Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

domenica 31 marzo 2013

JLA - il Chiodo



Ed eccoci qui, cari Fumettopeniaci …e buona Pasqua a tutti, avete ricevuto le uova?
Mi piace “fumettopeniaci”, se riuscite ad isolare in un angolo della vostra testa tutti i riferimenti al pisello che vi può suscitare la seconda parte di questo neologismo da me creato, sono sicuro che in qualche modo, con percorsi sinaptici possibili solo nella mente di un nerd, la forma letteraria vi riporterà alla mente Zio Tibia che saluta i suoi telespettatori.
Cari zombettini miei, diceva quel vecchietto putrefatto, era el 1989, era venerdì, ed era uno show in seconda serata su Italia 1, liberamente tratto dal Creepshow americano. Una clip a basso costo che introduceva il film d'orrore della serata.

Quindi come state miei cari fumettopeniaci? Come state passando la Pasqua? A tavola a strafogarvi di agnello e pastiera? O state approfittando di questi giorni di riposo per qualche lettura interessante?
Il vostro affezionatissimo, lasciato solo dalla moglie, si è dato alla lettura, e prima di sparire per una settimana buona, magari mi faccio sentire su Twitter, ma se in giro vedo qualcosa che mi stuzzica al punto di volerla condividere con voi, volevo lasciarvi il mio personalissimo commento su un volume Lion che da un po’ di tempo campeggia sugli scaffali in fumetteria, ignorato dal pubblico, che poveretti, annaspano dietro la marea di novità che arriva e sta per arrivargli sulla nuca.

Il Chiodo di Alan Davis (testi e disegni) e Mark Farmer (Chine) è una miniserie del 1998, ed è una di quelle storie ambientate nei mondi alternativi DC, quei mondi in cui un particolare determina poi le differenze tra quegli universi e l’universo principale, la Terra-1 dove la continuità regna più o meno sovrana, almeno fino a quando non reboottiamo tutto, così giusto per non annoiarci.

Cominciamo subito con i disegni, credo che le tavole di Alan Davis in questa miniserie siano tra le cose migliori abbia mai disegnato l’illustratore britannico.
Figure pulite, anatomie affusolate ed armoniche, ottimo story telling, che alterna tavole cinetiche sature di azioni a spash-page meno dinamiche e più riflessive.
Robe che non vedevate dai tempi di Excalibur, posso assicurarvelo.
 Solo per i celebrativi disegni di Davis, questo fumetto  merita una giusta attenzione, il tratto con cui commemora la Justice League della Silver Age, e più in generale praticamente tutto quello che era DC Comics negli anni ’90, da solo, vale l’aquisto del volumazzo.specie per le numerose Spalsh-page, tremendamente belle. 
Ma di questo, delle modalità d'acquisto, ce ne occuperemo meglio più sotto, non vi aspetterete certo che vi mando in pasto agli squali, anzi chiedo scusa ai leoni senza un piano alternativo?
Ma torniamo alla miniserie: che è sto chiodo?
 La storia si basa sul gioco degli universi paralleli, che scaturiscono dal classico particolare apparentemente insignificante che porta poi ad un futuro diversissimo,  insomma Sliding Doors, quella commedia con la Paltrow di qualche anno fa la ricordate?
 La tipa che si fionda a prendere la metro,  ed il film evolve nei due scenari, in uno riesce a prenderla, nell’altra no….
Qui non ci sono le porte scorrevoli di nessuna metro, ma solo un chiodo, un chiodo infilato nella gomma del furgoncino di Jonathan Kent, la sera dell’arrivo dell’astronave che conteneva il piccolo Kal-El, Martha vede la gomma a terra, guarda lasciva il marito e propone di restare a casa a giocare al paziente e l’infermiera, e
rimandare le commissioni al giorno dopo.
E per quella notte di malizie quell’universo DC si ritrova orfano della leggenda di Superman.
Tutto qua, questo è l’incipit del Chiodo, una miniserie gradevole che utilizza tutti i personaggi del Dc universe ricollocandoli in nuovi ruoli, Luthor sindaco di Metropolis per esempio, Olsen la sua spalla destra, Alec Holland, consigliere del presidente, Green Arrow paralizzato ed handicappato.
 Insomma oltre la lettura di una storia godibile, il divertimento di queste iniziative, che in casa DC hanno sempre prosperato, proprio per la politica sicuramente meno rigida sull’uso dei personaggi da parte degli autori  rispetto alla Marvel, dicevo il divertimento sta nel riconoscere le citazioni, riscoprire le interpretazioni dei characters e fondamentalmente goderseli.
Così come per Red Son di Millar di cui se ricordo bene vi parlai lo scorso dicembre, anche questo The Nail risulta una piacevole lettura, della quale vorrei rivelarvi poco o niente.
E' una storia corale, nella quale forse si può criticare un un approfndimento psicologico dei personaggi, ma Davis punta più sulla quantità dei personaggi, molti appaiono solo il tempo di una battuta, per il gusto di essere citati, l'evolversi della vicenda è lento, e tuttavia non annoia, al contrario, la lattura tiene desta l'attenzione fino al finale che ovviamente ....uh cazzo stavo per dirvi il finale.

PERCIO’ Apriamo la consueta rubrica Occhio alla spesa!

Quanto mi costa sto Chiodo?
‘Sto Chiodo, quello meno arrugginito è disponibile nell’edizione Lion, nella collana Grandi Opere DC, 168 pagine ricoperte da un elegante copertina cartonata, per la modica cifra di 17.95 euracci.
Se tra di voi ci sono riccastri pigroni dalla strisciata facile del proprio Bancomat, vi consiglio di ripiegare su questa edizione, anche se da qualche parte ho letto che la traduzione era un po’ troppo grossolana.
Ma quelli tra voi che hanno tutta la mia stima, quelli cioè che sono alla ricerca dell’edizione più economica dei loro fumetti, e che non ci tengono pià di tanto a farsi incaprettare dalle major fumettistiche voglio dare qualche dritta per risparmiare, il Chiodo non è una cosa inedita, ha già avuto una prima edizione italiana sui numeri 33-34 e 35 di Play Magazine, svalutatissima rivista della Play Press che a ben cercare trovate anche al prezzo di 1 euro ad albo…
3 euro contro 18 euro, lascio a voi tirare le somme.
Bene direi che vi ho ammorbato abbastanza, orsù ora spegnete il monitor e tornate dai familiari, ci vediamo tra una settimana e parleremo di robetta inedita ed interessante targata Image e Vertigo.







Baci ai pupi e buona Pasqua!

mercoledì 27 marzo 2013

Hockety Pockety Wockety Wack

Marvel Collection  -  Il dottor Strange di Kirby e Ditko (1 di 4) Brossurato a colori 144 pagine 6,00€.


Mettiamo da parte per un attimo questa rota del Liebster Award, e continuiamo a servire il servizio per il quale originariamente nascettimo quivi precisamente in questo angolo di rete aggratis.
Gran brutto colpo al mio portafoglio, Dario parla (bene) della nuova collection in casa Panini, stavolta il protagonista è il dottor Strange, ed io che con Dormammu ci vado a braccetto, quasi quasi ci casco, ovviamente con cofanetto, se una cosa tocca farla, tocca falra bene....



