in bianco e nero, per un' opera fondamentalmente tradotta, a me sembra tutto, tranne che un "prezzo bassissimo", ma quello che mi preoccupa non è tanto il prezzo, quello è un dettaglio che ho lasciato perdere, sono sempre più convinto che questi editori, in realtà pubblichino in una dimensione parallela, un' Italia dove gli italiani guadagnano un botto, e non si creano problemi di sorta, a noi ci arrivano solo le rese di quel mondo prosperoso, ciò tra l'altro spiegherebbe anche i tanti di ritardi e slittamenti periodici.

Quello che mi preoccupa è che su Fumettologica in un pezzo di inizio mese si parla di una ripresa in continuità dei vecchi volumi Kappa Edizioni, un dubbio che mi è stato del tutto sciolto sulla bacheca di Lineachiara su Facebook.
Quindi tanto per calmare i bollenti spiriti dei soliti compratori compulsivi che si nascondono tra voi, questa nuova edizione degli The Spirit Archives, continua il lavoro iniziato anni fa da Kappa Edizioni, che interrupero le pubblicazioni col volume 15 (se non erro), con le tavole del 1948 o giù di li, la prima tavola di The Spirit è datata  1940, indi per cui in altre parole, The Spirit Lineachiara, non comincia dal numero 1, se ha senso parlare di numero uno per tavole pubblicate sui quotidiani. Quindi prendete con le molle questo annuncio specie, quelli tra voi affetti da oltre ad avere quella strana afflizione che li costringe a comprare tutto quello che esce, soffrano anche di quella del completismo:
Lineachiara CONTINUA il lavoro cominciato da Kappa Edizioni anni fa, che comunque riuscì a pubblicare almeno 15 volumi, in media di 200 pagine l'uno, che ormai su ebay e siti affini sono inavvicinabili.
D'altronde insomma il comunicato parla chiaro: la scelta è stata fatta come forma di rispetto nei confronti di tutti i collezionisti, che hanno investito tanto nella raccolta. E aggiungono: "Contemporaneamente presenteremo The Spirit in altre formule editoriali, ma è presto ora per parlarne”.
Riguardo l'edizione ad un prezzo bassissimo, i tomi originali erano hardcover da 200 pagine, ed in tutto sono almeno 24 volumi, quindi l'edizione Kappa era effettivamente fedele all'originale, questa edizione Lineachiara, conta poco più della metà delle pagine, quindi, lascio a voi le ovvie conclusioni per quel che concerne gli annunci degli editori italiani.
Per fugare ulteriori dubbi dalle vostre menti obnubilate da un incontrollabile amore verso l'editoria di settore italiana, vi lascio un comodissimo link che vi rimanda al sito WillEisner.com così vi fare un idea vostra su questa iniziativa, che per ora è appetibile (e manco tanto visto il formato dei volumi) per quel centinaio di italiani che in passato comprarono tutti i volumi della Kappa Ed.
Ribadito le cose come stanno, sferzato il vostro entusiasmo di giovani collezionisti compulsivi, ora è il caso di dire due parole su The Spirit e sulla sua importanza per quel che riguarda il media fumetto.

 Il primo supplemento formato Comic Book

E' il 1940 ed un giovane autore chiamato Will Eisner, esattamente, quello degli annuali Award americani, a quell'epoca ha 23 anni,  su una ventina di quotidiani americani, grazie al Register and Tribune Syndicate di J. Cowles, un'associazione che forniva ai quotidiani il materiale per i supplementi domenicali, fumetti compresi di cui ormai conoscete l'esistenza grazie al pezzo su Little Nemo di qualche settimana fa, pubblica la prima storia di una delle più belle ed immortali detective story di sempre: The Spirit.
La comic book section su cui apparve per la prima volta il detective di Will Eisner contava appena 16 pagine, battezzata The Spirit Section, aveva il formato dei comic book, dell'epoca, ma come già detto era venduto come supplemento dei quotidiani associati, The Spirit, ha una importanza fondamentale per il fumetto moderno, specie per via  delle tecniche dell'autore di Brooklyn.
Come McCay, Eisner anticipa di qualche decennio il concetto di Storytelling e di geometria della tavola; per rendere un idea di quello che stiamo dicendo diamo un occhiata alle pubblicazioni degli anni'40 e poi posiamo gli occhi su una tavola qualsiasi di Will Eisner.
In quegli per esempio anni fanno le loro apparizioni il Capitan America di Joe Simone e Jack Kirby, nonchè il primo supergruppo della storia dei comics in calzamaglia, la Justice Society di Gardner fox e Sheldon Mayer.  La differenza tra le opere è evidente anche al più maldetstro dei critici.
Anche i più distratti tra voi non possono notare le sostanziali differenze tra queste tre coetanee pubblicazioni: innanzitutto il tema di fondo, il poliziesco è un genere di fumetti che al pari del fumetto in calzamaglia, raccoglie consensi nel decennio precedente, complice la fine del proibizionismo, The Spirit è il figlio di Dick Tracy, Red Barry, l'Agente segreto X-9, e anche The Batman se vogliamo, quella classe di paladini della giustizia che, privi del dono dei superpoter,  potevano fare affidamento solo sulle proprie forze per combattere le ingiustizie.
Ma le differenze non si fermano certo al tema delle storie, il giovane Will, è, rispetto ai suoi colleghi, incredibilmente più evoluto, il disegno di Eisner, e la sua concezione della tavola per quegli anni, è semplicemente rivoluzionaria, al pari di quella di Little Nemo, anni prima.

 C'è chi dice che le inquadrature, e le angolazioni proposte da Eisner nelle sue tavole anticipò addirittura il linguaggio cinematografico di Orson Welles in Quarto Potere, ed in effetti a sfogliare una qualsiasi antologica dedicata a Spirit, ci si rende conto dell'abisso che separava Eisner dai suoi colleghi contemporanei.
Spirit non è solo anacronistico nella tecnica, risulta, per molti aspetti rivoluzionario anche nei contenuti, Eisner ignorando le mode del tempo, concepì un fumetto che navigava controcorrente nei confronti di molti canoni che decretavano il successo di un comics in quegli anni: il criminologo Danny Colt,  non solo è privo di superpoteri nella sua crociata contro il crimine, è  per esempio molto più umano dei suoi colleghi di carta, prigionieri nella loro monogama passione per l'avventura, come Phantom, Mandrake, o Batman che incapaci di coniugare donne  ed avventura, sacrificano molto spesso le prime per la seconda.
Spirit è un ragazzone, con le stesse debolezze di chi lo legge, il suo principale tallone d'achille sono proprio le donne, affascinanti co-protagoniste del personaggio principale nell'opera di Eisner, amiche o nemiche che siano, troppe volte rischiano di mandare a monte tutti i suoi piani, tutt'altro che virtuoso, vive le sue appetibilissime e tuttora fresche avventure, sfuggendo quotidianamente alla bella Ellen, la figlia dell'ispettore di polizia Dolan, che tenta continuamente di incastrarlo nel sacro vincolo del matrimonio.
E' difficile descrivere a parole una storia di Spirit, è veramente complicato tentare di spiegarvi l' ironia che l'autore infonde nel suo lavoro sin dalla prima vignetta del 1940. Chi ne parla come un pezzo fondamentale della storia del fumetto, non sta esagerando in alcun modo.
Pubblicato dal 1940 al 1952, con delle pause in cui l'autore passò la matita a gente come Kirby e Simon, mentre lui stesso era in guerra, per poi riprenderne possesso nel 1945, fino al 1952, per poi riprenderlo ancora una volta,  saltuariamente negli anni sessanta, quando il pubblicò americano si innamorò di questo affascinante eroe degli anni passati.

