Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 27 settembre 2013

L'uomo che ride

Tra le anteprime della Rw Lion di questo prossimo autunno, che almeno per temperature tarda ad arrivare, è annunciato un cartonato dedicato a Batman da 18,95€  (132 pp) che contiene due storie abbastanza incompatibili tra loro se escludiamo la vena noir della sceneggiatura.
Il DC DeLuxe in questione conterrà The Man who Laughs e Batman Gotham Noir entrambi scritti da Ed Brubaker e disegnati rispettivamente da Doug Mahnke e Sean Phillips.
Gotham Noir è un Elseworld di stampo Detective Story raccontata da Jim Gordon in prima persona, in una Gotham del 1949, Gordon si ritrova con l'accusa di omicidio, un'accusa dalla quale dovrà scagionarsi con l'aiuto di un inedita interpretazione di Batman da parte dello scrittore, che ci propone un Batman etereo, quasi un parto dell'immaginazione del commissario, il tutto disegnato dal signor Sean Hard Boiled Phillips.
Ma quello di cui ci occuperemo in questa sede è la prima storia, che da il nome al volume, ossia l'uomo che ride di Brubaker e Mahnke.


I'm a Retcon Man

L'uomo che ride, in sostanza è la rivisitazione della prima apparizione di Joker a Gotham, quella scritta da Bill fingers e disegnata da Bob Kane e Jerry Robinson, su Batman #01 (1940), Brubaker uomo capacissimo di sviluppare trame su storie vecchie (vedi Project Marvel per la casa delle idee), decomprime ed espande la scenggiatura originale da 15 tavole del fumetto degli anni '40, scrivendo una deliziosa detective story con narratore didascalico in prima persona, fondendo in un unica storia l'intera cronologia essenziale del Joker, Red Hood originale, il primo villain mascherato di Gotham, che si sa ormai essere il primo alter ego criminale di Joker, che fu sconfitto da Batman all'interno della fabbrica Ace Chemical, dove al culmine di una scazzottata con il pipistrello precipitò all'interno di una vasca di smaltimento di prodotti chimici.
delle origini di Batman, citando gli eventi dell'anno uno di Miller, e con accenni al
(The Killing Joke di Alan Moore lo ricorda qualcuno vero?)
La morte di Claridge
La soria non è assolutamente malvagia, ma da qui a ristamparla con la sedicente dicitura DeLuxe, ce ne passa. Sono comunque 20€, arrotondando per eccesso, che potreste investire in qualcos'altro, diciamo che il pezzo forte del volume sono i disegnatori, Phillips e Mahnke, non certo le sceneggiature di Brubaker che non tolgono o  aggiungono nulla alla classica routine narrativa del pipistrello, fatta di ricerca di indizi, analisi e soliloqui didascalici, vale la pena segnalare la reinterpretazione grafica del buon Manhke dei primi omicidi del Joker, che i malati da pipistrello, riconosceranno sicuramente: Henry Claridge, Jay Wilde e il giudiceDrake. Per il resto non trovo altri moventi validi per alleggerirvi di venti euro dal portafogli. Come sempre il lavoro grafico del disegnatore della Lanterna Verde di Johns o del Major Bummer di Arcudi, fa bene il suo lavoro, le sue tavole sono la cosa più appetibile dell'intero tomo annunciato, ma come sempre non è del tutto materiale inedito.

AltroMercato
Eppure non è che la RWLion abbia penuria di materiale da stampare, anzi ormai sono due anni o più che invade gli scaffali delle fumetterie con una quintalata di roba, quello che continua ancora a stupire sono le scelte del materiale che si decide di riproporre e del come riproporlo.
Questo DC Deluxe, non ha niente da invidiare al volume dedicato ai Team Up tra Batman e Judge Dredd, che comiincia con batman e judge dredd e finisce con judge dredd e lobo, entrambi tomi peccano di coerenza, a parte la penna che firma le due storie, non ha molto senso proporre un cartonato da 20€ con all'interno due tipi di storie, firmate si dallo stesso Brubaker, ma così poco collegate tra loro, parliamo di una storia in continuity (The man who laugh) e una storia della collana elseworld (Gotham Noir), che per chi non lo sapesse, è quella linea di pubblicazioni DC staccate dalla continuity classica di terra-1, e che si svolgono in universi paralleli, che differiscono dalla terra principale per questa o quella particolarità (gli esempi eclatanti sono Kingdome Come di Waid o Superman Red Son di Millar.
Allora ha più senso ripiegare sulla prima edizione dela storia in questione, apparsa sulla collana Arkham della Planeta, raccolta di cartonati apparsi in libreria, che raccoglievano in ogni numero una serie di storie che definiremmo essential, per il villain a cui era dedicato il volume, su Arkham #01 infatti - dedicato al Joker - furono ristampate le storie di The Joker (1940) e The Mad behind the Red Hood (1951), due vecchie storie del cavaliere oscuro che sicuramente hanno fatto da bacino di rccolta ad Ed Brubaker, per la stesura della sceneggiatura del suo uomo che ride, ed appunto l'uomo che ride, manco a dirlo il prezzo del volume è esattamente la metà, ma l'uomo che ride è disponibile anche in un altro tomo, la raccolta di storie di Batman, chiamata Batman: La leggenda, (fumetterie/edicole) sempre Planeta De Agostini, aprì le danze con un numero uno che conteneva il Batman anno uno di Miller e Mazzuchelli (quindi mica pizza e fichi) e questa storiellina di Brubaker e Mahnke. anche in questo caso non credo si debba nemmeno considerare l'ipotesi di spenderci 20 euro. il costo sarà da 10 euro in giù, io ci ho speso 4 euro, e l'ho presa giusto per poterla recensire.
Insomma senza sminuire più di tanto la Gotham Noir disegnata da Phillips, che è si carina, ma non certo eccelsa, direi se proprio volete leggervi questo Uomo che ride che potete ricercare le edizioni precedenti sul mercato alternativo dell'usato risparmiando dai 10 ai 15 euro.
Io il mio dovere di rompipalle delle major, come al solito l'ho fatto ora resta a voi decidere chi volete che sia ad avere l'ultima risata, voi o l'editore dal lusso facile.
Baci ai pupi.


giovedì 26 settembre 2013

Marvel Now - 4 recensioni al costo di una!

E rieccolo il buon Cesano,stavolta ci commenta un ben 4 uscite, tutte Panini, e quasi tutte mutanti, Hickman a parte, ennesima parentesi Marvel Now di fumettopenia, ma con un punto di vista differente, più o meno sono testate si cui abbiamo già parlato. Ma sono un democratico, ed è sempre meglio sentire due campane piuttosto che una. 
Quindi bando alle ciance di convenieza e cediamo il palco al mutante di Fumettopenia. 
Io torno a scrivere due righe su L'uomo che ride di Brubaker e Mahnke.
A presto. A Romics. A noi.
Continua in questo Settembre la rivoluzione(?) Marvel Now con tutte le conseguenze dirette ed indirette del confronto tra Avengers ed X-men; nuovi lanci come I Guardiani della Galassia 
e Gli  Incredibili X-men  1 by Bendis e Bachalo. Ma procediamo per gradi:

Gli Incredibili Avengers 5 - Dopo la saga del Teschio Rosso che ha riunito un inedito team composto da membri storici dei Vendicatori e degli X-men, Rick Remender -con la star ospite Olivier Coipel- ci presenta un intermezzo che lancia nuove basilari sotto-trame e completa il cast del gruppo meticciato.
A Cap, Wolverine, Rogue, Havoc, Thor e Scarlet Witch si aggregano, infatti, la rediviva  
Wasp e i figliol prodighi Wonder Man e Sole Ardente; questi ultimi 2 avevano attaccato per motivi vari gli ex-compagni nel recente passato e la loro affiliazione ha ragioni alquanto profonde.
Remender si diletta a regalare al lettore una versione del Gruppo più potente della Terra  composta da reietti e ex-criminali in perfetto stile X-men, creando  una fusione non solo legata al cast ma anche a un aspetto tematico presente nelle storie mutanti da Claremont in poi.

