E torniamo a parlare di Golden Age, in passato, chi segue il
blog sa che abbiamo affrontato questo argomento, in toni un pò polemici però, lo ammetto,
stavolta lo facciamo con termini più pacati, grazie anche al prezioso aiuto del buon Danilo Panicali che ha buttato giù alcune domande per i curatori, Daniele Tomasi e Cesare Giombetti, di quella che -a mio modestissimo parere- è la miglior
antologica italiana, per quel che concerne
i fumetti della cosiddetta Golden Age Americana. Curata nei minimi
dettagli e costruita con innegabile gusto per quel che riguarda la scelta del
materiale proposto.
Prima di cominciare un paio di Link sull’opera, che è giunta proprio in questi giorni al secondo
volume :
questo è l’indirizzo del sito dell’editore, dal quale è possibile ordinare
i volumi.
Questo è il link alla pagina Issuu dell’editore dove è consultabile un’anteprima del secondo volume, e dove
è visionabile integralmente il primo numero, in cui c’è un ricco apparato redazionale che
spiega anche i certosini passaggi dei restauro delle tavole, perché questa
è una cosa da far notare ai lettori interessati, il restauro delle pagine dei
vecchi fumetti che trovate ne Gli Archivi del Fumetto, in Italia non ha rivali.
Credo di avervi detto tutto vi lascio alle
domande di Danilo ed alle risposte di Daniele e Cesare.
Baci ai pupi.
1) Dietro a un progetto del genere ci deve essere una
grande passione per il fumetto, quando avete deciso di trasformare questo amore
in un lavoro?
CG: Io non l'ho mai deciso. Ho sempre
lavorato in altri settori. A un certo punto della mia carriera però, dopo una
laurea presa per passione e senza idea di voler lavorare nel campo dei fumetti
o delle traduzioni, ho scritto alla Planeta
DeAgostini per ringraziarli del fatto di aver portato la DC in Italia
(erano gli albori, prima di capire quale sarebbe stato l’andazzo…) e buttando
lì (non proponendomi ufficialmente, ma proprio buttando lì) la possibilità di
una collaborazione. E accettarono. Da lì tutto ebbe inizio.
DT: Durante le scuole medie, credo. Ho
sempre amato disegnare e ho sempre amato i fumetti. Quando avevo 10 anni
iniziai a collezionarli, e durante la terza media decisi di iscrivermi al Liceo
Artistico per imparare a disegnare, in generale, e a fare fumetti. Ricordo che
il primo giorno al Liceo ci fecero riunire in uno stanzone, a noi iscritti delle
prime classi, chiesero a uno a uno quale motivazione ci avesse spinti a
iscriverci a quella scuola, e io dissi la mia. Su un centinaio di ragazzini
solo tre, tra cui io, avevano un motivo mirato a studiare e imparare per fare
un lavoro.
2) La domanda è d'obbligo, quali sono i criteri di
scelta dei diversi personaggi?
CG: Disponibilità opere e gusti. Ma prima
gusti...
DT: Innanzitutto dev'essere un personaggio
o un ciclo di storie che amiamo, vuoi per il personaggio, vuoi per gli autori.
Poi ci deve essere la possibilità di poter pubblicare l'intera opera, anche se
in un lungo lasso di tempo.
3) Rileggendo ora queste storie emerge quella
semplicità e se vuoi, quella ingenuità propria di un'epoca ormai
lontana...ritenete queste opere fruibili solo da un pubblico di appassionati o
pensate che possano attrarre anche le nuove leve?
CG: Per me è assolutamente nicchia. Senza se
e senza ma. I giovani considerano antiche anche le cose di 20 anni prima (e
forse anche 10... o 5...). Adesso si vedono comparire varie ristampe d'antan (Prince Valiant, Flash Gordon ecc.) per
un'ultranicchia, ma non ultra quanto la nostra. Si tratta di cult e di opere
apprezzate tempo fa in Italia e ricercate e non di personaggi semisconosciuti e
storie più piatte rispetto a quelle di Foster o degli altri grandi maestri.