Da un po' di tempo a questa parte le novità che aspetto con maggiore curiosità in casa Panini Comics sono quelle legate alle uscite di Marvel Collection, Marvel Collection Special e Marvel Saga. Tutte e tre le collane presentano ristampe di storie anni '60 e '70 (con qualche puntatina negli '80 per Marvel Saga) dei principali eroi Marvel con un occhio di riguardo per quel che riguarda L'uomo Ragno su Marvel Saga e personaggi a rotazione sulle altre due testate.

Una delle ultime idee in casa Panini è stata quella di dare spazio anche a ristampe di episodi storici con protagonisti eroi meno popolari, conosciuti ovviamente dai Marvel-fan di vecchia data ma meno noti al grande pubblico. Abbiamo così potuto ammirare le prime avventure del Ghost Rider, a breve ci sarà la possibilità di conoscere lo strano gruppo dei Campioni e proprio in questi mesi salgono alla ribaltà le prime avventure del Dr. Strange.

Il primo volume dedicato al maestro delle arti mistiche contiene la ristampa dei numeri 110, 111 e dal 114 al128 della collana Strange Tales sulle cui pagine esordì, nel luglio del 1963, il Dottor Stephen Strange. Essendo all'epoca Strange Tales una collana antologica che presentava diverse storie in ogni numero, le avventure del Dr. Strange erano molto brevi, cinque pagine nei primi episodi portate poi a dieci nei numeri seguenti alla luce del buon riscontro ottenuto dal personaggio.


I nomi coinvolti in questa serie sono di quelli storici: il sorridente Stan Lee ai testi e Steve Ditko alle matite, lo stesso team creativo che diede i natali l'anno precedente all'Uomo Ragno. Ci troviamo di fronte a un personaggio atipico rispetto allo standard dell'eroe Marvel, un signore elegante, segaligno, non così giovane, definito maestro della magia nera e votato ad avventure dove lo scontro con l'avversario non si risolve sul piano della bruta forza fisica ma su quello della scaltrezza e del sovrannaturale.

Fin dalle prime avventure vengono messi in tavola alcuni degli elementi che caratterizzeranno la storia del personaggio come la capacità di scindere corpo e spirito, quella di accedere a dimensioni diverse come quella del sogno e l'ausilio di oggetti mistici dall'enorme potere. Vengono introdotti da subito anche alleati ed avversari ricorrenti come L'Antico, maestro del Dr. Strange, Incubo, Dormammu e il Barone Mordo. Non mancano neanche le differenze con il personaggio che i fan del moderno universo Marvel conoscono, prima tra tutte la mancanza della cappa della levitazione che caratterizza graficamente il personaggio e che qui comparirà solo nell'ultimo numero del volume, andando a sostituire un look più oscuro dominato dai toni blu con uno più lisergico comprendente anche rosso e giallo. Le atmosfere delle primissime storie del Dr. Strange mi sembra che abbiano infatti influenze più Lovecraftiane che psichedeliche, riferimento quest'ultimo che spesso si spende parlando delle tavole di Ditko e che presumibilmente troverà maggiore conferma negli episodi a venire.


Lo schema alla base delle trame sembra a volte ripetitivo, probabilmente anche a causa della breve durata delle storie, impressione rafforzata dal frequente ripresentarsi delle stesse nemesi e delle stesse minacce, nella fattispecie gli attacchi portati all'Antico dal Barone Mordo o le incursioni di Incubo. Ciò nonostante è innegabile il fascino esercitato da queste vecchie storie con protagonista un eroe meno abusato di tanti altri e costellate di invenzioni grafiche che ben rendono l'ultraterreno nonostante le tavole non siano probabilmente tra le migliori realizzate da Ditko.

Ne esce un volume a mio avviso prezioso e godibile, che contiene tra l'altro l'episodio dove vengono narrate le immancabili origini del personaggio. Ora il mio cruccio è questo: per tanti anni la Panini è stata restia a ristampare storie provenienti dai decenni passati. C'è voluta la sana competizione per aprire le porte a questo tipo di interessanti iniziative che fino a qualche anno sembravano irrealizzabili. Ma di materiale in archivio ce n'è veramente tanto e non parlo solo di supereroi, noti o meno che siano. Senza andar lontano, e se si pensasse a ristampare qualche volume di Strange Tales? Magari così come erano pensati in origine, comprendendo le storie di personaggi noti ancor oggi ma anche quelle aventi per protagonisti gente comune o eroi ormai scomparsi. Dite che sarebbe possibile? A me non dispiacerebbe affatto.



domenica 24 marzo 2013

Il liebster Award





Dunque mi ero ripromesso di pubblicare su Fumettopènia solo ed esclusivamente articoli inerenti al fumetto, però non avevo preventivato di finire citato per un premio!
Certo mi ha citato Dario, lo stesso Dario che ogni tanto scrive per il Blog, quindi non so se come premio sia meritato, ma presumo, visto come lo tratto, dubito sarò, anzi saremo mai citati nel post annuale di Recchioni, quello in cui stila la sua top ten di migliori blog di categoria!
Quindi a nemmeno manco un anno di vita Fumettopenìa ha vinto già il suo primo premio.
Un premio solitamente, arriva alla fine di un gioco, un gioco per essere svolto necessità di regole, vediamo le regole di questo Liebster Award giochiamo dunque.

1) ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post.
Vamonos come direbbe Tex ai suoi Pards – Ringrazio Mr Firma Cangiante, in arte Dario, nordico nerd, conosciuto (virtualmente) sulle pagine del primo grande amore Fumetti di carta, dove è nata la  fissa di recensire quasi tutto quello che leggo, con il quale sono entrato quasi subito in sintonia. Entrambi palesemente esausti del fumetto supereroistico, ed entrambi incapaci di smollarlo.
2) rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
3) scrivere undici cose su di te.

4) premiare undici blog che hanno meno di 200 followers.
5) formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.
6) informare i blog del premio.


Regola numero 2) rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
 
1) Quanto tempo dedichi al tuo blog quotidianamente (più o meno)?
Direi un’ora. In totale, a meno che non debba scriverci un pezzo, in tal caso posso metterci anche più di un’ ora.

2) Riusciresti a consigliarmi un film, un fumetto, una serie Tv e un disco?
Dunque, Lady Killers con Tom Hank, l’ho trovato divertente, se poi vuoi fomentarti puoi ripiegare su Lincoln. Libri ne ho due: uno impegnato Il Tamburo di latta di Gunther Grass, uno meno impegnato Cavie di Chuck Palahniuk. Serie TV, Lost, semper fidelis, e infine disco: Mr Bungle - Disco volante.
Aspè, manca il fumetto, direi di darci un tono, quindi andiamo in giappone e suggeriamo la lettura di Al tempo di papà di Jiro Taniguchi. Oppure restate in europa e buttatevi su Grant Morrison - Il Mistero di Dio oppure All Star Superman

3) Nel giro di quanto tempo questo paese andrà dal culo?
Credo dipenda molto da Bersani, Grillo e Berlusconi, la velocità con cui finiremo con le zampe all’aria, sul fatto che ci finiremo però non nutro il benché minimo dubbio. Spero di vivere abbastanza  da vedere il necrologio di questi loschi figuri però.