Apocalisse è l'anello di congiunzione tra l'attuale serie e la passata gestione di Uncanny X-force. L'episodio si apre con la nascita dei gemelli della nipponica Pestilenza, ingravidata da Arcangelo/Apocalisse e con la relativa visita ai pargoli da parte del crono-viaggiatore Kang, nemesi storica dei Vendicatori. La letale geisha aveva rivelato d'esser incinta proprio alla fine della bellissima Dark Angel Saga. 
E non è un caso la scelta di Shiro Yashida reclutato da Logan: il mutante atomico era stato uno dei cavalieri di Apocalisse, con conseguenze devastanti sulla sua psiche.

Nel frattempo il gruppo voluto da Capitan America si confronta con le frizioni tra i vari membri, con una Rogue molto simile al primo Wolverine in quanto ad aggressività e caratteraccio.
La bella sudista è uno dei punti più problematici della gestione Remender: se Wanda è il cuore del gruppo anche a livello sentimentale- il dialogo tra lei e Cap rimanda a un potenziale discorso amoroso futuro-  e ci appare un tantino svenevole e limitatamente potente rispetto al recente, tragico, passato, Rogue pare aver subito una forte involuzione che si scontra con la bella caratterizzazione di Carey su X-men legacy . Personalmente trovo alquanto sciocco anche aver riportato la mutante ad avere problemi col proprio potere, tema esaurito in 30 anni di vita.

Per contrasto Alex Summers si ritaglia un ruolo fondamentale affrontando il proprio ruolo di fratello minore di Ciclope, opponendosi a Cap in quanto leader designato e proponendo un discorso sull'integrazione che abolisce la definizione dell'essere umano in base alla genetica o i costumi- e che in patria ha attirato molte polemiche su Remender-.

Le matite di un Coipel ,sempre più debitore di Marc Silvestri nell'illustrare snelle figure femminili, raffigurano personaggi dotati di una vivida espressività- Alex svetta col suo fare intimidito assieme alla Janet/Audrey Hepburn- e forse questo è l'episodio più riuscito della neonata serie, finora sottotono rispetto alle aspettative verso Remender. Vedremo come lo sceneggiatore si districherà nei prossimi mesi, intanto ci aspetta uno scontro tra Thor e Apocalisse in ret-con  by Opena, il mese prossimo.

Avengers Arena -  la serie di Hopeless e Walker prosegue nella carneficina dei giovani super-eroi imprigionati da Arcade- mai così crudele e spietato- con l'ennesima uccisione di uno dei ragazzi da parte di un compagno di sventura.
La serie parte da spunti interessanti, Hunger Game/ Il signore delle mosche ma la parabola sulla ferocia umana si perde in una serie di morti eccellenti e gratuite a cui purtroppo il lettore sa già seguiranno fallocche resurrezioni in futuro.
La serie ha chiuso negli States, ma vedremo dove il novello Bendis andrà a parare.

AXuna gemma di poche pagine dalla mente del geniale Peter David-a cui auguriamo una ripresa piena dai suoi problemi di salute- illustrata dai bravi Giuseppe Camuncoli e Michele Benevento, con protagonisti Logan e Carol Danvers, amici di vecchia data ed ex-amanti.
In una manciata di scene, David imbastisce una storia pregna di brillante ironia e di caratterizzazioni straordinarie, mentre i due illustratori italiani ci regalano la versione migliore, finora, del nuovo look della bionda Capitan Marvel. Il tutto  condito dalla partita di poker, un must classico delle serie Vendicative.
La seconda storia invece narra di un inedito team-up tra Loki e Sinistro scritto da Kieron Gillen che ha lavorato a lungo sui entrambi i villains. Il bravo sceneggiatore ci propone uno scontro tra magia e scienza orchestrato dai due abili manipolatori.
Azzeccatissima la versione steam-punk del genetista, presentata da Gillen sulle pagine di Uncanny X-men ,che si confronta con un essere di fede e magia, qual'è Loki- un peccato la chiusura di Into the Journey a causa del Marvel Now-.
Avengers + X-men  presenta una serie di storie brevi piuttosto riuscite e questi due racconti lo dimostrano ampiamente.


Avengers 3 - (AVENGERS 5-6) :  Hickman ama le saghe cosmiche che hanno costellato la storia degli Avengers, e questo era apparso chiaro sin dal suo esordio sulla serie con l'introduzione di temi e personaggi che hanno condotto i nostri eroi alquanto lontano dalle'ambientazioni ideate da Bendis in 8 anni-non a caso sono svaniti personaggi come Cage e Jessica Jones-.

In questo numero di 96 pagine l'attenzione si concentra sulla nuova Smasher e Capitan Universo, con l'incipit per future trame alquanto roboanti, in primis l'arrivo dell'Evento Bianco nella realtà 616.

Il primo Smasher era un membro della celebre Guardia Imperiale  S'hiar capitanata da Gladiator, creata da Claremont e Cockrum sulle pagine di Uncanny X-men.
Ora il moicano dalla pelle viola è il Majestor dell'Impero S'hiar e  Smasher morì durante l'attacco di Cassandra Nova alla Terra e agli X-men durante la gestione di Grant Morrison.
L'umana Isabelle Dare ne ha preso il posto in una storia che celebra il mito di Superman, tra immensi panorami rurali e mondi alieni, riportando Gladiator e gli S'hiar nelle vite degli Avengers. 
Capitan Universo in versione femminile, invece, finalmente ha un volto e Hickman collega il ritorno della forza Enigma alla minaccia dell'Evento Bianco; per chi non lo sapesse esso è la forza cosmica alla base dell'avvento dei super poteri degli umani nel New Universe di Starbrand e DP7  e le altre serie create da Jim Shooter negli anni '80 per la nascita dell'universo Marvel narrativo parallelo alla più nota e sfruttata Terra 616.

Due episodi alquanto densi di eventi con caratterizzazioni interessanti, come nel caso dello Spidey/Doc Ock la cui arroganza inizia a palesarsi ai compagni  ma che proprio nel delineare le protagoniste delle due storie risultano poco convincenti: Izzie accetta senza troppe remore d'essere una super-eroina scagliata nello spazio profondo mentre l'origine di Capitan Cosmo non possiede nulla d'inedito. I due personaggi inediti mancano di personalità interessanti e il loro ingresso nel gruppo ne risente.
Le matite di Adam Kubert sono come sempre molto gradevoli, ma vistosamente sottotono e un caotiche nella gestione delle storytelling rispetto al passato.

L'aggettivo roboante non è stato utilizzato casualmente e per ora  la gestione Hickman pare aver più che altro raso al suolo il lavoro certosino ed intrigante svolto dal predecessore ; inoltre il lettore dovrebbe chiedersi che ruolo possano aver personaggi come Falcon o la Donna Ragno in scenari del genere.

Avengers Assemble annual / episodio 12:   Gli ospiti Cristos Gage e Tomm Coker  pongono l'attenzione sulla Visione, il sintezoide riassemblato recentemente da Stark dopo esser stato distrutto da sua moglie, Scarlet .
Bendis ,all'epoca, non aveva indagato su tale rientro in scena e sull'impatto che la sua morte  ha avuto sul sintezoide. Alla fine dell'annual Visione si allontana dai Vendicatori pper crearsi una propria indipendenza e finalmente conosce il figlio Bill/Wiccan dei Giovani Vendicatori.

L'episodio regolare invece, scritto dalla sceneggiatrice in carica Kelly Sue De Connick ha come protagonisti la Vedova Nera e gli amanti Occhio di Falco e Spider Woman intenti a rimediare ai peccati passati dell'ex spia russa.
Avengers Assemble è la più recente testata vendicativa nata dalla volontà di sfruttare il successo mondiale del film diretto da Whedon con ambientazioni e personaggi -troppo- debitori di esso.
La Romanova ha, infatti, acquisito un ruolo primario nell'economia delle storie dei Vendicatori, senza motivi evidenti, se non il suo essere l'unico personaggio femminile del team nella pellicola; paradossalmente l'eroina ha perso smalto proprio negli ultimi anni e la storia della DeConnick  non ha particolari spunti interessanti, orfana pure del dotato Stefano Caselli.