La prima apparizione di Spirit

E' una notte afosa di giugno a Central City, ed il criminologo Denny Colt è sulle tracce del temibile Dottor Cobra che vuole avvelenare la rete idrica della città. con questo semplice plot, si presenta ai lettori americani in formato comic book in allegato ai maggiori quotidian il detective the Spirit, creduto morto dopo un violento scontro con lo scienziato malvagio ed il suo aiutante tutto muscoli Bruto, il talentuoso Colt torna dalla tomba e decide di indossare una semplice maschera e di sfruttare questa situazione per incutere paura nei criminali di Central City.
"Mi pensate morto? Ebbene sfrutterò questa situazione. Mi fingerò un Lazzaro risorto, uno spirito, che attuerà la nemesi incombente sui fuorilegge. Avrò per casa un cimitero, sarò un incrocio tra un poliziotto in carne ed ossa e il Conte Dracula." (cit. Carlo della Corte). 
Abiti borghesi con tanto di cravatta e guanti, mascherina sul viso, fisico del robusto ragazzone americano, spericolato, coraggioso, intelligente e vittima cosciente del fascino del gentilsesso, circondato da un cast di supporto originale e carismatico come solo quello di Dick Tracy, impossibile non citare il prototipo della femme-fatale Olga Bustle, la donna con quegli occhi così grandi, oEbony White, il partner di colore di spirit, (riguardo al quale lo stesso Eisner si dirà, in fituro pentito per la caratterizzazione alquanto razzista, in linea con gli  stereotipi dell'epoca.), la bella Ellen eternamente innamorata, sempre pronta a costringere il protagonista, tra una scazzottata e l'altra a confessare il suo amore, uno stile  ed una tecnica a dir poco originale se non pioneiristica, ecco la formula di Will Eisner di diventare uno degli autori più importanti del fumetto, c'è una storia del 1949 titolata in italiano, Un lavoro per Spirit, una di quelle storie scanzonate in cui l'eroe deve difendersi dalle donne ch vogliono sposarlo a tutti i costi, si chiude con una tavola che di fatto è uno spartito musicale, di una canzone composta dal piccolo Ebony, che in quel pezzo -che non è mai riuscito a far pubblicare- descrive la sua situazione di eterno single, per scelta non certo sua, una netta contrapposizione al destino del suo "capo", eternamente perseguitato dalle donne di Central City.

Conclusioni

Insomma chiudendo, The Spirit è una lettura interessante, essenziale anzi, ad usare un vocabolo consono, in Italia, come per Little Nemo in Slumberland e chissà per quanti altri titoli, vige la regola del chi mendica non può scegliere, probabilmente per leggere un integrale di Little Nemo serio, dovremmo ripiegare sul mastodonte in inglesedella Taschen, e per Spirit? Per i neofiti, la risposta non è certo il volume di prossima uscita di Lineachiara, credo che la frenesia che leggo in giro in rete in merito a questo titolo, sia dovuta al fatto che non si è capito bene che per adesso non è un integrale, ma il proseguo di una vecchia collana. Insomma per i vecchi possessori degli archivi Kappa, il proseguo non è chiaro se conterrà anche il materiale inspiegabilmente saltato dall'editore bolognese, di certo avrà un formato diverso: 100 pagine in meno ed in bianco e nero. Per i lettori nuovi, le storie cominceranno dal 1948, sette anni dopo la prima apparizione di The Spirit, fate voi.
Che sia una lettura indispensabile è fuori discussione, ma forse è meglio attendere il seguito di quelle righe sibilline leggibili sul sito di Lineachiara: "Contemporaneamente presenteremo The Spirit in altre formule editoriali, ma è presto ora per parlarne” ed aspettare queste altre formule editoriali, considerando l'editore non mi aspetto certo un edizione proletaria, se intanto la curiosità vi ha preso il consiglio che posso darvi e di cercare su ebay il volume, qui di fianco, è il numero nove di eureka Pocket editoriale Corno, che raccoglie alcune tra le storie più famose del detective, e fornisce un quadro abbastanza soddisfacente dell'arte di Will Eisner, o il cartonato Rizzoli di qualche tempo fa.
Direi che ci siamo detti tutto anche oggi.
Baci ai pupi.


lunedì 27 aprile 2015

E voi per chi tifate?

Buongiorno fumettopeniaci, mi dò un tono da blogger aggiornato oggi, e con un comodo copia/incolla vi lascio i nominativi e le candidature degli E isner Awards di quest'anno.
E voi per chi fate il tifo? Sul gruppo facebook del  blog, oggi si accede solo se avete con voi la bandiera della vostra serie preferita.