4) Dove mettete in casa i vostri libri, fumetti, dvd, etc...?
Per contratto matrimoniale, gran parte dei miei fumetti, dvd e libri, sono giù in cantina, tutti ordinati, i fumetti addirittura imbustati uno per uno, in casa abbiamo cmq un botto di libri, film che reputiamo indispensabili, e fumetti di un certo spessore, infatti sulle mensole in casa ci sono solo brossurati e cartonati.

5) Qual'è il vostro personaggio di finzione preferito?
Sono indeciso tra Arya Stark, Tyron Lannister (Games of Thrones) ed il tizio con la balestra in The Waking Dead (ora mi sfugge il nome)

6) Se foste costretti a rinunciare alla cucina italiana, quella di quale paese adottereste?
La cinese.
 
7) Di che colore sono i muri della stanza in cui dormite?
Anonimamente bianche, ma siamo in affitto e pigri, in un futuro cambio di residenza lascerò decidere alla mia dolce metà

8) Il paesino/piccola cittadina più bello che avete visitato qual'è? Niente grandi città.
Brasov, Romania, deliziosa.

9) Se ognuno di quelli che partecipano a questa catena potessero far sparire con un solo pensiero una persona di merda dalla faccia della Terra, il mondo migliorerebbe?
Non so se il mondo migliorerebbe, ma se potessi far sparire dalla faccia dalla terra chi dico io, il mio mondo migliorerebbe sicuramente.

10) Eliminando il calcio dall'equazione, quale sport vi piace guardare?
Mai seguito il calcio, e prima che il numero di fratture diventasse considerevole, mi piaceva fare oltre che guardarlo, free-running, ora è l’unico “sport” che cerco sul tubo.

11) Avreste preferito undici domande più cretine di queste?
Ma no dai!

Scrivere undici cose su di te.
Azz…
Allora, vediamo:
1. Mi chiamo C. Gennaro, ho 37 anni, sono nato a Pozzuoli ma vivo a Roma da più di 10 anni. E da una settimana sono in fissa con l’app. Jurassik Park Builder, una variante di quei giochilli in cui devi costruire e gestire una città, qui devi tirar su appunto un parco di attrazioni con dinosauri da creare in laboratorio.
2. Sono sposato dallo scorso settembre. E con l’anello mi sento investito di una forte responsabilità, spero e mi adopero più che posso, per essere un buon marito.
3. Ho il pessimo vizio di leggere decine di cose contemporaneamente, libri e fumetti, però a meno che non siano dei mattoni esagerati (Gloria ha più volte tentato di iniziarmi a Zafòn, ma non si può leggere quella roba IMHO!), li porto tutti a termine.
4. I miei autori preferiti sono M. Crichton (Jurassik Park/Il mondo Perduto/Next), C. Palahniuk (Cavie/Fight Club/Ninna nanna), Glenn Cooper (i primi due libri), H.G.Wells (L’uomo invisibile), R. R. Martin (Le cronache del ghiaccio e del fuoco), e S.King (il gioco di Gerald/TheDome) per la letteratura, nei fumetti amo Alan Moore e Grant Morrison, e mi piacciono molto Garth Ennis e Geoff Johns, trovo piacevole Hickman, per il resto, di tutti questi grandi nomi che riempiono continuamente gli scaffali delle fumetterie, direi che non c’è nessuno che amo con costanza, sarà perché lavorano troppo. Ah! Brian M. Bendis, voi non avete nemmeno idea di quanto mi stia sulle palle. O forse si.
5. Trovo che Mike Patton e Trent Reznor, siano  i musici più completi dell’era contemporanea.
6. Il mio lavoro mi diverte. E quando posso, cerco di far divertire.
7. Detesto il mio paese. A dire il vero, trovo che siamo senza speranza, se dobbiamo affidarci ad un comico, e al contempo rimpiangere delle primarie, ed un viscido ed ambiguo bamboccione toscano, ma spero che quando faremo il botto, perché lo faremo, il popolo trovi il coraggio di far rotolare qualche testa, ed intendo rotolare, letteralmente.
9. Non ho mai fumato in vita mia, e va da sé che non so cosa sia una canna, e quasi mi vergogno di questa cosa!
10. Ad Aprile devo per forza ritornare in palestra, o quello, o distruggo i fornelli a mia moglie, cucina troppo bene cazzo!
11. Imbusto i fumetti, quasi tutti, e per alcuni di loro ho una copia per la lettura ed una copia per la  collezione.
Finito però che fatica parlare di se per unidici volte, spero solo di non avere fornito un quadro troppo banale.
4) premiare undici blog che hanno meno di 200 followers
Non ce li ho 11 Blog da citare, ma eccone 6 che visito spesso spessissimo:

5) formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.

1) Come ti senti nel realizzare che ti ho infilato in una catena?
2) Film, fumetto, romanzo, serie televisiva preferita.
3) Fringe,  a che serie l’avete interrotta?
4) Siete certi di aver capito bene il finale di Lost?
5) Brunetta, Scilipoti, Gasparri, sono motivi abbastanza validi per abbracciare la clandestinità, riempire uno zanio di plutonio instabile e dissolversi in un fungo atomico in quel di Roma?
6) L’inferno di Dante Alighieri, qual è il vostro canto preferito?
7) Continuerete Lanterna Verde quando Johns lascerà la serie?
8) Quale superpotere vorreste avere?
9) Non vorresti chiedere a Berlusconi l’ubicazione di almeno uno di questo famosi orfanotrofi  che stava costruendo in Thailandia o in Africa, poco prima di decidersi a ritornare in politica (leggi pure approfittare un altro po’ del legittimo impedimento)
10) Sei riuscito a scampare alla Ruzzle-mania?
11) Chi è più forte? Superman o Hulk?

6) informare i blog del premio.
Lo faccio subito.

Bene o fatto tutto...torno a leggere il primo numero della collana Superman-Batman, il primo numero contiene la miniserie di Loeb/McGuinnes -  Nemici Pubblici, finisco di leggere il Mighty Thor di Simonson mancano pochi numeri ormai, continuo il romanzo di Crichton Timeline, e cerco di trovare il tempo di cominciare a leggere Justice League - il Chiodo illustrata da Alan Davis.
Ora scusatemi davvero devo sfamare i due Velociraptor per farli aumentare di livello.
Baci ai pupi.

sabato 23 marzo 2013

Il Frankenstein di Walt Disney



Dario evidentemente non si  è fermato come me al primo volume della raccolta Disney dedicata alle grandi parodie, ecco la sua opinione sul volume che contiene l' adattamento Disney del macabro romanzo di Mary Shelley - Frankenstein.
Buona lettura a tutti e buon fine settimana!
Pippo Frankenstein, come è facile intuire dal titolo, è una delle parodie Disney contenuta nel quarto volume della collana Disney - I classici della letteratura. Il titolo del volume è Zio Paperone e il viaggio al centro della Terra che presenta in appendice proprio il racconto tratto dall'opera di Mary Shelley insieme a Paperino e Paperoga al centro della Terra e Paperino e il magazzino dei mondi.

La parodia realizzata da Greg Crosby (sceneggiatura) e dalle matite di Hector Adolfo de Urtiàga attinge alla parte più celebre della mitologia di Frankenstein, quella relativa alla creazione del mostro all'interno del lugubre castello del Dottor Frankenstein (si pronuncia Frankenstìn).