Guardiani della Galassia 1 - A  proposito di lanci legati ai Marvel Studios ecco il primo episodio dei Guardiani del XXI secolo con l'origine segreta di Star-lord by Brian Michael Bendis e uno Steve McNiven dal tratto meno preciso e piacevole del solito. Il belloccio mezzosangue sarà, assieme a Gamora e soci,protagonista di una crociata intergalattica in difesa della Terra da razze aliene feroci come i Badoon- avversari storici dei Guardiani del XXX secolo, di cui a breve Panini pubblicherà una retrospettiva-. Per confermare l'incipit debitore dei successi cinematografici, ecco come membro del cast il divo Marvel per eccellenza Tony Stark/Iron man, con tanto di armatura per le missioni interstellari.
Il buon miliardario vive di rendita grazie alla fama planetaria raggiunta ai botteghini e la sua presenza tra i Vendicatori cosmici è proprio l'anello di congiunzione tra le serie degli Avengers e il variegato gruppo.
Tuttavia la storia è alquanto esigua e potremo esprimere un giudizio solo tra qualche numero riguardo l'operato di Bendis.
Mc Niven, illustratore di prim'ordine, invece dimostra da subito d'aver fatto un lavoro veloce e poco accurato sia come figure che come montaggio delle vignette, ma è noto che sarà sostituito nei numeri successivi dalla brava Sara Pichelli .
A completare in maniera omogenea la nuova testata Panini  c'è la nuova serie dedicata al giovane Nova, by Jeph Loeb ed Ed McGuiness.

Personaggio che ha esordito proprio nel prologo di AvX, l'adolescente prende il posto del padre, già membro dei Black Nova Corps, una nomenclatura di eroi galattici votati a missioni più feroci rispetto al corpo dei Nova. Purtroppo il plagio del background di Lanterna Verde pesa, da sempre, come una maledizione sulle varie incarnazioni del personaggio, tuttavia la ripresa di scenari e trame cosmiche ne giustifica la presenza.

Jeph Loeb è un autore che ama le scazzottate e gli adolescenti problematici ed imbastisce una storia divertente senza troppe pretese o approfondimenti psicologici straordinari; le colpe dei padri e il loro retaggio caratterizzano tutta la testata e le due serie, generando una continuità narrativa forse non voluta ma azzeccata, poiché in fondo la ricerca del padre è un viaggio che le profondità dell'universo possono accogliere.
McGuinnes ci delizia con le sue magistrali tavole e si dimostra affiatato con Loeb ed adattissimo alla serie.
Piccola curiosità: Sam Alexander ha esordito nel cartoon "Ultimate Spiderman" in onda su Sky in Italia, ideato proprio da Loeb che è il supervisore del settore Tv in caa Marvel.
Come nel caso della rossa Firestar, direttamente dallo Spidey animato ai fasti delle nuvole parlanti.

I Nuovissimi X-men 4/ Incredibili X-men - La redenzione è il tema perno della prima fase del Marvel Now:
Ciclope-sia l'adulto che il ragazzino giunto dal passato- deve scontare l'uccisione di Xavier, mentre gli altri mutanti posseduti dalla Forza Fenice le azioni commesse, ebbri di potere; Havoc deve rispondere delle colpe del fratello;Cap deve rimediare all'indifferenza che i Vendicatori hanno avuto verso il genere mutante ed alla mancata solidarietà agli X-men; Wanda deve riabilitarsi dallo sterminio della sua specie e suo padre dal non aver impedito l'assassinio del suo migliore amico; mentre Logan deve far i conti con l'assassinio di Daken, il figlio che ha annegato per salvare i suoi studenti da un fututo nefasto.
La necessità di emanciparsi dai propri peccati lega indissolubilmente il Marvel Universe post AvX ma nelle testate mutanti tale concetto è assolutamente predominante.

Uncanny X-men 1 - Esordisce sul mercato italiano la seconda serie mutante scritta dal poliedrico Bendis, qui coaudiuvato dallo strepitoso Chris Bachalo, una delle super star marvel spessissimo sulle serie X.
Se in All New sono i cinque X-men originali in versione vintage protagonisti assieme al corpo docente dello Jean Grey Institute- assonanza narrativa azzeccatissima l'idea di far studiare i pupilli di Xavier nella presente versione del suo instituto- nel reload della storica testata Uncanny invece, Bendis si occupa dei rivoluzionari di Ciclope, ormai considerato un 'icona della lotta al potere precostituito.
Attraverso un arco narrativo, imbastito già durante i primi numeri di All Nex X-men , avevamo assistito al reclutamento di neonati mutanti da parte di Summers, Magik, Magneto e l'ex Regina Bianca Emma Frost.
L'esiguo gruppo deve mantenere un basso profilo poichè criminali di guerra e risente profondamente delle ferite inferte dal contatto con la Forza Fenice: Ciclope, Emma e Magneto sono, infatti, mutilati nei poteri; Scott non gestisce più i suoi raggi ottici, la bionda di Boston vha perso in parte la telepatia e l'orgoglioso Magneto è depotenziato dopo un attacco di Scott/Fenice. Mentre Illyana è l'unica che ha acquisito maggiori abilità forse a causa della sua natura demoniaca. A loro si aggiunge un sempre più folto numero di giovani mutanti.

L'esordio della serie è ottimo: Bendis è a suo completo agio con i mutanti, come sta già dimostrando con All New, e in due soli episodi conquista il lettore introducendo numerosi spunti, molto interessanti per il futuro prossimo. Le due testate sono il perfetto contraltare reciproco con la conservazione dello status quo da parte di Logan ed Hank McCoy e dall'altra il cambiamento del team di Ciclope proiettato nel mondo post Fenice.

Summers è un personaggio controverso da decenni inviso a molti autori e lettori, tuttavia la sua fondamentale importanza nell'economia del microcosmo mutante Marvel è insindacabile.
Ciclope è un novello Magneto, più assennato e freddo del buon Lesher e lo prova la maturità con cui affronta l'ex fidanzata Emma e con cui sta elaborando il peso della propria colpa.
La scelta dei nuovi costumi col ribaltamento dei colori è una sottile metafora del mutamento in atto: Scott veste di rosso che indica rivoluzione e sangue, il colore di Magneto che invece si ammanta di bianco-espiazione- , retaggio classico della Frost, la quale sceglie il nero del lutto per simboleggiare la perdita di una parte di sè- la telepatia, la vita da super-eroina.
Certo i costumi di Illyana ed Emma sono alquanto cheap, come tradizione di Bachalo ma ben si integrano con l'immagine aggressiva e disturbante degli X-men against
Nel primo numero vi sono una serie di chicche di cui discuteremo nei mesi a venire.

All New X-men 5-6 - Se l'azione è frenetica nei primi due numeri di Uncanny, su All New Bendis compie un lavoro più lento e colmo di piccoli elementi destinati a deflagrare a breve:
Ciclope si confronta con la manipolatrice Mistyca, ormai votata alla distruzione di Wolverine che alla lotta per i mutanti. La mutaforma ha acquisito grazie alle pellicole un'inedito sex-appeal, ma ha perduto quella tridimensionalità che il suo creatore, Claremont, le aveva donato negli anni.
Sia Remender su Uncanny X-force che Bendis attualmente ne fanno una virago volta alla seduzione. Più interessante il corollario di particolari legati al nuovo ruolo di Ciclope come leader politico come l'impiegata umana sua ammiratrice e i particolari del passato del mutante,come la foto tratta dalla cover di Paul Smith per lo storico Uncanny X-men 60.
Come per la versione adulta, lo sceneggiatore presenta una riuscita caratterizzazione del fanciullo Slim Summers.
A seguire un episodio incentrato sull'adolescente Angelo, l'unico tra gli X-men originali a voler tornare nel passato.
Warren  è stato spesso delineato come testardo e pieno di sè, in barba all' aspetto angelico e Bendis ne coglie le differenti sfumature nel suo secondo incontro col sè adulto, completamente resettato come personalità dal Seme dei Celestiali come già visto su Wolverine e gli X-men.
Lo stress psico-fisico è devastante per il giovane alato e porterà alla scoperta da parte degli Avengers della presenza nel presente dei primi studenti di Xavier.
Da segnalare due momenti topici: il modo in cui il Ciclope adolescente affronta Cap e una Jean Grey priva di scrupoli nell'utilizzare le sue capacità.

