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domenica 8 dicembre 2013

Super Crooks i supercriminali di Mark Millar




Ma cosa è successo a Millar
Ma è possibile che non riesce più a ripetersi?
E’ da quando si è lasciato dietro le Major per dedicarsi al suo narcisistico Millar-World, che non riesce a scrivere nulla che sia quantomeno decente. Convenite?
A parte le matite di Yu la nuova miniserie di (fortunatamente soli ) 2 numeri edita dalla Panini, sul mensile Panini Comics Presenta, non c’è assolutamente nulla che mi possa spingere a caldeggiarne l’acquisto presso di voi cari fumettopeniaci.
Mi sono sacrificato io, voi passate oltre.

Cosa è Super Crooks?

In pratica è Ocean Eleven in superpoteri, e con tante parolacce.
Un gruppo di supercriminali decide di fare il colpo grosso - ma attenzione - non in America, che è il paese con la più alta densità di supereroi sulla Terra, ma in Spagna, dove di supereroi non se ne vede neanche l’ombra.
Generoso l’ editoriale di Marco Ricompensa che tenta di far passare per geniale l’ultimo Mark Millar, quello che palesemente a corto di buone idee ricicla quello che trova in giro, così dopo l’inutile machiavellico finale di Nemesis, rieccolo ad elaborare luoghi comuni della letteratura in calzamaglia tipo questo: A che serve ostinarsi a cercare di portare a termini colpi criminali in una città piena di supereroi? Se nel frattempo potete rapinare una città dove invece i supereroi latitano?


Secondo l’editoriale, questa premessa dovrebbe darci il giusto hype per lanciarci curiosi nella lettura di queste 40 pagine scarse, ma a conti fatti dopo nemmeno mezz’ora, che l’albo lo hai effettivamente letto, ti rendi conto che quelle quaranta pagine scarse annoiano e basta.
Forse Ricompensa pensava di motivarci di più dicendoci che la sceneggiatura, è gia stata acquistata dalla Universal; personalmente dopo aver letto questo brutto fumetto, la notizia mi conferma solo che Millar, colui che a suo tempo,  dichiarò che non avrebbe mai inventato nulla in seno alle Major, è un fortunato manager di se stesso, che sta bivaccando da anni, su allori ormai rinsecchiti, e che è ormai incapace di concepire che un fumetto possa non avere una trasposizione cinematografica.

Due paroline IMHO su un autore che si crede sto padreterno

Facciamo un punto veloce su Mark Millar: finchè non aveva troppi paletti rispettare, ha scritto cose buone, il suo Wolverine non era malvagio, Civil War, disegnata da Mcniven ha ancora il pregio di essere considerata il miglior evento corale Marvel degli ultmi anni, nonostante sia piena di forzature che non si sposano troppo con la continuity dei personaggi:
Spiderman non si sarebbe mai tolto la maschera, nemmeno se a dirglielo fosse stato suo zio Ben dalla tomba, sopravvolando sulla sua visione fascista di un Tony Stark senza troppi scrupoli nel calpestare dall’oggi al domani i suoi compagni, un altro personaggio che decisamente mal si sposa con la sua continuity editoriale, era  Reed Richard, così viscido e subdolo, era incompatibile persino con il Reed Richards che avrebbe creato dopo nel suo contributo autoriale al quartetto. Forse Pym poteva starci come carceriere nella zona negativa, d’altronde Henry Pym, i più vecchi se lo ricorderanno, era già stato processato dai Vendicatori anni e anni fa, per la sua condotta non proprio lodevole.
Ma per Pym il problema si è risolto da solo, Bendis lo ha reso uno Skrull nella sua orripilante invasione, e voglio far finta che fosse stato tutto studiato dal team di architetti Marvel.
Questo per dire che senza qualche editor a soffiargli sul collo ha scritto cose interessanti, la sua run sui Fantastici Quattro non è assolutamente da buttare, specie il primo arc con l’altra terra (concetto comunque visto anche nella sua Authority). Gli Ultimates disegnati da Brian Hitch, restano il suo lavoro migliore, d’altronde quei nuovi vendicatori vivevano avventure su una nuovissima realtà parallela, con vincoli pari a zero, il risultato è stato una delle migliori serie Marvel degli ultimi anni.
Poi il successo però gli ha dato alla testa:

Old Man Logan, disegnata sempre da McNiven è già, nonostante sia appetibile, un primo audace tentativo di lasciare la sua impronta nel Marvel Universe, basando le sue trame su paurosi luoghi comuni della letteratura in calzamaglia: nel caso specifico - in un futuro (alternativo?) i supercattivi decidono di allearsi e di scagliare un attacco ai supereroi, cambiando le carte in gioco, per esempio gli X-men contro i nemici del Ragno e viceversa, un plot nemmeno tanto originale, il primo che mi viene in mente che sfrutta questa idea, risale al 1984 o giù di lì, su Crisis on Infinite Earths, di Wolfman & Perez quando tutti i cattivi DC guidati da Luthor e Brainac fanno strage di eroi nel tentativo di conquistare le terre rimanenti.
Ma lasciamo perdere i deja vu, l’impronta Western, una chiara citazione a Gli Spietati di Clint Eastwood, le stupende tavole di McNiven, donano a questa miniserie, una certa appetibilità, complice comunque anche uno stacco completo dalla continuity, particolare che avvalora la teoria che Millar privo di limiti, ERA un buon autore.

