Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

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mercoledì 3 luglio 2013

Un quartetto per JB

E' annunciato per Novembre l'omnibus che raccoglie le avventure dei Fantastici Quattro firmate da uno dei più grandi autori del fumetto americano degli anni '80: J. Lindley Byrne.
Il fumettista statunitense (chissà come mai io ero convinto fosse canadese), ha praticamente scritto e disegnato tutti i maggiori characters dell'universo supereroistico, trasversalmente, dalla Marvel alla DC, il suo Man Of Steel, (specie il suo Luthor) è stato l'unico significativo tra i tanti reboot di Superman, dal postCrisis.

Faccio tutto io

In Marvel, alla faccia dei moderni architetti, per tutta la decade degli anni '80, ha segnato con il suo stile ogni personaggio di rilievo della casa delle Idee, lasciando un indelebile impronta nella continuity dell'universo 616:
Capitan America - dal 1979 al 1980, serie in cui rilancia il gruppo degli Invasori ed il personaggio di Union Jack.
Gli X-Men - dal 1977 al 1981 a braccetto con C.Claremont, ha creato ed illustrato la saga della Fenice Nera e la bellissima Days of Future Past.
Nel 1983, ha creato gli Alpha Flight, il gruppo di supereroi Canadesi, introducendo interessantissimi Characters, per un breve periodo ha curato anche il Golia Verde, in poche pagine ha separato fisicamente Bruce Banner dal suo alter ego Hulk. Una gestione brevissima interrottasi per divergenze con le alte sfere Marvel.
Ha formattato la Visione durante la sua gestione dei Vendicatori della Costa Ovest. Sede nella quale si è concesso anche il vezzo della creazione dei Vendicatori dei grandi Laghi. Un eccentrico super-gruppo, finito nell' immenso cast di supporto del MU, e che non molti anni fa se la vide con Deadpool, durante la Civil War. Usanza, quella del creare nuovi characters sotto contratto, che oggi giorno è decisamente sparita. E Mark Millar, tempo fa vi ha anche spiegato il perché.
Byrne, nel 1985 ha scritto, dimostrandosi anche un autore lisergico e visionario, The Sensational She-Hulk, allucinata ( ed unica?) run dedicata alla gigantessa di giada, vista in Italia grazie a Max Bunker Press, Super Comics. 
Nel suo curriculum figurano anche I Campioni, visti recentemente sugli scaffali Panini, ed Iron Fist (in italia pubblicato anni fa da Comic Art).
Nel 1990, dopo aver riscosso un enorme successo in casa DC, dove si e occupato del rilancio di Superman, ed aver gettato le basi per la nuova Justice League America, con la godibilissima miniserie Legends, una caccia alle streghe  in latex, decisamente ammiccante ed innovativa, con dialoghi e situazioni intriganti, è tornato in casa Marvel per  rilanciare Namor the Submariner. 
Durante i sensazionali primi numeri, soddisfacendo la sua passione per la golden age, la continuity, e le opere prime dei suoi predecessori, con una serie di tavole piene di memorabili e precise citazioni,  il numero 13 Reap the whirlwind, a tal proposito è un tuffo nel passato Kirbyesco del Marvel Universe. Riportando alla luce i vecchi nemici che atlantideo, combatteva durante il suo periodo di militanza  negli Invasori, come il nazista Master Man, ma non solo. È in queste pagine che ritroviamo la Prima Torcia Umana e si legge della rinascita di Spitfire. Personaggi di cui ha goduto persino la run di Capitan America firmata da Brubaker. E' in Namor, che tra l'altro, Byrne sperimenterà la colorazione al computer delle sue tavole. Tecnica che non abbandonerà più e che userà anche nelle sue produzioni da indipendente (come Next Men e la rivisitazione per la DC dell'Omac di Kirby.)