A livello grafico, David Marquez sostituisce il divo Immonem per un qualche episodio ed il suo tratto fresco e cartonesco ben si confà alla testata, seppur tutti attendiamo il ritorno dell'amatissimo illustratore regolare.
In definitiva si può affermare che le testate mutanti hanno trovato un nuovo grande demiurgo e ne vedremo delle belle nei prossimi mesi.

Cable and X-force 1-2 Alla nuova versione di Uncanny X-force  si aggiunge l'X-force di Cable, fondatore storico del team para-militare, sceneggiata da Denis Hopeless con le matite di Salvador Larroca.
Lo scrittore di Avengers Arena  narra le avventure di un rinnovato team formato dalla fortunella Domino, Colosso, il redivivo Forge e il Dottor Nemesis,  con un netto distinguo rispetto alla squadra segreta di Psylocke e co.
Armature, cannoni al plasma e mutanti in fuga dalle autorità ci riportano ai fasti degli anni '90, decennio che rese Cable una super star tra i personaggi della Casa delle Idee.
La stessa Hope Summers pare una Jean Grey vitaminizzata, in stile super-eroina cazzuta dell'ultima parte del XX secolo.
Ma la rutilante squadra di Cable convince e prevedo un incontro/scontro col team di Psylocke e Tempesta, visto anche il passato amoroso tra la donna e Forge. 
Hopeless sa il fattosuo e i disegni di Larroca sono una garanzia di successo; lo spagnolo dà l'ennesima prova della propria duttilità e della capacità d'adattare il suo tratto alla serie che illustra. Un tratto ricco e sempre più realistico, dettagliatissimo nel raffigurare bicipiti pompati e gadget letali d'ogni tipo.

X- men Legacy - Legione deve espiare molti peccati ed ha una-defunta-figura paterne assente.
Incarna i 2 leit motiv del Marvel Now 1 e vista la sua ascesa nelle serie mutanti ed il suo legame col compianto Prof X, pareva logico dedicargli la testata che esordì appunto con una lunga saga con Xavier. Tuttavia qui non c'è Carey a gestire la baracca e ne risente l'impalcatura stessa del comic.
Storie banali, protagonisti poco riusciti e un David Haller logorroico più che mai.
Legione è un personaggio che per decenni è stato usato con parsimonia, vista la sua complessità e il livello dei suoi poteri, ideare una serie su di lui forse è stato un passo più complesso del previsto e finora nemmeno la risoluzione della sotto-trama delle originii di Blindfold, già accennata da Carey anni fa durante Necrosha, risolleva la qualità della testata.
Il punto forte? Le splendide copertine , mentre il tratto di Molina ricorda quello dei disegnatori della Bonelli, il chè non è un male però non valorizza i testi.

P.S.: Il mutante più potente del mondo è mezzo ebreo e mezzo W.A.S.P.! Qualcuno potrebbe gridare al complotto imperialista statunitense/israeliano , ma gli ricorderemmo che il papà di Legione è Claremont, di confessione religiosa ebraica..ejheheh...


Insomma reietti in cerca di riscatto, padri desaparacidos emozionali, noiosi e perfetti leader mutanti che si reinventano come icone ribelli e Vendicatori lanciati nello Spazio-letteralmente- il menù del Marvel Now è stato alquanto variegato. Cosa ne pensate voi?

Roberto Cesano

lunedì 23 settembre 2013

Stessa spiaggia stesso mare (Romics 2013)





Dopo l’edizione primaverile torna Comics, torna l’ormai famosa rassegna capitolina (siamo alla XIV edizione) sul fumetto, che negli anni ha abbracciato anche altre passioni, come l’animazione, i videogiochi, il cinema, il modellismo, i giochi di ruolo ed ovviamente il fenomeno cosplayer.
La location è sempre la stessa, la nuova Fiera di Roma di Fiumicino -
dal 3 al 6 ottobre, ospiterà numerose iniziative, nonché una cospicua quantità di stand, tra editori e fumetterie dove dissanguare i vostri portafogli e completare le vostre mancoliste.
Al di là della sfera di nostro interesse, è d’uopo (vi sfido a trovare un altro blogger che usa il termine “uopo”) ricordare che saranno 4 giorni di eventi,spettacoli, proiezioni, contest per tutti i gusti: per esempio la mostra Donne degli altri mondi, dedicata  alle eroine protagoniste dei pulps  fantascientifici e fantasy dagli anni ’30 in poi, impreziosita dalle opere di due ospiti femminili d’eccezione, la brava e lisergica Francesca Ghermandi (Romics d’oro 2013) , l’autrice di  Pasticca, per i pochi che  non la conoscono, e la designer Akemi Takada (Romics d’oro 2013), responsabile delle trasposizioni animate di Creamy e Lamù.
Tra gli ospiti ricordiamo:
Eddie Campbell - (Romics d’oro 2001) - l’autore di Alec, e disegnatore di From Hell e Sacco Amniotico (testi di Alan Moore) torna a Roma per presentare la nuova edizione di From Hell e From Hell Companion (Magic Press).
Nick Bertozzi -il disegnatore newyorkese, presenterà la sua Graphic novel Gerusalemme.Un ritratto di famiglia (Panini).
 Don Alemanno -  l’autore del fenomeno editoriale di quest’anno, fatto carta dopo il successo decretato dai fan del web, torna a Romics per presentare il secondo volume della serie satirica Jenus di Nazaret (Magic Press), già  vincitore nello scorso aprile del Premio XL e Romics Fumetto Underground.
Ovviamente non mancheranno conferenze e convegni dove editori ed autori faranno il punto della situazione, magari ci spiegheranno anche come mai il fumetto è diventato un lusso.
Per gli amanti degli anime,in occasione dei trentenni dell’Incantevole Creamy (1983-2013), saranno organizzati proiezioni dei due lungometraggi dedicati al cartone, contest per cosplayer  ed un  concerto  a tema (Maghette e Magia) con varie coverband.
Sergio Bonelli Editore presenterà il nuovo fumetto Orfani, di Recchioni e Mammuccari, ed i primi dieci minuti di girato del film Noi,Zagor.
Ci saranno le immancabili iniziative legate al mondo dei cosplayer, e parte degli stand sarà occupata dagli appassionati di videogiochi , giochi di ruolo e serie tv, preparatevi insomma ad una imbarazzante carrellata di tornisti di spade, warhammeristi, aspiranti Jedi, sedicenti vampiri e puzzolenti zombi.
Fumettopenia con l'amico Danilo
Insomma pure quest’anno Romics si adopera per far felici tutti i palati.
Non ci resta che augurarvi una buona fiera, i lettori del blog che vogliono menarci o stringerci la mano per il nostro lavoro, non hanno che da contattarci sul blog, sul profilo Twitter o sulla pagina Facebook, sono certo che un modo per scambiare quattro chiacchiere dal vivo con un caffettino si troverà.
Noi comunque saremo riconoscibilissimi, saremo quelli con la testa infilata negli scatoloni dei fumetti in offerta, mancolista alla mano, oppure, a fotografare le cosplayer più carucce.
In ogni caso siamo più che certo che come le passate edizioni ci divertiremo.
Baci ai pupi ci vediamo lì!