In una notte buia e tempestosa il Dottor Topolino, a bordo di un carro di zingari, raggiunge il castello del Dr. Frankenstein, un nome che sembra provocare crisi isteriche negli abitanti del luogo, ma anche allo strambo assistente del Dottore e apparentemente al Dottore stesso. Come Frau Blucher ai cavalli. L'incontro con lo strampalato assistente e non meno quello con il bizzaro Dottor Frankenstein sono occasione per gag e battute che danno un bel ritmo alla breve storia (poco più di una quarantina di pagine) conducendola pian piano alla creazione del mostro e all'incontro del Dr. Frankenstein con i timorosi abitanti del villaggio ai piedi del castello.

Inutile dilungarsi sulla trama, evito così di spoilerarvi le parti divertenti della parodia che ovviamente, come da tradizione Disney, non presenta finali tragici nè particolari risvolti crudeli ma è tutta basata sul divertimento.

La caratteristica peculiare di questa storia è l'ottima costruzione delle tavole da parte di Urtiàga, una resa grafica originale che differenzia questa storia dalle altre del volume ma anche da quelle dei volumi precedenti. Rispetto alle immagini che sono riuscito a trovare in rete, la versione presentata su questa collana offre una colorazione differente, più accesa e che presenta colori diversi da quelli pensati in origine per la prima pubblicazione.



Molte tavole sono composte da un'illustrazione unica dove il lettore segue i movimenti dei protagonisti assecondando il classico ordine di lettura,  in altre tavole le vignette sono solo suggerite da alcuni elementi di scena come arbusti, catene, strani congegni, etc...

Il risultato finale offre una storia molto piacevole e divertente con un'originalità grafica che lascia soddisfatto anche l'occhio. Valutando anche le reazioni alle storie avute dalla mia bambina, questa risulta una delle meglio riuscite insieme a quelle del Canto di Natale e la prima breve realizzata da Carl Barks, entrambe contenute nel primo volume della collana.

mercoledì 20 marzo 2013

Il nuovo numero di fumettopenìa su Issuu

Ed eccoci al secondo appuntamento con la webzine di Fumettopenìa, su questo numero raccolgiamo oltre ad alcune recensioni presenti sul blog, anche alcune opinioni inedite sul nuovo titolo SaldaPress, Witch Doctor, e diamo due informazioni, giusto due sugli albi targati Zenescope/7age.
spero vi piaccia l'impostazione della rivista, vi prego di non dimenticare che sto partendo da zero, non so nulla di impaginazioni, ed uso un programma da principianti come Publisher...beh non mi resta che augurarvi buona lettura, aspetto i commenti.
Baci ai pupi.

questo è il link: http://issuu.com/gennarospo/docs/fumettopenia01?mode=window

Ciao ciao Hickman, ciao ciao Ultimate Comics

Si è conclusa 'sto mese la gestione di Hickman sugli Ultimates.
Ne parlammo tempo fa qui, CLICCAMI  ( lo so sto ancora preso con questo rifacimento di Alice, prima o poi ne parlo giuro)
Bella?
Bella, però lascia troppa carne sul fuoco, e la domanda che ci si chiede inevitabilmente è: chissà se questo sbandierato erede (sbandierato dai tizi della panini nei loro editoriali) sarà all'altezza dello gestire le molte trame lasciate aperte da Hickman, io onestamente sono scettico, e ad essere sincero, anche se capisco che un autore possa essere vincolato da determinati contratti, trovo molto poco serio che uno scrittore pianti di punto in bianco un serie per andare a fiondarsi su un altra, uno come Hickman poi famoso per diluire le sue trame nel tempo ed elabolarle ed amplificarle, capitoli dopo capitoli, abbiamo una geografia del mondo Ultimate, dopo il suo contributo, decisamente stravolta, ed apparentemente fertile per coltivarci storie un cui sia forte la componente di spionaggio e la fantapolitica, resta da vedere se questo Humphries, sarà in grado di scriverle o ripiegherà sulla solita Royal Rumble con tanti cazzotti e povere di contenuti.

Stravolto è dire poco.
Nei 12 numeri che Hickman ha gestito la serie è successo letteralmente di tutto.

Ma roba pesante, che per essere resettata ( e lo sarà inevitabilmente prima o poi, sigh) prevederà probabilmente l'utilizzo del cubo cosmico.
Hickman ha distrutto (ATTENZIONE da questo punto la recensione potrebbe contenere SPOILER)
gran parte dell' Europa, ha annientato Asgard e tutti gli Asgardiani, de-potenziato Thor, distrutto l' America latina con delle esplosioni nucleari, raso al suolo Washington ed ucciso il presidente degli Stati Uniti, trasformato la Cina, che è diventata la culla della versione Ultimate dei Devianti e degli Eterni, , resi gli Ultimates fuorilegge, che altro? Ah si, ha reso il tumore di Tony una sorta di essere senziente, che è stato il risolutore della lotta contro Reed richard ed i suoi figli del domani.
Insomma grandissimo story-arc, che però adesso resterà orfano del suo papà, e che sarà gestito speriamo al meglio dall'autore di  Fanboys vs Zombies per l'etichetta Boom Studio. Si lo so sono uno stronzo, a rovinarvi la festa.

Anche l'occhio vuole la sua parte.
Fosse solo un problema di scrittori, il fatto è che non è solo Hickman ad abbandonare la serie per scrivere i suoi Vendicatrori (Marvel Now), ma va via anche il signor Esaad Ribic, che cede il tavolo da disegno a Philip Tan, bravo si, ma che ha la sfiga tremenda di seguire un artista come l'illustratore europeo.
Per non parlare del numero sei (ultimo numero della run a firma Jonathan Hickman), bollato come imperdibile, ma evitabilissimo sul versante grafico, disegnato da ben 5 disegnatori, di cui non me ne vogliate, mi sento di salvare solo Ross con il suo tratto pulito ed aspirante realista, ma per quel che conerne la geometria della tavola, ben lontano dal solito widescreen comics che è sempre stato una particolarità di questa testata fin dai tempi di Hitch.

Queste run segate a metà non sono una cosa carina da vedere per i lettori, specie quella tipologia di  lettore che da tempo ha deciso di seguire più gli autori che i personaggi.
Tanto si è capito che i personaggi sono una costante di una casa editrice, saranno uccisi, resiscitati, rinfrescati, ringiovaniti o invecchiati, ma saranno sempre lì, l'interpretazione dei personaggi invece, a firma di determinati autori, quella è una cosa unica se vogliamo, ed è per questo che è indecente il rimpasto di autori in casa marvel durante il Marvel Now.
D'altronde, parliamo di 12 numeri, non di una estenuante run quinquennale, è un vero peccato che lo scenario di fantapolitica ipotizzato da Hickman ora finisca nelle mani di un autore ancora troppo giovane per sfruttarlo al meglio.
Io lascio, però vi consiglio di rimediare  questi primi sei numeri per gustare l'apocalisse che Hickman concepisce per i suoi Ultimates.
La repubblica sta bruciando, il Mondo e Due città due mondi , per non parlare dello speciale di Occhio di Falco disegnato da Rafa Sandoval, meritano tantissimo -  Inevitabile però sentire crescere il cruccio, e pensare a come sarebbe stato se....Hickman non fosse stato spedito altrove.
Insomma un What if...? del tutto particolare.
Baci ai pupi.

