NON CONTIENE SPOILER. |
Forse dovrei mettermi buono ed aspettare che se ne
occupi qualcun'altro, con un dizionario più aulico, più
forbito, e ne parli in maniera più degna e più consona.
Recensire un fumetto del Bardo, è più un compito per
altri blogger, dovrei aspettare che ne parla Orlando su Fumettidicarta, Filippo su Altroquando, oppure quelli di Conversazioni
sul fumetto, blogger bravi con le parole come gli alchimisti lo
sono con gli alambicchi ed i matracci, piuttosto che io, che trovo aulica, gente
come Lester Bangs e Hunter S. Thompson.
Ma, Moore è tornato, chi resiste? Con una nuova avventura degli Straordinari
Gentlemen, il supergruppo di eroi vittoriani al servzio di sua Maestà la Regina d'Inghilterra, e non
ne avevamo traccia da più di 10 anni, quando si congedarono da noi dopo aver
impedito l'invasione delle orribili creature provenienti da marte, i primi
alieni della letteratura ottocentesca creati da HG Wells nel 1897.
La Lega degli straordinari Gentlemen è uno di
quelle opere che, per nostra fortuna, riporta il fumetto ai fasti ed alle
glorie del passato.
L'ennesimo stupendo ed orgoglioso baluardo del buon gusto
e del gagliardo storytelling che difende la reputazione del nostro adoratissimo
media, nonostante i continui barbari e biechi tentativi dei molti
mercenari dell'ultima generazione, questi bifolchi commercianti come Bendis,
Millar e la loro ciurma di scribacchini, che bisogna dirlo, ce la mettono,
davvero tutta a volte , per tirare giù il nostro amato fumetto dalla nona
colonna delle arti, e diluirlo nel più venale merchindising.
Per i pochi sfigati che non hanno mai letto La Lega degli straordinari Gentleman, e si
sono per esempio limitati a vedere il pessimo adattamento cinematografico, che fare? Tanto biasimo, e siccome
siamo buoni li illumineremo quel tanto che basta dicendo che è un gruppo di
stampo supereroistico, che opera in pieno periodo vittoriano, negli anni che
segnano il passaggio della società dal XIX al XX secolo, tardo ottocento
quindi. Quel che però rende l'opera di Moore, un eccezionale lettura, non
è la scelta del background, bensì il fatto che i personaggi della Lega, nonchè
la schiera dei personaggi satelliti che vi orbitano intorno, sono tutti (o quasi, dove però il quasi badate bene, ce lo metto solo perchè non li ho
riconsciuti io) personaggi della letteratura di quel periodo.
La Lega
è un fumetto squisitamente saturo di citazioni ed omaggi, da scoprire tutte
lentamente, dopo più attente letture, sicuramente è uno dei lavori
migliori del signor Moore, e quantomeno ne evidenzia, una vena creativa mai
sopita, un bagaglio culturale immenso, ed una ferrea volontà di distinguersi
dalla massa di scrittorucoli dell'immenso palinsesto del mondo dei comics.
Che piaccia o meno come persona Alan Moore, da prova nelle sue rare
incuriosni di essere tanto burbero, snob, vanaglorioso e sfuggente autore, quanto bravo, e le sue opere sono sempre destinate a diventare pagine
importanti nella storia del fumettio.
E se in un futuro improbabile, ci fosse una caccia alle
streghe che metterebbe al rogo tutti gli autori di fumetti, Moore, è l'unico
uomo che noi lettori riuniti in una segreta e rivoluzionaria carboneria
dovremmo preoccuparci di preservare e proteggere.
Breve storia di un fumetto che avreste già dovuto avere in casa,e se non ce lo avete mi dispiace per voi, perchè adesso la BAO ve lo farà pagare il doppio.
Difficile pensare che Hickman non abbia sbirciato questa
particolare opera di Moore, per il suo cerebrale (ma io oserei dire
cerebroleso) SHIELD, se è vero che
la storia non ha nulla in comune con la sublime Lega (anche perchè la Lega è effetivamente un'avvincente storia, la prima invece, Shield è un labirinto dal quale stiamo
aspettando risbuchi l'autore stesso per raccontarci come è finita) , è vero anche
che l'idea di base ossia pescare personaggi del passato (nel caso di Moore,
letterari, nel caso di Hickman, reali, per riunirli in un gruppo contro le
forze del male, è fondamentalmente la stessa.
E' il 1898, il mondo sta cambiando e stanno cambiando
anche le forze che lo minacciano, in Inghilterra, la corona è più che decisa a
difendere i suoi confini, e per farlo, attraverso l'Intelligence assolda i 5
campioni che compongono la Lega,
per proteggere i reali ed i suoi sudditi, dalle minacce che porterà
questo nuovo secolo.
