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martedì 14 aprile 2015

L' Incal

Sottotitolo: Si. Lo so non abbiamo ancora affrontato l'argomento Multiversity .

Mi ero promesso un paio di cose nella mia vita di lettore, una di queste era che per quel che riguarda Moebius e Jodorowsky mi sarei fatto bastare quello che ho già in casa: in ordine sparso "Quando Teresa si arrabbió con Dio", "Il Garage ermetico", "Bouncer", "Icaro" illustrato da Taniguchi, ed il Silver Surfer.
Mi sono sempre detto che questo bastava ed avanzava per conoscere e riconoscere il genio di questi due autori. Quindi quando ho saputo della ristampa dell' Incal da parte dell'Editoriale Cosmo, ho gioito per la licenza ovviamente, ma ho fatto spallucce e mi sono detto che non lo avrei preso.

Aó regà dovete credermi, sembravo vero, quasi credibile, ero piacevolmente stupito di me stesso, ne parlavo con gli amici, e sentendo il mio tono di voce risoluto, mi dicevo tra me e me, come undiligente psicotico in piena crisi bipolare - Ammazza se sei fermo nelle tue decisioni. Bravo Gen. Non si può dire sempre si a tutto.

Poi l'Incal è arrivato per davveroe  l'ho sfogliato.

Avevo un vago ricordo di averlo già letto sulla grande enciclopedia del fumetto, anni fa da giovane. Ma a quei tempi capii poco e nulla, col giusto tipo di occhi, quello del lettore incallito di oggi invece, ho visto le mie convinzioni e le mie promesse, sciogliersi come neve al sole.
L'Incal è del 1981, sfogliandolo lì in edicola più che altro per dare un giudizio all'edizione Cosmo, difficile  non fare i primi veloci collegamenti, collocarlo nel tuo personale albero genealogico del fumetto, vedere di chi è figlio e di chi è il papà. In tutta quell'evoluzione del filone fantascientifico di fine anni '70 che dipingeva il futuro in modo tutt'altro che candido ed asettico difficile non credere che la città del futuro in cui si muove lo sconclusionato Jhon Difool, detective di classe R, non sia ispirata dai romanzi di Gibson o graficamente dalla MegaCityOne del Giudice Dredd di qualche anni prima, ne che non sia stata fonte di spunti a sua volta per la Big City di Grant e Wagner di qualche anno dopo su Outcasts (DC comics). Quando un fumetto ti mette in moto le sinapsi in questo modo, ispira ben altro oltre la lettura, c'è solo una cosa da fare. Portarselo a casa.
Sulla via del ritorno leggendo l'editoriale della misteriosa redazione, non posso fare a meno di sorridere, queste introduzioni diametralmente opposti ai vaneggiamenti di quelli della Salda, tanto per fare un esempio, ni quelle righe si legge che solo dopo tre anni di vita editoriale passati a proporre capolavori del fumetto franco belga nelle edicole italiane, questo piccolo editore riconosce il suo operato, un cammino, in salita, da intendere evolutivo oltre che difficile, che li ha portati dai primi bonellidi de Lo Sparviero e Durango, ripresi dopo la chiusura della GP Publishing, fin qui, nel grande formato a colori di un pilastro della BD anni '80.
Un cammino che è il caso ricordarlo è stato ostacolato in tutti i modi, e mica solo dalla onesta concorrenza, il bacino dei lettori in primis non hanno tutti accolto allo stesso modo questo editore e le sue pubblicazioni, dai giovani che per lo più l'hanno ignorata a vantaggio di robe più consone al loro pacchetto neuronale (lo sapevo che mi scappava il flame!), ai vecchi, quelli che la riduzione delle tavole e la desaturazione delle stesse (con associato abbattimento dei prezzi di copertina) era una eresia paragonabile solo  all'atto di sodomizzare la statua della Madonna direttamente in Chiesa.
Che ridere, e che piacere nel vedere che nonostante un bacino d'utenza in parte assurdamente ostile, quando non erano ridotti e violati i fumett Cosmo, scricchiolavano, come pericolosi ponti sospesi sul nulla, l'Editoriale Cosmo, che è il caso di dire, non mi paga per questi pezzi, ma si, è vero che mi stanno simpatci, ha in tre anni, colonizzato lo scaffale fino a quel momento dominio della monotona formula Bonelli.
Rischiando il più delle volte, proponendo e riproponendo nel tempo titoli che di certo non erano nelle wishlist di gran parte dei lettori italiani, nè in quelle degli editori.
Una colonizzazione che adesso solletica anche le taglienti penne di quei simpaticoni di fumetto d'autore, che avendo smesso con i pezzi  astiosi su Orfani, o resoconti profetici interessanti della serie Ve lo avevo detto che Saguaro chiudeva, ora non fanno altro che chiedersi:
Ma dietro la Cosmo chi c'è?
La Panini?
Pisapia?
Tronchetti Provera?
La mafia russa?
Salvatore Conte?

