Ma io, perchè vi sto a sentire? Vi lasciavo perdere e
risparmiavo queste 3,90€, anzi le investivo nei recuperi che mi stanno
occupando il tempo in questi giorni, la run di Hickman sugli F4, o gli X-men
della Star Comics, per completare la parentesi di Claremont sul principale
gruppo di mutanti in casa Marvel. Invece no, ho dovuto prendere questo, fumetto
di Recchioni e Leomacs, questo Battaglia, dovevo fidarmi del mio
istinto, d'altronde dopo aver capito da dove veniva quel personaggio, dala
vecchissima serie Dark Side della Dynamic, dovevo far finta che non esistesse
in edicola, ma lo sapete, cosa succede quando diventi un blogger: la volontà e
di spingere la tua voglia di scrivere e commentare a livelli estremi, (fosse
per me leggerei e scriverei di tutto!), ma per commentare devi leggere, e per
leggere devi comprare, e poi diciamocelo, Recchioni come Tag porta sempre gente
al blog, il guaio è che di solito chi arriva al blog tramite il tag del nome
dell'autore, lo adora, e si aspetta l'ennesima sviolinata, che puntualmente non
c'è, perchè il fumetto poi finisce che non mi piace, e risultato è che quello sul
blog, non ci torna più. E' successo con Asso, con Ammazzatine, con Orfani ed è
successo anche con Battaglia, e si perchè questo volume della Cosmo, a mio modesto
parere è evitabilissimo escludendo la prima parte: Caporetto che si
lascia leggere abbastanza piacevolmente, sarà perché sembra la versione
illustrata della canzone di De Andrè, La
guerra di Piero - la lettera a
Ninetta, le acque del fiume appestate dai cadaveri, la morte per mano del
giovane nemico che non ha la stessa titubanza nel premere il grilletto, si sarà
giusto per quello che Caporetto è più appetibile di Vota Antonio –la seconda
parte del volume- (povero Totò!), che a mio modesto parere risulta una
raffazzonata e semplicistica sceneggiata della vita del classico paesino di
provincia stereotipato del cinema
italiano.
Leomacs ci
presenta due stili diversi, sporco ma pur piacevole nella prima parte, con un
tratto incerto e realista nella prima metà, ed un tratto spesso con un forte
uso del nero, decisamente anonimo, a volte volutamente caricaturale, eccezion fatta per i personaggi
femminili, con il quale vengono disegnati i personaggi.
Tuttavia il vero problema del volume è dato dalla storia inesistente,
che depone la sua appetibilità su scene singole topiche, piuttosto che sulla
interezza della trama: perché il prete decide di resuscitare Pietro, e che
coerenza c’è nelle azioni dei due candidati ala carica di sindaco? Il
personaggio femminile, ridotta allo stereotipo di femme fatale manipolatrice, non
è un tantino incoerente nella caratterizzazione?
Insomma Battaglia è decisamente bocciato come fumetto, se dovete prendere un fumetto di
Recchioni prendete a Marzo lo zombi-western Garret, di un appetibilità
decisamente non comune, impreziosita dal contributo grafico di Burchielli e
Dell’Edera. Ma questo lasciatelo perdere davvero, perché come Ammazzatine lo dimenticherete a
chiusura del volume.
Questa è una delle tante soluzioni sceniche del fumetto che nascondono una trama a dir poco traballante. |
Pietro Battaglia
è anche il personaggio di un vecchio fumetto edito dalla Dynamic, di tanti anni fa,
uno dei tanti arenati esperimenti italiani per produrre comicbook, in Dark Side,
Battaglia è uno dei soldati di una Vampira, che nei primi numeri è alla ricerca
di una antica spada giapponese, la miniserie scimmiottava molto male i fumetti
americani, sono le prime incursioni dell’autore nel mondo professionale del
fumetto, per intenderci le prime edizioni di questi fumetti sono della seconda
metà degli anni ’90, il periodo di Pugno! della Comic Art per intenderci, quel bruttissimo fumetto italiano che faceva il verso ai manga nello specifico al ben più valido DragonBall di Akira Toryama,
almeno nello stile.
Recchioni però ai tempi in cui scrisse questa miniserie per
la Star Comics, (prima edizione) evidentemente decise di cambiare le secret origin del
personaggio, che mentre qui cade vittima del giovane soldato nemico, in Dark Side,
o magari lo ricordo male io, il vampiro italiano, era un pilota dell’aviazione,
che veniva trasformato dalla vampira di cui sopra, poco prima di morire, dopo essere stato
abbattuto dal nemico in una battaglia aerea. Insomma voto finale: 5 scarso, che
raggiunge solo grazie alle pagine della prima metà del fumetto, decisamente
leggibile rispetto alla seconda metà.
Quindi il consiglio di Fumettopenia (che tiene alle vostre tasche) è quello di lasciarlo
perdere ed aspettare, per lo stesso autore il prossimo Marzo. Per il resto questo
è un paese libero.
Nessun commento:
Posta un commento