Questo più o meno è l'incipit che ha portato in edicola La Lega
degli straordinari gentleman per la prima volta più di dieci anni fa:
Allan Quatermain
- il cacciatore anti-colonialista creato da H.Rider Haggard nel 1885, protagonista di alcuni romanzi di
avventure ambientati in Africa, come le Miniere di Re Salomone.
Alan Moore arricchisce il personaggio, di una nostalgica
amarezza, ed una dipendenza dall'oppio.
Capitano Nemo
- Nel 1870, il visionario Jules
Verne nelle pagine del suo romanzo Ventimila leghe sotto i mari, crea il
vendicativo Capitano Nemo, la versione che Moore
introduce nel suo fumetto però si rifà alla seconda incarnazione di Nemo,
quella del seguito, L' isola misteriosa,
in cui Nemo è un principe indiano a comando di un avveniristico sottomarino
elettrico, il Nautilus, con il quale muove guerra all'ingiustizia, ma più che altro
ai coloni inglesi in tutti e sette i mari.
Wilhelmina
"Mina" Murray - La vedova di J. Harker,
proviene dalle pagine del famoso romanzo di Bram Stoker, Dracula (1897). Tra le mani di Moore l'unico
componente della Lega diventa una leader, decisa e sagace.
Dottor Henry Jekill
- Lo scienziato che riuscì a creare un siero in grado di scindere il lato
malavagio dell'animo umano da quello buono, fu creato da R. L. Stevenson, nel
1886. La bipolarità di Jekill /Hyde è assolutamente fedele al romanzo, Moore
però ne accentua gli effetti della metamorfosi al punto che Hyde è un gigante
animalesco dalla forza sovrumana e dal lessico incantevolmente osceno e
provocatorio, di gran lunga il personaggio più carismatico del quintetto.
Hawley Griffin
- L'uomo invisibile fu creato da H. G.Wells nel 1881, nel suo romanzo,
era un fisico di nome Griffin capace di rendersi invisibile, nel suo fumetto
Moore si permette qualche licenza nella caratterizzazione del
personaggio, asserendo innanzitutto, che in realtà l'uomo invisibile che
la folla inferocita uccide nelle campagne del West Essesx, alla fine del
romanzo, in realtà è un albino demente che lui stesso aveva reso invisibile nel
corso dei suoi esperimenti. Malvagio, calcolatore ed arrivista, sospetto che
il Griffin di Moore sia tutto quello che non sia potuto essere per ragioni
stilistiche e proibizioniste, quello originale pensato da Wells.
Questi i 5 personaggi che la fertile mente di Moore mette
insieme nel primi due volumi della serie, sviluppandone la psicologia con una
sceneggiatura completa e tuttora a mio parere decisamente imbattuta.
se è vero che la godibilità di un fumetto è data da quanto
ti capita di rileggerlo, allora direi che la Lega degli straordinari Gentlemen è estremamente godibile.
Deliziosa anche la scelta del cast di supporto, dei
personaggi secondari che Moore adopera per lo sviluppo della trama, che
costringe il lettore più curioso ad una ricerca di riscontri della letteratura
Vittoriana.
Una lista completa è stata pubblicata su Wikipedia a
questo
link.
Ma per incuriosirvi potrei citare quelli che io avevo riconosciuto durante le svariate letture di questi tomi:
Ismaele, il
capitano in seconda del Nautilus di Nemo, è in realtà la voce narrante del
romanzo Moby Dick di Mellville (1851). Broad Arrow Jack, è il protagonista di alcuni romanzi a basso costo del 1866 a firma di E. Harcourt Burrage.
Mycroft Homes,
il capo dell'Intelligence Britannica, è il fratello maggiore del più famoso
detective Sherlock creati da A.C.Doyle, e dalla letteratura di Doyle provengono
il colonnello Moran e il professor Moriarty (l'uomo più pericoloso di
Londra) (1840).
Nel secondo volume, Moore omaggia il geniale scrittore H.G. Wells.
Infatti La Lega se la deve vedere niente meno con un
invasione aliena, e gli alieni sono ovviamente, squisitamente Vittoriani,
creati appunto da H.G. Wells nel 1897, nel
romanzo The War of the Worlds, che ha
il pregio di essere considerato il primo romanzo fantascientifico della storia.
Ma le prime pagine del secondo tomo per esempio sono anche un
omaggio alla letteratura di E. R.
Burroughs e del suo ciclo marziano, il pianeta Marte sceneggiato da Moore infatti ospita,
oltre le temibili creature di Wells, anche Jhon
Carter e Tars Tarkas, il
guerriero terrestre ed il suo amico marziano con 6 braccia.
Ritroviamo persino il Dottor Moreau personaggio creato sempre da H.G. Wells (1895), Moore riporta in vita lo scienziato che sognava di umanizzare gli animali attraverso la scienza della vivisezione e gli innesti chirurgici, dal libro L' isola del dottor Moreau.