Best Short Story
“Beginning’s End,” by Rina Ayuyang, muthamagazine.com
“Corpse on the Imjin!” by Peter Kuper, in Masterful Marks: Cartoonists Who Changed the World (Simon & Schuster)
“Rule Number One,” by Lee Bermejo, in Batman Black and White #3 (DC)
“The Sound of One Hand Clapping,” by Max Landis & Jock, in Adventures of Superman #14 (DC)
“When the Darkness Presses,” by Emily Carroll, http://emcarroll.com/comics/darkness/
Best Single Issue (or One-Shot)
Astro City #16: “Wish I May” by Kurt Busiek & Brent Anderson (Vertigo/DC)
Beasts of Burden: Hunters and Gatherers, by Evan Dorkin & Jill Thompson (Dark Horse)
Madman in Your Face 3D Special, by Mike Allred (Image)
Marvel 75th Anniversary Celebration #1 (Marvel)
The Multiversity: Pax Americana #1, by Grant Morrison & Frank Quitely (DC)
Best Continuing Series
Astro City, by Kurt Busiek & Brent Anderson (Vertigo)
Bandette, by Paul Tobin & Colleen Coover (Monkeybrain)
Hawkeye, by Matt Fraction & David Aja (Marvel)
Saga, by Brian K. Vaughan & Fiona Staples (Image)
Southern Bastards, by Jason Aaron & Jason Latour (Image)
The Walking Dead, by Robert Kirkman, Charlie Adlard, & Stefano Gaudiano (Image/Skybound)
Best Limited Series
Daredevil: Road Warrior, by Mark Waid & Peter Krause (Marvel Infinite Comics)
Little Nemo: Return to Slumberland, by Eric Shanower & Garbriel Rodriguez (IDW)
The Multiversity, by Grant Morrison et al. (DC)
The Private Eye, by Brian K. Vaughan & Marcos Martin (Panel Syndicate)
The Sandman: Overture, by Neil Gaiman & J. H. Williams III (Vertigo/DC)
Best New Series
The Fade Out, by Ed Brubaker & Sean Phillips (Image)
Lumberjanes, by Shannon Watters, Grace Ellis, Noelle Stevenson, & Brooke A. Allen (BOOM! Box)
Ms. Marvel, by G. Willow Wilson & Adrian Alphona (Marvel)
Rocket Raccoon, by Skottie Young (Marvel)
The Wicked + The Divine, by Kieron Gillen & Jamie McKelvie (Image)
Best Publication for Early Readers (up to age 7)
BirdCatDog, by Lee Nordling & Meritxell Bosch (Lerner/Graphic Universe)
A Cat Named Tim And Other Stories, by John Martz (Koyama Press)
Hello Kitty, Hello 40: A Celebration in 40 Stories, edited by Traci N. Todd & Elizabeth Kawasaki (VIZ)
Mermin, Book 3: Deep Dives, by Joey Weiser (Oni)
The Zoo Box, by Ariel Cohn & Aron Nels Steinke (First Second)
Best Publication for Kids (ages 8-12)
Batman Li’l Gotham, vol. 2, by Derek Fridolfs & Dustin Nguyen (DC)
El Deafo, by Cece Bell (Amulet/Abrams)
I Was the Cat, by Paul Tobin & Benjamin Dewey (Oni)
Little Nemo: Return to Slumberland, by Eric Shanower & Gabriel Rodriguez (IDW)
Tiny Titans: Return to the Treehouse, by Art Baltazar & Franco (DC)
Best Publication for Teens (ages 13-17)
Doomboy, by Tony Sandoval (Magnetic Press)
The Dumbest Idea Ever, by Jimmy Gownley (Graphix/Scholastic)
Lumberjanes, by Shannon Watters, Grace Ellis, Noelle Stevenson, & Brooke A. Allen (BOOM! Box)
Meteor Men, by Jeff Parker & Sandy Jarrell (Oni)
The Shadow Hero, by Gene Luen Yang & Sonny Liew (First Second)
The Wrenchies, by Farel Dalrymple (First Second)
Best Humor Publication
The Complete Cul de Sac, by Richard Thompson (Andrews McMeel)
Dog Butts and Love. And Stuff Like That. And Cats. by Jim Benton (NBM)
Groo vs. Conan, by Sergio Aragonés, Mark Evanier, & Tom Yeates (Dark Horse)
Rocket Raccoon, by Skottie Young (Marvel)
Superior Foes of Spider-Man, by Nick Spencer & Steve Lieber (Marvel)
Best Digital/Web Comic
Bandette, by Paul Tobin & Colleen Coover, Monkeybrain/comiXology.com
Failing Sky by Dax Tran-Caffee, http://failingsky.com
The Last Mechanical Monster, by Brian Fies, http://lastmechanicalmonster.blogspot.com
Nimona, by Noelle Stephenson, http://gingerhaze.com/nimona/comic
The Private Eye by Brian Vaughan & Marcos Martin http://panelsyndicate.com/
Best Anthology
In the Dark: A Horror Anthology, edited by Rachel Deering (Tiny Behemoth Press/IDW)
Little Nemo: Dream Another Dream, edited by Josh O’Neill, Andrew Carl, & Chris Stevens (Locust Moon)
Massive: Gay Erotic Manga and the Men Who Make It, edited by Ann Ishii, Chip Kidd, & Graham Kolbeins (Fantagraphics)
Masterful Marks: Cartoonists Who Changed the World, edited by Monte Beauchamp (Simon & Schuster)
To End All Wars: The Graphic Anthology of The First World War, edited by Jonathan Clode & John Stuart Clark (Soaring Penguin)
Best Reality-Based Work
Can’t We Talk About Something More Pleasant? by Roz Chast (Bloomsbury)
Dragon’s Breath and Other True Stories, by MariNaomi (2d Cloud/Uncivilized Books)
El Deafo, by Cece Bell (Amulet/Abrams)
Hip Hop Family Tree, vol. 2, by Ed Piskor (Fantagraphics)
Nathan Hale’s Hazardous Tales: Treaties, Trenches, Mud, and Blood, by Nathan Hale (Abrams)
To End All Wars: The Graphic Anthology of The First World War, edited by Jonathan Clode & John Stuart Clark (Soaring Penguin)
Best Graphic Album—New
The Gigantic Beard That Was Evil, by Stephen Collins (Picador)
Here, by Richard McGuire (Pantheon)
Kill My Mother, by Jules Feiffer (Liveright)
The Motherless Oven, by Rob Davis (SelfMadeHero)
Seconds, by Bryan Lee O’Malley (Ballantine Books)
This One Summer, by Mariko Tamaki & Jillian Tamaki (First Second)
Best Graphic Album—Reprint
Dave Dorman’s Wasted Lands Omnibus (Magnetic Press)
How to Be Happy, by Eleanor Davis (Fantagraphics)
Jim, by Jim Woodring (Fantagraphics)
Sock Monkey Treasury, by Tony Millionaire (Fantagraphics)
Through the Woods, by Emily Carroll (McElderry Books)
Best Archival Collection/Project—Strips (at least 20 years old)
Winsor McCay’s Complete Little Nemo, edited by Alexander Braun (TASCHEN)
Edgar Rice Burroughs’s Tarzan: The Sunday Comics, 1933–1935, by Hal Foster, edited by Brendan Wright (Dark Horse)
Moomin: The Deluxe Anniversary Edition, by Tove Jansson, edited by Tom Devlin (Drawn & Quarterly)
Pogo, vol. 3: Evidence to the Contrary, by Walt Kelly, edited by Carolyn Kelly & Eric Reynolds (Fantagraphics)
Walt Disney’s Mickey Mouse, vols. 5-6, by Floyd Gottfredson, edited by David Gerstein & Gary Groth (Fantagraphics)
Best Archival Collection/Project—Comic Books (at least 20 Years Old)
The Complete ZAP Comix Box Set, edited by Gary Groth, with Mike Catron (Fantagraphics)
Steranko Nick Fury Agent of S.H.I.E.L.D. Artist’s Edition, edited by Scott Dunbier (IDW)