Evito di sparlare ancora una volta del Daily Bugle....personalmente lo trovo inutile, ma perchè non finisce sulle pagine di Spiderman? Trovo sia imbarazzante come la Panini impegni le pagine disponibili in una serie infinita e ridondante di consigli per gli aquisti.
Abbiamo capito, vendete roba Marvel.

lunedì 18 marzo 2013

Le novità di cartoomics

La fiera del fumetto di Milano si è conclusa, andiamo a vedere le novità delle due major italiane -

Rw-Lion - poche novità rispetto ai rumors che giravano on line, la Lion sta andando bene a sentire Alessio Danesi, la loro testata su Batman, è l'albo più venduto in italia. Tanto che l'editore conferma che calerà di prezzo dal numero 13.
Anche Superman ha riscosso un buon successo, ed anche i lettori di Superman verranno premiati con uno sconto sulla testata.

RW-PREWIEV! - dovrebbe vedere la luce tra Maggio e Giugno, una rivista che parlerà esclusivamente della DC e della Lion, che andrà venduta nel circuito delle Fumetterie, al costo di 1€, 50 cent. se preso con Mega, oltre le news sulla casa editrice e sugli albi in uscita, la rivista conterrà anche una storia inedita di un personaggio DC.

Before Watchmen - questo formato ladronesco, a sentire i capoccia Lion, è andato molto bene, ma mu questo, ho poco da lamentarmene, visto che li sto prendendo tutti, e quel che da ad intendere Danesi ed il mega-direttore generale, Saviano è che il formato 32 pag. a €2,50 continuerà ad esistere.
In questo formato vedremo Tom Strong, EX-Machina e il Lobo di Simon Bisley.
Se mi è concess commentare l'iniziativa la trovo alquanto audace, il materiale non è inedito ed in più è reperibile a basso costo sul mercato dell'usato, specialmente il Lobo illustrato dal disegnatore britannico.
La novità del formato è che sembra conterrà anche una storia di un comprimario, inedita, più breve.

In virtù dell'arrivo del nuovo telefilm dedicato a Freccia Verde, è in arrivo il primo Essential che raccoglie le storie firmate da Grell, Giordano ed Hanningan, prezzo del volume 24,95€ e contiene i primi 12 numeri della serie Green Arrow, devo visionarla però per dirvi se si tratta della serie stampata dalla Play Press anni fa, vi farò sapere, appena mi arrivano sottomano qualche immaginetta.
In caso fossero davvero le stesse storie, successive alla saga di Shado, direi di tenerle presente, quello di Grell/Giordano/Hannigan è uno dei Green Arrow più interessanti da leggere.
Il volume sarà scontato a 23,00€ per chi acquisterà anche il mensile regolare di Arrow, sconto che sui social network ha suscitato varie polemiche da troll, fomentate dai soliti lettori nati, oltre che per leggere per lamentarsi anche quando non c'è nè alcun bisogno.

Per quel che riguarda Superman, annunciata una ristampa delle storie firmate da Gil Kane, degli anni '80, tutte inedite, e l'ormai prossimo primo volume delle Superman - Chronicles, dal proibitivissimo prezzo di 134€, che raccoglie le prime storie degli anni 30.

Casa Panini - come volevasi dimostrare il Marvel Now americano porterà un rimpasto negli albi Panini/Marvel, qui il link per spizzarveli tutti con calma uno per uno.
Mi preme solo sottolineare alcune novità previste da settembre e delle quali ho già parlato in passato avendo già letto l'edizione inglese :
Cable and The X-Force andrà su Incredibili X-Men #01 da settembre in edicola, insieme a Uncanny X-men ed X-Men.
I Thunderbolts finirannò su Devil ed i Cavalieri Marvel a giugno, che non cambierà la sua numerazione, insieme a DareDevil e Punisher :War Zone.
Savage Wolverine di Cho, arriva a luglio su Wolverine #01 con Gambit e la serie regolare dell'artigliato.

Thor: God of Thunder andrà su Thor Dio del tuono #01, da giugno in edicola, insieme a Journey into Mistery e Young Avengers.
Infine da tenere d'occhio l'iniziativa di ristampare Fantastici Quattro Vol.#1 di J. Byrne, nell'immmancabile Omnibu, per Byrne ce posso anche stare, non riesco ad immaginare per quale motivo vorrebbero proporre un omnibus anche per Flop Itself, il peggior mega evento sia mai stato fatto negli ultimi anni.
Last but no Least la ristampa del bellissimo Thor - Vichinghi su Max Best Seller, che dovrebbe essere la miniserie di Ennis e Fabr.
Me sa che vi ho dett tutto!
Baci ai pupi.

venerdì 15 marzo 2013

E oggi si parla di Zerocalcare

Prima o poi dovevamo parlarne, Zero è il fenomeno editoriale dell'anno, in cima alle classifiche di Amazon, presenza fissa di praticamente tutte le fiere del fumetto che contino, il ragazzo della periferia romana, ha fatto strada velocemente. Aò, daje.
E per i blogger poi è una manna dal cielo, per quelli del fumetto intendo, infila il suo nome come etichetta, come tag, ed il contatore delle presenze ti schizza in alto, più di quanto lo facesse se ci mettessi a tradimento, paroline come  M.I.L.F, Brazzers o Sexy Housewife.
Io, non l'ho ancora letto, per nessuna ragione in particolare, ho dato un occhiata al blog ogni tanto, su suggerimento di Micheal, e devo dire che mi ha divertito.
Meno male che ci ha pensato Dario, ed ecco cosa ne pensa della Profezia dell'Armadillo.

"Si chiama profezia dell'armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen".

-La Profezia dell'Armadillo - Zerocalcare (BAO ed. - Brossura 16€ 144 pagine)-

Tanto per mettere in chiaro, così non vi fate domande. Una specie di legge di Murphy a Rebibbia. Zerocalcare dunque. Per chi bazzica il mondo del fumetto, le mostre, il web il nome di Zerocalcare ormai gli esce dalle orecchie. Il ragazzo, il Michele Rech, ha fatto il botto come si dice in gergo, è diventato quasi un caso editoriale. O forse senza il quasi, chissà. Io di solito con i "casi" non ci vado d'accordo, non troppo. Ho sempre quel dubbio che il fenomeno del momento sia sopravvalutato, senza parlare poi dei mostri sacri riconosciuti da tutti che proprio no. Ma non è questo il caso in questione. Allora, tornando a noi, il botto il ragazzo se l'è meritato oppure no?

E chi lo sa? Chi sono io per dirlo? Però, da buon diffidente, devo dire che il volume in questione m'è piaciuto, parecchio. Partiamo dalla parte facile: le matite, i disegni. E' bravo. A sfogliare il volume così hai la sensazione di un tratto semplice e naturale ma davvero piacevole. Poi lo guardi con più attenzione e cogli il livello dei dettagli con cui realizza le vignette pur rimanendo su uno stile all'apparenza semplice, la capacità di caratterizzazione delle espressioni, la felicità nel creare creature grottesche e inserire citazioni. Il volume poi l'hanno pure colorato, bello, bella confezione. Pare che quelli della Bao non l'abbiano neanche fatto stampare in Cina. Un bel prodotto non c'è che dire, poi a me l'hanno regalato, quindi...