All in the family


Un autore immenso, che al pubblico italiano di una certa età, è rimasto molto a cuore per via del fatto che, in pratica, il ritorno del fumetto supereroistico in  Italia, dopo la disfatta della Corno, ha avuto quasi sempre la sua firma: Fantastici Quattro, Capitan America, gli X-men, in appendice all' Uomo Ragno...
Tra il 1981 ed il 1986, per 61 numeri ha scritto la run più importante della famiglia Richards, per godibilità, seconda forse solo a quella degli autori originali, Lee e Kirby. (Hickman è fuori concorso)
Un lustro di emozioni, ed avventure, nel corso delle quali non sono mancati eventi importanti della cronologia per il Marvel Universe: tipo la nascita del nuovo araldo di Galactus, la bella Nova (Frankie Raie, figlia di un altro characters tanto caro a Byrne, il professor Horton, creatore della prima Torcia Umana).
La migrazione degli Inumani dal Tibet alla Luna, ancora 'arrivo di She-Hulk al posto della Cosa, o il ritorno di Jean Grey, di cui era comunque complice della morte insieme a Claremont.
Insomma, una grande run disegnata sempre con un tratto di altissimo livello, che anzi a dire il vero si è evoluto numero dopo numero. Opera sicuramente meno smaliziata delle moderne produzioni, come per esempio la run di Millar, ma che rappresenta un immancabile pezzo della storia dell'universo Marvel nella vostra collezione. 
Amante di plot narrativi tipici della sci fi classica, come le avventure galattiche , incontri ravvicinati, i paradossi temporali e dimensioni parallele, o anche di sceneggiature a base di super cattivi dai piani estremamente Machiavellici, ( il suo Dottor Destino o il suo Annihilus ne sono esempi lampanti), Byrne è stato forse il primo autore ( e fino ad Hickman, l'unico), a cogliere l'essenza delle avventure della famiglia Richards, lo spirito originale infuso (sarà corretto dire infuso?) al fumetto dal duo Lee-Kirby ed arricchirlo di tematiche più emancipate, per l'epoca. 
Un nucleo familiare di avventurieri, ancor prima di supereroi, dediti alla scoperta, una caratterizzazione della Cosa e della sua situazione di mostro che è un monumento all'opera di Lee & Kirby. Contestualizzata agli anni in cui è stata pubblicata, considerazione da non dimenticare alfine di ridimensionare dialoghi e situazioni talvolta troppo ingenue, Byrne ha comunque arricchito la run con svariati colpi di scena, anche di natura sentimentale: la rottura tra Ben e Alicia, il passaggio della Ragazza Invisibile a Donna Invisibile, e lo sviluppo di quest'ultimo personaggio come membro piu potente del gruppo, una vera e propria Wondermonenizzazione di Susan Storm. 
La storia d'amore tra She-Hulk e Wyatt Wingfoot, altro characters rinato dalle ceneri della gestione dei padri fondatori. Un lustro di storie nelle quali il quartetto di avventurieri dovrà lottare con nemici di ogni calibro, da Galactus, Terminus, ad Annihilus, passando per il cattivissimo Mefisto, esplorare le sconosciute vastità della Zona Negativa. Difendersi dai complicati piani di conquista del Dottor Destino, andare alla ricerca del padre di Richards, e persino ponderare sulla possibilità di evitare l'olocausto, uccidendo anzitempo Hitler. Tutto questo senza dimenticare la fondamentale umanizzazione del fumetto: Byrne trasforma la famigliola superpotente in una società che deve fare i conti con spese bollette e clienti, ma particolare ancora piu godibile, è che è con questo autore che si cominciano ad evidenziare le conseguenze ed i danni delle mega risse in mutandoni, concetto che verra sviluppato anni dopo nella miniserie Damage Control. Piccolo sottovalutato gioiellino della Marvel anni '90.
Insomma una lunghissima gestione, con delle fisiologiche parentesi meno brillanti, ( la ricerca di papà Richards è ridicola), che comunque rappresenta, come la run di Simonson su Thor,  o Miller su Devil, una fondamentale colonna su cui si fonda il moderno Marvel Universe. 

L'edizione italiana

Findomestic e la Banca del Sangue Transilvana, hanno già preparato interessanti modalità per aiutare i lettori nell'acquisto di questi mattoni, ne prevedo due, visto che l'edizione americana conta 1000 e passa pagine,  considerando il mercato economico ed i prezzi che girano, prenderli pagandoli in comode rate o in sacche di sangue è un ipotesi sempre meno improbabile.
Come quello di Thor, le tavole sono state ricolorate, riaccendendo i colori, quindi non chiamiamola solo ristampa, sarebbe riduttivo. Se siete tra quelli che amano quel genere di pubblicazioni, preparatevi ad una spesa di almeno 140 euro (due volumazzi da 70), io le rifuggo come la peste, l'unico omnibus che ho in casa è quello di Losers, dato che recuperare la serie integralmente era abbastanza complicato e dispendioso, visto che in Italia ha avuto più disordinati editori (Magic Press e Planeta). 

Vintage costa meno

I colori di una tavola originale...
La prima edizione degli F4 di Byrne in Italia risale alla Star Comics, nei primi 67 numeri più o meno (in realtà il primo numero a firma di J. Byrne arriva solo con il numero 4, un timido esordio nel quale il quartetto si batterà con il mistico Diablo
Che ci crediate o meno, quando la Panini ha annunciato la pubblicazione del mattone di Byrne. Io mi sono messo alla ricerca dei molti numeri che mi mancavano, ed ho letto la run sugli albi Star, con una spesa complessiva sotto gli ottanta euro, il bonus è dato dal fatto che ripiegando sui vecchi albi,  - costo medio 1€, escludendo i primi 5 o 6 numeri, che arrivano anche a dieci, ma anche in quel caso Cheapy-gen ha risparmiato ripiegando sulle raccolte - ci si ritrova anche con l'omnibus del Daredevil di Frank Miller. Che a quei tempi usciva in appendice ai Fantastici Quattro, e che nei primi sessanta numeri ha pubblicato tutta la run dell'autore di Dark Knight, più la bellissima "Rinascita" disegnata da Mazzuchelli.
Quindi se la matematica non è ancora un opinione sono circa 200€ euro  (sommate i due omnibus di Byrne più quello di DareDevil) contro i circa 70€, spesa da affrontare recuperando la serie Star Comics. Io il mio dovere di rompicoglioni risparmiatore livello avanzato l'ho fatto anche stavolta.
Nel mio caso la scelta tra 70€+70€ sull'unghia per dei mattoni  intrasportabili, rispetto ad una settantina d'euro a rate, per degli albi, comodissimi, che è stato divertente anche ricercare, tra scaffali di fumetterie e scatole alle fiere, non c'è paragone. Scelgo il vintage economico, sopratutto perchè non avevo ancora il Devil di Miller.
...e la ricolorazione sull' Omnibus. Daje de "contrasto e luminosità"!