Il geniale Bardo di Southhampton, prende a prestito nelle sue pagine anche Prendick, il naufrago, l'unico superstite alla fine del romanzo dall'eccidio degli animali ibridi, che fu creduto da tutti pazzo al suo rientro a Londra, e persino alcune cavie come H-9 ed H-11.
Moore per le creazioni di Wells, ipotizza una fantapolitica deliziosamente anacronistica, infatti, dalle parole dello stesso scienziato folle si apprende come abbia sempre lavorato per il governo, e che dopo gli incidenti sull' isola sia stato trasferito in segreto nei boschi del South Down, per continuare i suoi esperimenti. In quelle pagine piene di animali antropomorfi, la rana che guida l'automobile invece è un omaggio al Mr. Rospo (Idea di Moore o di O'Neill? Non lo sapremo mai) di Kenneth Grahame personaggio di un romanzo della letteratura dell'infanzia dal titolo Il vento tra i salici (1908) che ha goduto di un bellissimo riadattamento a fumetti ad opera del bravissimo Michel Plessix.
A questi primi due capitoli editi in italia per la prima volta dalla Magic Press, è seguito un altro ancora inedito chiamato "Black Dossier".
Quindi ricapitolando: la personalissima Lega di Alan Moore e Kevin O'Neill, nel primo volume è immersa nel complottistico mondo di Doyle, nel secondo tomo invece Moore delega alla visionaria fantasia di H G Wells, la godibilità della storia, ed il quarto capitolo ( il terzo appuntamento con la Lega degli straordinari Gentlemen abbiamo appena detto che è ancora inedito e si chiama Black Dossier) di cosa parla?
Senza svelare una sola pagina di questa avvincente miniserie dico solo che Moore, da libero sfogo alla sua manifesta simpatia per l'ermetismo e la magia.
La nemesi della nuova Lega infatti, è un certo Oliver Haddo, il mago creato da W. Somerset Maugham nel 1908 nel romanzo The Magician.
Haddo, qui è a capo di una setta di maghi che sta tentando di creare la vita, il cosiddetto infante di luna, un nuovo anticristo che cambierà la vita e la realtà stessa.
La nuova Lega oltre la bella Mina e Allan, conta nuovi personaggi, ovviamente ripescati dalla letteratura tardo vittoriana - novecentesca: Thomas Carnacki, il cacciatore di fantasmi, fu creato da William Hope Hodgson nel 1910, il ladro gentiluomo A.J. Raffles, invece proviene dai romanzi di e. W. Hornung (1890), l'ultimo membro è l'immortale androgino Orlando, sembra essere invece un omaggio alle opere di Virginia Woolf.
Una lotta contro il male dilatata nei decenni che vanno dal 1910 al 2009, alla quale fa da sfondo una Londra hippy e psichedelica stupendamente illustrata da un lisergico O'Neill.
Moore come nelle sue opere migliori, alterna sceneggiatura e prosa, e confeziona un bellissimo epilogo per l'epopea dei suoi eroi vittoriani, dissacrando e decontestualizzando icone letterarie vecchie e nuove, delle quali non ho alcuna intenzione di rivelarvi nulla. Un romanzo illustrato in cui ogni tavola nasconde citazioni, O' Neill, con quel suo tratto ricercatamente svogliato, nonostante privi a volte le figure anatomiche su cui costruisce i personaggi di qualche giuntura, o li arricchisca di qualche centimetro anatomico disarmonico di troppo, è bravissimo, ed in alcune tavole toglie il fiato, preso dalla cascata di citazioni trova tempo e spazio, persino per illustrare tra la folla frenetica di Londra Hiro Nakamura di Heroes con tanto di spada a tracolla.
Un bacino sul nasino a chi mi ritrova l'omaggio alle famose crature di Giger.
Ogni didascalia ed ogni baloon, d'altra parte è un riferimento alla letteratura e persino alla cinematografia, per esempio, uno dei primi tentativi di creare l'Anticristo è stato fatto a New York con una certa Rosemary (il film di R. Polansky del 1968).
Insomma un fumetto assolutamente da leggere e studiare, che come i precedenti capitoli non dovrebbe mancare in nessuna casa in cui si vocifera abiti un fumettaro.
Curiosità e dintorni.
Cominciamo con le note dolenti, tutte MADE IN ITALY:
Ma pago 21.00 euro ed è "cinese" ( torneremo sulla questione più in basso) anche il link riporta il QR code a fine volume?
La nota ammicca birichina a quanto il fumetto di Moore sia pieno di citazioni, annotazioni e riferimenti nascosti, ma una volta aperto il collegamento, l'unica cosa utile reperibile, è una traduzione del dialogo tra Nemo e sua figlia.
Abbastanza povera come guida alla lettura.
