Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

mercoledì 9 gennaio 2013

L'ultimo inquisitore


A poco a poco tornano tutti dalle ferie, ecco il primo pezzo del 2013 di Dario Lopez e la sua opinione su MALEDETTI FUMETTI!, una interessante testimonianza sul periodo più nero, sulla notte più profonda del mondo del fumetto americano.

(The ten-cent plague... di David Hajdu, 2008)
Quello che ho qui davanti è davvero un ottimo libro, un saggio appassionante che mira a rendere chiaro a tutti quanto la censura abbia affossato l'industria del fumetto tra la fine degli anni Quaranta e la prima metà dei Cinquanta. Il grande pregio del lavoro di Hajdu è quello di essere facilmente fruibile per tutti, non siamo di fronte a dissertazioni contenenti tabelle piene di dati, elenchi interminabili delle conseguenze della censura su ogni singolo albo a fumetti, etc., etc...
 Il registro scelto dall'autore è molto discorsivo, il testo è corredato da tantissime testimonianze dirette, stralci di interviste con editori, scrittori e disegnatori di fumetti che resero i comic book una specie di istituzione del periodo, non mancano neanche testimonianze di semplici appassionati e detrattori. L'enorme mole di documenti consultati da Hajdu (testimonianze, articoli di giornali d'epoca, libri, atti processuali, etc...) trova corpo in una narrazione avvincente e sempre brillante, mai pesa e noiosa. Inoltre non mancano foto e copertine di albi dell'epoca a impreziosire la lettura.
 Certo è che per apprezzare appieno quest'opera almeno un minimo di interesse per quello che è il mondo del fumetto bisogna averlo. La lettura è straconsigliata anche a chi non vive di nuvole parlanti e ne vuol sapere un po' di più, soprattutto per quel che riguarda l'aspetto storico e sociologico di questa forma d'arte, però... eh almeno un minimo.
Una prima parte del libro, una parte cospicua e di grande interesse, trasporta il lettore dentro il mondo del fumetto rinarrandone le origini, iniziando dalle prime strip pubblicate sui quotidiani fino ad arrivare al comic book, presentandone vari aspetti come quello umoristico, quello supereroistico, quello noir, etc...
 Ma non è una sterile storia del fumetto quella di Hajdu, possiamo assaporare attraverso queste pagine la storia delle Persone (e lo scrivo in maiuscolo) che hanno lavorato in questo settore. Attraverso la loro passione e il loro entusiasmo vediamo il fumetto crescere, evolversi, diventare un fenomeno da milioni di copie di venduto, percepiamo una sconfinata libertà creativa aleggiare sull'ambiente, vediamo artisti trovare lavoro e affermazione nel campo da essi desiderato. Una meraviglia.
 Però la libertà creativa e quelli che sono stati visti come eccessi da benpensanti repressivi iniziano a creare fastidio. In breve tempo, grazie soprattutto alla spinta data da Frederic Wertham e dal suo La seduzione dell'innocente, il mondo del fumetto viene scosso da una caccia alle streghe di proporzioni vastissime. In breve tempo lavorare nel mondo dei comics non è più così bello, un sogno (tanti sogni) si infrange. Censura, leggi restrittive, codici di autoregolamentazione, limiti invalicabili. L'arte viene imbrigliata. Ma non è tutto, le vendite di molti albi calano, la reputazione di chi lavora nel settore viene letteralmente distrutta, case editrici fiorenti chiudono i battenti. Emblematico il caso della celebre EC Comics e della vera e propria via crucis affrontata da suo editore Bill Gaines.
Incredibile pensare che artisti di grande professionalità, disegnatori, scrittori, furono costretti a nascondere la loro vera professione, costretti quasi a vergognarsi del lavoro che svolgevano con tanta passione. Il lavoro di Hajdu ci presenta anche il declino di un'epoca d'oro e la nascita del CMAA, il codice di autoregolamentazione adottato, volenti o nolenti, da molte case editrici di albi a fumetti. Ovviamente, come sottolinea anche Matteo Sanfilippo nella sua postfazione, non fu unicamente il mondo del fumetto a esser messo sotto accusa in quegli anni, anni in cui imperversava il famigerato Senatore McCarthy: Forse uno dei pochi limiti del saggio di Hajdu è proprio quello di non accostare le sorti del fumetto a quelle di altre forme d'arte colpite dalla censura nello stesso periodo, una piccola mancanza che si perde tra le circa 450 pp. di ottimo materiale.
Dario Lopez

3 commenti:

  1. Libro documentatissimo e rivelatore di un'America di cui in effetti non si conosce poi così tanto.

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  2. Alcune info tecniche che ho colpevolmente omesso nel testo: il libro è edito in Italia dalla Tunuè e costa 28 euro. Le pagine sono 480 tra numerazione normale e romana.

    Il titolo completo (da qui i puntini nel titolo in recensione) è Maledetti fumetti! Come la grande paura per i "giornaletti" cambiò la società statunitense.

    The Ten-Cent plague: The great Comic-book scare and how it changed America.

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  3. Apposta stavolta ho messo il link "amazon"....non perchè amazon me pagava! Cmq libro interessante, prenotato in bliblioteca dal mese scorso ed ancora fuori sede.

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