Walt Disney’s Donald Duck: Trail of the Unicorn, by Carl Barks, edited by Gary Groth (Fantagraphics)
Walt Disney’s Uncle Scrooge and Donald Duck: The Son of the Son, by Don Rosa, edited by David Gerstein (Fantagraphics)
Walt Kelly’s Pogo: The Complete Dell Comics, vols. 1–2, edited by Daniel Herman (Hermes)
Witzend, by Wallace Wood et al., edited by Gary Groth, with Mike Catron (Fantagraphics)
Best U.S. Edition of International Material
Beautiful Darkness, by Fabien Vehlmann & Kerascoët (Drawn & Quarterly)
Blacksad: Amarillo, by Juan Díaz Canales & Juanjo Guarnido (Dark Horse)
Corto Maltese: Under the Sign of Capricorn, by Hugo Pratt (IDW/Euro Comics)
Jaybird, by Lauri & Jaakko Ahonen (Dark Horse/SAF)
The Leaning Girl, by Benoît Peeters & François Schuiten (Alaxis Press)
Best U.S. Edition of International Material—Asia
All You Need Is Kill, by Hiroshi Sakurazaka, Ryosuke Takeuchi, Takeshi Obata & yoshitoshi ABe (VIZ)
In Clothes Called Fat, by Moyoco Anno (Vertical)
Master Keaton, vol 1, by Naoki Urasawa, Hokusei Katsushika, & Takashi Nagasaki (VIZ)
One-Punch Man, by One & Yusuke Murata (VIZ)
Showa 1939–1955 and Showa 1944–1953: A History of Japan, by Shigeru Mizuki (Drawn & Quarterly)
Wolf Children: Ame & Yuki, by Mamoru Hosoda & Yu (Yen Press)
Best Writer
Jason Aaron, Original Sin, Thor, Men of Wrath (Marvel); Southern Bastards (Image)
Kelly Sue DeConnick, Captain Marvel (Marvel); Pretty Deadly (Image)
Grant Morrison, The Multiversity (DC); Annihilator (Legendary Comics)
Brian K. Vaughan, Saga (Image); Private Eye (Panel Syndicate)
G. Willow Wilson, Ms. Marvel (Marvel)
Gene Luen Yang, Avatar: The Last Airbender (Dark Horse); The Shadow Hero (First Second)
Best Writer/Artist
Sergio Aragonés, Sergio Aragonés Funnies (Bongo); Groo vs. Conan (Dark Horse)
Charles Burns, Sugar Skull (Pantheon)
Stephen Collins, The Giant Beard That Was Evil (Picador)
Richard McGuire, Here (Pantheon)
Stan Sakai, Usagi Yojimbo: Senso, Usagi Yojimbo Color Special: The Artist (Dark Horse)
Raina Telgemeier, Sisters (Graphix/Scholastic)
Best Penciller/Inker
Adrian Alphona, Ms. Marvel (Marvel)
Mike Allred, Silver Surfer (Marvel); Madman in Your Face 3D Special (Image)
Frank Quitely, Multiversity (DC)
François Schuiten, The Leaning Girl (Alaxis Press)
Fiona Staples, Saga (Image)
Babs Tarr, Batgirl (DC)
Best Painter/Multimedia Artist (interior art)
Lauri & Jaakko Ahonen, Jaybird (Dark Horse)
Colleen Coover, Bandette (Monkeybrain)
Mike Del Mundo, Elektra (Marvel)
Juanjo Guarnido, Blacksad: Amarillo (Dark Horse)
J. H. Williams III, The Sandman: Overture (Vertigo/DC)
Best Cover Artist
Darwyn Cooke, DC Comics Darwyn Cooke Month Variant Covers (DC)
Mike Del Mundo, Elektra, X-Men: Legacy, A+X, Dexter, Dexter Down Under (Marvel)
Francesco Francavilla, Afterlife with Archie (Archie); Grindhouse: Doors Open at Midnight (Dark Horse); The Twilight Zone, Django/Zorro (Dynamite); X-Files (IDW)
Jamie McKelvie/Matthew Wilson, The Wicked + The Divine (Image); Ms. Marvel (Marvel)
Phil Noto, Black Widow (Marvel)
Alex Ross, Astro City (Vertigo/DC); Batman 66: The Lost Episode, Batman 66 Meets Green Hornet (DC/Dynamite)
Best Coloring
Laura Allred, Silver Surfer (Marvel); Madman in Your Face 3D Special (Image)
Nelson Daniel, Little Nemo: Return to Slumberland, Judge Dredd, Wild Blue Yonder (IDW)
Lovern Kindzierski, The Graveyard Book, vols. 1-2 (Harper)
Matthew Petz, The Leg (Top Shelf)
Dave Stewart, Hellboy in Hell, BPRD, Abe Sapien, Baltimore, Lobster Johnson, Witchfinder, Shaolin Cowboy, Aliens: Fire and Stone, DHP (Dark Horse)
Matthew Wilson, Adventures of Superman (DC); The Wicked + The Divine (Image), Daredevil, Thor (Marvel)
Best Lettering
Joe Caramagna, Ms. Marvel, Daredevil (Marvel)
Todd Klein, Fables, The Sandman: Overture, The Unwritten (Vertigo/DC); Nemo: The Roses of Berlin (Top Shelf)
Max, Vapor (Fantagraphics)
Jack Morelli, Afterlife with Archie, Archie, Betty and Veronica, etc. (Archie)
Stan Sakai, Usagi Yojimbo: Senso, Usagi Yojimbo Color Special: The Artist (Dark Horse)
Best Comics-Related Periodical/Journalism
Alter Ego, edited by Roy Thomas (TwoMorrows)
Comic Book Creator, edited by Jon B. Cooke (TwoMorrows)
Comic Book Resources, edited by Jonah Weiland, www.comicbookresources.com
Comics Alliance, edited by Andy Khouri, Caleb Goellner, Andrew Wheeler, & Joe Hughes, www.comicsalliance.com
tcj.com, edited by Dan Nadel & Timothy Hodler (Fantagraphics)
Best Comics-Related Book
Comics Through Time: A History of Icons, Idols, and Ideas (4 vols.), edited by M. Keith Booker (ABC-CLIO)
Creeping Death from Neptune: The Life and Comics of Basil Wolverton, by Greg Sadowski (Fantagraphics)
Genius Animated: The Cartoon Art of Alex Toth, vol. 3, by Dean Mullaney & Bruce Canwell (IDW/LOAC)
What Fools These Mortals Be: The Story of Puck, by Michael Alexander Kahn & Richard Samuel West (IDW/LOAC)
75 Years of Marvel Comics: From the Golden Age to the Silver Screen, by Roy Thomas & Josh Baker (TASCHEN)
Best Scholarly/Academic Work
American Comics, Literary Theory, and Religion: The Superhero Afterlife, by A. David Lewis (Palgrave Macmillan)
Considering Watchmen: Poetics, Property, Politics, by Andrew Hoberek (Rutgers University Press)
Funnybooks: The Improbable Glories of the Best American Comic Books, by Michael Barrier (University of California Press)
Graphic Details: Jewish Women’s Confessional Comics in Essays and Interviews, edited by Sarah Lightman (McFarland)
The Origins of Comics: From William Hogarth to Winsor McCay, by Thierry Smolderen, tr. by Bart Beaty & Nick Nguyen (University Press of Mississippi)
Wide Awake in Slumberland: Fantasy, Mass Culture, and Modernism in the Art of Winsor McCay, by Katherine Roeder (University Press of Mississippi)
Best Publication Design
Batman: Kelley Jones Gallery Edition, designed by Josh Beatman/Brainchild Studios (Graphitti/DC)
The Complete ZAP Comix Box Set, designed by Tony Ong (Fantagraphics)
Little Nemo: Dream Another Dream, designed by Jim Rugg (Locust Moon)
Street View, designed by Pascal Rabate (NBM/Comics Lit)
Winsor McCay’s Complete Little Nemo, designed by Anna Tina Kessler (TASCHEN)

