Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

mercoledì 26 marzo 2014

Spiderverse

Da blogger emergente non dovrei fare troppa pubblicita alla stimata consorrenza...ma sti cavoli, siamo tutti appassionati di fumetti e quindi se parlo di questo ennesimo stupro di Slott alla mitologia ragnesca è solo perchè ho apprezzato il lavoro certosino di Matteo Zamparo, sul teaser di Gabriele Dell' Otto, sul nuovo evento del creatore di Superior Spiderman la parentesi dell' Uomo Ragno in cui abbiamo visto il dottor Octopus prendere possesso del corpo di Peter Parker, cosa di cui abbiamo parlato ormai un anno fa.
Quindi prendiamo due piccioni con una fava, primo soddisfo il mio lato inventarista, pubblicando quest'mmagine di Matteo, e faccio contenti i Marvel Zombi che seguono il blog e  la pagina facebook dello stesso.

Arriva Spiderverse!

In pratica cosa è lo Spiderverse?
Una royal rumble, nulla più, l'ennesima inutile titanica scazzottata tra personaggi Marvel, la riprova del fatto che la casa delle idee, salvando forse Hickman e la sua passione per le saghe dilatate, ha spostato il target verso un bacino di utenza più giovane. Non saprei come altrimenti interpretare il plot di questa storia che inizierà sul numero #9 della nuova serie di Spiderman e si prolungherà per un numero non ancora precisato di numeri, nel corso dei quali i tetti della New York dell'universo 616 saranno invasi da tutte o quasi tutte le versioni di Spiderman dell'universo 616 più quelli di altre realtà parallele.
Direi che lo Spiderverse, anzi Spiderman sia il personaggio più danneggiato dall'acquisizione con la Disney, per come la vedo io, nella vita dei piccoli americani da adottare dalla corporation californiana sia lo step successivo a Topolino, in pratica per come è trattato d aun pò di tempo il tessiragnatele parlo dal dopo Mefisto, sembra chiaro, almeno ai miei occhi che Peter Parker debba restare l'eterno giovincello dall'età indefinita, eterno fidanzato ed eterno nipote
Quel pessimo nano che ci ritroviamo tutt'ora al governo, a cui nel 2008 fa era stato dato il ministero della pubblica amministrazione e dell'innovazione, lo definirebbe un  inguaribile bamboccione, per me invece il povero Parker è uno strumento di mercato, un adescatore per 14enni da introdurre nella fantastica casa delle idee dalle idee sempre meno originali.

Ma cosa mi turba di questo Spiderverse? 

Sfiga vuole che proprio in questi giorni sono alle prese con la rilettura della trilogia dei vecchi volumi Planeta, che raccolgono le vecchie Crisi del Dc Universe, una rilettura in previsione di proporvi la lettura di uno speciale sulla Crisi sule terre infinite di Wolfman e Perez. Un tuffo nel passato, ed una rispolverata di adorabili plot narrativi come quegli universi paralleli.
Slott  (IMHO) si dimostra un pessimo scrittore anche nel rapportarsi con questa inflazionatissima soluzione narrativa. Come faccio ad essere così categorico, se non ho ancora letto la storia?
Perchè da sempre le storie sviluppate con queste premesse, l'incontro di personaggi di varie realtà parellele, pretendono alla base l'esistenza di un multiverso, che senso ha, se non quello di stupire un dodicenne, fa incontrare lo decine e decine di Peter Parker dello stesso universo narrativo dislocati solo nel tempo?
Nelle interviste rilasciate da Slott, si apprende che la trama che avrà ovviamente un cattivo, il vampiro Morlun, evolve in una serie di round ad incontri nei quali i vari Parker stringono alleanze  tra loro, e cominciano inspiegabilmente a menarsi...e questa è la parte più indigesta dell'intera iniziativa, a livello psicologico in cosa si dovrebbe differenziare il Parker (616) con su il costume ideato da Tony Stark a cavallo della Guerra Civile, da quello che lo ha dismesso poco dopo?
In cosa si differenzierebbe il Parker che lascia il simbionte al Baxter Building e torna a casa con una vecchia uniforme dei F4 ed in testa un sacchetto della spesa da quello che rimette la classica uniforme rossoblu? Che senso ha far combattere lo Spiderman Fondazione Futuro da quello affiliato ai Vendicatori?
Da amante delle storie basate sul concetto del multiverso ho apprezzato la miniserie Spidermen di Bendis-Pichelli, visto che parla dell'icontro tra due effettivi Spiderman diversi, potrei anche guardare con curiosità una storia in cui Peter Parker incontra O'Hara (Spiderman 2099), il suo doppio medioevale della miniserie di Gaiman, quello con le fattezze di un maiale, il piccoloMiles dell'universo Ultimates, più la pletora di personaggi tra donne ragno e cloni vari, ma quest'i nutile accozzaglia cosa dovrebbe significare?
Se non una paurosa lacuna di idee, ed un inspiegabile fiducia ad uno dei peggiori autori che il povero ragno si sia mai augurato di avere?
Ma sopratutto: il povero Dell'Otto non è stufo di prestare la sua pur invidiabile arte a certe robe così tristissime e deludenti? Dopo l'inutilissima Guerra Segreta di Bendis, l'orripilante Sex+Violence di Kyle e Yost, ora gli tocca anche disegnare stupidi teaser per stupide saghe?
Non so davvero cosa pensare.
Me ne terrò a debita distanza, d'altronde senza Superior sono vissuto benissimo, credo che vivrò tranquillamente anche senza questo Spiderverse.
Ma il lavoro di Matteo, nato per puro gioco sulla pagina Facebook del blog, quello merita davvero la vostra attenzione, e sono certo farà la gioia invece di quelli che tra voi, fottendosene altamente della mia opinione aspetta questo ennesima cinghialata di Slott.
Potete ammirare la splendida catalogazione degli Spidermen (and gilr and Woman) presenti nella tavola di Dell'Otto in HD a questo LINK
Buona Visione.
Al di la di questo, Moore aveva ragione, non mi stancherò mai di dirlo.
Baci ai pupi.