Poi è arrivato il delirio di onnipotenza, le dure dichiarazioni in cui affermava che non avrebbe mai più scritto materiale valido per le major, ne che avrebbe creato nuovi personaggi  in seno alla collaborazione con una casa editrice come la Marvel o la DC.
Ed in effetti la sua ultima produzione con la casa delle idee, è veramente sciapa ed anonima, i suoi Ultimate Avengers, cominciano in accelerazione ma si perdono già dalla fine del primo arc. Quello del Teschio Rosso.
Poi arriva Kick Ass (un valido fumetto),  - più o meno i tempi sono quelli - e Millar, osannato dai lettori come un genio, perde ogni contatto con la realtà.
Da lì in poi non ingrana più nulla, e la sua musa sembra averlo abbandonato del tutto, Nemesis non è niente di eccezionale, Superior anche, ci riprova con Kick Ass 2 ma il secondo è un inutile elogio dell’iperviolenza senza alcuno spunto narrativo, botte stupri e mutilazioni, nient’altro.
Nel frattempo arrivano le licenze cinematografiche, Millar si vende e da quel momento comincia a scrivere sceneggiature che sembrano fatte apposta per l’adattamento al grande schermo.
Questo Crooks non fa eccezione.


Yu a parte, la miniserie non vale i suoi 6,30€ .
Un gruppo di supercriminali di New York stufi di essere sbattuti in cella alla fine di ogni rapina finita male, decide di provare la sorte in un paese privo di supereroi, nel caso specifico Tenerife, Spagna.
Perché la Spagna? Probabilmente perché come detto, ormai Millar è incapace di concepire un fumetto senza che questo debba essere poi riprodotto sul grande schermo, magari avrà pensato che la Spagna si presta per una fotografia migliore, o forse perché sarà più facile, infilarci modelle in bikini in inquadrature iberiche, avvenenze che stonerebbero con i climi grigi di New York o Londra.
Il fumetto in pratica è Ocean Eleven, solo con superpoteri. Troppo compresso con dialoghi scontati.
Nel primo numero dell’edizione italiana di Crook, senza spoilerare nulla, c’è in ordine: l’incipit, la presentazione dei personaggi, la causa nobile che rimette i criminali in carreggiata, altro dejavu, che ricorda il mediocre action-movie Fuori in 60 secondi con la Angelina Jolie, ed infine l’arruolamento del gruppo di ladri per organizzare la grande rapina.
Perché in sostanza è a questo che si riduce, dietro l’incipit stupido di voler far emigrare verso porti privi di superpoliziotti,  i soliti supercriminali verso i quali Millar ha una macelata passione (vedi il sopravvalutato Wanted) c’è una sceneggiatura che fa il verso in tutto  e per tutto ad Ocean Eleven.
Mediocre e pretenzioso, Crooks è vivamente consigliato solo ai adoratori dell’autore inglese. Atutti gli altri consiglio di investire in altre letture: restando in casa Panini, con due euro in più,  (o con un euro in meno, se consideriamo il prezzo della miniserie completa) potrete arraffare la bellissima Magneto -Testament  disegnata da Carmine Di Giandomenico.
Un investimento sicuramente più appetibile di questa ennesima scadente opera di Mark Millar, al quale
auguriamo di risvegliarsi da questi sonni di gloria in cui e sprofondato.
Come se non bastasse la contraddizione tra l’incipit nel ricercare una città senza supereroi da depredare, e scegliere alla fine dei giochi, per vivacizzare la trama, la mente del gruppo, dicevo scegliere come obbiettivo l’unico supercriminale residente in Spagna, che come guardia del corpo ha l’unico supereroe che può dare filo da torcere al gruppo di manigoldi.
Decisamente il signor Millar perde colpi miniserie dopo miniserie, vogliamo dire che uno dei punti forti delle sue pubblicazioni è il fatto che può permettersi ottimi disegnatori? Tipo McNiven, Hitch, Yu, Romita, e persino Quitley?
Alla larga da Super Crooks.
Baci ai pupi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     
                     

1 commento:

  1. assolutamente e completamente d'accordo con te.
    Ho sempre ritenuto Millar un po' sopravvalutato come autore.Certo,anche a me son piaciute moltissimo le due stagioni di Ultimates,authority,e Ultimate X-men,però a pensarci bene non è mai tutta farina del suo sacco,d'altronde ultimates è un'authority in salsa marvel,quindi l'idea in principio è di ellis.se ben ricordo anche la prima run su wolverine (nemico pubblico),riprende un'idea non sviluppata di claremont.Sulle sue ultime produzioni nemmeno mi esprimo,ho solo wanted (carino) e kick-ass...

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