Baci ai pupi!

domenica 26 aprile 2015

Little Nemo in Slumberland

Il fatto che tra le nomination degli ultimi Eisner Award figuri l'intramontabile materiale di Winsor McCay, materiale datato 1905, mi ha spinto a scriverci due righe per farlo conoscere meglio a quelli che non sanno chi sia nè cosa abbia fatto.
Regoliamo il flusso della macchina del tempo però, perchè prima di parlare di punto in bianco di Little Nemo, dobbiamo centrare bene il contesto storico in cui la striscia a fumetti nasce, e già che ci siamo, visto che più o meno gli anni sono quelli, dire anche due cose sulla nascita del fumetto in generale.

Hearst vs Pulitzer
E' noto a tutti che il papà riconosicuto del fumetto contemporaneo è un certo Yellow Kid di un certo R. F. Outcalt. Ora se non sapete chi sia Yellow Kid, non voglio dire che state messi maluccio, ma poco ci manca, per aiutarvi, è quel bimbo in casacca gialla che ogni anno fa (o faceva?) da mascotte sulla locandina di Lucca Comics (and games, and youtubers, and cosplayers demmerda).

 - per approfondimenti necessari, c'è Wikipedia -
 
l'antenato ufficiale del fumetto moderno
Tuttavia, siccome la spocchia mi ossessiona mi piace sovrascrivere la nascita del fumetto contemporaneo con quella di un particolare supplemento domenicale del New York Journal, The American Humorist di  William Randolph Hearst.
Complice la nascita della rotativa in grado di stampare a colori, The American Humorist fu pubblicizzato nelle settimane precedenti all' uscita, come una pubblicazione che faceva apparire persino l'arcobaleno in cielo, una cosa pallida e spenta.
Siamo più o meno nel 1896 o giù di lì, e il supplemento domenicale è una redditizia iniziativa vecchia già di almeno tre anni, fortemente promossa tra gli altri anche da un certo J.Pulitzer, che ignorando le proteste dei nuclei religiosi che volevano fare della domenica il giorno di Dio, tanto per citare la bella Meg Ryan in When Harry met Sally, allegò al suo quotidiano, il New York Herald, un supplemento domenicale a colori, le cui tematiche spaziavano dallo sport alla famiglia, passando per satira e tempo libero, un supplemento che col tempo divenne la sede di un  regolare inserto comico, e dei primi fumetti, iniziativa che in breve fece il giro di almeno 250 quotidiani nel resto del paese.
Yellow Kid di R. F. Outcalt è universalmente riconsciuto come il papà del fumetto moderno, proprio perchè il monello Hogan's Alley, apparve per la prima volta in quelle pagine e aprì la strada a molti altri autori.
Ma a The American Humorist, le sue otto pagine colorate, diventarono in breve tempo un vivaio di nuovi autori, Rudolph Block, direttore del supplemento, arruolò giovani capaci come Rudolph Dirks, di origine tedesca che ispirandosi ad una vecchia pubblicazione famosa in Germania, Max und Moritz, creò la striscia nota come  The Katzenjammer Kids (1897).

La nascita del fumetto
Gli manca solo la parola
Le prime illustrazioni di Yellow Kid, erano prive di griglie e di una sequenza, avevano un'unica illustrazione che rappresentava un momento quotidiano del quartiere popolare di New York, ed i testi erano relegati sul camicione in giallo del protagonista o sui cartelloni che spuntavano nella tavola, per via di questi tecnicismi, gli esperti della storia del fumetto concordano sul fatto che la data ufficiale della nascita del fumetto come lo conosciamo oggi , con sequenza baloon e tutto il resto, è fissata al 25 ottobre del 1896 quando Outcalt, che nel frattempo aveva lasciato l'Herald di Pulitzer per lavorare con un contratto più vantaggioso, sul Journal di Hearst, pubblicò una famosa tavola del monello Mickey Dugan, in cui in una serie di vignette in sequenza parlava attraverso un grammofono. Ma a parte queste piccole e rare concessioni, lo stile di Outcalt era statico, le sue vignette, erano più che altro paragonabili a delle fotografie del quartiere di Mickey, come potete vedere nell'illustrazione in cima.
Ma The American Humorist sotto la guida di Block, è destinato a diventare il tempio della nona arte, coscienti o meno che fossero per esempio, con The Katzenjammer Kids di Dirks, si notano le prime sostanziali evoluzioni del media.
Nel lavoro di Dirks, anche se i personaggi continuano ad essere muti in un primo momento, arriva il concetto di movimento, il fumetto smette di essere una istantanea con la scritta illustrativa in calce, e diviene una sequenza di immagini. 
Ecco perchè mi piace spostare di qualche mese, la nascita del fumetto ed ampliarne la paternità anche ad altri autori, come Dirks appunto, che dopo qualche numero scoprì anche che le sue vignette erano molto più divertenti se i personaggi "parlavano".

Il primo ventennio di vita del fumetto qui di per lo più è rappresentato da discoli ed animali antropomorfi, tra i piccoli che hanno fatto la storia di questo media non si può non citare Little Nemo in Slumberland apparso sulle pagine del New York Herald dal 1905 al 1914.  
Winsor McCay, nato nel 1869 a Spring Lake nel Michigan, ha quasi 40 anni quando firma la sua più importante creazione,  Nemo è un bambino di otto anni che vive le sue avventure, nel mondo dei sogni e dal quale ritorna quasi sempre bruscamente, risvegliandosi nel suo lettino.
E' il 15 ottobre del 1905, in quella famosa domenica si presenta ai lettori dell' New York Herald, in tutto il suo colorato splendore, la prima tavola di Little Nemo in Slumberland.
Con l'opera di McCay, si ha una ulteriore evoluzione del media, sia nella forma che nei contenuti, le illustrazioni dell'autore americano sono ricercate, la struttura della griglia è, ad usare un eufemismo avveniristica anche oggi, se pensiamo alle geometrie delle tavole di alcuni fumetti odierni, specie quelli italiani.
McCay con benestare dell' editor sperimenta storie che occupano l'intera tavola del giornale, e che hanno epilogo alla fine nell'ultima vignetta, nel quale il bambino si risveglia o cadendo dal lettino o scosso dai genitori accorsi udendo le sue grida. L'evoluzione dicevamo non è solo grafica, basti notare lo stile di disegno di McCay e la cura riposta da questi nel confezionare anche le cornici della tavola, ma come dicevamo anche nei contenuti, McCay abbandona il plot vincente dei monelli pasticcioni per avventurarsi, in trame fantasiose con attinenza al mondo onirico, una soluzione  narrativa che non farà che stimolare la sua fertile immaginazione e spronarlo nella produzione di tavole di una bellezza disarmante grazie alla sua certosina attenzione per i dettagli. 
Ogni notte uno dei sottoposti del Re Morfeo, riceve la comanda di andare a prelevare Nemo dal mondo della veglia ma nei primi episodi, Nemo quasi sempre si risveglia poco prima di farsi del male o di ficcarsi in guai più seri. Di seguito proponiamo la prima tavola di Little Nemo in tutta la sua certosina magia art nouveau.


