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mercoledì 28 agosto 2013

Ode a Jean Grey

Eccoci qua, ferie finite, si torna al lavoro e si torna al blog, cominciamo subito con una vera a propria dichiarazione d'amore di Roberto alla rossa degli X-men Jean Grey.
Visto che i nuovissimi x-men di questo mese  hanno dedicato la copertina alla sexy Marvel girl, e probabilmente Bendis si è concentrato su questo characters nella storia di questo numero 3 -non saprei non l'ho ancora letta-  Fumettopenia torna a farvi compagnia proprio con un inedita ed accorata analisi di Roberto.
Buona lettura a tutti.
Vero che vi siamo mancati? 
Su ditecelo!
Anche se ho fatto di tutto per non sparire del tutto! 

Quando una giovanissima Jean Grey apparve in X-men 1, il suo destino era già segnato: unico membro del gentil sesso in un gruppo di adolescenti, turbati dagli ormoni oltre che da un DNA mutato, fu a lungo  l'interesse sentimentale dei maschietti X  affascinando persino, il già maturo, Charles Xavier.
Era l'inizio degli anni '60 e per quanto il Sorridente Stan Lee , Jack Kirby e soci fossero visionari pionieri nel cosmo del fumetto popolare , non concepirono nulla di innovativo riguardo il ruolo della donna nelle avventure dei super-uomini Marvel.
Jean, Sue, Janet erano condannate a far innamorar di sé i propri compagni ed essere oggetto perpetuo di rapimenti e sconfitte da parte degli avversari di turno. Quasi inutili in battaglia ma protagoniste indiscusse di triangoli amorosi con timidi/nerd e  prestanti miliardari alati o sovrani subacquei , sceglievano puntualmente il più rassicurante tra i due maschi, per essere poi trascurate o tradite puntualmente.
Eppure la rossa mutante è una telecineta, mentre la Storm manipola campi di forza quindi i limiti delle loro abilità stanno solo nella volontà ed immaginazione; proprio gli elementi che le angelicate donnine Marvel non possiedono nei primi decenni di vita  della Casa delle Idee-poi giunsero i '70 e l'emancipazione.
Xavier è attratto dalle morbide forme di Jean ma la censura e i tempi bloccano una sotto-trama licenziosa,
che solo Mark Waid citerà  durante la saga di Onslaught moltissimi anni dopo, mentre dopo una lunga incertezza la bella esp donerà il suo cuore all'impacciato Scott Summers. Quel Ciclope che non ne accetterà il cambiamento durante il periodo Fenice, che ne sposerà un clone, la sottoporrà ad un stressante pressing per il matrimonio, sarà attratto da Psylocke ed infine una volta convolato a giuste nozze con lei, la tradirà con la più disinibita Emma Frost... ma la complessità del personaggio di Ciclope sarebbe argomento di un lungo articolo monotematico, per ora vi basti sapere che Claremont ne detestava il carattere e lo dimostrerà ampiamente durante la sua lunga gestione- non è un caso che al suo ritorno sulle testate X nel XXI secolo fossero assenti lui e Xavier, entrambi non simpaticissimi a X-Chris.