Continuity maddechè

Credo di trovare qualche spalla, tra chi legge, se affermo che la gestione Shooter della Marvel, abbia sì vistosi i natali di pietre miliari, come questa Run, quella di Simonson su Thor e Miller appunto su Devil, è vero anche che per contrappasso abbiamo assistito a cosette davvero brutte.
È in seguito ad una discussione con Shooter, che Byrne, interruppe il suo prolifico lavoro sulle testate Marvel.
Per la precisione una storia di Hulk, che Shooter bocciò.
Considerando che da lì a qualche mese Byrne sarebbe passato alla DC per il bellissimo Man Of Steel, noi nerd del futuro, non ringrazieremo mai abbastanza  la spocchia di Shooter.
Un editor in chief che aveva  nel suo armadio però?parecchi scheletri, insieme ad Al Milgrom si macchiò per esempio di un tremendo crimine - Guerre Segrete II, ma più in generale della creazione dell'essere noto come l'Arcano.
Byrne come altri autori si ritrovó nell'84 a partecipare al primo grande cross-over, vale a dire una miniserie pilota la cui trama che si ripercuoteva su tutte le singole testate contemporanee. L'anno dopo la DC avrebbe letteralmente umiliato questa operazione con la sua epica Crisis on Infinite Earths, cult-comics da possedere senza alcun dubbio, al termine del quale però, ci furono molte critiche  riguardo al fatto che in pratica peró non ci fu un vero e proprio reboot del DC Universe, e molti autori continuarono a scrivere le loro storie laddove Crisis le aveva interrotte.
Le viperacce della Marvel però non ve lo diranno mai, ma di imbarazzanti errori furono confezionati anche  durante le Guerre Segrete, a tal proposito Byrne ( e Shooter) ne fece uno colossale, e vi ci imbatterete leggendo questa godibilissima run. Tranquilli non vi dico nulla, ma vi accenno solo che riguarda Destino, le storie contenute nei numeri Fantastic Four #259 (pre-Secret Wars) e #268 (post-Secret Wars), denotano una assenza completa di comunicazione tra Editor-in-chief e redattori.

Conclusioni

Un pò di ritocchi del colore, non possono giustificare un prezzo del genere, nè la definizione di "opera restaurata", con Photohop, ci vuole più tempo ad aprire il file che a vivacizzarne i colori smanettando sul contrasto e sulla luminosità.
Il mastodontico lavoro di Byrne sugli F4 è consigliato? Assolutamente si, ripeto contestualizzandolo agli anni in cui è stato prodotto, così da ridimensionare alcune ingenuità narrative, è altamente consigliato agli amanti del quartetto, ai sedicenti storici della Marvel, ed anche a chi ha voglia di leggere un pò di avventure di supereroi allo stato puro. A quei prezzi? Mi conoscete, assolutamente no.

Forza allora è tempo di distruzione.
Baci ai pupi.




3 commenti:

  1. Splendido, splendido articolo del quale condivido quasi tutto e al quale mi permetto di contribuire dicendo che: 1) Byrne non è nè canadese ne statunitense bensì inglese, è solo naturalizzato U.S.A. 2) A sostegno di questa info il fatto che gli inglesi sono più avanti e Byrne lo era 3) I suoi X-Men (e di Claremont) sono a mio avviso il più bel fumetto Marvel seriale di sempre. Si, ok ci sono il Devil di Miller e un sacco d'altra roba però per me sono anche il primo amore, leggo ancora oggi fumetti grazie a Byrne. 4) Ho letto da poco I Campioni (scarsini) e confermo che Byrne era avanti, ma mica poco. 5) Basta, basta, basta, basta con questi volumoni per pochi eletti. Belle ristampe stile Marvel Collection no?

    Ribadisco splendido, splendido pezzo.

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  2. Grazie mr Lopez! Lei non sa quanto mi fa piacere che apprezzi....

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  3. Scusa se faccio il precisino, ma con opera restaurata, si intende che è stata completamente ricolorata con PS.
    Non è che hanno scansionato le vecchie pagine e poi smanettando con l'opzione mach color.
    Si vede infatti come i colori siano precisi e compatti, senza l'effetto puntinato tipico delle vecchie colorazioni analogiche, nè quelle sgradevoli sbavature di colore che affliggevano i disegni delle pubblicazioni seriali.
    Insomma, un lavorone che giustica in parte l'alto prezzo

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