Queste, secondo me, si rivolgono alla nicchia dell'ultranicchia.... Con questo
non dico di non comprare, ci mancherebbe. Anzi. Non mi aspetto folle oceaniche,
ma invito tutti a provare questo magico Mondo Dorato. Stiamo facendo un lavoro
di recupero storico mastodontico. Sostenete questa band, dunque!
DT: In realtà i personaggi dentro la
rivista sono vari. Ci sono dei supereroi con storie piuttosto lineari e
semplici senza grandi caratterizzazioni, brevi storie sul mistero e il
soprannaturale che giocano con l'animo di personaggi piuttosto ben
caratterizzati, brevi storie umoristiche senza sofisticazioni. Sono godibili
sia da chi le guarda come realizzazioni abbastanza sconosciute - per il lettore
italiano – di molti anni fa, sia da chi le legge semplicemente come fumetti
nuovi – almeno per lui – e quindi interessanti in quanto differenti dal solito.
4) Quali sono i progetti in cantiere e le principali
novità?
CG: Insieme c'è ancora in sospeso
“Continua...” che, chissà, magari continuerà (appunto…), “Archivi” e i volumi
correlati. Tutto sempre con ritmi lentissimi dati dal fatto che sia io che Dan
abbiamo il 120% del tempo già impegnato...
DT: Il progetto “Archivi” prevede la
pubblicazione dei volumi di ogni personaggio presentato nella rivista che abbia
avuto una serie. Alcuni, vista la quantità di materiale, saranno pubblicati
pian piano in tanti volumi cronologici. Per quelli con bibliografie ridotte
saranno invece sufficienti uno o due volumi. Dentro la rivista compariranno
anche storie singole, per le quali non sono previste ristampe in volume.
Questo, dal punto di vista del collezionista e dell'appassionato, rende i
numeri della rivista stessa molto interessanti.
Per quanto riguarda questi mesi finali del
2014, si lavorerà sulla realizzazione del terzo numero, che chiuderà il ciclo
di presentazione di questo gruppo di sei personaggi.
Nel 2015 la rivista cesserà - tornerà più
avanti con la presentazione di altri personaggi e altre storie non ristampabili
in volume - e le energie saranno concentrate sulla realizzazione dei volumi
dedicati a Dr.Drew, Little Angel e Woman in Red – e forse anche Scarab.
Per il 2016 è previsto un volume dedicato
a... qualcosa di cui è ancora presto parlare.
P.s.: “Continua...”, pur se a intervalli
irregolari, continuerà sinché io sarò vivo.
5) E tu quale personaggio preferisci?
DT: Quelli che ho scelto e curo io –
Dr.Drew, Man in Black e Little Angel – li amo tutti allo stesso modo, senza
preferenze. Tra quelli scelti da Cesare, direi Black Terror perché ha il
costume più affascinante.
6) Quali sono state le principali difficoltà del
progetto? Oltre naturalmente alla rimessa a nuovo delle tavole? reperibilità
dei materiali, traduzioni...
CG: Reperibilità materiali, anche traduzione
per certi arcaismi, ma, soprattutto, e infatti il grosso del lavoro e del
merito va a Dan, il restauro, che, per quanto ne so, Dan pratica ai più alti
livelli al mondo.
Per me la difficoltà nel restauro è stata
iniziale, c'è voluto tanto studio e tante sperimentazioni che mi hanno portato
a trovare un procedimento digitale che consente di recuperare bene i disegni e
i colori. Adesso è una questione di precisione e di tempo, ci vuole manualità e
pazienza nell'aggiustare tutti gli errori tipografici e le distrazioni di
colorazione, come spiegato nel lungo articolo del primo numero della rivista.
La traduzione non è difficile, io tendo a
essere letterale, e talora si trovano dei giochi di parole o dei riferimenti
che si risolvono comunque con un po' di ricerca, e quando serve vengono
spiegati nelle note della rivista.