Jean rinasce per la prima volta grazie all'autore inglese: Claremont trasformò la più debole degli X-Men in una donna combattiva col carattere del fuoco  come i suoi capelli, a suo agio con la propria femminilità e vero cuore del nuovo gruppo, oltre che renderla uno dei personaggi più potenti della Marvel.
Se Ciclope rimane come leader a guidare i nuovi X-men, divenendo l'anello di congiunzione tra il passato-editorialmente infelice- ed un futuro brillante, Jean èl'anima palpitante del gruppo: tanto forte da tener testa al burbero Wolverine che s'infatua di lei, ricambiato, e da aiutare Ororo/Tempesta ad adattarsi ad un mondo sconosciuto, oltre che essere la confidente di Xavier e di Moira Mc Taggart. 
La rossa fu  pure il collegamento tra la serie mutante ed Iron Fist, all'epoca scritto da Claremont ed illustrato da John Byrne, in qualità di coinquilina di Misty Knight, all'epoca fidanzata del karateka mistico.
La volontà di rendere la Grey un personaggio fondamentale si evince in Claremont da un elemento sottile, ovvero l'espediente della ret-con che mostra come la ragazza scoprì i propri poteri quando morì  la sua amica Annie e l'incontro con Xavier che ne bloccò la telepatia per attutire i traumi. Tale incontro suggerì al telepate di fondare una scuola per giovani mutanti ed addestrò Jean per anni prima di trovare Ciclope, perciò non è Scott il primo X-men ma la rossa.
Claremont rifiutò di rendere Tempesta la ragazza  del gruppo, com'era volontà dei vertici Marvel, e voleva una versione mutante di Thor un membro degli X-men dai poteri cosmici per trame ambientate nello spazio;  fece morire eroicamente Marvel Girl- nome sciovinista- e dalle acque sorse una Venere stellare , Fenice. 
Proprio come la divinità greca, Fenice/Jean sorge dalla spuma del mare tuttavia ella proviene dalle stelle, in quanto incarnazione umana del potere della Creazione ed alle stelle ritorna per salvare l'universo.
La storia di Fenice è nota anche ai meno esperti: Jean a causa del potere impazzirà e diverrà Fenice Nera, distruggendo un mondo ed uccidendosi sulla Luna per poi tornare in vita grazie ad un escamotage alquanto discutibile.
Ma prima di discutere di ciò, risponderemo ad una domanda: perchè l'innamorato Claremont riserva a Jean un fato così crudele, seppur divenuto un pezzo della Storia del Fumetto mondiale?
Si risponde a tale quesito attraverso un nome , Jim Shooter lo chef -editors più noto e celebrato, quanto odiato, di oltre mezzo secolo di vita della Marvel;  egli propose di trasformare un eroe in un villain di proporzioni epiche e suggerì Fenice, dando l'avvio alla bellissima Saga di Fenice.
Tuttavia quando X-Chris e il talentuoso Byrne presentarono la prima versione del finale, Shooter li bloccò poiché riteneva inconcepibile che un'assassina cosmica potesse sopravvivere al suo crimine.
Era in corso quel problema etico che portò all'osannato finale che tutti conosciamo: l'ex studente di drammaturgia teatrale,Claremont inscena una delle più belle morti dei comics con tanto di innesti futuri- Fenice dice a Scott :"Una parte di me sarà sempre con " prima di uccidersi, ed è ciò che accade con l'apparizione di Madelyne Prior prima e di una Jean depotenziata poi.

Per quanto la conclusione, voluta da Shooter, ne sancì il successo definitivo il papà dei nuovi Xmen non digerì mai la dipartita della rossa e le conseguenze della sua seconda resurrezione.
Come dichiara nel secondo masterworks dedicato ai suoi mutanti, per lui non era interessante analizzare la corruzione dell'umana Jean da parte di un potere cosmico, ma l'esatto contrario: secondo Claremont è il lato oscuro dell'eroina a venire a galla; quella ferocia che affascina Wolverine trasmuta Fenice  da fonte di luce in tenebra.
La fame di gioia di Jean Grey seduce il potere e francamente questa rimane a mio avviso la più interessante delle visioni, proposte del rapporto tra la donna e l'avatar cosmico.
La tridimensionalità ambigua di Jean- la lussuria che scatenerà Mastermind con la parentesi della Regina nera e poi la divinità furiosa di Fenice Nera- permettono all'autore di sviluppare quello che diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica ovvero l'attenzione certosina alla complessità dei propri personaggi ed il confine sottile tra bene e male.
Il lavoro su Jean è una premessa a quello che egli compirà su Ororo, Magneto, Rogue, Mistyca e decine di altri personaggi in costante bilico tra istinto e razionalità, tra luce ed ombra.
Jean è il primo esperimento di Claremont che si specializzerà e sarà molto amato da fans e critica, nel partorire psicologie femminili intriganti e riuscite in costante evoluzione psichica e fisica- Ororo da dea a punk, Betsy e il suo cambio di corpo, Rogue fusa a Miss Marvel e quest'ultima che diventa Binary-.

