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lunedì 12 ottobre 2015

Il Rocketeer di Dave Stevens


Due parole su Dave Stevens
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Dave Stevens nasce nel 1955 in California, e nel suo curriculum figura di tutto: a 19 anni è l’assistente di R. Manning per le tavole domenicali di Tarzan, successivamente dopo il 1977, concentra i suoi sforzi sul mondo dell’animazione, disegnando gli storyboard per alcuni cartoni animati della Hannah & Barbera, tra cui l’adattamento della Justice League al piccolo schermo, in Italia noto come Super Amici.
Per Hollywood firma gli storyboard dell’Indiana Jones di Spielberg, I Predatori dell’Arca Perduta e il famosissimo videoclip di Micheal Jackson, Thriller.
Le sue prime incursioni nel campo dei comic book sono collaborazioni con alcune fanzine per le quali firma delle illustrazioni, molte delle quali arricchite, dalla presenza di soggetti femminili di innegabile fascino.

Lavorerà poi ancora con Manning per la sua strip su Star Wars, e per la Marvel per la quale inchiostrerà alcuni What if?, come il numero 11.

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– Piccola parentesi: Il numero 11 di What If?, scritto e disegnato dal Re, è veramente una storia assurda anche per un What if?, ipotizzava infatti un mondo in cui i raggi cosmici avessero trasformato nei Fantastici Quattro i primi uomini della Marvel Comics: Mr Fantastic era Stan Lee, la Torcia umana, Sol Brodsky, Vice Presidente alla Marvel Comics, Kirby nei panni della Cosa e Flo Steinberg, segretaria alla Marvel Comics nei panni della ragazza invisibile. (Peri più curiosi, in Italia, Star Magazine 14)

Nel 1981 la Pacific Comics, commissiona al giovane autore, 6-10 pagine per un comic book, l’editore non dà alcuna indicazione per il soggetto, nè alcun limite, Stevens ha carta bianca.
Un malcelato amore per la star degli anni ’50 Bettie Page e per il fumetto pulp degli anni ‘20, sono due degli ingredienti della serie a fumetti che sta prendendo forma nella sua testa, Stevens inoltre,voleva creare le avventure di un eroe con un razzo, con storie ambientante in un mondo in cui aereri e vecchie automobili fossero una sorta di costante scenografica, ecco il fertile terreno su cui germoglia Rocketeer, il characters che lancerà come un missile, lo stesso Stevens nell’olimpo degli autori dell’epoca, insieme a nomi come Steve Rude e Jamie Hernandez.
In una intervista fatta dal giornalista Thomas Martinelli e apparsa su Grandi Eroi n. 15 Comic Art Editore (Luglio 1987), il volume che ospita il primo arc di Rocketeer, con le origini del personaggio, Stevens si definisce un autore con ancora molto da imparare, confessa la sua passione per i classici dai quali cerca di carpire qualche segreto, autori come Eisner, Steranko, Kubert, Toth, Bennet, Manara e Pratt, ma quel che mi ha conquistato di Stevens è quello che si aspetta la gente riceva dai sui fumetti:

“Cerco di realizzare storie sollevanti, non mi piacciono troppo quelle tristi e deprimenti. Non ho un vero messaggio, mi basa che qualcuno compri il fumetto e si diverta. Sento di avere raggiunto il mio scopo quando rendo il lettore felice, e per adesso è sufficiente. Per ora mi basta solo fare del mio meglio con storie d’avventura e buoni personaggi sperando che alla gente piacciano.”