Un' alternativa gratis di alcuni dei riferimenti e delle citazioni con cui Moore riempie questo volume ve la lascio qui io, e sono sicuro che renderà la lettura di questo volume ancora più interessante:
Jack Mcheath - il serial killer arrestato per gli omicidi delle prostitute ai "docks" prende spunto da una ballata di Kurt Weill e Bertolt Brecht, Mac the Knife, (1928) inserita in un opera teatrale nota a Londra con il titolo di The Threepenny Opera.
Andrew Norton - Il caratteristico time-traveller conosciuto anche come il prigioniero di Londra, che incontra Miss Murray, è un omaggio di Moore all'opera del collega Iain Sinclair (1997): Slow Chocolate Autopsy: Incident from the notorius career of Norton, Prisoner of London, un libro inedito in italia illustrato da Dave McKean.
Il primo inserto in prosa del volume, Servi della luna di J. Thomas è letteralmente saturo di citazioni e riferimenti:
Capitan Universo è un personaggio creato dal fumettista inglese Mick Anglo, creatore anche di Marvel-Man, altro characters molto amato dall'autore britannico.
Nel trafiletto in cui Moore parla del Mondo Fiammeggiante e del Mago Prospero, facciamo la conoscenza di
Golliwogg, che Moore dipinge come un focoso alieno proveniente da un'altra galassia è in realtà un personaggio della letteratura d'infanzia creato da Florence Kate Upton alla fine del XIX secolo. Dalla stessa autrice arrivano anche le sue due amanti in legno, le bambole viventi Peg e Sarah Jane, protagoniste del libro per bambini Le avventure di due bambole cosiddette olandesi e un Golliwog (1895).
Si legge anche il nome del dottor Coppelius, lo scienziato a cui Moore attribuisce la paternità delle due bamboline in legno, in realtà proviene dalla penna del compositore Ernst Theodor Amadeus Hoffman, precisamente dal Die Puppe (la bambola di carne) del 1919 in cui il dottore tenta di dare un' anima da una bambola meccanica che accende l'amore negli uomini che incontra, da lui stesso costruita.
Nel secondo inserto in prosa che Moore ci "regala", ritroviamo persino una citazione sul viaggio sulla luna del Barone di Münchhausen.
Insomma una invidiabile prova del bardo di Southampton, che si lascia amare più che semplicemente leggere.
L'unica nota negativa è dato da questo atipico formato che rende particolarmente piccoli i caratteri delle sezioni in prosa, rendendo la lettura alcune volte decisamente faticosa.
MADE IN CHINA
Ovviamente auguro ogni bene e prosperità alla Bao publishing, ma quello che non sopporto è la poca trasparenza, va bene che le decisioni sul formato di un volume sono decisione della casa editrice, sta al lettore decidere se prenderlo o meno, o se prenderlo e farsi prendere da una crisi di panico se questo è più piccolo dei suoi vicini in libreria, succede nelle migliori famiglie d'altronde, che il nuovo arrivato abbia una sindrome da deficit della crescita, e comunque non mina la godiblità di un volume quanto lo stesso sia spesso largo o stretto, quello che scoccia però sono le risposte dell'editore alle domande dei lettori:
Sulla pagina FaceBook di Bao, le domande sulla scelta di questo formato atipico sono vviamente sbucate come funghi, e le risposte non erano mai nè le stesse, nè precise, ma quasi sempre dopo un pò stizzite:
Poi ho letto: "perchè il formato americano comporta un sacco di spreco sulle macchine europee!"
Ma che significa?
Forse che allora a parte la Bao che lo ha capito, tutti gli altri editori italiani che da anni pubblicano fumetti americani stanno stampando fumetti disbocando inutilmente gli ultmi polmoni terrestri?
Quando ho letto quella risposta, mi sono venuti in mente tutte quelle persone che preparano tramezzini tagliando il bordo dei pan-carrè!
Non so perchè. Ma la parola che mi si è materializzata nell'encefalo è stata: SPRECO!
Quindi che bravi alla Bao, risparmiano sulla carta, ma...di riflesso non dovremmo risparmiare anche noi...?
Invece il prezzo non è proprio abbordabile, 21.00€, sembra che la carta sbordata risparmiata sia fatturata lo stesso, ma ormai sembra che i prezzi pompati non scandalizzino più nessuno, a parte me, quindi potrei pure abbozzare, eppure non sono le risposte evasive o il fatto che i fumetti siano diventati un lusso a dar fastidio, nel volume BAO quello che mi scandalizza, è una scrittina piccola in nero in fondo alla fine del libro, all'ultima pagina: STAMPATO IN CINA AGOSTO 2012.
Ma come?!
Allora non sono le macchine europee il problema, se è stampato in Cina, sono quelle cinesi.
Ma non vorrei passare per uno di quelli nazionalisti, anzi direi che il nazionalismo in Italia in questi ultimi due, tre anni è ai minimi storici, eppure la cosa mi ha lasciato interdetto è questa: se hai scelto una tipografia cinese, se ti sei spinto oltre le distese russe e sei arrivato fino in cina manco fossi Marco Polo, per stampare un fumetto non credo che tu l'abbia fatto per un risparmio minimo.