Vi lascio con tutte le informazioni utili:

Fiera di Roma, via Portuense 1645
Ingresso NORD

BIGLIETTERIA
Situata all’entrata Nord della Fiera di Roma

Biglietto ordinario feriale giovedì-venerdì €  7

Biglietto ordinario sabato e domenica € 9

Abbonamento valido per 4 giorni € 18,00

Abbonamento valido per 3 giorni (venerdi-sabato-domenica) € 15

Abbonamento valido per 2 giorni (sabato e domenica) € 13

Biglietto Cosplay € 5

Biglietto ridotto € 6 (anziani oltre 65 anni, militari, bambini di età inferiore a 12 anni)

Biglietto gratuito per bambini di età inferiore ai 5 anni, invalidi più un accompagnatore.


Orario di apertura al pubblico:
Da giovedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 per tutte le giornate.
Le biglietterie rimarranno aperte fino a un’ora prima della chiusura al pubblico
COME RAGGIUNGERE la Fiera
In treno: Treno FR1 ogni 15 minuti, fermata “Fiera di Roma”.
La fermata è a pochi minuti a piedi dall’entrata Nord della Fiera di Roma
Biglietto 1.50 € dalle stazioni urbane di: Nuovo Salario, Nomentana, Tiburtina (M), Tuscolana (M), Ostiense  (M), Trastevere, Villa Bonelli, Magliana, Muratella.
In automobile: dal Grande Raccordo Anulare (GRA) e dal centro città prendere l'autostrada Roma-Fiumicino. Uscita "Fiera di Roma". 

Cardillo Gennaro & Danilo Panicali

sabato 21 settembre 2013

Batman & Giudice Dredd

Batman Library 09 - Batman/Judge Dredd 01, Di Grant Wagner Bisley (ed altri disegnatori) Cartonato delle Ed. RW Lion -  160 pagine 14,95€
Batman Library 09 – Batman/Judge Dredd 01

Batman Library 09 – Batman/Judge Dredd 01

https://twitter.com/Fumettopenia/status/381063316438671360/photo/1

Con questo tweet giusto ieri vi ho imbeccato i contenuti della recensione di oggi.
Si torna a parlare delle ristampe di lusso delle major italiane, sul banco degli imputati ancora una volta la RW Lion, che questo mese porta in fumetteria il primo di due volumi dedicati (presumo) ai team up di Batman con i personaggi di altre case editrici.
E così su Batman Library #09, il cartonato per fumetterie da 160 pagine, da 14,95€ appaiono i primi tre incontri e che io sappia gli ultimi, tra il giustiziere di Gotham City, ed il giudice più spietato di Mega City One.
A firmare le storie, Alan Grant e John Wagner, mentre alle matite si alternano autori come Simon Bisley, Cam Kennedy, Val Semeiks, Carl Critchlow e Dermot Power, spero di averli citati tutti.
Ormai visto che siamo tutti cani che sbavano al suono delle campanelle, aspettando le scodelle di cibo, sono sicuro che il formato non vi scandalizza più di tanto.
Specie in casa RW Lion, una volta abbandonato lo scaffale degli spillati, bisogna mettere in conto che la spesa per ogni brossurato in media è di 10€ a salire, a salire di molto.
E' un trend che ormai, va per la maggiore e non credo farà mai più una inversione di tendenza. Non finchè continuerete a comprare come forsennati sta roba.
Perchè il problma è proprio lì, se non ci scandalizziamo più dei prezzi in copertina, almeno scandalizziamoci per i contenuti di questi volume in questione, Batman v Judge Dredd uno, due e tre, non meritano assolutamente di spenderci 15 euro. Non perchè siano storie così orripilanti, il primo capitolo impreziosito dai disegni di Simon Main Man Bisley, non sarebbe nemmeno così malvagio, attraverso il solito buco interdimensionale vengono a coesistere nelle stesse tavole: il cavaliere oscuro, il giudice Dredd, il giudice
Death, lo Spaventapasseri e Mean Machine.
Effettivamente, Giudizio su Gotham, è la chicca del volume: Grant, Wagner e Bisley, probabilmente pensando che fosse il primo ed ultimo team-up tra i due universi, infilarono nella storia tutti i characters più importanti, incastrandoli in una sceneggiatura divertente e godibile, che giocava molto sulle psicologie opposte dei due characters principali.  

-Ve lo dico subito, mi rifiuto di introdurvi Batman e Giudice Dredd, da buoni nerd fumettopeniaci, dovreste conoscerli già da soli.-
Grant/Wagner/Bisley riassumono in un quarto di tavola le differenze tra i due personaggi così.
L'appetibilità di questo volume però inizia e finisce qui.
Vendetta a Gotham , disegnata da Kennedy (Lobo - Gladiatori Non-americani), non è niente di che, giudice Dredd torna a Gotham e si imbatte in un altra nemesi del Pipistrello, l'irritantissimo ed inutle Ventriloquo.

Il secondo capitolo, del team-up si risolve in maniera abbastanza scontata, più che un incontro tra prestigiose case editrici come la 2000AD e DC, sembra un film di Bud Spencer e Terence Hill.
Il terzo albo L' ultimo Enigma (provate ad indovinare quale è il villain protagonista di questo capitolo), è degno di noma solo per la sua veste grafica, Critchlow e Power, riprendono lo stile di Bisley nelle tavole, e compensano il nulla pretenzioso della storia con dei disegni di tutto rispetto. Batman, Dredd e l' Enigmista si ritrovano prigionieri di un certo Imperatore Xero, un folle che obbliga i suoi prigionieri a combattere tra loro fino alla morte, a rileggerla oggi, la sceneggiatura è un antenata di "Predators" o Battle Royale, o ancora Avengers Arena, ma nonostante i disegni molto validi è la trama è troppo precipitosa e rocambolesca, ed ha una longevità, in termini di minuti di lettura, di nemmeno  un quarto d'ora. E nel complesso raggiunge una sufficienza generosa solo per il contributo dei disegnatori.
A chiudere il volume, non mi chiedete perchè, c'è un team up tra Dredd e Lobo, di Grant/Wagner/Semeiks/Dell, questo Lobo/Giudice Dredd- Psycho-Bikers vs mutants from hell, è la classica storiellina di Lobo stile prima serie regolare, con tanti alieni deformi e cattivi, disegnati dal bravissimo Val Semeiks, il disegnatore della prima serie di 'Bò, pubblicata in italia dalla Play Press dopo i primi riscontri positivi del pubblico italiano nei confronti dell' Uomo.
Chi non ricorda il primo esilarante arc: The Quigly affair?
Lobo/Dredd è una storiellina divertente senza troppe pretese, come tutto il volume del resto, che chiude il cartonato in maniera decisamente off-topic - che c'entra questo team up sulla collana Batman Library, onestamente non lo so, e tale riempitivo getta un' ombra inquietante sul secondo volume di questa raccolta chiamata appunto Batman/Judge Dredd, che io sappia gli incotri tra i due sono finiti, quindi non riesco ad immaginare cosa si inventi la Lion per creare questo secondo tomo.
Se proprio volete leggere ste cose, Fumettopenia che tiene ai vostri portafogli, vi consiglia di ripiegare su edizioni alternative.
In conclusione
Vale la pena spenderci questi soldini? Io direi di no, in fumetteria c'è tanta di quella roba che investire 15 euro in questo mattone mi sembra una follia. Quindi il consiglio di fumettopenia è di girare al largo da questo tomo. anche per gli amanti dei personaggi, e vi dico perchè.
Qui sotto

Altromercato
Potrà sembrare strano alle nuove leve, ma tutto il volume non ha di inedito assolutamente nulla, tutto il materiale contenuto in questo cartonato ha già visto la luce in italia, e a buon cercare, è materiale svalutatissimo che in molte fumetterie non supera il prezzo di un euro a volume, forse giusto Giudizio su Gotham può arrivare a tre o quattro euro ma non ci metterei la mano sul fuoco. Batman e Giudice Dredd, Giudizio su Gotham (1993) e L'ultimo Enigma (1995) sono volumi unici, Vendetta a Gotham è apparsa sul primo numero della collana DC Prestige (1994), e Lobo/Judge Dredd è aparsa sula collana Play Magazine n°20 (1997), è tutto materiale con cui potrete ricostruire questo cartonato, evitando questo ennesimo tentativo di rapina senza pistola della Lion, costo massimo della spesa ripiegando sul materiale Play Press, 5€.
Spero di esservi stato utile. Alla prossima.
Baci ai pupi.


martedì 17 settembre 2013

Gli X-men sono per sempre, ma Claremont?