martedì 25 marzo 2014

La nuova Miss Marvel

Lo scorso 5 febbraio in America ha visto la luce l'ennesima versione di Miss Marvel, stavolta però la nuova eroina ha qualcosa in più dei soliti occhi estasiati dei nerd puntati addosso.
Kamala Khan è una sedicenne musulmana, e pertanto la serie è stata bersaglio di critiche fin dagli annunci dei primi rumors, le critiche provengono fondamentalmente da due bacini, quelli che non leggono i fumetti, e che quindi parlano tanto per dar aria alla bocca, ricordate l'inutile critica dell'ultra-destra americana alla DC quando Superman, decise di abbandonare la cittadinanza americana? Più o meno il bacino è lo stesso, ottuso e ignorante, l'altra fetta di pubblico invece che si è dichiarata scettica alla nuova serie Marvel, nata in seno alla seconda ondata del Marvel Now (All New Marvel Now), e pubblicata lo scorso febbraio nella 64ma settimana, insieme al nuovo Wolverine con pistola, ed il nuovo Loki agente segreto, è la comunità musulmana che teme che la ragazzina diventi uno stereotipo, cosa di cui la comunità musulmana non ha davvero bisogno in America. Quindi eccola qui la nuova Ms Marvel, da un lato combattente del crimine, e dall'altro sedicenne figlia di immigrati Pakistani nel New Jersey, alle prese con la sua routine di adolescente, ideata dalla scrittrice convertita all'islam G. Willow Wilson ed illustrata da Adrian Alphona, testato per i fumettopeniaci, mi ha lasciato abbastanza tiepido, che è sempre meglio del gelo che mi prende ultiamente quando mi avvicino ad una serie regolare, Metamorphosis è il primo di 5 capitoli, in cui fondamentalmente la scrittrice ci presenta il mondo di Kamala, il contrasto tra la vita con la sua famiglia conservatrice e quella a scuola con i compagni di classe.
Kamala è una normalissima adolescente, con i suoi sogni e la sua fisiologica esigenza di fare parte di un gruppo sociale, tra le sue passioni, ci sono i Vendicatori, sulle quali scrive delle storie fantastiche che pubblica sui social procacciando like ed approvazioni, una sera al rientro da una festa (alla quale è andata senz ail permesso del padre) si imbatte nella nebbia terrigena, che invade le strade di Manhattan, (evento che non seguendo tutte le serie Marvel, posso presumere sia legato alla gestione Hickman delle testate Vendicative, ed al rientro sulla scena del palinsesto Marvel degli Inumani).
Esigenza di copione di tutti i fumetti superoistici, la nebbia ha un effetto a dir poco singolare sulla piccola Kamala che si risveglierà (SPOILER) con la capacità di mutare il fattezze del proprio corpo, insomma una mutaforma, come il buon vecchio Garth Logan, dei vecchi Teen Titans.
Al di là degli ingredienti che fanno di questo fumetto, un fumetto Marvel, il primo numero di Ms Marvel, è apprezzabile per la volontà della Wilson di confezionare l'incipit, senza cadere nelle trappole degli stereotipi o dei deja-vu raccontando una realtà sociale, che dall' 11 settembre 2001 è finita sotto riflettori che non sempre l' hanno illuminata con luce benevola.
Tutto sommato il primo numero, gira abbastanza bene toccherà vedere cosa ci riserveranno gli albi successivi, per ora il voto è un 6 1/2 pieno e speranzoso, Alphona ed Harring con i disegni ed i colori accesi e lisergici, danno alla serie quella svolta underground che sembra aver investito di recente l'ultima Marvel, che effettivamente dà quella ventata di freschezza necessaria per adescare nuovi lettori. Resta da vedere in appendice a chi finirà in Italia nel prossimo futuro, questo nuovo personaggio. Per ora non possiamo che apprezzare lo sforzo delle Major di  incorporare nei loro universi fittizzi, anche realtà sociali minori, quindi dopo l'ottimo Simon Baz delle Lanterne Verdi di Johns, non ci resta che dare il benvenuto anche alla piccola Kamala.
Baci ai pupi.
Ps la copertina (regular) della nostra ormai inseritissima Pichelli-Ponsor  l'ho trovata fantastica.