Bao avrà avuto sicuramente un considerevole risparmio, per decidere di stampare i volumi in Cina, eppure il prezzo di copertina, non reca alcun allegerimento, au contraire, il prezzo, diciamocelo è bello cicciotto, e lascia immaginare che i miei soldi stiano aiutando anche l'economia di qualche tipografia italiana, ben contenta dell'appaltino. Invece? Maddechè.
Al di là della questione squisitamente etica, è questo che infastidisce, quando un qualsiasi pinco pallino decide di comprare qualcosa made in china, in quei negozi che vendono di tutto dalle mutande in maglia d'amianto, alla carta igienica, lo fa appositamente per il basso costo, dove è il risparmio su questo volume?
Cioè obbiettivamente 21.00€ non sarà troppo per un prodotto che proviene da un paese in cui le maglie dei controlli nel mondo del lavoro sono così dannatamente larghe e la manodopera costa così poco?
O Bao è riuscita a trovare l'unica tipografia con una struttura sindacale funzionale in estremo oriente?
Onestamente ne dubito.
Senza contare il controsenso, che senso ha avere in contratto un artista come Makkox che sforna vignette come questa qua di lato, se poi sono il primo a proddurre il mio prodotto ben oltre i confini italiani? Cioè perchè nelle mie pagine dovrei vendere satira contro le aziende che preferiscono delocalizzare, per, diciamolo, pagar meno, non stiamo a girarci troppo intorno se poi faccio lo stesso, chiaramente nel mio piccolo?
Visto che la lingua batte dove il dente duole, dopo questa inquietante scoperta, ho deciso di passare in rassegna tutto quello che avevo sul tavolo quel giorno per vedere effettivamente quanto è esteso il problema:
E scopro quanto segue:
Panini per lo più stampa a Firenze e Bologna.
Salda Press e ReNoir a Verrucchio.
RW Lion, che mi stanno così antipatici per i loro prezzi ,stampano addirittura ad Afragola, nell'interland napoletano, non molto distante dalle parti in cui sono nato.
I vecchi volumi della LEGA, editi da Magic Press, che a detta di chi gestisce la pagina effebì della BAO comportava un sacco di spreco sulle macchine europee non solo era stampato in Italia, a Pomezia, ma costava pure meno ed aveva le dimensioni originali.
NPE per la stampa si serve a Mottola. (Non so dove sia però!)
Forse possiamo ancora salvarci, io ovviamente nel mio piccolo sceglierò pubblicazioni che prediligono di girare sull'economia italiana, o al limite sceglierò, pur facendo finta di non aver mai letto una sola riga degli scritti di Naomi Klein, quelle pubblicazioni di aziende che si decidono i tagli alle spese ma per proporre un prodotto a basso costo, e questo non è assolutamente il caso.
Ironia della sorte il primo volume della Lega degli straordinari gentleman, (Magic Press - 15,00 brossurato con formato sprecone originale, made in Pomezia, litorale romano) a pagina 5 nel trafiletto titolato "Il mio messaggio ai lettori" recitava quanto segue - [...]per quanto non dobbiamo dimenticare i tanti punti moralmente istruttivi di questo racconto: prima di tutto, le donne non fanno altro che scenate. Secondo, i cinesi sono brillanti, ma malvagi."
Son cose che fanno riflettere.
Baci ai pupi.
Senza svelare una sola pagina di questa avvincente miniserie dico solo che Moore, da libero sfogo alla sua manifesta simpatia per l'ermetismo e la magia.
La nemesi della nuova Lega infatti, è un certo Oliver Haddo, il mago creato da W. Somerset Maugham nel 1908 nel romanzo The Magician.
Haddo, qui è a capo di una setta di maghi che sta tentando di creare la vita, il cosiddetto infante di luna, un nuovo anticristo che cambierà la vita e la realtà stessa.
La nuova Lega oltre la bella Mina e Allan, conta nuovi personaggi, ovviamente ripescati dalla letteratura tardo vittoriana - novecentesca: Thomas Carnacki, il cacciatore di fantasmi, fu creato da William Hope Hodgson nel 1910, il ladro gentiluomo A.J. Raffles, invece proviene dai romanzi di e. W. Hornung (1890), l'ultimo membro è l'immortale androgino Orlando, sembra essere invece un omaggio alle opere di Virginia Woolf.
Una lotta contro il male dilatata nei decenni che vanno dal 1910 al 2009, alla quale fa da sfondo una Londra hippy e psichedelica stupendamente illustrata da un lisergico O'Neill.