Salve gente e benritrovati, vi lascio in lettura un commento di Roberto, il nostro mutante, sulla serie X-Men Forever, iniziativa che a me è sempre puzzata tipo il ritorno sul palco dei Deep Purple, e che per questo motivo ho boicottato dal primo numero. Vi lascio in compagnia del buon Cesano, e della sua opinione in merito. Io torno a leggere Akira Toryama, m' ha preso la capata Dragonball, e torno sul divano a leggere il terzo volumetto, il piccolo, tenerissimo Son Goku, contro quei cattivoni della Banda del Coniglio. 
Mi scuso inoltre per questa semilatitanza, ma è anche un pò colpa vostra, mi avete massacrato per non aver mai letto nulla sul Sandman di Gaiman, ecco ora sono al terzo omnibus, e non c'è spazio per molto altro, quando leggi quelle robe lì, come recitava non mi ricordo quale casa produttrice di videogiochi:  (dopo il Sandman di Gaiman) tutto il resto è game over!
Buona Lettura

1975: La Marvel rilancia la testata X-men affidandola al venticinquenne Chris Claremont  che ne scriverà i testi per ben 17 anni con uno straordinario successo di critica e lettori. All'inizio degli anni '80 gli X-men erano già il gruppo di personaggi più noto e amato della Casa delle idee.

1991: Claremont dopo aver scritto con Jim Lee i primi 3 episodi della seconda testata dedicata ai mutanti-X , The X-men, abbandonò la Marvel a causa dei feroci dissapori con Bob Harras , l'allora potentissimo editor delle testate mutanti, reo d'aver bocciato le proposta dello scrittore come il ciclo dedicato alla morte di Wolverine e la relativa resurrezione operata dalla setta ninja  La Mano. La frattura è tale da condurre il padre dei mutanti lontano dalla Marvel per 10 anni circa.

2009:  Dopo il ritorno in Marvel e vari cicli sulle testate principali degli X-men e la gestione di  X-treme X-men, esperienze editoriali non hanno mai bissato il successo della prima parte della sua carriera , i vertici della casa editrice affidano a X-Chris la creazione dell'ennesima serie mutante, X-men Forever;  tale collana parte da un preciso presupposto ovvero far narrare allo sceneggiatore inglese le storie che avrebbe scritto se non avesse lasciato il timone delle serie X.

Lo scopo è ovvio: rilanciare la carriera dell'autore, sfruttando la fedeltà dello zoccolo duro dei suoi fans e la loro curiosità riguardo i suoi  infranti piani per i mutanti; una vera e propria operazione nostalgia slegata dalla continuità di Terra 616.

Ecco dunque, un manipolo di X-men all'inseguimento del vile Fabian Cortez, il mutante responsabile della morte di Magneto, dopo aver salutato alcuni membri del team e ritrovato Nightcrawler e Shadowcat , da anni militanti nella britannica Excalibur.
La trama ha una bruschissima accellerata: Claremont fa uccidere Logan da Ororo, che si rivela essere al soldo del Consorzio, un gruppo di umani votati alla distruzione dei mutanti, fa apparire poi una seconda versione  fanciullesca di Tempesta che pare essere quella salvata da Gambit prima degli eventi di X-tiction Agenda. Nel frattempo, Kitty Pride manifesta un artiglio dell'amico defunto mentre Jean Grey ha avuto una relazione col canadese all'insaputa di Ciclope. 
Per complicare una situazione incandescente, giunge la terribile rivelazione, da parte di Xavier ,che il gene mutante comporta un veloce deperimento organico e una prematura morte. Solo alcuni come Logan, Mistyca e il nuovo acquisto del team Sabretooh-accecato dalla malvagia  Tempesta- paiono immuni da tali effetti. Inoltre lo Shield di Nick Fury diviene parte integrante del cast della testata con il deciso colonnello al timone della scuola al posto del professor X.

La prima stagione di X-men forever  è composta da 24 episodi, come comanda il trendy del nuovo millennio che equipara sempre più serial TV e comics, ed è stata pubblicata della Panini Comics in 5 volumi, l'ultimo dei quali è uscito all'inizio del'agosto 2013. Negli States la corsa della testata è proseguita per una seconda stagione, interrotta col numero 16 per scarse vendite.

L'impressione che lascia la conclusione della prima stagione è alquanto deludente: Claremont è un autore stimato persino dai suoi detrattori, poichè il suo apporto alla Marvel e la traccia lasciata da personaggi e storie hanno influenzato fortemente la recente storia della casa editrice.
Tuttavia questa serie risente ,come tutta la sua produzione narrativa dal ritorno nel 2001 sui mutanti, degli stessi limiti tematico-stilistici : un'eccessiva verbosità  nei dialoghi e commenti fuori scena, nuovi personaggi e trame poco avvincenti e una ridondanza di alcune sotto-trame- l'artiglio di Wolverine ereditato da Kitty Pryde è un retaggio del poco riuscito ciclo dei Neo del 2001-.

In sua difesa occorre ricordare che Claremont ha uno stile legato alle saghe a lunga gittata, nelle quali misteri e accenni si svilluppano in lunghi archi narrativi che permettono di apprezzare maggiormente le sue idee; invece lo stile imperante al suo ritorno in Marvel, fondato da mini-saghe a beneficio di neofiti e lettori occasionali incuriositi dai films sui personaggi di punta, e l'impossibilità di gestire con assolutà libertà carachter come Wolverine hanno molto penalizzato il talentuoso autore.

Claremont non è più al passo con i tempi e persino una serie, dove possiede totale carta bianca su eventi e personaggi, risente della sua stanchezza creativa.

La novità riguardo il deperimento organico dei mutanti sbuca dal nulla, lasciando perplessi,mentre trovate come lo scambio definitivo d'aspetto e poteri tra Rogue e Kurt sono alquanto improbabili. Chè i due fossero legati era evidente vista la parentela  comune con Mistyca-  nelle intenzioni originali doveva essere il padre dell'Elfo tedesco!- ; tuttavia in passato la bella sudista aveva assorbito i poteri di Nightcrawler senza tali conseguenze permanenti, quindi il lettore si chiede perchè tale scambio accada proprio ora...

Lo stesso ruolo di Tony Stark all'interno del Consorzio e la sua morte paiono più mere trovate ad effetto e non i riusciti colpi da maestro per cui Claremont è celebre. Per tutta la serie, si ha il sospetto che l'autore abbia voluto proporre colpi di scena a gogo per conquistare le nuove leve, abituate a ritmi più veloci.


Persino l'approfondimento psicologico che è uno dei punti di forza del suo stile, risulta alquanto blando: Jean Grey passa da Ciclope a Wolverine a Bestia con leggerezza, ritornando al ruolo di bambolina, votata alle sfumature rosa della testata , da cui proprio Claremont l'aveva emancipata; Rogue e Nightcrawler sono sbiaditi ricordi dei personaggi complessi e forti che erano, mentre Gambit ha completamente perso il suo appeal guascone divenendo il paggetto di una determinatissima Kitty . Per non parlare del Consorzio, una nemesi per nulla interessante nata dalla stessa mente che ha ideato villains quali Sinistro , i Reavers ed Emma Frost.

Il quinto volume pubblicato da Panini evidenzia l'ennesimo fallimento autoriale dello scrittore, ormai incapace di reggere il confronto con la sua produzione prolifica ed ispirata degli anni'80.
Claremont pare prigioniero del suo passato e solo X-treme X-men  risulta essere una prova dignitosa nella sua attuale esperienza in Marvel.

