Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

lunedì 29 ottobre 2012

Più che un calcio in culo...

Di solito io ed il buon Davide siamo abbastanza d'accordo sui fumetti, ma stavolta la pensiamo in maniera  diametralmente opposta, ho appena finito di leggere il secondo capitolo di Kick Ass, e devo dire che le seconde cronache delle gesta del giovane Dave, mi hanno deluso abbastanza.
Esaurita la spinta innovativa della prima miniserie, Millar si rifugia nella ultra-violenza da telefilm dei Soprano, o peggio, in quella che ritrovate tra le pagine dei rotocalchi di basso costo tipo Cronaca Vera, per nascondere una paurosa carenza di contenuti.
Visto che on-line sbocciano le prime impressioni su questa miniserie, ho deciso di unirmi al coro, e dai toni avrete capito, che al contrario della prima, questo Kick Ass 2, non mi ha entusiasmato per nulla.
Ad eccezione del primo volume, in cui Millar stavolta dissacra tutti gli stereotipi legati al concetto di supergruppo, il resto degli albi, in cui si assiste al ritorno e ovviamente vendetta di Red Mist, sono un inutile, pesante campionario di accoltellamenti, pestaggi e sparatorie, il lavoro psicologico sui personaggi è pari a zero, (anche nella miniserie originale direte voi, ma quella almeno aveva il merito della freschezza).
Se con la prima miniserie, infatti, a Mark Millar va il merito di essere stato il primo autore di fumetti ad aver dipinto in maniera così dissacrante, ironica, realistica ed innovativa  un mondo in cui esistono calzamaglie senza superpoteri, nel secondo, ossia in questo, non c'è nulla di nuovo, più che per i lettori, il fumetto sembra nato solo per strizzare l'occhio ad Hollywood ed ai suoi produttori, come per dire: "Hey dai facciamone un altro! Ho rispolverato il Logo!"
I dialoghi per quanto squisitamente curati nella forma e nello slang, come nel primo, stavolta sono imbarazzantemente vuoti e prevedibili, tanto da pensare che l'autore stia volutamente emulando tutta la più bieca cinematografia americana, quella  figlia di Rambo e Commando.
Le matite di Piccolo Romita, non si differenziano dalla sua ultima produzione, come già detto per AVX, il disegnatore è veloce, ed in alcune tavole si vede anche troppo.
La parte grafica resta comunque l'unica cosa godibile di questo Kick Ass 2, che a mio parere aveva già detto tutto nella miniserie originale.
 Ma si sa che ben poch sono quelli che preferiscono la gloria dello zenith, al viale triste del tramonto, e Millar perso ormai nel suo lucroso mondo editoriale non è certo tra questi.
Trama troppo piatta, veloce, ripetitiva, l'unico spoiler che mi permetto di farvi è questo, tranquilli però, non toglie niente alla trama ( che tanto non c'è!), ma è finzionale e vi mette in guardia per quel che riguarda la spesa da affrontare, inversamente proporzionale (IMHO) alla sua appetibilità.
Ad un certo punto della storia la gang di Red Mist che si prepara allo scontro finale con Kick Ass e la sua banda, per sviare l'attenzione dei poliziotti dal centro di New York, fa esplodere tutte le fumetterie...cioè fate voi... 
Parliamo invece dell'edizione Panini: se da un lato la RW si fa odiare per pompare i prezzi delle sue pubblicazioni, sul versante modenese le cose non pensate che vadano meglio, quello che ci si ostina a definire un formato economico è solo una rateizzazione dei 100%, non vi è alcun risparmio nello spendere 3,00 euro al mese piuttosto che  12 euro, prezzo con cui il volume sarebbe stato probabilmente proposto in libreria, formato bocciatissimo, frutto di una politica decisamente aggressiva sulle tasche dei lettori, ma ampiamente adottata dalle major del panorama fumettistico in italia.
Conclusioni:
Miniserie evitabilissima, Millar ha deciso di sedere sugli allori decisamente troppo presto a mio modesto parere.
L'esecuzione di un gruppo di bambini, lo stupro di gruppo di una ragazza, ed adolescenti che parlano come manco gli scaricatori dei porti più fetidi dell'occidente, non bastano a far di lui un icona, o del seguito di Kick ass, un altra piccola perla. Per come lo vedo io, sensazione palpabilissima nel vedere le variant cover contenute negli albi, l'ex sindacalista è perso nel suo personalissimo Millar-world (o -verse?), ma dovrebbe metterci un pò più di impegno perchè se continua di questo passo, questo venale mondo farà la stessa fine di Kripton.
Edizione italiana - cara, come sempre ma per una volta, cara quanto l'edizione originale: se è vero che Kick Ass in America costava un dollaro in meno per numero, qui da noi, visto che i brossurati anoressici che ci vendono, contengono due volumi originali e costano 3 euro, vuol dire che la Modenese nel suo formato economico, ci propone un albo che se la matematica non mi inganna, costa uguale all'edizione oltreoceano centesimo in più centesimo in meno.
Non ci siamo proprio, baci ai pupi.


3 commenti:

  1. Per la prima volta (siccome lo conosco da poco Davide) ci ritroviamo in questo fumetto!
    A mio avviso non l'ho trovato privo di contenuti...

    RispondiElimina
  2. Ciao gennaro e grazie per aver messo il link del mio blog.
    Perché a me è piaciuto kick ass? per il seguente motivo:
    nonostante kick-Ass sia un fumetto commercialissimo, fatto da millar per poter vendere i diritti di un ulteriore film, mi ha divertito l’aver messo in evidenza l’incoscienza degli eroi ribaltando la regola della marvel: da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
    Qui di grandi poteri ne abbiamo zero,e tanta incoscienza (e stuipidità).
    In più mi è piacuta la violenza, e mi ha sorpreso




    -SPOILER GIGANTE-
    la morte del padre del protagonista
    -SPOILER GIGANTE-


    come andrà avanti il terzo capitolo non lo so, non trovo un finale telefonato.

    Con questo commento, però, voglio sottolineare che Millar ha mostrato genialità con civil war, con authority, di sicuro non con kick ass. qui ha mostrato la furbizia nel fare un prodotto appetibile per il cinema. Nonostante questo, la storia mi è piaciuta mi diverte. adoro hit girl, adoro l’idiozia dei supereroi, l’esatto contrario dei supereroi di the boys di ennis, cinici e cattivi.

    Sul formato ti do ragione, 48 pagine a 3 euro è un furto. E questo sarà lo standard ahimè. Nel caso uno non voglia prendere queste edizioni perché costose, nessun problema. I vari moon knight, orchid, kick ass li ristamperanno in altre edizioni, tipo nella nuova collana da allegare ai quotidiani. Ormai la panini la conosciamo, inutile prendersi in giro!

    p.S. a me ha fatto ridere la scena dell’esplosione delle fumetterie, ci stava, una cosa stupida fatta da persone stupide

    RispondiElimina
  3. Il vero difetto di Kick Ass è che tradisce ben presto quello che pui è nato: far vedere come sarebbero i supereroi senza superpoteri nella realtà.
    Se nel primo è tollerata la presenza di un presonagio fintissimo cone Hit Girl, già dal secondo succedono tante di quelle cose assurde da rendere questo fumetto indistinguibile da un episodio di Punisher.
    Con la terza miniserie , e con quella di Hit Girl , è anche peggio .
    Veri e propri comics di supereroi ( se nella prima miniserie Big Daddy tirava a campare rivendendo fumetti della silver age, qui si viene a scoprire che con i soldi rubati ai criminali aveva costruito una sorta di Batcaverna da far invidia a Batman )

    RispondiElimina