Moore come nelle sue opere migliori, alterna sceneggiatura e prosa, e confeziona un bellissimo epilogo per l'epopea dei suoi eroi vittoriani, dissacrando e decontestualizzando icone letterarie vecchie e nuove, delle quali non ho alcuna intenzione di rivelarvi nulla. Un romanzo illustrato in cui ogni tavola nasconde citazioni, O' Neill, con quel suo tratto ricercatamente svogliato, nonostante privi a volte le figure anatomiche su cui costruisce i personaggi di qualche giuntura, o li arricchisca di qualche centimetro anatomico disarmonico di troppo, è bravissimo, ed in alcune tavole toglie il fiato, preso dalla cascata di citazioni trova tempo e spazio, persino per illustrare tra la folla frenetica di Londra Hiro Nakamura di Heroes con tanto di spada a tracolla.
Un bacino sul nasino a chi mi ritrova l'omaggio alle famose crature di Giger.
Ogni didascalia ed ogni baloon, d'altra parte è un riferimento alla letteratura e persino alla cinematografia, per esempio, uno dei primi tentativi di creare l'Anticristo è stato fatto a New York con una certa Rosemary (il film di R. Polansky del 1968).
Insomma un fumetto assolutamente da leggere e studiare, che come i precedenti capitoli non dovrebbe mancare in nessuna casa in cui si vocifera abiti un fumettaro.
Curiosità e dintorni.
Cominciamo con le note dolenti, tutte MADE IN ITALY:
Ma pago 21.00 euro ed è "cinese" ( torneremo sulla questione più in basso) anche il link riporta il QR code a fine volume?
La nota ammicca birichina a quanto il fumetto di Moore sia pieno di citazioni, annotazioni e riferimenti nascosti, ma una volta aperto il collegamento, l'unica cosa utile reperibile, è una traduzione del dialogo tra Nemo e sua figlia.
Abbastanza povera come guida alla lettura.
Un' alternativa gratis di alcuni dei riferimenti e delle citazioni con cui Moore riempie questo volume ve la lascio qui io, e sono sicuro che renderà la lettura di questo volume ancora più interessante:
Jack Mcheath - il serial killer arrestato per gli omicidi delle prostitute ai "docks" prende spunto da una ballata di Kurt Weill e Bertolt Brecht, Mac the Knife, (1928) inserita in un opera teatrale nota a Londra con il titolo di The Threepenny Opera.
Andrew Norton - Il caratteristico time-traveller conosciuto anche come il prigioniero di Londra, che incontra Miss Murray, è un omaggio di Moore all'opera del collega Iain Sinclair (1997): Slow Chocolate Autopsy: Incident from the notorius career of Norton, Prisoner of London, un libro inedito in italia illustrato da Dave McKean.
Il primo inserto in prosa del volume, Servi della luna di J. Thomas è letteralmente saturo di citazioni e riferimenti:
Capitan Universo è un personaggio creato dal fumettista inglese Mick Anglo, creatore anche di Marvel-Man, altro characters molto amato dall'autore britannico.
Nel trafiletto in cui Moore parla del Mondo Fiammeggiante e del Mago Prospero, facciamo la conoscenza di
Golliwogg, che Moore dipinge come un focoso alieno proveniente da un'altra galassia è in realtà un personaggio della letteratura d'infanzia creato da Florence Kate Upton alla fine del XIX secolo. Dalla stessa autrice arrivano anche le sue due amanti in legno, le bambole viventi Peg e Sarah Jane, protagoniste del libro per bambini Le avventure di due bambole cosiddette olandesi e un Golliwog (1895).
Si legge anche il nome del dottor Coppelius, lo scienziato a cui Moore attribuisce la paternità delle due bamboline in legno, in realtà proviene dalla penna del compositore Ernst Theodor Amadeus Hoffman, precisamente dal Die Puppe (la bambola di carne) del 1919 in cui il dottore tenta di dare un' anima da una bambola meccanica che accende l'amore negli uomini che incontra, da lui stesso costruita.
Nel secondo inserto in prosa che Moore ci "regala", ritroviamo persino una citazione sul viaggio sulla luna del Barone di Münchhausen.
Insomma una invidiabile prova del bardo di Southampton, che si lascia amare più che semplicemente leggere.
L'unica nota negativa è dato da questo atipico formato che rende particolarmente piccoli i caratteri delle sezioni in prosa, rendendo la lettura alcune volte decisamente faticosa.
MADE IN CHINA
Ovviamente auguro ogni bene e prosperità alla Bao publishing, ma quello che non sopporto è la poca trasparenza, va bene che le decisioni sul formato di un volume sono decisione della casa editrice, sta al lettore decidere se prenderlo o meno, o se prenderlo e farsi prendere da una crisi di panico se questo è più piccolo dei suoi vicini in libreria, succede nelle migliori famiglie d'altronde, che il nuovo arrivato abbia una sindrome da deficit della crescita, e comunque non mina la godiblità di un volume quanto lo stesso sia spesso largo o stretto, quello che scoccia però sono le risposte dell'editore alle domande dei lettori:
Sulla pagina FaceBook di Bao, le domande sulla scelta di questo formato atipico sono vviamente sbucate come funghi, e le risposte non erano mai nè le stesse, nè precise, ma quasi sempre dopo un pò stizzite:
Poi ho letto: "perchè il formato americano comporta un sacco di spreco sulle macchine europee!"