La vera difficoltà è trovare materiale di
qualità da elaborare. In Internet ci sono scansioni delle pagine che a volte
sono ottime, a volte sono scarse, e a volte non ci sono proprio. Si cerca di
sopperire comprando albi originali da scansionare a 1200 dpi, però spesso è
difficile trovarli, e talora sono molto costosi anche quando sono in cattive
condizioni di conservazione. Quelli economici li compro, e ogni tanto faccio
una pazzia e compro anche roba ad alto prezzo ma difficile da trovare. Per
esempio ho pagato quasi 200 euro un albo che contiene la prima storia di Man in
Black, ma era proprio necessario – era introvabile - e comunque lo considero un
piccolo investimento economico. È per questo motivo, per la difficoltà di
trovare tutto, che i personaggi con bibliografia lunga, come Black Terror e
Fighting Yank, avranno bisogno di molto tempo per vedere completata la loro
edizione integrale in volumi. A meno di non trovare la collaborazione di
qualche collezionista ben fornito che ci possa aiutare.
7) Un'opera del genere ha bisogno anche di un apparato
redazionale adeguato, come reperite le informazioni per scriverli?
CG: Passo la palla a Dan. Per ora se n'è
occupato lui.
DT: Io sono un collezionista e anche un
appassionato di storia del Fumetto, per cui ho una discreta biblioteca di
saggistica, e poi c'è quella grande e meravigliosa fonte di informazioni che è
Internet.
8) Perché consiglieresti la lettura dei tuoi volumi?
CG: Per "completismo", per
passione (se ti appassiona quello stile o quel periodo) o per “documentarismo”
se hai un approccio storiografico.
DT: Per i motivi di scelta delle serie e
dei personaggi: storie e disegni interessanti, affascinanti, di qualità.
Per il metodo scelto nella cura editoriale:
ristampa integrale della bibliografia.
Per il metodo scelto nella cura grafica:
stampa in grande formato di tavole restaurate per godere a pieno delle capacità
artistiche dei disegnatori.
9) Vi facciamo i conti in tasca: esperienza in attivo o
lottate per rientrare dei costi?
CG: Ripasso la palla a Dan, visto che la
casa editrice è sua e spiegherà meglio intenti ecc. Dico solo che chiaramente
si tratta di lavoro volontario fatto SOLO per passione e per gli appassionati.
DT: Ci era chiaro sin dall'inizio che i
lettori sarebbero stati pochissimi, ma noi realizziamo questo progetto
innanzitutto perché vogliamo che queste edizioni esistano, quindi per noi
stessi. Per evitare di fallire si è quindi scelto: di stampare in digitale su
tirature limitate; di stampare solo in funzione di abbonamenti e di
prenotazioni, quindi con quantità di poco superiori al richiesto; di tenere dei
prezzi che consentissero di non andare in rosso, anche senza guadagnare nulla,
e di reinvestire quel poco che fosse stato in attivo nell'acquisto di albi
originali; di eliminare le spese e i rischi legati alla distribuzione libraria
rinunciandoci e vendendo solo su internet con pagamento diretto. Riguardo a
quest'ultimo punto, non significa che un libro non possa andare in libreria,
significa solo che il libraio lo deve ordinare direttamente alla casa editrice,
essendo cosciente che il margine di guadagno sarà comunque ridottissimo, sia
per la libreria che per la casa editrice.
10) Trattandosi di serie senza diritti, non avete paura
che qualche colosso subodorando l'affare ve le sottragga?
CG: E come no... dovrebbero trovare qualcuno
disposto e capace a fare lo stesso lavoro di restauro. Quello fa la differenza
e non rende conveniente l'“affare”.... Dunque non credo proprio... Nel caso, ne
avrebbero diritto. Si sottrae qualcosa che appartiene a qualcuno. Questo è
pubblico dominio, ergo...
DT: Non credo che ci sia un rientro
economico per una casa editrice normale, è qualcosa che prende tempo e energie
senza assicurare le vendite, quindi qualcosa che possono fare solo dei pazzi
appassionati come noi. Ma se volessero, potrebbero contattarci e troveremmo un
modo per collaborare. Tenendo conto, però, che ci sono delle cose
imprescindibili, per esempio la stampa in grande formato, cosa che le attuali
case editrici non fanno per risparmiare. È imprescindibile perché uno dei
nostri obiettivi, come detto, è fornire agli occhi del lettore la gioia di
vedere bene la maestria nei disegni e nelle inchiostrazioni di grandi artisti
del Fumetto.
E' stato un post davvero interessante.
RispondiEliminaDi sul serio!
Grazie!
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