mercoledì 19 marzo 2014

Invincibile Kirkman



Mi ero ripromesso di parlarne sto mese recensendo i primi due numeri, ma visto che è arrivato a fagiolo il commento di Dario sul primo numero, ne approfitto e ve lo giro, tra l'altro il pensiero del blogger La Firma Cangiante, inerente alla "nuova" serie supereroistica di Kirkman mi trova d'accordo, è una serie valida, lo scetticismo è tutto per i romagnoli della Salda, dei quali risulta difficile non vedere, di  come aumentino i prezzi di quelle che in prospettiva, potrebbero essere le loro galline dalle uova d'oro; The Walking Dead da edicola, vero ed unico successo editoriale degli ultimi anni infatti, non ci ha messo molto a salire di prezzo, sarà un caso se anche l'altra serie di punta di Kirkman si ritrova con un prezzo più alto della media? (eh si la Lion ormai, manco la considero più nella media, per me quelli vivono in una realtà parallela dove siamo tutti benestanti, peccato che p i fumetti li vendano nella dimensione sbagliata, ossia qui dove siamo più o meno tutti costretti a rapportarci con tagli a questa o a quella passione). 
Dobbiamo sperare che si dia smussata ai prezzi in virtù dei nuovi formati Panini, altrimenti non so proprio come faremo a stare dietro a tutta questa roba. Boh sfogo chiuso, ma mi sembrava giusto ribadire che  per Fumettopenia, Invincible è si una bella serie, che migliorerà nei numeri a venire, ma mi duole dire che come edizione è abbastanza cara, ed è brutto se pensiamo che è edita dalla stessa casa editrice, che ha permesso la lettura a basso costo di un grande fumetto come The Walking Dead, almeno finchè non hanno visto che potevano farci più soldi. Insomma è vero che gli editori non sono associazioni onlus, ma sarebbe bello ogni tanto tornare a casa con un fumetto senza a vere la sensazione di essere incappati nell'ennesimo squalo.
Io, come chi ha già qualche volume delle vecchie collection edite dalla BD possiamo ammortizzare la spesa, infatti, nel mio piccolo non lo prenderò almeno finchè l'edizione da edicola non raggiunge il numero americano 19. Ma bando alle ciancie e lasciamo parlare Dario.

Invincible - di R. Kirkman e C. Walker -spillato a colori 72 pagine formato comic-book n.1 €2,90 (prezzo di lancio, dal secondo numero € 3,90)
La Saldapress ci riprova.
Forti del successo dell'edizione in formato bonellide di The Walking Dead la casa editrice di Reggio Emilia punta ancora una volta sul talento di quel geniaccio piacione di Robert Kirkman. Questa volta si punta sul classico formato comic-book a colori e su uno slogan che è un'inequivocabile dichiarazione d'intenti: Tornerete ad amare i supereroi. Beh, io non ho mai smesso, probabilmente lo slogan è rivolto ad altri.

Ma perché qualcuno dovrebbe tornare ad amare i supereroi leggendo questo primo albo di Invincible? La Skybound, etichetta di Kirkman in seno all' Image Comics, e di riflesso la nostrana Saldapress, si giocano una carta sicuramente non nuova ma potenzialmente sempre vincente: la proposta di un nuovo universo fumettistico, giovane, con temi e personaggi moderni ma che guardano al classico, slegato da decenni di continuity e non appesantito da una zavorra fatta di miriadi di testate tra loro collegate.

Volete ricominciare a leggere supereroi senza dovervi fare troppe seghe mentali su cosa è successo prima a questo e a quell'altro personaggio chiedendovi magari anche dove e quando?

Bene, c'è giusto il numero 1 di Invincible che fa capolino da tutte le edicole. In realtà, se ho ben capito, non tutto è proprio così semplice. In Italia sono stati proposti già 15 volumi di Invincibile che continueranno la loro corsa, su questo nuovo spillato da edicola la serie ricomincerà dal principio, proponendo in appendice altre miniserie legate alla testata principale (nel primo numero esordisce anche Atom Eve, mini di due). Non ho ben capito invece se alcuni tasselli dell'Invincible Universe, che al momento dovrebbe essere ancora contenuto a poche uscite, sono stati già proposti nei volumi per le fumetterie e se sullo spillato verrano mai riproposte. Vabbè poco importa per ora.