Ma che significa?
Forse che allora a parte la Bao che lo ha capito, tutti gli altri editori italiani che da anni pubblicano fumetti americani stanno stampando fumetti disbocando inutilmente gli ultmi polmoni terrestri?
Quando ho letto quella risposta, mi sono venuti in mente tutte quelle persone che preparano tramezzini tagliando il bordo dei pan-carrè!
Non so perchè. Ma la parola che mi si è materializzata nell'encefalo è stata: SPRECO!
Quindi che bravi alla Bao, risparmiano sulla carta, ma...di riflesso non dovremmo risparmiare anche noi...?
Invece il prezzo non è proprio abbordabile, 21.00€, sembra che la carta sbordata risparmiata sia fatturata lo stesso, ma ormai sembra che i prezzi pompati non scandalizzino più nessuno, a parte me, quindi potrei pure abbozzare, eppure non sono le risposte evasive o il fatto che i fumetti siano diventati un lusso a dar fastidio, nel volume BAO quello che mi scandalizza, è una scrittina piccola in nero in fondo alla fine del libro, all'ultima pagina: STAMPATO IN CINA AGOSTO 2012.
Ma come?!
Allora non sono le macchine europee il problema, se è stampato in Cina, sono quelle cinesi.
Ma non vorrei passare per uno di quelli nazionalisti, anzi direi che il nazionalismo in Italia in questi ultimi due, tre anni è ai minimi storici, eppure la cosa mi ha lasciato interdetto è questa: se hai scelto una tipografia cinese, se ti sei spinto oltre le distese russe e sei arrivato fino in cina manco fossi Marco Polo, per stampare un fumetto non credo che tu l'abbia fatto per un risparmio minimo.
Bao avrà avuto sicuramente un considerevole risparmio, per decidere di stampare i volumi in Cina, eppure il prezzo di copertina, non reca alcun allegerimento, au contraire, il prezzo, diciamocelo è bello cicciotto, e lascia immaginare che i miei soldi stiano aiutando anche l'economia di qualche tipografia italiana, ben contenta dell'appaltino. Invece? Maddechè.
http://www.mamma.am/mamma/images/3755_a2819.jpg |
Cioè obbiettivamente 21.00€ non sarà troppo per un prodotto che proviene da un paese in cui le maglie dei controlli nel mondo del lavoro sono così dannatamente larghe e la manodopera costa così poco?
O Bao è riuscita a trovare l'unica tipografia con una struttura sindacale funzionale in estremo oriente?
Onestamente ne dubito.
Senza contare il controsenso, che senso ha avere in contratto un artista come Makkox che sforna vignette come questa qua di lato, se poi sono il primo a proddurre il mio prodotto ben oltre i confini italiani? Cioè perchè nelle mie pagine dovrei vendere satira contro le aziende che preferiscono delocalizzare, per, diciamolo, pagar meno, non stiamo a girarci troppo intorno se poi faccio lo stesso, chiaramente nel mio piccolo?
Visto che la lingua batte dove il dente duole, dopo questa inquietante scoperta, ho deciso di passare in rassegna tutto quello che avevo sul tavolo quel giorno per vedere effettivamente quanto è esteso il problema:
E scopro quanto segue:
Panini per lo più stampa a Firenze e Bologna.
Salda Press e ReNoir a Verrucchio.
RW Lion, che mi stanno così antipatici per i loro prezzi ,stampano addirittura ad Afragola, nell'interland napoletano, non molto distante dalle parti in cui sono nato.
I vecchi volumi della LEGA, editi da Magic Press, che a detta di chi gestisce la pagina effebì della BAO comportava un sacco di spreco sulle macchine europee non solo era stampato in Italia, a Pomezia, ma costava pure meno ed aveva le dimensioni originali.
NPE per la stampa si serve a Mottola. (Non so dove sia però!)
Forse possiamo ancora salvarci, io ovviamente nel mio piccolo sceglierò pubblicazioni che prediligono di girare sull'economia italiana, o al limite sceglierò, pur facendo finta di non aver mai letto una sola riga degli scritti di Naomi Klein, quelle pubblicazioni di aziende che si decidono i tagli alle spese ma per proporre un prodotto a basso costo, e questo non è assolutamente il caso.
Ironia della sorte il primo volume della Lega degli straordinari gentleman, (Magic Press - 15,00 brossurato con formato sprecone originale, made in Pomezia, litorale romano) a pagina 5 nel trafiletto titolato "Il mio messaggio ai lettori" recitava quanto segue - [...]per quanto non dobbiamo dimenticare i tanti punti moralmente istruttivi di questo racconto: prima di tutto, le donne non fanno altro che scenate. Secondo, i cinesi sono brillanti, ma malvagi."