L'operazione nostalgia non ha sortito gli effetti sperati, deludendo i fans storici di Claremont anche a causa di un gruppo di illustratori sottotono: Tom Grummet ha uno stile  bamboleggiante e retrò che mal si accorda con le trame; invece Paul Smith ha perduto il suo talento che fu all'apice proprio durante il suo ciclo di  Uncanny X-men.
Claremont ha tradito le aspettative dei più, paradossalmente, poiché non ha proposto le storie pensate vent'anni fa e che sulla carta erano accattivanti come il Logan posseduto dalla Mano, rispetto a quelle poi pubblicate nella testata.

X-men Forever  rappresenta il punto di non ritorno per Claremont, la prova definitiva che egli dovrebbe abbandonare definitivamente i suoi mutanti con la consapevolezza che la sua eredità accompagnerà gli X-men molto a lungo, come dimostra l'operato di Bendis, Remender e di un maestro come Grant Morrison sulle testate X.

Ma per lui No more muties parafrasando Wanda Maximoff e lo afferma un lettore che ha conosciuto i fumetti grazie agli X-men di Claremont.
Roberto Cesano

venerdì 13 settembre 2013

L'uomo Fashion

Eccola qui. L'immagine che da giorni anzi settimane, gira per la rete, annunciando il restyling di Lobo, il magnifico cacciatore di taglie Czarniano creato nel lontano 1983 sulle pagine di OmegaMen, e riutilizzato poi da  Giffen, per la sua LEGION, fino al suo famosissimo rilancio, con la complicità di Alan Grant, disegnato dal favoloso Simon Bisley, rilancio che ne determinò lo style definitivo, di bounty  killer, motociclista, metallaro, dedito all'assassinio all'alcool e alle pupe, non necessariamente in questo ordine.

Qui e qui le volte in cui mi sono cimentato nel parlare di Lobo.
Se siete interessati ad una retrospettiva.
Con il new52 la DC ha annunciato che anche l'uomo sarebbe incappato in qualche leggerissima variazione.
Leggerissima una sega.
quello che continua a preoccupare i fan del Lobo originale sono le dichiarazioni di Bob Harras, l'editor-in-chief della DC, che in un intervista ha dichiarato: Il lobo che pensavate di conoscere,  quello che avete visto azzuffarsi con Deathstroke recentemente, è in realtà un impostore,il vero lobo lo conoscerete presto."
Paura eh?
E fate bene ad averla se i risultati del reboot per quel che riguarda l'ultimo Czarniano sono quelli che vediamo in questa immagine.
Il fattore rigenerante di Lobo non ha eguali
Ma un momento andiamo con ordine: Deathstroke vs Lobo? Ma dove? Ma quando? E sopratutto come? Visto che parliamo di un characters capace di far sanguinare persino Superman, nonchè uno con un fattore rigenerante che fa impallidire quello do Wolverine? che speranze avrebbe Deathstroke anche con tutti i suoi impianti di sopravvivere ad un round con Lobo?
poi mi sono chiesto come mai non ne sapessi nulla, ed ho cercato le risposte: Liefeld, ecco perchè non ne sapevo nulla di questo bea-Team-up e sia tanto campato in aria.
Non sto li a dirvi come mi sono rimediato la lettura di questo incontro, tutti hanno un amico nerd che compra tutto, vi basti sapere che Liefeld e peggiorato col tempo e gli ultimi giorni dell' Uomo così come lo ricordiamo esigevano un autore migliore.
Comunque tanto per dare un minimo di background al tutto, uno sconclusionato Lobo, scritto e disegnato da Liefeld arriva sulla terra, per commettere distruggere il pianeta. Le cause le lascio nascoste nell'atroce metrica e l'incomprensibile slang della serie, tanto si tratta di Liefeld non Morrison, quindi non è che dovete pensare che vi stia privando di chissà quale perla della nona arte (P.S. Deatstroke è stata una delle prime serie delle 52 a chiudere i battenti, chissà come mai, strano).
Fatto sta che i suoi piani vengono sventati dal mercenario Deathstrike, aiutato da una new entry Sorella Zealot,  la ninja dei Wildcats di Jim Lee, originariamente della Image, finita poi dopo vare peripezie editoriali barra legali barra commerciali, nel DC Universe.
Ma ce frega poco. Vi dico solo che sta miniserie di Liefeld su Deathstrike fa schifo, se qualcuno di vi ci ha speso dei soldi, vi consiglio abbindantemente di farvi vedere. Ma da uno bravo.
Quello che ci preme in questa sede è il nuovo Lobo, questo emo-fricchettone che snatura tutto quello che è stato the Main Man da quando Giffen/Grant/Bisley.

Quindi teniamo presente che alla fine di quei numeri di Deathstrike Lobo, è sulla Terra, ok?

Torniamo a noi: Outerspace DC, sul pianeta, facciamo la conoscenza di un bellimbusto dalla pelle chiara e ciuffo alla Little Tony (pace all' anima sua) che decapita un  Tenore sulla cui testa pendeva una taglia.
Riscosso il pagamento queso nuovo Uomo, è assunto per un nuovo compito
Il guaio è che ogni didascalia di questo Justice League 23.2 -Lobo- lascia intendere che la DC per ragioni incomprensibili abbia reboottato anche il nostro adoratissimo Main Man.
Voi non sapete nulla di me. Voi non mi conoscete.
Quello che si mette giù in queste 20 pagine o poco più è un inquietante dubbio che il reboot abbia mietuto un' altra illustre vittima.
Il nuovo Lobo, afferma che quello che abbiamo amato è un impostore,che ha abusato della sua faccia e del suo nome.
Una tuta aderente hi-tech, astronave figa, un look ricercato e movenze fredde, ecco cosa è il nuovo Lobo, addio alla barba incolta, le maniere rudi e misogine, via i capelli lunghi, il choppers spaziale, il look da metallaro, i delfini ed il cane. La catena avvolta all'avanbraccio e l'uncinoincrostato del sangue delle sue vittime. Niente di tutto questo, il characters presentato da Marguerite Bennet, non è privo di un suo fascino, ma non è Lobo, non è il sangionario tamarro a cui ci hanno abituato Giffen e Grant, o se volete Bisley e Semeiks. Questo nuovo characters ci può stare come una nuovo arrivo in casa DC, ma non può sperare di sostituire Lobo.
In sè l'albo non è malvagio, anzi è scorrevole e la Bennet ci sa anche fare, il duo Oliver & Richards danno alle tavole un taglio così Fionesco che non dispiace affatto, si scimmiotta molto la vincitrice dell' Eisner, Fiona Staples, ed il risultato non è per nulla riprovevole, tutt'altro direi che i disegni sono la parte migliore di questo numerodella JL.
Che ovviamente si conclude con l' annuncio di una sanguinosa resa dei conti.
Il Lobo Fashion confiessa ai lettori di essere da sempre alla ricerca dell'impostore che abusa del suo nome, e che presto metterà fine alla sua vita...sulla terra.
Ecco qua, non ci resta che continuare a sperare che sia tutto un immenso trollaggio della casa editrice verso i suoi lettori.
D'altronde il Lobo che conosciamo noi, nato dalla collaborazione di Grant/Giffen/Bisley era di fatto l'ultimo Czarniano, l'ultimo della sua specie, che lui stesso aveva sterminato, creando in laboratorio una zanzarona letale geneticamente modificata. In quelle pagine esilaranti avevamo conosciuto per breve l'ultima sopravvissuta all'olocausto, la maestra d'elementari di Lobo, la Tribb, che aveva documentato nella sua Biografia non autorizzata tutto quello che c'era da sapere su questo adorabile bastardo, ed ora?
Ora è tutto cancellato?
No vi prego!
Non ci resta che confidare in un colpo di scena, magar qualche trucco nella sceneggiatura, che faccia leva sulle molte qualità dell' uomo, tipo quella che gli donava la capacità di clonarsi all'inifinito, come visto in una storia di L.e.g.i.o.n.
Non ci resta che sperare, che sia tutto un grossissimo scherzo, perchè ok va bene rebottare ogni tanto, ma ci sono cose che non dovrebbero mai cambiare, nella vista tutti abbiamo bisogno di una costante, Desmond hume insegna.
Lobo erauna di quelle.
Cazzo.
Baci ai pupi.

sabato 7 settembre 2013

Lot 13, bentornato Glenn Fabry

Se la memoria non mi inganna, e ultimamente mi inganna molto spesso, l'ultima cosa valida che io abbia letto di Steve Niles, risale a tanto tempo fa sulla seconda stagione, per così dire, di Star Magazine, Aleister Arcane, miniserie di cui vi parlai quando scoprii che era finita gratis in inglese, in formato digitale su App Store.
Oggi torniamo a parlare di questo autore, che si accompagna con Glenn Fabry, il copertinista di Preacher e disegnatore del Thor di Ennis, per via di questa nuova miniserie edita dalla Lion per la solita DC, sulla collana Vertigo Library #04 un brossurato da 128 pagine che contiene per intero la miniserie Lot 13.