Mark Grayson inizia in medias res nel pieno dell'azione, per effettuare dopo poche pagine un primo balzo a quattro mesi prima, tempo al quale Kirkman ci riporta per presentarci la vita quotidiana del giovane adolescente Mark. Il ragazzo vive quella che sembra la classica adolescenza del teenager americano, una bella casa, una mamma ironica e beh, questo si è un po' fuori dall'ordinario, un papà supereroe. Poi la scuola, un lavoro in un fast food e la gestione dell'eccezionale in maniera assolutamente normale e scontata. poi un bel giorno i poteri del babbo si manifestano anche in Mark che in breve tempo diverrà il nuovo supereroe in città:Invincible.
La storia di
L'intento dichiarato di Kirkman è quello di unire i classici elementi del fumetto di supereroi, quelli che piacciono a lui almeno, e creare una nuova serie, fresca e di forte impatto che possa attirare nuovi lettori al genere e recuperare quelli che questo tipo di fumetto l'hanno abbandonato da tempo. Effettivamente, per quel poco che si può vedere da questo primo numero (che contiene però due episodi di Invincible), la serie non presenta novità rilevanti, ricalca molti clichè del genere, dalla scelta del costume al primo approccio ai poteri, dal rapporto con i compagni a scuola alle origine del potere stesso etc..., però funziona molto bene: si legge con piacere e con altrettanto piacere la si guarda. Le matite di Cory Walker sono un giusto compromesso tra look classico e tratto moderno e riportano alla mente i classici del genere pur non risultando mai datate o demodè. Anche il look del personaggio è accattivante e questo certamente non guasta. Già dal secondo episodio appariranno i primi super-villains e un gruppo d'eroi al quale il nostro non esiterà a unirsi.

Non male neanche la storia d'appendice con la prima parte delle due previste della mini dedicata alle origini di Atom Eve, una dei comprimari della serie Invincible.

A conti fatti bisognerà lasciar spazio a queste creature per farle crescere, in America la serie viaggia con ottimi risultati e pare che Kirkman ci abbia visto lungo ancora una volta. Non sarà di certo Invincible il fumetto che vi cambierà la vita (quella di lettore di fumetti, si intende), almeno non a giudicare dalla prima uscita, però si intravedono le potenzialità che la serie potrà esprimere nell'immediato futuro. A voi la scelta, dare fiducia o meno alla nuova creatura di Robert Kirkman.


martedì 18 marzo 2014

Un piccolissimo commento su Ratman Gigante

Al via questo mese la nuova ristampa di Ratman, la creatura di Leonardo Ortolani, una delle poche creazioni italiche che l'estero può e dovrebbe invidiarci, si sentiva la necessità di questa nuova ristampa? Assolutamente si le collection, ossia la prima ristampa di Ratman sono esaurite dal numero 1-63.
Il formato? E' la cosa che rende originale questa ristampa l'impostazione di Ratman Gigante, è un omaggio alle vecchie pubblicazioni dell'Editoriale Corno, ma l'omaggio non si ferma nel titolo della testata, assolutamente identiche sono la seconda di copertina , la terza e la quarta, editoriali e rubriche come sempre in linea con la serie ed il prezzo lo trovo relativamente contenuto, nonostante questo Gigante abbia meno pagine della Collection, 64 il primo, 80 la seconda uscita ormai nel lontano Aprile del 1997.
La Collection conteneva 4 storie, il Ratman Gigante solo 3, 3500 lire la vecchia, 2,50€ la nuova, meno pagine, più caro, ma presumo, senza voler essere al mio solito maligno, che i tempi siano cambiati ed i costi levitati.
Se non avete mai letto Ratman, cosa che trovo quasi impossibile, dovete assolutamente investire i vostri soldini in questa nuova pubblicazione Panini, che so, magari siete una generazione cresciuta a Zerocalcare e Janus, senza nulla togliere al secondo, che riesce a strapparmi qualche risata, dovete sapere che papà Leo, sarà in grado di farvi cadere dalla sedia dal tanto ridere, il bello di questa ristampa è chè vi da l'occasione di leggere le primissime storie del ratto che sono veramente esilaranti (ed introvabili), sappiate che i primi numeri sono tutti dedicati a parodie dell'universo Marvel, e se ricordo bene la cronologia, nei prossimi mesi arriverano non necessariamente in questo ordine, una storia con Wolverine ed una col Dottor Destino entrambi da leggere in un posto isolato, o potrebbero prendervi per dei dementi.
Tornando a questo numero, la storia delle origini e l'avventura con l'uomo ragno sono divertentissime, ed ho trovato appetibili anche i redazionali interni.
Insomma iniziativa promossa a pieni voti anche se ha un minore numero di pagine, io ne approfitterò per colmare i buchi della mia collezione, e sti cavoli non si impileranno a dovere e uniformemente in libreria, ste fisse le lascio ai collezionisti compulsivi.
Baci ai pupi.

domenica 16 marzo 2014

Tom Strong

La leggenda vuole che la linea ABC sia nata nella testa di Moore nel giro di un fine settimana...

E fu concepita per la Wildstorm di Jim Lee dopo il tracollo della Awesome Comics di Liefeld.
Sotto l'etichetta ABC nacquero 5 nuove serie: La Lega degli straordinari Gentlemen, (di cui vi ho fatto anche due guide alla lettura, buon per voi se le avete scaricate), Tomorrow Stories, Top 10, Promethea e Tom Strong.
In questa sede ci fermeremo sul beniamino di Millenium City.