Son cose che fanno riflettere.
Baci ai pupi.
Grandissimo p(r)ezzo. L'ho comprato anche io pagandolo 1 euro grazie ad una raccolta punti nella mia fumetteria. Ancora da leggere e osservare.
RispondiEliminaPremetto che non sono qui per fare il difensore della Bao, per quanto non nasconda la mia approvazione per questa casa editrice, ma solo per dire la mia.
RispondiEliminaQuando è stato fatto notare sulla pagina di Facebook che il volume è stato stampato in Cina, la Bao ha detto che la tipografia è una ditta italiana con sede in Cina e che, quindi, le macchine sono italiane. Ciò non toglie legittimità ai tuoi dubbi, ma credo che la situazione cambi almeno un po'.
Inoltre, parere personale, 21€ non sono poi questa cifra, se pensiamo che si tratta di un volume cartonato e rilegato a filo. Sicuramente potevano farcelo pagare di meno, ma difficilmente Panini o Lion (per citare due case editrici con tirature elevate) ce l'avrebbero venduto a meno di 25-30€, formato originale o no.
Aggiungo ancora che la Magic Press negli ultimi anni, pur mantenendo i prezzi più bassi, ha subito un calo qualitativo pazzesco (la mia Absolute Autority è a rischio disfacimento dopo 2 letture) e penso che se ne siano accorti in molti, visto che in fiera trovi volumi da poco usciti al 20% di sconto, se non al 50%!
In ogni caso, bell'articolo :)
Grazie Dirk, benvenuto e grazie per la lettura ed i complimenti, scrivo apposta per rapportarmi ad altre persone,e sopratutto al loro pensiero, i commenti sono sempre ben accetti che siano pro o contro il pensiero dell'articolo,su una pagina FB, ho chiacchierato della qualità del volume con un altro appassionato, e su quella non si discute, rilegatura, cartonato, insomma il volume è ben solido. Fumettopenia tuttavia ha sempre un modo di fare abbastanza pepato, per quel che concerne i prezzi dei fumetti,io sopratutto nei miei pezzi non faccio altro che consigliare letture alternative ( o edizioni alternative) quando questo è possibile. Ma sono cresciuto a Naomi Klein e co., quindi sull'italiano in cina, non ci credo tanto, non con la politica economica aggressiva della Cina. -( ho letto le dichiarazioni di cui dici).Ed ho profondi dubbi sulle risposte della Bao sulla pagina FB: specie il fatto che il formato americano comporti uno spreco sulle macchine europee, ma poi sperco de che? Carta? Inchiostro? Ma sono l'unico a ricordarmi che ad un certo punto della sua vita editoriale la STAR COMICS, aumentò fino alla grandezza del formato originale i suoi albi Marvel? Ve li ricordate che erano più piccoli rispetto ad i neonati Play Press? Un editore avrebbe mai optato per un formato che aumentasse le spese senza toccare il prezzo in copertina? I dubbi ci sono e restano, e nel mio caso limitano gli aquisti in quel catalogo,e si se devo pagare tanto, allora preferisco che l'editore stampi in italia, almeno non sto li a pensare che probabilmente ste pagine sono stampate da gente con orari di lavoro assurdi, e magari minorenni, certo almeno fino al "BLACK DOSSIER", poi bao tornerà in casa mia, per forza di cose, ma di base non mi piacciono molto le persone che tentano di gabbare il prossimo, ancor meno chi ad un certo punto della discussione dopo aver tentato di convicermi con argomentazioni dubbie, risponde stizzito. Alla fin fine ribadisco il volume per contenuti ne vale anche 40, anche 25 per la fattura dell'albo, ma per trasparenza dell'editore? Hum no, proprio no. E nemmeno per le note in appendice, un qr code, un link, pagine virtuali avrebbero permesso di fare un appendice con i controcoglioni, on line senza gravare sul prezzo e sui costi della stampa, invece nemmeno quel link vale la pena d'essere visitato più di una volta. Non so ma per Moore avrei scomodato un pò di più le sinapsi, invece che pensare solo al merchandising, pensa all'edizione da fiera con sigillo in ceralacca...si figo, per i feticisti, ma se non mi dici nel volume (o nel link chi sono Carnacki o Orlando, o ancora Haddo...beh quel che voglio dire è che ad uno come me, resta solo un editore che stampa in cina un formato nano per risparmiare, del fatto che stai stampando un opera fantastica di Alan Moore, non v'è traccia. Continua a seguirci nè! Siamo a costo zero. :)
RispondiEliminaOltretutto per la Bao è uscito contemporaneamente "Rasl" che ha un formato 21x30.
RispondiEliminaAugusto