Nel gruppo Facebook il Fumettopenia World Cup 2 si sta rivelando una mezza delusione, sembra che tra le letture più meritevoli dal 2000 al 2015 figuri addirittura il Daredevil di B. M. Bendis. Pensa te come sta a pezzi il lettore medio in Italia per confondere una minestra riscaldata, con un piatto di alta cucina.
La premessa era per scusarmi per la latitanza, ma il tempo da dedicare al blog è sempre meno, e le letture sempre troppe. Ho in mente un mega post, anche abbastanza divertente, ma finchè non riparo il portatile che è giù in sala lettura non posso nemmeno cominciarlo: oggi come nel prossimo post, che butterò giù magari nel fine settimana, parleremo di due pubblicazioni della Tunuè, gli stessi signori de Il gioco dell'oca, che ho letto in questi giorni: Beowulf e Cernobil, il primo già presente all'ultimo Comicon napoletano, il secondo credo sia quasi fresco di stampa, due volumi che si sono rivelate delle bellissime scoperte.
Della leggenda di Beowulf, non sapevo praticamente nulla, se non che secoli fa ci fecero un film, ma non l'ho mai visto, quindi mi sono dovuto documentare prima di venire qui in piattaforma ad espormi con voi criticoni: Beowulf è un poema epico di cui non si conosce l'autore, risalente all' VIII secolo, giunto fino ai nostri giorni, nelle pagine del Cotton Vitellius (Codice Nowell) conservato alla British Library.
Il poema narra le gesta del poderoso giovane Beowulf, che giunge sulle coste Danesi per aiutare Re Hrothgar ed ilsuo popolo tormentato da anni dalla piaga di Grendel, un mostro che nel poema non è mai descritto nella sua interezza della sua bestialità, dettaglio di cui David Rubin fa tesoro, visto che arricchisce le tavole con riquadri dei particolari del terribile mostro, per il quale sono più che convinto, si sia ispirato non poco al bestiario di HP Lovecraft.
Senza proseguire oltre nella rivelazione della trama, concentriamoci sulla rivisistazione dei due autori spagnoli.
Rubin piega il tempo nello spazio di una tavola |
Riesce a far coesistere sulla stessa tavola due differenti timeline, con un risultato narrativo davvero appagante, nelle prime pagine di lettura infatti si assiste contemporaneamente alla nascita ed alla caduta del Cervo (Herot), il palazzo reale voluto da Re Hrothgar come testimonianza della grandezza del suo regno.
Davvero impressionante il lavoro di Rubin, quell' abuso di rosso vi porterà quasi a sentire quel pungente odore ferroso del sangue, l'invisibile telecamera sulla punta della sua matita, non ha limiti, grandi spazi, primi piani, sezioni e dettagli, ogni inquadratura cattura la lettura e la lascia prigioniera delle pagine.
Ma David Rubin era già noto in casa Fumettopenia, è che in casa fumettopenia purtroppo, abbiamo poca memoria per i nomi degli autori, tantissime volte non e ne abbiamo nessun rispetto, ma Dove nessuno può arrivare, lo avevamo letto tanti anni fa, aveva già fatto vibrare un considerevole numero di corde per lasciarci indifferente, se non è esaurito, io vi consiglierei di aggiungere al carrello anche questa tenerissima storia d'amore. Magari mi ringrazierete.
Dubito che l'immaginario di Lovecraft non nabbia contribuito alla creazione di Grendel |
La prima lettura durerà pochissimo, ma Beowulf non vi lascerà andare subito: Grendel e sua madre , i carnefici di centinaia si Danesi, vi ammalieranno con le loro mostruose forme, al punto che prima di riporlo via, Beowulf esigerà vari tributi in termini di tempo.
E' la colpa sarà di Rubin, la sua arte da uan sorta di dipendenza, quelle tavole le guarderete e le riguarderete, per saccheggiarle di quanti più possibili segreti, a me è successo esattamente questo.
Un aspetto essenziale per l'appetibilità di un fumetto in questi tempi di piattume inveterato.
Non sono un libraio quindi non mi pronuncio sulla fattura del volume, è un cartonato, ma dubito che tra qualche anno, se lo riaprirò le pagine esploderanno sul tavolo, come un volume Play Press, quindi tutto sommato direi che va bene.
Insomma spostate una somma del Budget mensile per questo volume, prima che cada nel dimenticatoio italiano, mentre ci si gasa sempre pe le solite insipide cose, merita per davvero.
A volte non è affato male guardare anche i cataloghi di quelle casa che non sono continuamente lì a pavoneggiarsi del nulla spinto, su mille social network.
Baci ai pupi.
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