Rocketeer

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E Rocketeer è piaciuto tantissimo al pubblico, fin dalla prima apparizione in appendice allo StarSlayers di Mike Grell (Pacific Comics), Un Inkpot Award come autore nel 1986, insieme ad artisti del calibro di Dave Gibbons, Moebius e i fratelli Hernandez.
Un Kirby Award nello stesso anno per la miglior Graphic Album, sotto etichetta Eclipse.
E leggendo il primo arc è difficile restare indifferenti al fascino di Rocketeer, ancor prima di scivolare nei noiosi tecnicismi da recensori spocchiosi, impossibile non spendere due parole sulla caratterizzazione dei personaggi: Cliff Seword è fin troppo umano, nei suoi comportamenti, è aviatore in un circo acrobatico e vuole ciò che vogliamo tutti, successo, una bella donna da amare e tanti soldi.
Queste sono le venali priorità che muovono Cliff nella primissima avventura di Rocketeer, un adrenalinico dramma, pieno di azione, passione, spie, complotti, sparatorie ed inseguimenti che mi ha tenuto legato al volume fino all’inevitabile ultima pagina. E sono certo terrebbe incollati alla poltrona anche voi.
Difficile non soffermarsi sulle tavole in cui compare la volubile fidanzata di Cliff, anche lei, così reale nella caratterizzazione, che sembra possa strappare la pagina e sedervisi in braccio sempre che possiate permettervelo.
apAmfubBetty è liberamente ispirata alla regina delle pin up degli anni ’50, Bettie Mae Page, un chiaro omaggio alla modella nata a Nashville nel 1923 che ha legato il suo nome all’ immaginario erotico di un paio di generazioni di americani.
Al contrario di Cliff, passionale, testardo ed impulsivo, Betty è più pratica, ama Cliff, ma non quanto ama se stessa, nell’ultimo capitolo della prima avventura di Rocketeer, mentre pondera di accettare l’invito del fotografo Marco, di vivere per un periodo in Europa, si definisce una donna fatale, mentre sembra osservi le sue stesse sensuali curve, languidamente adagiate sul letto di posa.
La scelta di ispirare la fisionomia di Bettie alla famosa modella degli anni ’50 rinnovò tra i lettori una curiosità sulla vita della stessa, ma miss Page non è l’unico characters di Stevens ad avere una controparte nel mondo reale, il meccanico Peewe si ispira al disegnatore amico Doug Wildey, mentre il fotografo di Bettie, Marco di Hollywood, è liberamente ispirato al fotografo Ken Marcus, il famoso fotografo che ha immortalato innumerevoli modelle seminude per i paginoni delle riviste Playboy e Penthouse Magazine. Il cast di supporto di spie crucche ed agenti governativi sembrano scappati dalle pagine dei fumetti di Eisner.
Rocketeer come già detto, è prima di tutto un grosso atto d’amore alle avventure pulp degli anni’20 e ’30. Bellissimo e nostalgico.

rocketeer2bLa tecnica narrativa su Rocketeer è qualcosa su cui probabilmente torneremo più volte nel corso dei nostri incontri, perché si inserisce in un contesto di produzione di fumetti ormai estinto, sacrificato in nome della decompressione narrativa della moderna industria dei comics.
Tranne alcuni, si è persa la capacità di raccontare storie in un certo modo.
Stevens nel 1980, durante il processo creativo di Rocketeer ha un unico paletto, l’esiguo numero di pagine con cui raccontare la sua storia.
6-10 pagine alla volta che come già accennato finiscono in appendice allo StarSlayers di Mike Grell (autore di una fantastica run su Green Arrow, che recentemente sta rivedendo la luce grazie alla Rw Lion), nelle quali è d’obbligo: raccontare una storia, coinvolgere il lettore e lasciarlo in attesa del numero successivo con un efficace cliffhanger.
Tutto questo, nonostante si reputi un dilettante, Stevens, lo fa benissimo, chiude ogni capitolo della prima miniserie con appetibilissimi colpi di scena, persino il finale aperto che fa da prologo all’avventura a New York. Come accennato, il passato professionale dell’autore è segnato da una prolifica collaborazione con Manning per le tavole domenicali di Tarzan, e si vede, la sua tecnica narrativa è figlia di quel tipo di editoria, la tavola è un percorso di passaggi obbligati, che guidano gli occhi del lettore, inquadratura dopo inquadratura, vignetta dopo vignetta, che siano rettangolari quadrate, tonde, o un puzzle di inediti poligoni, l’imperativo di Stevens è divertire, e diverte, la lettura è dinamica e coinvolgente, non c’è una griglia fissa, lo spazio è esiguo, ed ogni cm della tavola è utile anche gli spazi bianchi tra una vignetta e l’altra, ogni prospettiva, ogni inquadratura che sia funzionale a raccontare in maniera limpida azioni ed emozioni è utilizzata con certosina abilità, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti, sempre che abbiate tempo e curiosità per sperimentare questa emozione vintage.

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Esempio di composizione della tavola di Dave Stevens

In Italia il Rocketeer di Dave Stevens ha avuto almeno tre edizioni:
Grandi Eroi n. 15 Ed. Comic Art che raccoglie i primi 5 capitoli, in pratica le origini del personaggio. E’ il modo più economico per assaggiare il lavoro di Dave Stevens per vedere se rientra nei propri gusti.
Rocketeer – le avventure complete Ed. Salda Press che raccoglie tutto il materiale firmato da Dave Stevens, inclusa Avventura a New York. Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 15€.
Le avventure complete di Rocketeer vol 1 e 2 ed. Salda Press un’edizione di lusso che raccoglie lo stesso materiale di Stevens, ma è arricchito da una apprezzabile quantita di contenuti extra, come sketch ed illustrazioni varie che fanno levitare il costo a 50€ complessivi.

Bene,direi che anche per oggi vi ho detto tutto, ah questo pezzo inaugura anche la collaborazione di fumettopenia con OverNewsMagazine
Baci ai pupi.

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