Insomma nel 1999 Alan Moore, dopo aver scolpito le regole, e sottolineo scolpito, perché voglio che in testa le parole scolpito e regole vi portino a pensare per associazione, proprio ai 10 comandamenti che Dio diede a Mosè.  su come scrivere un fumetto supereroistico, circa 10 anni prima, con Miracleman e Watchmen - ritorna sulla scena del fumetto a rincuorare i lettori di comics, mostrando loro un'alternativa, alla dilagante fiumana di disadattati in costume creati dalle nuove leve sulla scia del Comico e Rorschach, sulla scia del suo stesso lavoro.
 Ora ho girato un pò di forum e di blog, ed ho notato che e su Tom Strong dicono tutti la stessa cosa:
Tom Strong è un omaggio alla Golden Age. Beh, niente di più vero…e niente di più riduttivo.
L' affermazione, rientra nella frasi fatte che saltano fuori nella rete e che trovate sulla bocca di una moltitudine di utenti di forum, di blogger, e di (ahimè!) youtuber, (ho scoperto che esistono anche questi!) che dopo un po’ di tempo diventano quasi luoghi comuni:
“Ehhhhhh  c’è da dire che Bendis scrive degli ottimi dialoghi”
“Snyder? Grandissimo scrittore, però si perde sempre un po’ sul finale”
“Slott fa cagare.”
“Tom Strong è un omaggio alla golden age”



Ed effettivamente, Tom Strong ha molti richiami al fumetto tipico degli anni '30-50, per esempio nella struttura delle storie, a parte qualche ciclo non più lungo di quattro numeri, le avventure sono sempre autoconclusive, moltissime volte le copertine, rispettano lo stile di quelle dei fumetti d'epoca, i ruoli sono netti e ben definiti, il buono, il cattivo, ed il cast di supporto, ed i personaggi, sono caratterizzati tenendo come modello di riferimento i vecchi fumetti di Doc Savage, il classico Superman,  o anche il Tin Tin di Hergè.
Chi però ne parla tenendo presenti solo questi aspetti macroevidenti, non rende giustizia a questa serie, della quale se si può affermare che è priva di (perchè tra l’altro, non richieste) di trame particolarmente articolate o machiavelliche, è giusto dire anche, che le pagine di Tom Strong, sono ricche di una prosa elaborata, che si accompagna ad una caratterizzazione dei personaggi, semplice e geniale, curata e soprattutto rispettosa delle regole e dei canoni che il Bardo si è imposto, nella costruzione di un fumetto che ricordi/omaggi/citi, scegliete voi il verbo che più vi sembra idoneo, la Golden Age. Tuttavia non dovete pensare a Tom Strong come ad un ritorno in scena di trame piatte e scontate, una riproposizione di vecchie strutture narrative costruita per vecchi lettori annoiati e nostalgici, Alan Moore, con Tom Strong, (opera completamente diversa dalla esoterica Promethea, pubblicata in seno alla stessa collana ABC) si ripropone di scrivere una serie in grado di emozionare e stupire il lettore, gli stessi obbiettivi primari che si riproponevano i pulps a basso costo degli anni 40-50, ma lo stile ineguagliabile del bardo emerge nella presentazione anacronologica, ma appassionante delle avventure del difensore di Millenium City, fino al brusco finale voluto dall’autore stesso, per via dei soliti dissapori con le major (Ricordiamo che nel corso delle pubblicazioni, la WildStorm di Lee fu venduta dallo stesso, alla DC Comics, personaggi e serie on-going, comprese le creature di Moore), con le sottorame che si evolvono lentamente in secondo piano, numero dopo numero, esempio lampante da distruzione della morale della figura del padre di Tom.


Un fumetto in grado di emozionare e stupire il lettore.

D'altronde , che siamo di fronte ad un' opera diversa di Alan Moore è chiaro fin dalle primissime pagine: in Tom Strong - Le origini, il primo sublime numero, stupendamente illustrato da Chris Sprouse, la storia preceduta dall'immancabile introduzione dell'autore, comincia con il piccolo Timmi, che una mattina, prima di recarsi a scuola riceve il pacco di iscrizione agli Strongmen d'America, che contiene un distintivo, un certificato - non molto diversi da quelli che i lettori più attempati tra voi ricorderanno che ricevevano per posta, quando si iscrivevano al Club dei Supereroi dell'editoriale Corno- ed un albo a fumetti che racconta le origini di Tom Strong.
Ed è così che il primo numero vi lascia infatuati, una duplice narrazione , che salta e si tuffa fuori e dentro le pagine che il piccolo Timmi legge avidamente mentre si reca a  scuola seduto nella funivia che corre sulla ragnatela di cavi che avvolgono ed attraversano i canyon della città di Millenium City, una città sviluppatasi verso l'alto piuttosto che sulla superficie americana.
Poche pagine, dalle quali non vi staccherete più, proprio perchè ne apprezzerete la freschezza,  letta con il guusto tipo di occhi, e coscienti del periodo storico in cui fu pubblicata, Tom Strong era l’ennesima rivoluzione nel mare di metaumani problematici che popolano il fumetto seriale di quegli anni. Anche le origini, e qui mi fermo con gli spoiler, anche se parliamo di un fumetto ormai vecchio di una decina d'anni, come sempre mi rivolgo a chi non conosce i fumetti in esame nella recensione, non a chi la conosce...dicevo anche le origini sono di una altissima godibilità, Moore cita, attinge e rielabora materiale, che avendo ritrovato anche nelle mie analisi della Lega, devo pensare che non facciano solo parte del suo immenso bagaglio culturale,  ma figurano necessariamente tra le sue letture preferite, ed infatti le origini di Tom Strong ricordano molto l’incipitdi  Tarzan delle scimmie di E.R.Burroughs:


Sinclair e Susan Strong decidono di isolarsi su un isola solitaria chiamata Attabar Teru, con lo scopo di portare a termine un audace esperimento per la creazione di una sorta di superuomo, ma un naufragio e la morte del loro solo marinaio li porta in qualche modo ad improvvisare, l’esperimento comunque comporta che il bambino venga cresciuto in una camera speciale concepita dallo stesso ingegnoso inventore e padre di Tom, Sinclair, in cui la gravità sarà maggiore di quella terrestre, allo scopo di rendere il piccolo più forte e resistente dei normali esseri umani, il plot, nonostante lo ritroviate, in una moltitudine di letture, non annoia, tutt’altro, cattura – non devo certo essere io a dirvi che in Giappone un certo Akira Toryama, ipotizzò qualcosa di non molto diverso per la sua fortunata serie Dragonball, quando il Genio della Tartaruga faceva allenare i suoi discepoli indossando abiti e scarpe molto pesanti, per un anno intero (o era più di un anno?).
Sono poco più di 30 pagine, ma il Bardo le riempie più di un tacchino nel giorno del ringraziamento: c’è l’ omaggio alla Golden Age,  nelle tavole ambientate nel “presente narrativo” Tom Strong, sventa diligentemente una rapina ai danni dei cittadini che si trovano nella funivia, nella quale si trova anche il piccolo Timmi, che è talmente rapito dal fumetto, che non riesce a scorgere il suo eroe in azione dal vivo, inutile ricordarvi che queste in queste pagine, il tributo grafico ad Hergè è innegabile.
C’è la narrazione delle origini dell’eroe, un mix puro e semplice di avventura e sci-fi ma anche temi più contemporanei, isole deserte, indigeni, automi meccanici, ed inventori ambiziosi votati alla scienza tanto da sacrificare l’amore per il proprio figlio in nome di essa. 
Insomma una giusta chiave di lettura di Tom Strong, non esiste, l’unico consiglio che posso darvi è di rimediarli tutti, pur essendo questo tributo al fumetto del passato, nasconde molto altro, è un puzzle che viene riempito mano a mano, numero dopo numero, ed i personaggi si rivelano nel corso dei numeri. Provate a restare indifferenti ai piccoli gioielli che Moore scrive nel corso di questa opera, le esilaranti storie degli Strongmen of America, le scenette comiche tra Salomone, il gorilla intelligente, un evidente omaggio a Re Solivar di Gorilla city, dai fumetti di Flash, e Pneuman l’uomo pneumatico, inventato da Sinclair alla fine del 1800, quell’indispensabile cast di supporto di cui vi parlavo prima che arricchisce in maniera smisurata le trame del fumetto.
Dire che Tom Strong è un omaggio alla golden age, è voler ridurre meriti e qualità di un’opera che necessita più di una lettura, impossibile non notare lo svecchiamento che Moore opera sui modelli del fumetto classico pur conservandone la componente fantastica ed avventurosa, Tom Strong non è un semplice omaggio, è un restauro del fumetto classico, e gli elementi innovativi ci sono tutti, la famiglia allargata di Strong per esempio, il campione forzuto ed intelligente di Millenium city, rispettoso della vita e del prossimo, che ama incondizionatamente la principessa di una tribù di un’ isola lontana ed isolata, la caratterizzazione dei personaggi ed i legami che intercorrono tra gli elementi del cast presentati lentamente, vogliamo parlare del figlio illegittimo di Tom Strong, nato dal rapporto con l’eroina nazista? No, non parliamone, leggetelo, perchè quella storia in particolare, è l’ulteriore esempio della superiorità di Moore come scrittore, capace di spostare il centro del palcoscenico verso tutti i personaggi, per renderli a turno, tutti protagonisti di storie appetibilissime.
Crisis on infinite Hearts è una miniserie che deve essere assolutamente letta, Moore elabora una audace teoria sugli universi paralleli, la cui diversità si basa essenzialmente sull’amore, come è assolutamente da leggere la miniserie incentrata sulla cosiddetta Terra Obscura, nella quale Tom fa la conoscenza del suo doppio Tom Strange, la controparte del nostro pianeta situata al lato opposto dell’universo in cui abitano gran parte dei personaggi della golden Age privi di copyright, incluso l’inflazionato Black Terror, la cui versione del Bardo è di un fascino disarmante, e ricalca la cinicità e la determinazione del Batman della DC. E parlando di universi paralleli come non amare Warren Strong il coniglio parlante che abita in una dimensione in cui tutto sembra un cartone animato.

Difficile non innamorarsi di Paul Saveen, la nemesi storica di Tom Strong, creato sul modello di un altro character letterario molto caro al bardo, Fantomas, come è difficile non restare estasiati dalle storie incentrate su questo cattivo, il numero finale della serie in cui è il vero protagonista, il racconto della sua più tremenda disfatta, insomma, mi rendo conto che è difficile convincervi di quanto è bella questa serie senza spoilerarvene le parti cruciali, non mi resta che dire che anche questo lavoro di Moore lascia un segno importante nella lunga storia del fumetto contemporaneo, la collaborazione grafica si pregia di nomi di grande importanza, Aragones, Adams, ma quello più bravo di tutti alla fine resta il co-autore, Chris Sprouse, dal tratto pulito, che riesce a trasmettere perfettamente al lettore l’atmosfera fantastica voluta da Moore.
Insomma Tom Strong è un fumetto da avere nella vostra collezione,  anche se alla fine la serie (e tutto l’universo ABC) fu volutamente chiusa dall’autore per i solidi disguidi con le major, che concepì una sorta di apocalisse che dalla serie Promethea si propagò sugli altri fumetti della linea ABC,  in realtà si chiuse solo la collaborazione di Moore, incapace di lavorare con la DC, Tom Strong e Top 10 per esempio sono stati protagonisti di altre miniserie negli ultimi anni, scritte da altri autori.

Moore vs DC

Lo so che alla fine queste notizie di gossip vi mandano in estasi ed ecco quindi che in chiusura prima di salutarvi, oggi è il mio compleanno, vi racconto un po’ di cose che sono riuscito ad estrapolare navigando in rete e a leggere dalla biografia scritta ed illustrata da Gary Spencer Millidge, di cui vi ho già caldeggiato l’acquisto, se non erro su Twitter.

Come detto la linea ABC fu ideata nel 1999, per l’etichetta WildStorm, dopo il tracollo della Awesome Comics di Liefeld.
Jim Lee però, poco prima dell’uscita della nuova linea di fumetti di Moore vendette etichetta (e serie) alla DC Comics, a quei tempi in rete si parlò molto della questione, proprio per il fatto che Moore anni prima aveva giurato che non avrebbe più collaborato con la major americana, si dice che Jim  Lee quando volò in Inghilterra per avvisare Moore del cambio di gestione restò talmente impressionato dal portamento dell’autore inglese che era convinto che sarebbe stato preso a bastonate da quest’ultimo fino a perdere i sensi, Moore invece accettò suo malgrado solo per via degli amici collaboratori, a cui aveva promesso di delegare una parte del lavoro, ma con il 32 numero di Promethea, in seguito ad altri disguidi con la casa madre, decise che avrebbe scritto un epilogo per l’intero universo e chiudere i ponti con la major americana.
Non è un caso infatti se La lega degli straordinari Gentlemen dal 2009 è stato pubblicato sotto l’etichetta dell’indipendente inglese Knockabout Comics.


Extra e consigli all’acquisto.

Oltre i 36 numeri della serie regolare di Tom Strong, Moore insieme all’amico Steve Moore  e la figlia Leah Moore ha scritto anche una miniserie di dodici numeri, che raccoglie episodi autoconclusivi di Tom Strong, di Young Tom Strong e della seconda versione di Jonni Future, la miniserie si chiama Tom Strong’s Terrific Tales, ed è altamente appetibile come la serie madre, visto che in queste pagine Alan e Steve Moore, ampliano temi già accennati nella serie regolare, come la vita di Tom nella Millenium City degli anni 20-30, o la sua infanzia, capitolo decisamente appetibile anche se vittima di un disegnatore non sempre all'altezza.
  In Italia, prima di essere ristampate in un modo decisamente caotico (e caro) dalla RW Lion in albetti da poco più di 20 pagine da 2,50€ l’uno, Tom Strong (Promethea e Tomorrow Stories) sono stati egregiamente curati dall’editore romano Magic Press, i volumi dedicati al Tom Strong di Moore, sono 6, più due extra che raccolgono la miniserie di dodici numeri di cui vi ho appena accennato, il due volumi si chiamano Le straordinarie avventure di Tom Strong Vol.1 e 2.
Inoltre è da segnalare lo speciale ABC Special vol. 2 raccoglie una miniserie con protagonista la figlia Tesla “I molti mondi di Tesla Strong” , che ho appena ordinato.
Inutile dire che io consiglio il recupero di questo materiale, piuttosto della cara e confusionaria ristampa della RWLion.
Direi che vi ho detto proprio tutto quello che potevo dirvi su questa fantastica serie, ora non vi resta che cominciare a cercarla, e leggerla, spendendo il giusto
Nel frattempo baci ai pupi.

lunedì 10 marzo 2014

Salite sullo Snowpiercer con noi

Ho volutamente evitato di vedere il film di Snowpiercer, nonstante i commenti entusiasti che si leggono in giro, perchè dal trailer si evince che prende solo l'idea del fumetto, e non riporta la trama così come è stata concepita da Jacques Lob eBenjamin Legrand per il fumetto.
Ancora un punto a favore dell'Editoriale Cosmo, che tra i nuovi titoli con cui ha re-invaso le edicole, ritroviamo pure il fumetto originale di SnowPiercer, sulla serie blu, scelta che consente il proseguo decisamente buono, in termini qualitativi di questa serie mensile, questo decennale racconto di fantascienza infatti, arriva subito dopo il Decalogo, di cui parleremo ancora sul blog e di cui abbiamo già parlato in passato.
Snowpiercer è il classico racconto di fantascienza che racconta della sopravvivenza di parte dell'umanità in seguito ad un disastro ecologico di entità mondiale.
 Il mondo si è tramutato in un immensa distesa di ghiaccio, dove le temperature arrivano a toccare valori bassissimi ed incompatibili con la vita, solo una minima parte di umanità è riuscita a salvarsi salendo su un treno, concepito inizialmente come un treno per turisti, disposti a provare una sorta di crociera su binari, in grado di viaggiare indipendentemente, senza fermarsi mai per mesi e mesi.
Lo Snowpiercer è appunto uno di questi treni, e all'indomani della realizzazione da parte dei politici, che non è più possibile vivere sul pianeta, viene adibito a mò di ultima dimora di pochi superstiti.
Nei mille ed uno vagoni che lo compone, ospita gli ultimi umani scampati all'eterno inverno rigido che impera sulla Terra, ed in questi mille vagoni con gli anni che passano viene a instaurarsi una rigida struttura sociale, i poveri in coda a vivere di stenti, i ricchi in testa vicino alla locomotiva a vivere con tutti gli agi ed i lussi che può dare vivere in un treno.


Il fumetto è bellissimo, Lob e Legrand , con l'aiuto dell' illustratore, Rochette, riescono magnificamente a comunicare il senso di claustrofobia che dovrebbe trasmettere la trama al lettore, ho trovato la struttura narrativa assolutamente geniale, nonostante si parli in sostanza, di un plot tanto inflazionato come la vita post apocalittica.
L'idea di un treno che viaggia senza meta, di una civiltà che diventa fredda in termini di umanità, esattamente come il clima che gela oltre le pareti dei vagoni, all'esterno, di un alienazione dei viaggiatori, tanto vicini tra loro nella penuria di spazi, tanto lontani in termini di rapporti - la nascita del culto del treno, di considerare la locomotiva come un dio da pregare, affinchè non si fermi, o ancora l'ordine anarchico che invece predica una verità ben diversa dalla realtà ossia che i superstiti in realtà non sono rinchiusi su un treno ma bensì in un razzo spaziale, in rotta verso un pianeta che è una nuova terra promessa,donano al fumetto quell'originalità che poi mi porta a consigliarvene caldamente l'acquisto.
Il volumetto Cosmo raccoglie in un unica edizione (ottimo! per le tasche dei lettori in modalità risparmio) tutte e tre le storie che si svolgono nel treno (anzi nei treni), infatti mentre Le Transperceneige #01 è del 1984, e gli altri due sono arrivati dopo ben 15 anni di pausa (1999 il secondo e 2000 l'incredibile l'epilogo), periodo in cui gli autori hanno preso una pausa e si sono dedicati ad altro.

Mentre il film, da quel che ho capito, riduce la trama ad una rivolta nel treno, con i poveri della coda che prendono le armi contro gli abitanti della testa, comprimendo il tutto nella solita americanata tipica, il fumetto è un fumetto generazionale, mentre la prima storia, quella dell' 84, parla della fuga di un individuo dall'inferno delle vetture di coda, le altre due, che parlano della vita all'interno di un altro treno, il Wintercrack, in cui una analoga struttura sociale ha messo il potere di comando in mano a pochi eletti, una struttura che scalerà fino ai vertici il geoesploratore Puig, fino all'accativante finale, che vi lascio godere senza accennarvi nulla.
In termini grafici, la pausa di 15 anni si riflette anche sullo stile del disegnatore, bravo ma ordinario nel 1984, e bravo e coinvolgente, grazie ad uno stile pittoric con il quale illustra ultimi due capitoli della saga, editi alla fnie degli anni '90 e del 2000.
Le 250 pagine a 5,90€ dell'edizione Cosmo, con tanto di contenuti extra, come le cover ed un intervista al disegnatore, che svelerà la differenza di stile illustrativo, ovviamente passano a pieni voti l'esame di economia di Fumettopenia, blog da sempre votato alla spesa responsabile.
Quindi in sostanza senza tediarvi oltre e senza raccontarvi nulla di questo appetibile fumetto: lettura caldamente consigliata, per l'appetibilità della storia e per il costo dell'edizione Cosmo.
Baci ai pupi!