Un piccolo assaggio del certosino lavoro grafico
Con McCay la griglia non fa in tempo a nascere che è subito distrutta. È il sogno l'argomento del fumetto dell'autore del Michigan, ed il sogno non può essere contenuto in alcuna gabbia. provate ad immaginare cosa devono essere state le tavole domenicali di McCay per i lettori degli inizi del novecento. L'impatto visivo di quest'opera, amata dal pubblico tanto da essere un appuntamento fisso per ben otto anni.Vi è un ipnotica bellezza nel lavoro di MacCay, un lavoro, triste da dire, estremamente rivalutato solo postumo.
come detto la materia principale del fumetto di McCay è il sogno, e la relizzazione di un reame tanto cangiante permette all'autore di sbizzarrirsi, confezionando ogni settimana un piccolo gioiello, che confesso, anelo disperatamente ad avere integralemente. La struttura delle storie, tutte squisite è sempre la stessa: Re Morfeo è alla ricerca di una compagnia adeguata per la sua piccola princpessa, come si vede nella prima tavola, Nemo dopo aver ricevuto le istruzioni, monta in sella ad un bizzoso pony, che prima di giungere a destinazione lo scaraventerà nel vuoto, Nemo si sveglierà dopo essere caduto da lettino. l
L'opera di McCay è importante per lo sviluppo del media per la sua continuità narrativa, il cast di personaggi fisso, e l'evoluzione della macro-storia, Nemo ad un certo punto nel corso delle pubblicazioni riuscirà ad arrivare al cospetto della principessa, incontro che inaugura un nuovo ciclo di storie: accompagnato dal pagliaccio Flip-Flap, dal negretto Imp, e ovviamente dalla figlia del Re dei sogni, Nemo viaggierà nei territori più vari, un fortunato ciclodi storie in cui McCay disegnerà minuziosamente di tutto dalla Savana Africana, agli scenari architettonici di imponenti costruzioni, (vedere l'immagine in alto a destra)
Non si bada a spese nella pubblicazione delle tavoledi Winsor McCay, la stampa che illustra le avventure del

L'omaggio di Google
piccolo Nemo sono le migliori del paese, parallelamente al lavoro sulle tavole domenicali, McCay lavora come cartoonist, e nel 1911 realizza un cartone animato dedicato a Little Nemo. Definire McCay un anacronista è del tutto leggittimo, dopo un entusiasmo iniziale tuttavia, l'amore dei lettori per Nemo tende a scemare, McCay è diverso dagli autori suoi contemporanei, Nemo non è un monello caricaturale, è un bambino normale, e le sue avventure sono tutt'altro che isolate birichinate concepite per strappare qualche risata, la bellezza di Nemo in Slumberland è nascosta agli occhi dei lettori delle tavole domenicali, e nel 1914 chiude del tutto. McCay comunque continua la sua carriera di cartoonist e solo occasionalmente tornera a proporre ai lettori le avventure del suo piccolo sognatore, nel 1924.
La miniserie IDW
Oggi Little Nemo in Slumberland è considerato uno delle nove colonne che fa di questo media un arte, il lavoro di McCay è universalmente riconosciuto come avveniristico. In concomitanza del 107mo anniversario della nascita di Winsor McCay google dedicò una speciale schermata, all'autore americano, e come detto in principio, quest'anno agli Eisner concorre in ben due categorie antologiche, in cui sono raccolte il mastodontico lavoro di McCay: Little Nemo: Dream Another Dream, edito da Josh O’Neill, Andrew Carl, & Chris Stevens (Locust Moon) Winsor McCay’s Complete Little Nemo, edito da Alexander Braun (TASCHEN). Inoltre spero di mettere la mani al più presto, incuriosito dalle immagini sparse in rete dalla miniserie targata IDW, Little Nemo: Return to Slumberland, di Eric Shanower & Gabriel Rodriguez, candidata nella categoria, migliore pubblicazione per ragazzi.



 Little Nemo in Italia

Con il titolo di Bubi nel paese del Dormiveglia, le tavole domenicali di McCay arrivarono anche in Italia, sul corriere dei piccoli dal 1912 al 1914, e successivsamente su Topolino nel 1935. Per quanto riguarda delle antologie sul piccolo Nemo, celebrato in tutto il mondo, in Italia manca integralmente da svariati anni.
Una prima antologica edita da Garzanti e curata dalla redazione di Linus, risale al 1969, un'altra edizione sotto etichetta della Casa Editrice Lo Vecchio è datata 1984, forse è  l'edizione più abbordabile ma non saprei dire se completa, nel 1994 sempre in collaborazione con la Garzanti, Linus ha ristampato lo stesso volume del 1969. L'ultimo omaggio editoriale italiano a Nemo è del 2004, Coconino Press, ma purtroppo non so dirvi molto in merito a questa raccolta. Speravamo tutti in Lupoi, in quel tweet criptico, di qualche mese fa, in cui straparlava su una importante licenza acquisita dalla Panini, di un personaggio latitante dal mondo editoriale da decenni, tutto mi sarei aspettato tranne che stesse parlando di Asterix.
Direi che ci siamo detti tutto, fatemi sapere se quese incursioni nel passato vi divertono o vi piacciono, non ho problemi a continuare.
Quando vedo come si autocelebra la mediocre realtà editoriale Italiana, non posso fare a meno di ricordare le parole della prima Silk Specre mentre avizzisce nel suo residence per vecchie glorie: Ogni giorno che passa il futuro mi sembra sempre più nero... Mentre il passato, anche con i momenti più brutti, diventa sempre più luminoso...
E con questo ci siamo detti tutto.
Baci ai pupi. (....e forza Little Nemo agli Eisner).


martedì 14 aprile 2015

L' Incal

Sottotitolo: Si. Lo so non abbiamo ancora affrontato l'argomento Multiversity .

Mi ero promesso un paio di cose nella mia vita di lettore, una di queste era che per quel che riguarda Moebius e Jodorowsky mi sarei fatto bastare quello che ho già in casa: in ordine sparso "Quando Teresa si arrabbió con Dio", "Il Garage ermetico", "Bouncer", "Icaro" illustrato da Taniguchi, ed il Silver Surfer.
Mi sono sempre detto che questo bastava ed avanzava per conoscere e riconoscere il genio di questi due autori. Quindi quando ho saputo della ristampa dell' Incal da parte dell'Editoriale Cosmo, ho gioito per la licenza ovviamente, ma ho fatto spallucce e mi sono detto che non lo avrei preso.

Aó regà dovete credermi, sembravo vero, quasi credibile, ero piacevolmente stupito di me stesso, ne parlavo con gli amici, e sentendo il mio tono di voce risoluto, mi dicevo tra me e me, come undiligente psicotico in piena crisi bipolare - Ammazza se sei fermo nelle tue decisioni. Bravo Gen. Non si può dire sempre si a tutto.

Poi l'Incal è arrivato per davveroe  l'ho sfogliato.