Parte difficile: la storia/le storie. Il volume procede per brevi episodi, composti da una o due tavole quelle brevi per arrivare a un massimo di cinque o sei quelle lunghe (ma sono rare e forse quelle da sei me le son sognate). Una dietro l'altra però compongono un mosaico unico. Non un fitta trama ma un'esperienza di vita, quella del protagonista, sicuramente autobiografica ma che racconta un po' di me, di te, di lui e di quell'altro. In qualcosa ci si ritrova un po' tutti. Chi è che non ha mai perso un'occasione, che è stato zitto quando doveva parlare? (o viceversa). Chi è che non ha maledetto almeno una volta il Guardiano del tempismo? Il protagonista, va da sè, è Zerocalcare, ragazzo di periferia romana.
Fa ride? A momenti parecchio ma è anche amarognolo, come dev'essere. Che anche noi ridiamo tutti i giorni, ma mica va sempre tutto bene, no? Il volume è stato incensato ovunque, forse a dismisura. Però ne vale la spesa, dentro c'è della bella roba, più coinvolgente di quella di nomi anche più blasonati. Poi se ve lo regalano, che ve lo dico a fare?

Nel caso mia moglie leggesse il post quello dopo si chiama Un polpo alla gola. Grazie.
Dario.

giovedì 14 marzo 2013

Lo spiderman dei due mondi

Ammettetelo, come titolo è figo.

Letta or ora la miniserie firmata Bendis-Pichelli, quella sul team up ra lo spiderman dell'universo 616 e quello dell'universo Ultimate.
Cominciamo subito con il dire una cosa, mia moglie sa benissimo che è una cosa platonica, ma io adoro Sara Pichelli. Ma quanto disegna bene 'sta donna?
Bello il tratto, bella l'impostazione della tavola, belle le splash. Graficamente la miniserie vale 10, senza alcun dubbio, i disegni della Sara sono da ammirare con calma è più volte, ed è assolutamente una maestra nel caricare cineticamente lo story-telling di un albo.
Bello. Brava. Anzi bravissima.
Bendis quando si tratta di Spiderman, si sbraga e la sua proverbiale mania di far straparlare i suoi personaggi, aumenta come se ci si trovasse in una cassa armonica di una chitarra, ma la cosa stavolta non è irritante. D'altronde il più classico dei Peter Parker era così, quindi questa sua, chiamiamola dote, in questo contesto, risulta addirittura godibile. Senza rivelarvi nulla della storia, per chi ancora non l'ha presa, possiamo solo dire che la lettura è scivolata via piacevole e veloce, e dalla copertina del secondo numero, oso pensare che le cose si faranno parecchie divertenti.
Verdetto Finale - Yes, se pò fa, approved! Se vi avanzano 6 eurini investiteli in questi due numeri,  il secondo sarà in edicola a Maggio.
L'edizione italiana - inutile spendere altre parolacce sul formato, ormai la piega, anzi la piaga, che prenderanno i fumetti in Italia è questa, monografici (il che non è un male considerando molte volte i comprimari), e smilzi, certo non smilzi come in america, ma smilzi rispetto al prezzo di copertina, ormai la legge del mercato (leggi pure: voi), ha premiato questo formato, e presumo si moltiplicherà, in casa Panini con l'eslosione del Marvel Now, insomma tutto quello che non potrà andare in appendice finirà in questo formato, Ma per la nuova struttura degli albi della Panini dovremmo aspettare le dichiarazioni che verranno fatte in quel di Milano, proprio oggi se la memoria non mi inganna.
E Cristiano Grassi?
E chi lo legge più? Il suo World Wide Web, in relazione alla storia letta è utile come una forchetta in un piatto di brodo. Me lo sono letto nella speranza di avere qualche notiziola in più sul Villain in gioco, specie sulla sua versione "ultimate", che io non ho mai seguito, e che quindi non conosco, ma niente, il buon Grassi in tutto l'editoriale non fa che proporre acquisti, a volte poi anche senza ritegno, io per esempio, non consiglierei di leggere lo Spiderman di Dan Slott nemmeno al mio peggior nemico.
Baci ai pupi.

Ultimate comics - Spidermen di Bendis- Pichelli - Marvel Select 8, brossurato bimestrale a colori della Paninin Comics 44 pagine - sich! 3 €

mercoledì 13 marzo 2013

Ecco qualcosa di veramente nuovo: Zombie the Waking

"Chiamiamolo Walking Dead, senza THE."
"Non è una grande idea, anche perchè quelli della Skybound sono parecchio avvelenati sulla questione dei diritti d'autore, se sò sbranati anche tra loro."
"Cazzo però TheWalking Dead era ottimo."
"Te credo capo, infatti stanno a fa i miliardi."
"Aspetti ho trovato ho trovato! Chiamiamolo Zombie the Waking! Come lo vede?"
"Penso che fa cagare, però come si dice chi tardi arriva male alloggia."
"Su capo non si butti giù, d'altronde anche noi possiamo vantare la nostra novita..."
"Cioè?"
"I nostri zombi mica vanno in giro ciondolando, lenti e mugugnando."
"Capirai, che fanno urlano e gridano? 28 giorni non l'hai mai visto?"
"Quelli urlavano i nostri invece parlano e pensano coerentemente."
"Crossed di Garth Ennis, insomma se non chiudiamo per le vendite basse chiudiamo per le querele."
"Macchè capo, gli Scrociati erano vivi, i nostri sono morti, sono zombi intelligenti."
"Ah, annamo bene."

Musica nuova in cucina dove la patata è Regina.

Ha cominciato qualche anno fa la GP con le sue iniziative da edicola, a  ruota poi  sono seguite Aura e SaldaPress, con le loro proposte a basso costo in formato Bonellide, ora si fa avanti anche la 7age, che porta nelle edicole italiane i prodotti dell'indipendente americana Zenescope Ent.
Uno di questi nuovi titoli è appunto Zombie The Waking, di Gregory e Drujiniu.
Cos'è Zombie the Waking?
Pare sia una miniserie di 3 numeri, stampati in formato bonellide, come detto pocanzi, in scala di grigi (la versione originale è a colori, ma per 2,90, il convento questo ve passa) il primo volumento da 64 pagine (poche rispetto a quasi tutti gli altri compagni di scaffale), ed ovviamente parla dell'enesima rivisitazione dei morti viventi e dell'apocalisse che portano.
Sarei molto molto cattivo bocciarlo a priori, questo Zombie, potrà fallire come horror, e sicuramente non ha dietro il lavoro mastodintico sulle psicologie che hanno reso il fumetto di Kirkman uno dei migliori titoli del 2000, eppure come poliziesco non è proprio da buttare via al primo numero.
I dialoghi non sono malvagi, e di personaggi, nonostante qualche picco di banalità sulla sceneggiatura, sanno comunque conquistare la simpatia del lettore, la prosa di Gregory e le sue acrobazie sulla timeline della storia, stuzzicano quel tanto che basta la curiosità del lettore per ricordarsi dei prendere i secondo numero.