Morta lei, giungerà una sua sosia, Madelyne Prior ,a prenderne il posto e poi la figlia da un futuro apocalittico; quella Rachel Summers che, come afferma Aaroon, "è  stata Fenice più di chiunque altro" .
Madelyne come la protagonista di Vertigo, Prior che in latino vuol dire prima, è un clone di Jean che sopperisce il vuoto emotivo lasciato in Scott Summers; mentre Rachel, segugia ed assassina di mutanti colma di rabbia, prende su di sè il manto di Fenice in uno dei cicli più riusciti degli anni '80 per gli Uomini X-,grazie anche al talento della Nocenti come editor-.
Anche qui , Claremont ha idee ben precise:  relegare Ciclope lontano dai suoi X-men , lasciandogli come consolazione una gemella del suo perduto amore, dotata però di uno spiccato ed originale caratterino, ed al contempo far intraprendere a Rachel lo stesso cammino della madre, portandola a mutare in Fenice Nera.
Ma Shooter  decise di far riunire i primi X-men in nuova testata, per sfruttare il successo commerciale delle serie mutanti, pur permanendo la questione Fenice Nera.
A suggerire l'idea dell'entità cosmica che prese il posto della rossa, scagionando Jean da un crimine immondo, ci pensò il giovanissimo Kurt Busiek, il quale proprio per merito di tale trovata fu ingaggiato in Marvel.

Jean , quindi ,non sarebbe mai stata Fenice, giacendo invece  in fondo al mare, e ritornò in scena priva della telepatia proprio per ricordare gli esordi del team originale, dopo essere stata ritrovata da F4 e Vendicatori.

Tale rinascita irritò profondamente il deus ex machina degli X-men che accantonò i suoi progetti per Rachel , facendola rapire da Spirale e poi riapparire sulle pagine di Excalibur, e riprese Madelyne coinvolgendola nel cast degli X-men post Massacro Mutante, per poi rivelarne la natura di clone di Jean e condurla nelle succinte vesti della Regina dei Goblin durante la saga Inferno.
Madelyne ed il suo fato sono la critica più feroce che lo sceneggiatore potrebbe ideare: la moglie tradita scopre che il marito s'è ricongiunto con l'ex risorta e la rabbia incontenibile la rende facile preda dei demoni, quindi la sua morte orrenda è una responsabilità indiretta del leader storico dei mutanti.
Ciclope non brillerà mai d'una spiccata intelligenza emotiva, ferendo in varie occasioni Jean, oltre che essere il padre assente di ben due figli e ad uccidere l'uomo che l'ha cresciuto; quindi affermare che il condottiero mutante abbia dei problemi relazionali non mi pare così errato.

Nel frattempo la rossa vive un'esistenza dicotomica: nelle mani dello sceneggiatore che l'ha resa Fenice dimostra volontà re rabbia invece in quelle di Louise Simonson diviene un 'incolore e lamentosa fanciulla ossessionata dall'entità che l'ha sostituita e costretta in una tormentata ma scialba relazione con il suo fidanzato storico.

In barba al dogma shooteriano, X-Chris suggerì in varie occasioni che Jean e Fenice siano la stessa persona: in Fenice e Voli d'Angelo , due brevi storie in appendice alle retrospettive di Classic X-men, lo scrittore afferma con veemenza che Fenice non sia che una sorgente di potere cosmico  e che la Jean nel bozzolo sia un frammento della donna, lasciato indietro in caso di problemi dovuti alla trasformazione in Fenice.
Un frammento dell'eroina che avrebbe rifiutato la comunione col potere celeste ma che una volta acquisiti i ricordi di Madelyne, avrebbe lentamente rimanifestato il legame con la forza Fenice.
Sinceramente è stato un compito arduo per qualsiasi sceneggiatore cercare di slegare la Grey dall' epico passato come Fenice, anche perché l'idea della sostituzione da parte di una divinità in cerca di nuovi brividi appare esclusivamente funzionale alla questione etica.

Wanda Maximoff, la strega mutante che manipola la realtà-come fa Fenice- subisce un processo evolutivo simile: da eroina a elemento disgregatorio della formazione classica dei Vendicatori, la potentissima rossa estingue la razza mutante, tanto amata dal padre assente, Magneto- tratto in comune con Ciclope quanto l'assenza di scrupoli morali nella difesa della propria specie, infatti oggi Lesher ne è il consigliere fidato, vista la similarità del sentiero intrapreso- in un atto di follia estrema.