Avevo un vago ricordo di averlo già letto sulla grande enciclopedia del fumetto, anni fa da giovane. Ma a quei tempi capii poco e nulla, col giusto tipo di occhi, quello del lettore incallito di oggi invece, ho visto le mie convinzioni e le mie promesse, sciogliersi come neve al sole.
L'Incal è del 1981, sfogliandolo lì in edicola più che altro per dare un giudizio all'edizione Cosmo, difficile  non fare i primi veloci collegamenti, collocarlo nel tuo personale albero genealogico del fumetto, vedere di chi è figlio e di chi è il papà. In tutta quell'evoluzione del filone fantascientifico di fine anni '70 che dipingeva il futuro in modo tutt'altro che candido ed asettico difficile non credere che la città del futuro in cui si muove lo sconclusionato Jhon Difool, detective di classe R, non sia ispirata dai romanzi di Gibson o graficamente dalla MegaCityOne del Giudice Dredd di qualche anni prima, ne che non sia stata fonte di spunti a sua volta per la Big City di Grant e Wagner di qualche anno dopo su Outcasts (DC comics). Quando un fumetto ti mette in moto le sinapsi in questo modo, ispira ben altro oltre la lettura, c'è solo una cosa da fare. Portarselo a casa.
Sulla via del ritorno leggendo l'editoriale della misteriosa redazione, non posso fare a meno di sorridere, queste introduzioni diametralmente opposti ai vaneggiamenti di quelli della Salda, tanto per fare un esempio, ni quelle righe si legge che solo dopo tre anni di vita editoriale passati a proporre capolavori del fumetto franco belga nelle edicole italiane, questo piccolo editore riconosce il suo operato, un cammino, in salita, da intendere evolutivo oltre che difficile, che li ha portati dai primi bonellidi de Lo Sparviero e Durango, ripresi dopo la chiusura della GP Publishing, fin qui, nel grande formato a colori di un pilastro della BD anni '80.
Un cammino che è il caso ricordarlo è stato ostacolato in tutti i modi, e mica solo dalla onesta concorrenza, il bacino dei lettori in primis non hanno tutti accolto allo stesso modo questo editore e le sue pubblicazioni, dai giovani che per lo più l'hanno ignorata a vantaggio di robe più consone al loro pacchetto neuronale (lo sapevo che mi scappava il flame!), ai vecchi, quelli che la riduzione delle tavole e la desaturazione delle stesse (con associato abbattimento dei prezzi di copertina) era una eresia paragonabile solo  all'atto di sodomizzare la statua della Madonna direttamente in Chiesa.
Che ridere, e che piacere nel vedere che nonostante un bacino d'utenza in parte assurdamente ostile, quando non erano ridotti e violati i fumett Cosmo, scricchiolavano, come pericolosi ponti sospesi sul nulla, l'Editoriale Cosmo, che è il caso di dire, non mi paga per questi pezzi, ma si, è vero che mi stanno simpatci, ha in tre anni, colonizzato lo scaffale fino a quel momento dominio della monotona formula Bonelli.
Rischiando il più delle volte, proponendo e riproponendo nel tempo titoli che di certo non erano nelle wishlist di gran parte dei lettori italiani, nè in quelle degli editori.
Una colonizzazione che adesso solletica anche le taglienti penne di quei simpaticoni di fumetto d'autore, che avendo smesso con i pezzi  astiosi su Orfani, o resoconti profetici interessanti della serie Ve lo avevo detto che Saguaro chiudeva, ora non fanno altro che chiedersi:
Ma dietro la Cosmo chi c'è?
La Panini?
Pisapia?
Tronchetti Provera?
La mafia russa?
Salvatore Conte?

Ve lo dico subito, l'Incal della Cosmo, non scricchiola, ne fisicamente, ne metaforicamente, come lettura cattura immediatamente, perchè dietro l' Incal non ci sono due scribacchini da quattro soldi sotto contratto, con il compito di scrivere ciò che vuole l'utenza, il potere ipnotico dell' Incal nonostante i suoi anni, è dato da chi lo firma principalmente, e dal contesto storico in cui nacque, erano gli anni '80, ed è inutile che pontificate fino ala nausea, erano gli anni in cui uno spettro di aggirava per l'europa e non solo, ma principalmente in europa, tra Francia ed Inghilterra, era lo spettro della creatività, di quello che suggeriva agli autori, capolavori irripetibili, le forti colonne che hanno fatto del fumetto un'arte, sulle quali avete poi costruito quella fatiscente palafitta in cui adesso vi rifugiate per leggere La Morte di Wolverine.
Sfratto esecutivo per incapacità manifesta.
Jhon Difool, in seguito ad una serie di rocamboleschi eventi, non ultimo, il salto nel vuoto dal cosidetto viale dei suicidi, che non è certo il ponte dei suicidi di Ariccia, viene in possesso di un manufatto senziente, l'Incal appunto, in grado di distruggere l'intero universo.
Le situazioni ed i dialoghi, fanno dell' Incal, quasi un manifesto fanta-umoristico anacronistico, leggetelo e mi darete ragione,alcune sequenze di questo numero sono esilaranti, e l'arte di Moebius, insomma non necessita certo nè un mio commento nè una mia inutile analisi.
La saga che sarà riproposta integralmente nel formato Economico Cosmo Color con la costina blu, dovrebbe contare 6 numeri, e non ho notizie se a questa seguirà anche la restrospettiva Avant l'Incal, cone le avventure di Difool giovane, e Final l'Incal che narra gli avvenimenti successivi all'Incal. Vale la pena di ricordare che è sull' Incal che Jodorowsky, introduce i suoi meta-baroni, un altra piccola pietra miliare del panorama fumettistico europeo, pubblicato in passato in italia in formato integrale dalla Magic Press.
Insomma, contrariamente ai miei propositi, l' Incal è da avere, e l'edizione Cosmo merita tantissimo, non scricchiola (sembra diventato un punto fondamentale per recensire gli albi cosmo, sta cosa dello scricchiolio) e sopratutto è fedele all'originale! Ciò vale a dire, cari hater, che non vi potete attaccare a nulla.
Fate spazio, nella vostra libreria, e leggetelo.

Che stai facendo? Non vorrai mettere l' Incal a fianco a Spiderverse? No non puoi metterlo nemmeno vicino a Ringo, ecco lì bravo,  mettilo lì.....aspettà cos' hai lì? Forever Evil? Madonnalammerda....senti famo una cosa....ridammelo,dai qua,  facciamo finta che non ti ho detto nulla.

Baci ai pupi.

giovedì 9 aprile 2015

Gli speciali di fumettopenia!

Un pò di tempo fa mi venne la malsana idea di stendere una guida alla lettura di una delle mie opere a fumetti preferite, ovviamente parlo di un'opera del bardo, nello specifico della Lega degli Straordinari Gentlemen, l'opera citazionistica del Bardo che riunisce in un unica secolare epopea, gli eroi di svariati romanzi della letteratura tardo ottocentesca e non solo.
Un pò di tempo fa avevo rilasciato due file in formato .PDF, abbastanza grezzi, a dire il vero, tanto che alla fine mi decisi di farli sparire dalla rete, le cifre dei download però mi spinsero a continuare su questa strada, gli speciali infatti senza una efficace promozione, furono scaricati  più di 1000 volte, niente male davvero, le due release che, ho uppato stasera sul mio profilo Issuu, sono le versioni definitive, che andranno in stampa in autoproduzione tra il mese di Maggio e Giugno, al momento sono in giro per preventivi, ma se qualcuno è interessato può prenotare la sua copia contattandomi su facebook.
Seguirà nei prossimi giorni, a preventivi valutati, un nuovo post con le specifiche precise, è mia intenzione di restare ad un prezzo accessibile,
E' mia intenzione cmq vendere i primi due Giornali di Fumettopenia, in coppia, così i lettori che vogliono sviscerare per intero i primi due tomi dellla Lega del Bardo può farlo, senza dover attendere chissà quanto tempo, posso assicurarvi che è divertentissimo scoprire i segreti letterari dei protagonisti e dei comprimari, o almeno io mi sono divertito tantissimo nello spulciare la rete, in particolare la pagina americana di Wikipedia, alla ricerca di questo o quel riferimento,quindi banco alle ulteriori ciance.
Sto ideando una linea di speciali, che avranno il ben poco altisonante nome I Giornali di Fumettopenia, i primi due numeri, sono dedicati ai primi due tomi della lega di Alan Moore, in basso i link alla lettura su Issuu, a questi ne seguiranno almeno altri due o altri tre, in cui parleremo anche di Century, del Black Dossier e degli Spin-off dedicati alla figlia di Nemo. Ed è già a buon punto una guida alla lettura all'unico mega evento in mutandoni che sia mai giunto in edicola, Crisis on Infinite Earths, che la RW Lion ha da qualche tempo reso di nuovo disponibile.
Beh non mi resta che lasciarvi alla lettura di questi primi due speciali, sperando che vi piacciano, e che perchè no decidiate addirittura di comprarli.
Nel frattempo baci ai pupi, e come sempre: l''Inghilterra domini!