Anche i disegni di Drujiniu fanno la loro parte, il disegnatore ha una variegata gamma di prospettive, le tavole non sono assolutamente statiche, al contrario danno un  onesto, genuino e sostenuto ritmo alla storia , che però in tutta franchezza dovrebbe decisamente decollare il prossimo mese.
Voto Finale - 6 1/2  - ma la prenderò tutta. Aspettiamo di vedere  cosa succede con il propagarsi dell' infezione, e con il  proliferare di questi Zombie-Killer, che sembra conservino gran parte dell' intelligenza, e siano più dediti all'omicidio che al cannibalismo.
Il volumetto, non raggiunge il sette pieno per  l'esiguo numero di pagine, 64, la latitanza di editoriali degni di questo nome, e l'assenza delle copertine originali.
Per il resto questa miniserie non ha nulla di cui vergognarsi.
Auguri sinceri a quelli della 7Age, e spero accolgano i consigli. 
Baci ai pupi.

lunedì 11 marzo 2013

E' un uccello, è un aereo, è Gary Frank

Non credo di essere un profondo conoscitore del papà di tutti i supereroi, non ho mai letto nulla, o quasi nulla della sua utlima produzione, mi manca il ciclo di M. Straczinsky, quello che ha fatto incazzare i neonazisti americani (ed anche qualche fanatico nazionalista, di questa terra di caciotte e tangenti), questo solo perchè Superman aveva rinunciato ad essere cittadino americano, mi manca tutta la saga di Nuovo Krypton, però credo di essere in possesso di alcune delle storie più belle che siano state scritte per lui.
Credo di potermi vantare di alcune delle più interessanti interpretazioni che siano mai state fatte dell'uomo d'acciaio.
Ero davanti all'edicola in prima fila, in quel di Pozzuoli tanti anni fa, quando la Play Press annunciò la nuova testata, con protagonista Superman, testata che addirittura cominciava con la morte di questi per mano di Doomsday.
E sono stato tra quelli che hanno apprezzato il Regno Dei Superman, prima del suo ritorno, anche se credo che molti come me avrebbero fatto a meno dello Steele disegnato da Bogdanove.
Un Iron-man di colore che tra i tanti nuovi superman in giro per metropolis, era di sicuro quello più indigesto e noioso.
Dopo, cresciutello, e molti anni dopo, ad una fiera del fumetto di Roma non mi lasciai sfuggire il cartonato in finta pelle, firmato Mark Waid ed Alex Ross, Kingdome Come, che non mi colpì solo per via dell'arte iperrealista del signor Ross,  ma comunque quel Superman, invecchiato e rassegnato, stilisticamente, doveva molto al Kal-L di Terra-2, d'altronde si sa che Ross è sempre stato un nostalgico del fumetto che fu.
Tempo dopo alla stessa fiera, qualche anno più tardi, mi accaparrai il sublime, All Star Superman, di Morrison e Quitley, altra colonna portante dell'eterno successo dell'uomo d'acciaio.
Ma al di là di questi "essential", sono tra quelli che si sono goduti il rilancio dopo Crisis ad opera di John byrne, Man of Steel, ed ho avuto la fortuna, grazie alla Play Press, di poter leggere le storie scritte da Alan Moore, senza dover  impegnare un rene, o un polmone.
Indubbiamente anche Supes, ha avuto i suoi momenti bui, credo che possiamo etichettare in questo modo il periodo Loeb-McGuinness, cartoonista eccellente per la mole ipertiroidea di Hulk, quale che sia il suo colore, ma che ridusse nelle sue tavole, il nostro povero Kal-El, ad un inespressivo bamboccione da cartoni animati.
Superman è nato nel 1938, e da allora ne ha avuti di reboot, sicuramente il più significativo fu quello di Byrne, ma a quei tempi, tutto quello che faceva Byrne era significativo, era Byrne ad essere significativo, e tranquilli se pensate che questa introduzione vi sta portando all'ennesima recensione sul nuovo ciclo di Superman (New52) di Morrison , che tra l'altro ho lasciato sugli scaffali, sappiate che vi state sbagliando, sono qui per proporvi la lettura, visto che è materiale reperibilissimo, di un ciclo di storie di Superman firmato da Geoff "Highball" Johns ed il britannico Gary Frank.

Origins - La Legione dei Supereroi - Brainiac.

3, il numero perfetto,tre volumi, tre miniserie che riscrivono, il mito, e lo ringiovaniscono con la freschezza della prosa di Johns.

Secret Origins

Il nuovo passato di Superman di queste pagine, pesca il meglio dei suoi 75 anni  di vita mediatica, il  particolare fondamentale di questo volume è il fatto che gli autori attingono molto dalla filmografia originaria dei primi film di Donner, infatti tra citazionismo e revisionismo Johns nei testi e Frank nelle tavole si rifanno monto a quell’indimenticabile materiale.
Come nel film, la Metropolis di Johns, è in piena crisi economica, è una città cinica ed arrivista, come nel film, la prima apparizione di Superman in pubblico porta al salvataggio di Lois Lane e di un elicottero.E se lo scrittore per certi aspetti resta fedele al passato collaudato, per altri come la caratterizzazione di Luthor, opta per la corrente progressista.
Il Lex Luthor di Johns è in tutto e per tutto il macchinoso perfido cervellone che è diventato negli ultimi anni, l'evoluzione del villain più famoso della storia dei comics che è passato dalla armatura verde smeraldo della Silver Age, al completo da sartoria dell' uomo d'affari senza scrupoli.