Anche per Wanda si troverà in Child's Crusade il pretesto della possessione di forze celesti, evidenziando la presenza di un trend in casa Marvel: le donne della Casa delle Idee  presentano poteri immensi per brevi periodi e sono vittime della nevrosi, per poi in seconda istanza essere liberate dai crimini commessi con escamotages alquanto farlocchi.
Le donne liberate cedono il posto a vittime molto più vicine alle fanciulle indifese degli anni '60
e Jean e Wanda ne sono una prova.
Giunse Grant Morrison  sulle pagine degli X-men a rimettere le cose al loro posto il folle autore scozzese è un fan accanito delle storie classiche by Claremont/Byrne ed è desiderosi di sfrondare i mutanti da sotto-trame contorte ed improbabili.
Perciò in pochi episodi, Morrison manda in crisi il matrimonio tra Scott e Jean a causa dell'assoluta mancanza di una vita sessuale coniugale, spingendo l'insoddisfatto uomo tra le braccia e la psiche di Emma Frost mentre la rossa inizia a manifestare nuovamente il legame con Fenice.
Ma lo sceneggiatore odia essere scontato, di conseguenza la sua Jean è ritratta come una donna in pace con le ombre del passato e col proprio potere, più turbata dalla crisi matrimoniale che dalla prospettiva di divenire malvagia.
La Fenice per lo scrittore è una sorgente di potere cosmico a cui Jean avrebbe accesso, ma l'uso del potere avviene da parte di una persona con una volontà e una purezza spiccate: Jean salva Xavier da Cassandra, riporta in vita la rivale e spinge il marito verso di lei una volta morta.
La Jean Grey di Morrison è in pace con se stessa e per nulla turbata dalla propria natura doppia divina ed umana, mentre Scott, ancora sconvolto dalla fusione con Apocalisse, ha scoperto desideri sessuali molto articolati che saranno soddisfatti da un'innamorata Regina Bianca.
Tuttavia Ciclope sogna sua moglie nelle sue versione più perverse e malvagie, ovvero in qualità di Regina e Fenice Nera : nel Club Infernale è intrattenuto da una telepate obesa che gli si presenta con le fattezze di Jean come Regna Nera dicendogli "Vuoi che ti ricordi qualcuna che non è più cosi?", mentre Emma si diverte ad indossare i panni di Fenice Nera durante i loro amplessi astrali.
Paradossalmente, Jean compie un percorso di ascensione verso un piano immateriale superiore ed al contempo suo marito sviluppa una morbosa attrazione verso una versione più terrena ed umana di lei, e nel mezzo c'è la Frost con la sua fragilità ben nascosta dietro una glacialità più esibita che reale- ella è a mio avviso il personaggio più riuscito della gestione di Morrison-.
Tale sentiero condurrà Fenice/Jean nella Stanza ardente dove compirà il supremo sacrificio, nelle vesti bianche di Fenice della Corona, benedicendo la relazione tra il marito e la bionda telepate di Boston.
Il sacrificio è l'elemento caratterizzante della personalità di Jean: ella diviene Fenice per salvare i suoi compagni di squadra sullo Shuttle attaccato dai raggi cosmici; si uccide per salvare l'intero creato dal proprio lato oscuro; non cede all'attrazione profonda per Logan pur coltivando col canadese un legame fortissimo;  alla sua morte , unisce Scott e Emma per salvare il futuro.
La sua straordinaria generosità la rende il canale perfetto per la divina Fenice, un esempio di maturità in una vita tormentata.
Però questa è la Jean adulta! Come gestirà invece l'adolescente Marvel Girl, che Hank Mc Coy conduce nel presente, la valanga di dolore della sua esistenza, le sue morti ,la strage della sua famiglie e la morte del mentore per mano del suo primo amore?

Al di là della trovata iniziale poco riuscita,  All New X-men ha il merito di riportare la rossa mutante per eccellenza nell'Universo Marvel ed ora vedremo come Bendis gestirà il personaggio. 
Visto il cumulo di macerie e le conseguenze di AvX, forse dobbiamo temere una Jean Grey in versione Teen Dark Phoenix?
Chi vivrà, vedrà dice il famoso adagio...

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