Guida alla lettura della Lega degli Straordinari Gentlemen
L'Atlante del mondo della lega degli straordinari Gentlemen

mercoledì 1 aprile 2015

Bugs Comics ed il ritorno dei Mostri

Quello che vi dovevo dire l'ho detto
Chi legge 'sto blog, lo sa, sono uno spocchioso snob, poco avezzo a cambiare il mio fustino di Dixan, (o era di Dash?) con i due fustini in offerta fuori dal supermercato. Però ogni tanto mi lascio guidare dal naso, nello scaffale delle novità, qualche tempo fa vidi con simpatia il ritorno di Splatter, ero di quelli che lo leggevano di nascosto dai genitori, per via della varietà di resti anatomici che esseri deformi e privi di alcunchè scrupolo, tiravano fuori a mani nude da inermi vittime e spatasciavano qui e lì per la tavola.
Anche l'iniziativa della ESH, non mi sembrò affatto malvagia, una nuova serie bimestrale di Splatter, con inediti...a volte ritornano.
E la nuova iniziativa di cui voglio parlarvi non è staccata dalle vicende della ESH.
Perchè il gruppo di autori che costituisce la nuova etichetta Bugs Comics, si è formato proprio in seno alla collaborazione sulla rivista Splatter.

D' altronde l'horror, sta tornando di moda, certo, i nuovi portabandiera di questo genere non hanno esattamente le idee chiare su come spaventare il prossimo, alla fine della lettura del primo numero di Outcast di Kirkman, per esempio, è spaventoso che siate riusciti a stare svegli, e gli amanti delle emozioni forti, sono ancora li che aspettano la famosa fase in cui Dylan Dog, dovrebbe effettivamente dare un senso al suo appartenere al genere di fumetti Horror, sempre che non venga fuori, tra qualche tempo che nella rivoluzione è incluso anche il fatto che adesso è più uno shojo-manga incline alla citazione selvaggia che altro.
Ecco fondamentalmente cosa c'è dietro la neonata Bugs Comics, la voglia di dire la propria senza stare ad aspettare i tempi di mercato, ecco cosa c'è dietro al ritorno dell'irriverente etichetta di  Mostri, la voglia di raccontare storie e di emozionare, senza aspettare. anche perchè se stavano ad aspettare le lente regole del mercato,Giancarlo Caracuzzo, Paolo Altibrandi (creatore del vecchio e nuovo logo della testata) e Gianmarco Fumasoli, stavano freschi, specie se il mercato fondamentalmente non lo fa l'editore, ma voi brutti asini, che leggete robaccia senza il minimo pudore.
Il nuovo Mostri si propone come un bacino di materiale inedito e la ristampa di vecchie storie ormai dimenticate, per far inorridire la nuova generazione di ciovani impertinenti, ai quali ad essere onesti serve una ventata d'aria autoprodotta - basta con sta fiera delle atrocità in cui si è costretti a leggere solo quello che si presuma venda, anche quando è aria fritta, nel migliore dei casi, nel peggiore è Sio.
Tra l'altro mi sono arrivate all'occhio alcune immagini di quelli che presumo saranno i Mostri a venire che non sono affatto male. Qui sotto a bruciapelo vi lascio in lettura il loro comunicato stampa ufficiale, e per quelli di voi che ci andranno quest'anno, vi anticipo che la truppa di BugsComics sarà al Romics nei prossimi giorni a promuovere l'iniziativo con uno speciale numero zero con White cover, spillato di 12 pagine che ripropone una ristampa di una vecchia stroria di Sicomoro ed Alessandrini. Da quello che ho capito lo stand si propone anche come sede di scouting di nuovi autori, quindi tirate fuori il Charles Manson che è in voi, e annamo de frattaglie esposte.


Riccardo Latina
Io non posso che sbraitare da questa modesta piattaforma, un sonoro in bocca al lupo, alla truppa della Bugs Comics ed augurargli ogni bene: per fare autoproduzione ci vuole coraggio, e fondare un' etichetta e confrontarsi con il difficile pubblico dei nerd in una manifestazione di forte richiamo come Romics, richiede più che semplice coraggio.



"Presentiamo il numero zero di MOSTRI a Romics che si terrà ad Aprile, dal 9 al 12 presso la Nuova Fiera di Roma. La redazione sarà presente tutti e 4 i giorni allo stand della Scuola Romana dei Fumetti e i disegnatori della BUGS e di Mostri, personalizzeranno per i lettori la white cover del numero zero.
Valerio Giangiordano
COME NASCE IL PROGETTO
Nel Marzo del 1990 arriva in edicola MOSTRI; annunciato in quarta di copertina sul numero 9 di Splatter come “Appena nato e già cattivo” e trascinato dal successo del suo fratello più grande e sanguinario, MOSTRI arriva diretto al cuore dei suoi lettori proponendo, attraverso le sue pagine, una visione fresca e moderna dei suoi protagonisti.
 
Si perché i mostri grotteschi e spaventosi della ACME non sono sempre carnefici, spesso anzi rappresentano le vittime di una società allo sbando, fanno riflettere sulla paura del diverso e regalano morali e chiavi di lettura inedite a un pubblico che con il passare del tempo si lega sempre di più alla rivista.
 
MOSTRI, come Splatter, ospita autori che oggi rappresentano in Italia e all’estero il fumetto italiano nella sua massima forma espressiva. Caracuzzo, Soldi, Celoni, Sicomoro, Alessandrini, Brindisi, La Neve e Mari  sono solo alcuni dei nomi che danno vita alle 64 pagine di quella rivista che ancora oggi viene ricordata come uno dei capisaldi del fumetto horror degli anni ’90.
 
E’ proprio questa l’eredità che il gruppo di giovani autori della BUGS COMICS prova a raccogliere per riproporre in un formato nuovo, con più pagine e una veste grafica rivista dallo stesso art director della acme degli anni ’90, lo spirito narrativo di MOSTRI e della realtà editoriale che lo accompagnava; uno spirito mai domo che, per 24 anni, ha spinto chi all’epoca era solo un lettore, a diventare autore e a contribuire al ritorno di un prodotto che non poteva più mancare.
 
Lo scopo è portare in fumetteria, sotto la supervisione di Giancarlo Caracuzzo, Paolo Altibrandi e Gianmarco Fumasoli, un prodotto che comprenda sia storie inedite, sia quelle ormai introvabili dei vecchi numeri, che hanno lasciato un segno indelebile nei cuori dei lettori di quegli anni."

Quello che vi dovevo dire l'ho detto, sappiate che hanno anche una pagina Facebook , un sito Web, ed una mail a cui scrivere per avere ulteriori delucidazioni  

www.bugscomics.com

Ho detto tutto, baci ai pupi e ricordate: