Ma è possibile che non riesce più a ripetersi?
E’ da quando si è lasciato dietro le Major per dedicarsi al
suo narcisistico Millar-World, che
non riesce a scrivere nulla che sia quantomeno decente. Convenite?
A parte le matite di Yu la nuova miniserie di
(fortunatamente soli ) 2 numeri edita dalla Panini, sul mensile Panini Comics Presenta, non c’è
assolutamente nulla che mi possa spingere a caldeggiarne l’acquisto presso di
voi cari fumettopeniaci.
Mi sono sacrificato io, voi passate oltre.
Cosa è Super Crooks?
In pratica è Ocean
Eleven in superpoteri, e con tante parolacce.
Un gruppo di supercriminali decide di fare il colpo grosso -
ma attenzione - non in America, che è il paese con la più alta densità di
supereroi sulla Terra, ma in Spagna, dove di supereroi non se ne vede neanche
l’ombra.
Generoso l’ editoriale di Marco Ricompensa che tenta di far passare per geniale l’ultimo Mark
Millar, quello che palesemente a corto di buone idee ricicla quello che trova
in giro, così dopo l’inutile machiavellico finale di Nemesis, rieccolo ad elaborare luoghi comuni della letteratura in
calzamaglia tipo questo: A che serve
ostinarsi a cercare di portare a termini colpi criminali in una città piena di
supereroi? Se nel frattempo potete rapinare una città dove invece i supereroi
latitano?
Secondo l’editoriale, questa premessa dovrebbe darci il
giusto hype per lanciarci curiosi nella lettura di queste 40 pagine scarse, ma
a conti fatti dopo nemmeno mezz’ora, che l’albo lo hai effettivamente letto, ti
rendi conto che quelle quaranta pagine scarse annoiano e basta.
Forse Ricompensa pensava di motivarci di più dicendoci che
la sceneggiatura, è gia stata acquistata dalla Universal; personalmente dopo
aver letto questo brutto fumetto, la notizia mi conferma solo che Millar, colui che a suo tempo, dichiarò che non avrebbe mai inventato nulla
in seno alle Major, è un fortunato manager di se stesso, che sta bivaccando
da anni, su allori ormai rinsecchiti, e che è ormai incapace di concepire che
un fumetto possa non avere una trasposizione cinematografica.
Due paroline IMHO su
un autore che si crede sto padreterno
Facciamo un punto veloce su Mark Millar: finchè non aveva
troppi paletti rispettare, ha scritto cose buone, il suo Wolverine non era malvagio, Civil
War, disegnata da Mcniven ha ancora il pregio di essere considerata il
miglior evento corale Marvel degli ultmi anni, nonostante sia piena di
forzature che non si sposano troppo con la continuity dei personaggi:
Spiderman non si sarebbe mai tolto la maschera,
nemmeno se a dirglielo fosse stato suo zio Ben dalla tomba, sopravvolando sulla
sua visione fascista di un Tony
Stark senza troppi scrupoli nel
calpestare dall’oggi al domani i suoi compagni, un altro personaggio che decisamente
mal si sposa con la sua continuity editoriale, era Reed
Richard, così viscido e subdolo, era incompatibile
persino con il Reed Richards che avrebbe creato dopo nel suo contributo
autoriale al quartetto. Forse Pym
poteva starci come carceriere nella zona negativa, d’altronde Henry Pym, i più vecchi se lo ricorderanno, era già stato processato dai
Vendicatori anni e anni fa, per la sua condotta non proprio lodevole.
Ma per Pym il problema
si è risolto da solo, Bendis lo ha reso uno Skrull nella sua orripilante invasione,
e voglio far finta che fosse stato tutto studiato dal team di architetti
Marvel.
Questo per dire che senza qualche editor a soffiargli sul
collo ha scritto cose interessanti, la sua run sui Fantastici Quattro non è
assolutamente da buttare, specie il primo arc con l’altra terra (concetto
comunque visto anche nella sua Authority). Gli Ultimates disegnati da Brian
Hitch, restano il suo lavoro migliore, d’altronde quei nuovi vendicatori
vivevano avventure su una nuovissima realtà parallela, con vincoli pari a zero,
il risultato è stato una delle migliori serie Marvel degli ultimi anni.
Poi il successo però gli ha dato alla testa:
Old Man Logan,
disegnata sempre da McNiven è già, nonostante sia appetibile, un primo audace
tentativo di lasciare la sua impronta nel Marvel Universe, basando le sue trame
su paurosi luoghi comuni della letteratura in calzamaglia: nel caso specifico -
in un futuro (alternativo?) i supercattivi decidono di allearsi e di scagliare
un attacco ai supereroi, cambiando le carte in gioco, per esempio gli X-men
contro i nemici del Ragno e viceversa, un plot nemmeno tanto originale, il
primo che mi viene in mente che sfrutta questa idea, risale al 1984 o giù di lì, su Crisis on Infinite Earths, di Wolfman
& Perez quando tutti i cattivi DC guidati da Luthor e Brainac fanno strage
di eroi nel tentativo di conquistare le terre rimanenti.
Ma lasciamo perdere i deja vu, l’impronta Western, una
chiara citazione a Gli Spietati di Clint Eastwood, le stupende tavole di McNiven, donano a questa miniserie, una
certa appetibilità, complice comunque anche uno stacco completo dalla
continuity, particolare che avvalora la teoria che Millar privo di limiti, ERA un buon autore.
Poi è arrivato il delirio di onnipotenza, le dure
dichiarazioni in cui affermava che non avrebbe mai più scritto materiale valido
per le major, ne che avrebbe creato nuovi personaggi in seno alla collaborazione con una casa
editrice come la Marvel o la DC.
Ed in effetti la sua ultima produzione con la casa delle
idee, è veramente sciapa ed anonima, i suoi Ultimate Avengers, cominciano in accelerazione ma si perdono già
dalla fine del primo arc. Quello del Teschio
Rosso.
Poi arriva Kick Ass (un valido fumetto), - più o meno i tempi sono quelli - e Millar,
osannato dai lettori come un genio, perde ogni contatto con la realtà.
Da lì in poi non ingrana più nulla, e la sua musa sembra
averlo abbandonato del tutto, Nemesis
non è niente di eccezionale, Superior
anche, ci riprova con Kick Ass 2 ma
il secondo è un inutile elogio dell’iperviolenza senza alcuno spunto narrativo,
botte stupri e mutilazioni, nient’altro.
Nel frattempo arrivano le licenze cinematografiche, Millar
si vende e da quel momento comincia a scrivere sceneggiature che sembrano fatte
apposta per l’adattamento al grande schermo.
Questo Crooks non fa eccezione.
Yu a parte, la miniserie non vale i suoi 6,30€ .
Un gruppo di supercriminali di New York stufi di essere
sbattuti in cella alla fine di ogni rapina finita male, decide di provare la
sorte in un paese privo di supereroi, nel caso specifico Tenerife, Spagna.
Perché la Spagna?
Probabilmente perché come detto, ormai Millar è incapace di concepire un
fumetto senza che questo debba essere poi riprodotto sul grande schermo, magari
avrà pensato che la Spagna
si presta per una fotografia migliore, o forse perché sarà più facile,
infilarci modelle in bikini in inquadrature iberiche, avvenenze che
stonerebbero con i climi grigi di New York o Londra.
Il fumetto in pratica è Ocean
Eleven, solo con superpoteri. Troppo compresso con dialoghi scontati.
Nel primo numero dell’edizione italiana di Crook, senza
spoilerare nulla, c’è in ordine: l’incipit, la presentazione dei personaggi, la
causa nobile che rimette i criminali in carreggiata, altro dejavu, che ricorda il
mediocre action-movie Fuori in 60
secondi con la Angelina Jolie, ed infine l’arruolamento del gruppo di
ladri per organizzare la grande rapina.
Perché in sostanza è a questo che si riduce, dietro
l’incipit stupido di voler far emigrare verso porti privi di superpoliziotti, i soliti supercriminali verso i quali Millar
ha una macelata passione (vedi il sopravvalutato Wanted) c’è una sceneggiatura
che fa il verso in tutto e per tutto ad Ocean Eleven.
Mediocre e pretenzioso, Crooks è vivamente consigliato solo
ai adoratori dell’autore inglese. Atutti gli altri consiglio di investire in
altre letture: restando in casa Panini, con due euro in più, (o con un euro in meno, se consideriamo il
prezzo della miniserie completa) potrete arraffare la bellissima Magneto -Testament disegnata da Carmine Di Giandomenico.
Un investimento sicuramente più appetibile di questa ennesima
scadente opera di Mark Millar, al quale
auguriamo di risvegliarsi da questi
sonni di gloria in cui e sprofondato.
Come se non bastasse la contraddizione tra l’incipit nel
ricercare una città senza supereroi da depredare, e scegliere alla fine dei
giochi, per vivacizzare la trama, la mente del gruppo, dicevo scegliere come
obbiettivo l’unico supercriminale residente in Spagna, che come guardia del
corpo ha l’unico supereroe che può dare filo da torcere al gruppo di manigoldi.
Decisamente il signor Millar perde colpi miniserie dopo
miniserie, vogliamo dire che uno dei punti forti delle sue pubblicazioni è il
fatto che può permettersi ottimi disegnatori? Tipo McNiven, Hitch, Yu, Romita,
e persino Quitley?
Alla larga da Super Crooks.
Baci ai pupi.
assolutamente e completamente d'accordo con te.
RispondiEliminaHo sempre ritenuto Millar un po' sopravvalutato come autore.Certo,anche a me son piaciute moltissimo le due stagioni di Ultimates,authority,e Ultimate X-men,però a pensarci bene non è mai tutta farina del suo sacco,d'altronde ultimates è un'authority in salsa marvel,quindi l'idea in principio è di ellis.se ben ricordo anche la prima run su wolverine (nemico pubblico),riprende un'idea non sviluppata di claremont.Sulle sue ultime produzioni nemmeno mi esprimo,ho solo wanted (carino) e kick-ass...