Non c'è niente del burtoniano Aleister in questo volume, non c'è alcuna morale contro le crociate dei perbenisti contro l'horror, in parte è una sana Ghost-story ultima generazione, quel filone di media che hanno reso fantasmi e anime vaganti qualcosa di più di uno spaventoso lenzuolo bianco evanescente e fluttuante al centro di una sala buia di un maniero abbandonato, roba da Fragile o Sesto senso insomma, dove l' orrore per quanto spaventoso non è mai quello che sembra. In parte è una storiella fedele ai canoni classici del genere, vale a dire che se da morto non sei nelle schiere celesti a suonare l'arpa, vuol dire che in  vita ( o in morte) qualcosa è andato storto, e per quanto bravo puoi essere stato a scuola in famiglia e con il vicinato, da morto diventi qualcosa di cui è meglio stare alla larga se si può.
Una famiglia di 5 membri si trova per una serie sfortunata di eventi a passare la notte in un palazzo in cui si fittano appartamenti per brevi periodi, tra quelle pareti però saranno investiti da una serie di eventi splatter che culmineranno con il solito finale a sorpresa, del quale voglio dirvi poco e nulla.
La storiella di Niles è carina, forse un pò troppo ingenua la parte della sceneggiatura che concerne i dialoghi, o la caratterizzazione, che può però risultare troppo piatta anche per via dei tempi narrativi abbastanza ristretti delle tavole. In compenso non mancano i colpi di scena, ogni capitolo si chiude con una funzionale splash page che lascia il lettore ansioso per leggerne il seguito, in  finale è una lettura che si fa presto a terminare tutta in un volta, io l'ho letta in quaranta minuti di treno, e dopo l'ho riletta per gustarmi meglio le
tavole di Fabry.
Partiamo con le valutazioni, il signor Niles è uno che con l'Horror è di casa, e a questo punto della recensione, ho ritrovato in questa groviera che ho al posto del cervello, anche il ricordo dell'altro fumetto letto e valido di questo autore, l'adattamento disegnato da Bolton di una storia di Clive Baker, the Yattering and Jack.
Quindi un sette pieno ci sta -parentesi di dialoghi sempliciotti a parte- Niles confeziona una sceneggiatura con un crescendo di colpi di scena, con la "macchina da presa" che si sposta da una parte e dall'altra del confine tra la vita e la morte, fornisce al lettore ora questa ora quella motivazione, quasi una variante del fantasma di Canterville di Wilde, che come detto fa il verso alla nuova generzaione di Ghost Story.
Un abbondante nove invece per il lavoro di Fabry, che regala una tavola più bella dell'altra, con disegni più realistici e meno caricaturali delle copertine di Preacher, merito anche forse del colorista Adam Brown che ne addolcisce i toni ed i contrasti.

L'edizioe italiana? Diamogli una sufficienza, il brand è il solito della RW, che non  considera proprio di vendere il formato da 120 pagine o giù di lì a prezzi inferiori ai dieci euro, a mio modestissimo parere un volume del genere a 8 euro potrebbe persino andare a ruba, con il tam tam dei lettori, perchè obbiettivamente per gli amanti del genere è una bella lettura, ma 13 euro? Non credo che spopolerà in fumetteria, in quella di cui mi rifornisco di solito ne sono arrivate solo due copie, questo perchè non solo è relegata ad un determinato bacino di utenza, ma da quel bacino di utenza poi deve pescare tra quelli che effettivamente hanno 13 euro che gli avanza nel portafogli, contento il signor RW, ho semsso di cercare di capire certe strategie di mercato degli eeditori di comics in Italia, d'altronde qui da noi è tutto distorto, caricaturale, perche mi ostino a cercare una morale, una coerenza o una logica nel mondo del fumetto? Solo perche io amo i fumetti? Non regge come motivazione.
Io da cultore del signor Niles (anche se la memoria non mi aiuta a volte) l'ho preso e con non poche remore visto che mi aspetta il terzo volume di Sandman a fine mese. Caldeggiarne l'aquisto? Solo per il tipo di lettori di cui sopra appassionati, per lo squartamento compulsivo, ma per esempio è fin troppo ovvio che tra Dark Blue (lo splatter di Ellis recensito qua sotto) a 11,00 € e questo a 12,95€ non c'è nemmeno da porsi la domanda, Lot 13 è di gran lunga un prodotto più appetibile.

 Ah! Un ultima cosa, è stampato in Italia. e per me non è poco.
Baci ai pupi.

giovedì 5 settembre 2013

Il peggior fumetto del mese



E' un pò che non assegnavamo il Worst Comic Award, questo mese se lo becca la Panini (e siamo a due!) non tanto per il fumetto in sè che comunque a fatica si aggiudica un cinque pieno, quanto l'edizione che è bocciata su tutta la linea.
Torna in fumetteria dopo undici anni il fanta-splatter-poliziesco di Warren Ellis ed un acerbo Jacen Burroughs (Crossed): Dark Blue.
La Panini propone un edizione di lusso, tanto per cambiare, un cartonato con copertina lucida da 11,00 euro, il doppio del brossurato Magic Press uscito ormai nel lontano 2002.
Si avete capito bene 60 pagine scarse di fumetto 11,00 €, ho capito che il target per questo volume è adulto, la vecchia edizione Magic, recava il VM18, in quarta di copertina, ma mi sembra comunque una cifra spropositata per un numero di pagine così esiguo, che potrebbe riportarci alla solita vecchia discussione sul fatto che ormai i fumetti sono cari come l’oro.
Non lo faremo, semplicemente ci limiteremo a rispondere ad una semplice domanda:

Vale la pena spendere 11,00 € per questo fumetto? Assolutamente no.
Se proprio volete fare questa esperienza armatevi di santa pazienza e rimediate l’edizione Magic, il fumetto nel rileggerlo non è niente di eclatante, un poliziesco con qualche punta di sci-fi, tante parolacce, tanta violenza e tanto splatter, per una trama vagamente interessante, e troppo precipitosa nel finale.
Gli stereotipi abbondano, lo sbirro cattivo e la sbirra buona alla caccia di un serial killer con la passione per la smembramento estremo, eppure nulla è come sembra, una storia che col senno di poi fa l’occhiolino alla “Matrix” di Matrix, che nel finale lascia l’amaro in bocca non tanto per lo sviluppo della trama, che volendo essere generosi, è persino un minimo godibile, quanto per i tempi narrativi, lentissimi e dilatati nelle prime pagine per poi capitombolare nel finale verso una chiusura decisamente troppo affrettata.
In più un Burroughs che se ha già la passione per la vivisezione, ha ancora un tratto molto acerbo, con anatomie un tantino disarmoniche qui e lì.
Dark Blue è vagamente consigliato a chi ha soldi da buttare, e badate bene che le parole sono importanti, ho detto vagamente consigliato, la trama potrebbe anche piacere agli amanti del genere, potrebbe essere raccomandata ai patiti di Ennis, ma il prezzo dovrebbe fermare la vostra smania, un fumetto caruccio ma non troppo ma con un prezzo assolutamente troppo alto.Manco fossimo alla BAO.
Se proprio sto mese vi preme di leggere qualcosa di Ellis vi consiglio di spostare l’attenzione sul suo NextWave, 5 euro più economico e diecimila volte più bello e divertente.
Baci ai pupi.