Ve lo dico subito, l'Incal della Cosmo, non scricchiola, ne fisicamente, ne metaforicamente, come lettura cattura immediatamente, perchè dietro l' Incal non ci sono due scribacchini da quattro soldi sotto contratto, con il compito di scrivere ciò che vuole l'utenza, il potere ipnotico dell' Incal nonostante i suoi anni, è dato da chi lo firma principalmente, e dal contesto storico in cui nacque, erano gli anni '80, ed è inutile che pontificate fino ala nausea, erano gli anni in cui uno spettro di aggirava per l'europa e non solo, ma principalmente in europa, tra Francia ed Inghilterra, era lo spettro della creatività, di quello che suggeriva agli autori, capolavori irripetibili, le forti colonne che hanno fatto del fumetto un'arte, sulle quali avete poi costruito quella fatiscente palafitta in cui adesso vi rifugiate per leggere La Morte di Wolverine.
Sfratto esecutivo per incapacità manifesta.
Jhon Difool, in seguito ad una serie di rocamboleschi eventi, non ultimo, il salto nel vuoto dal cosidetto viale dei suicidi, che non è certo il ponte dei suicidi di Ariccia, viene in possesso di un manufatto senziente, l'Incal appunto, in grado di distruggere l'intero universo.
Le situazioni ed i dialoghi, fanno dell' Incal, quasi un manifesto fanta-umoristico anacronistico, leggetelo e mi darete ragione,alcune sequenze di questo numero sono esilaranti, e l'arte di Moebius, insomma non necessita certo nè un mio commento nè una mia inutile analisi.
La saga che sarà riproposta integralmente nel formato Economico Cosmo Color con la costina blu, dovrebbe contare 6 numeri, e non ho notizie se a questa seguirà anche la restrospettiva Avant l'Incal, cone le avventure di Difool giovane, e Final l'Incal che narra gli avvenimenti successivi all'Incal. Vale la pena di ricordare che è sull' Incal che Jodorowsky, introduce i suoi meta-baroni, un altra piccola pietra miliare del panorama fumettistico europeo, pubblicato in passato in italia in formato integrale dalla Magic Press.
Insomma, contrariamente ai miei propositi, l' Incal è da avere, e l'edizione Cosmo merita tantissimo, non scricchiola (sembra diventato un punto fondamentale per recensire gli albi cosmo, sta cosa dello scricchiolio) e sopratutto è fedele all'originale! Ciò vale a dire, cari hater, che non vi potete attaccare a nulla.
Fate spazio, nella vostra libreria, e leggetelo.

Che stai facendo? Non vorrai mettere l' Incal a fianco a Spiderverse? No non puoi metterlo nemmeno vicino a Ringo, ecco lì bravo,  mettilo lì.....aspettà cos' hai lì? Forever Evil? Madonnalammerda....senti famo una cosa....ridammelo,dai qua,  facciamo finta che non ti ho detto nulla.

Baci ai pupi.

3 commenti:

  1. Che palle Gennà. Uno pensa di passare il pomeriggio a studiare, e invece ora mi tocca uscire e rimediare alle lacune causate dal mio pacchetto neuronale. Vabbè.

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  2. Bravo esci! Goditi mamma Roma te che puoi! Ps non se più di primo pelo però ne Paolo!!!!

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  3. Ovviamente sto accaparrandomi questa edizione come diverso altro materiale Cosmo (ovviamente non sempre tutto ottimo). La lettura di quest'opera ancora non l'ho iniziata, a tempo debito ti saprò dire :)

    Un abbraccio.

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