Dedicato a C. Reeve, che ci ha fatto credere che un uomo può volare 

Questa dedica, che presumo sia di Ross, è scritta in calce ad una fantastica tavola di Superman, ed appare nell' edizione di Kingdome Come sui Grandi Classici del fumetto di Repubblica Serie Oro, (si c'ho anche quella, la classica copia da lettura, da buon nerd che sono). E Reeve, il primo (ed ineguagliato) Superman di celluloide, è il modello usato da Frank per il suo Superman su carta.
D'altronde lo stesso Frank tanti anni fa a Lucca nel presentare il suo nuovo lavoro per la DC diceva: «Per quelli della mia età, è difficile prescindere da quel volto pensando a questo supereroe. In Usa esistono perfino i casting per trovare il volto più adatto ai supereroi a seconda dei tempi, ma a mio parere, è difficile immaginarlo con un volto diverso da quello di Reeve». Ed aveva perfettamente ragione, perchè per un'intera generazione di lettori, quelli che hanno superato da un pezzo i -enti, e stanno cavalcando a passo di carica i -enta, per poi ritrovarsi definitivamente negli -anta, Superman è C.Reeve.
Sempre Frank dichiara: «Non riesco a legare il personaggio solo alla prestanza fisica, ma lo metto in relazione ad un grande carattere. In questo Reeves è ancora più calzante come 'modello': il suo Superman, infatti, era contenuto e moderato nei movimenti, e modesto non comportamenti che non erano mai eclatanti».
Altra dichiarazione rinscontrabile nelle sue tavole, le anatomie di Frank, che abbiamo avuto modo di conoscere anche grazie al suo lavoro sullo Squadrone Supremo di J. M. Straczinsky (MAX).
Lo stile di Gary Frank non prevede delle anatomie ipertrofiche, i suoi personaggi non sono i classici energumeni che appaiono in quasi tutti i comic-book, la struttura corporea dei suoi personaggi è riconducibile alle statue del classicismo o del neo-classicismo, i personaggi di Frank, anatomicamente parlando, sono perfetti, e tuttavia restano umani,  plausibili, grazie al suo certosino lavoro sulle espressioni. Ecco perché questa particolare edizione di Superman è meritevole di attenzioni. I nostalgici non potranno che godere del perfetto lavoro dell’illustatore britannico su Superman, sull’indimenticabile C.Reeve che rinasce in queste pagine.
How I met Brainiac
La primissima volta che mi imbattei in Brainiac, erano i tempi della Play Press, su Play Saga, onorato brossurato, sul quale potemmo leggere la prima edizione di Crisis on Infinite Earth.
A quei tempi Brainiac era solo un A.I. superiore, capace di ridurre la vita stessa a calcoli probabilistici, ed in quel particolare volume, alleatosi con Luthor, voleva aprrofittare del caos creato dall’Anti-Monitor, per conquistare una delle 4 terre superstiti (o forse mi sbaglio erano 3).
Con il suo Sindacato del Crimine totalissimo, un mega-gruppo che riuniva di criminali delle terre superstiti, si lanciò all’attacco delle terre residue, con una violenza che portò anche alla morte di svariati characters, un plot narrativo, delizioso come del resto l’intera saga, tanto per divagare un po’, che se vogliamo potremmo supporre abbia poi ispirato in futuro Mark Millar per l’incipit del suo Old Man Logan.
Il Brainiac di Johns non ha molto di diverso da quello della Silver Age.
L’aspetto è quello del Coluano Vril Dox, cronologicamente è l’antenato del Brainiac V , che diventerà il leader della Legione dei Supereroi, e tecnicamente, reboot permettendo, dovrebbe essere il padre di Vril Dox II, iI fondatore del corpo di polizia galattica L.E.G.I.O.N .
Per l’audace scrittore che ha rilanciato l’universo DC, Brainiac, è un alieno intelligentissimo, (come tutti i Coluani) che vaga per lo spazio in simbiosi con la sua astronave, alla ricerca di nuove forme di vita da schiavizzare.
Il Brainiac dell’autore del rilancio assoluto di Lanterna Verde, è uno spietato collezionista di mondi e culture. In pratica arriva sui mondi, cala una cupola su una città che rimpicciolirà e porterà sulla sua nave, e al tempo stesso distrugge il pianeta, così da essere l’unico depositario della cultura di quel mondo.
Insomma senza darvi troppi input, anche questa miniserie di Jhons è deliziosa, ed anche questa si arricchisce di citazioni cinematografiche e non.
L’astronave di Brainiac è un chiaro omaggio agli alieni del secondo capitolo della Lega degli Straordinari Gentlemen di Moore e O’Neill, il design della tecnologia interna è palesemente ispirato ai film di MATRIX.
Ed è difficile non pensare al romanzo di S. King, the Dome, quando si vede la cupola che cala inesorabile sulle città.
«All'inizio vedevo questo supereroe come anacronistico: Ho anche pensato fosse il caso di svecchiarlo, ma, lavorandoci, ho compreso che non ne ha davvero bisogno, poiché si tratta di un personaggio che si sente bene così com'è. Cercare di renderlo più 'trendy', però, dà vita solo a risultati imbarazzanti, un po' come quei genitori che vogliono ringiovanirsi per forza per essere al passo con i figli. Il risultato che ottengono è imbarazzante».
Altro dogma del disegnatore che ho decontestualizzato dall’intervista, ma che trova riscontro nell’opera. Il Superman di Johns non sarà l’essere super-intelligente di Grant Morrison (All star Superman), lo scrittore americano preferisce sviluppare l’aspetto umano del personaggio:
“Non voglio essere diverso. Voglio essere Clark Kent, voglio essere tuo figlio.”
“Ma Clark, tu sei mio figlio.”  Clark si sente umano, tremendamente umano, e l’umanità umane è deliziosamente raccontata quando è nelle vesti del timido giornalista, o quando si rapporta ai suoi genitori adottivi, infatti si presta particolare attenzione alla caratterizzazione dei  personaggi di Mà e Pà Kent, ripresa poi in Origin. (nb. nella cronologia editoriale del personaggio Origin è successivo alle altre due.)
Tuttavia il risvolto drammatico del finale deve molto alla miniserie di Morrison.
Anche Brainiac, come Origin e Legione dei Supereroi, è un’ interessantissima interpretazione del mondo di Superman, e tra l’altro fa da trampolino di lancio per la saga di Nuovo Krypton, altra godibile saga di Johns, di cui magari vi parlerò in separata sede.
Ritorno al Futuro.
I viaggi temporali sono alla base dell’avventura con la Legione dei supereroi.
Se Secret Origins, fondamentalmente è una bella revisione delle origini del superoe e Brainiac è una violenta e coinvolgente rivisitazione degli scontri con Brainiac, Legione dei Supereroi è la classica trama di Johns.
Ed è quella che preferisco. La legione di Johns ha una reverenza verso Superman decisamente coninvolgente, la trama è semplice ma godibile, e regala svariati momenti di godibilità.
In un futuro razzista, che vuole fuori dal Pianeta tutti gli alieni,  dove la storia è stata riscritta a vantaggio di una oscura Justice League, e la Legione è considerata fuori legge, Superman è contattato da Brainiac V, per correre in aiuto dei discepoli del futuro della sua ideologia.
Superman si ritrova catapultato in una Smallville decl…no.
Non mi va di dirvi nulla, non mi va di rovinarvi la sorpresa, però va detto, che a mio modesto parare La Legione dei Supereroi è la migliore delle tre miniserie del duo Johns – Frank.
Consigli per gli acquisti.
Cominciamo dalla fine: La Legione dei Supereroi, è disponibile in tre edizioni.
Sulla serie regolare di Superman della Planeta de Agostini nn.16-17-18, sull’antologica apparsa in edicola della RW-Lion/Mondatori #24, e su un cartonato sempre della Planeta chiamato Il Superman di Geoff Johns vol.2
Stessa storia per Brainiac, tre edizioni: sulla serie regolare della Planeta sui numeri 26-27-28. Sul cartonato Il Superman di Geoff Johns vol.3, e sui numeri #24-25, della collana omonima della RW-Lion/Mondatori
Secret Origins  invece, è disponibile in due edizioni: sul cartonato chiamato DC Origini #1 -  Superman,ed i primi 2 volumi dell’antologida da edicola.
Occhio alla spesa – A meno che non siate amanti del genere, eviterei come la peste i cartonati.
DC Origins #1 costa ben 25, prezzo di copertina senza contare la speculazione con cui sono stati gonfiati i prezzi dei volumi Planeta dopo l’arrivo della RW.
Ripiegherei sull’antologica Mondadori, per due motivi, si risparmiano 5 euro (sempre che non riusciate a trovare qualcuno che li vende scontati, in più il secondo volume oltre al finale di Secret Origins, contiene anche la miniserie di Loeb e Sale Kryptonite.
Per gli stessi motivi vi consiglio di comprare anche l’antologica Mondadori per le altre due miniserie, reperibilissimi anche con uno sconto, potreste avere le due miniserie a 20 euro, con in più l’incipit di Nuovo Krypton alla fine del 25° volume.
A meno che non rimediate scontati gli spillati nn° 16-17-18-26-27-28. anche in questo casosarebbe saggio scappare dai cartonati 16,95€ per la Legione e 12,95€ per Brainiac.
Me sa che vi ho detto tutto, ma soprattutto ribadisco, leggete sta roba che merita (specie la Legione dei Supereroi)
Baci ai Pupi.