Partiamo da una premessa, io amo Alan Moore, e credo cha la
sua Lega degli Straordinari Gentlemen, sia
tra le opere più originali del XXI secolo, l’intuizione di Moore, sull’uso dei
characters della letteratura è qualcosa di indicibilmente geniale, e la Lega
degli Straordinari Gentlemen oltre che una delle migliori opere del fumetto,
chiamiamolo contemporaneo, è la prova tangibile che l’autore è il miglior
scrittore in seno alla nona arte.
Dopo mesi dalla sua uscita, mi sono deciso a recuperare anche Nemo Cuore di Ghiaccio, una meravigliosa
breve storia con protagonista la figlia del celebre Pirata della letteratura di
Jules Verne, di cui abbiamo fatto la conoscenza nella prima parte di Secolo: 1910
Non mi lancerò in un'altra feroce critica sull’edizione
italiana, Fumettopenìa ha già espresso i suoi negativi commenti sul
comportamento dell’editore italiano dell’ultima opera di Alan Moore, non mi
perderò in nuove invettive contro la Bao,
mettiamola semplicemente così, chi
mendica non può scegliere, ed io mendico più Alan Moore di quanto ce ne sia in
giro, e se la mia dose deve avere questo misterioso formato cinese, pazienza.
Nemo: Cuore di Ghiaccio è meravigliosa, troppo breve, ma
meravigliosa - la distruzione dell’ambizione dell’erede del principe Dakkar di
voler superare le gesta del padre, che si scontrano con un mondo alieno e
misterioso sepolto nei ghiacci dell’antartide, un ‘omaggio alla letteratura
Lovecrafitana, che stavolta fa dà palcoscenico sul quale si muovono i nuovi
omaggi alla letteratura novecentesca di Moore.
Cominciamo?
Il signor Krane che compare nelle prime pagine, per impedire
il furto dei tesori reali in sua custodia è preso a prestito dalla famosa opera
filmica di Orson Welles, Citizen Krane,
conosciuto in itala come Quarto Potere.
La misteriosa Regina Ayesha,
che la figlia di Nemo sta freddamente derubando è la regina di Kòr, e come il suo regno, proviene dalla letteratura di H.R.Haggard, l’autore delle novelle di Alain Quatermain, che gli amanti della
Lega conoscono bene, in realtà è la reincarnazione di Kallikratis, la dea a cui tutti devono obbedienza.
Gli avventurieri che Krane incarica per recuperare il tesoro
sono tutti presi dalle novelle che hanno costituito il filone del genere Edisoniade, ovvero storie di fantascienza,
che si rifacevano alla vita ed alle gesta dell’inventore Thomas Edison.
Gli avventurieri
scientifici più importanti d’America, arruolati da Krane per la caccia alla
figlia di Nemo sono appunto i tre personaggi più importanti del genere: Frank Reade, Tom Swift e Jack Wright,
creati rispettivamente da Harold Cohen nel 1876 e Luis Senarens nel 1891.
Moore è insuperabile nella sua opera citazionistica: L’uomo a Vapore delle praterie che gli
esploratori portano a Krane, è un chiaro omaggio a The Steam Man of Prairies di E.
S. Ellis, uno dei capisaldi del genere cosiddetto Edisoniade (1868).
La Megapatagonia è un omaggio allo scrittore francese
Nicolas Edme Restie de la Bretone, nel suo La Découverte australe Par un Homme-volant (1781), la Megapagonia è un
arcipelago che è l’esatto contrario della Francia, dei suoi costumi e della sua
cultura, infatti nell’opera di Moore è abitato da animali antropomorfi che
parlano al contrario in francese e vivono nella capitale chiamata Sirap
(Paris).
Tutta
la geografia Antartica di Moore, di Moore dove si svolge il resto dela caccia
ovviamente proviene dalla letteratura tardo ottocentesca, come la Plutone Sotterranea e le Montagne di Ferro, che provengono
entrambi da Viaggio al centro della Terra.
Le montagne della follia ed il
bestiario presente nella misteriosa città nascosta nei ghiacci invece proviene
quasi tutta dalla mente di H.P. Lovecraft.
Tra
l’equipaggio del Nautilus, stavolta vale la pena ricordare il Professor Augustus
S.F.X. Van Dusen, detto anche La Macchina Pensante, protagonista di una serie
di serie di romanzi di Jaques Putrelle, dalla letteratura di Putrelle, proviene
anche l’impenetrabile carcere di Chilshom,
nel romanzo, The Problem of cell13, citato dallo stesso Augustus verso la
fine del fumetto.
Raccapricciante
particolare che mette in risalto la genialità do Moore è il fatto che lo scrittore Futrelle, fu una delle vittime
della tragedia del Titanic, e in Cuore di Ghiaccio i rimandi alla nave che
affondò per colpa della collisione con un iceberg nel 1912, sono molti a cominciare
da una illustrazione di O’Neill che disegna una nave che solca i mari all’inizio
del volume.
La
didascalia parla di una White Star Titan
Line un chiaro riferimento all’opera di Morgan Robertson e alla compagnia
inglese Star Line, i proprietari veri del Titanic.
Voi superior vi meritate.
Penso che pubblicare una guida del genere sia un
obbligo che l’editore italiano dovrebbe fornire ai lettori, invece manco a
dirlo, in Nemo Cuore di Ghiaccio della Bao, un inserto del genere manca.
Nonostante
la mancanza, vi dico subito che questo
piccolo volumetto merita tantissimo, solo l’epilogo della storia, ovvero le
conclusioni di Janni, meritano ogni centesimo, la prosa di Moore è
spettacolare, adulta, ricercata, e non fa che creare un pauroso hype per l’arrivo
in Italia del Black Dossier.
Accattatevillo
e baci ai pupi.
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