Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 30 novembre 2012

Ho letto Deadpool e mi è piaciuto!

Devo forse chiedere scusa ai sostenitori di Deadpool?
O forse ho cominciato a leggere qualcosa di questo personaggio decisamente divertente?

Ho appena finito di leggere il primo numero di Deadpool del Marvel Now e Signore perdonami ma mi è piaciuto!
Veloce e divertente, l'ultima cosa che avrei pensato in questo piovoso venerdì, è che una lettura come Deadpool addirittura mi facesse ridere.
Storiellina divertente che promette altre irriverenti gag, devo proprio dirvelo contro chi si scontra stavolta il vostro logorroico eroe?
OK ve lo dico qui sotto in corsivo per evitare di rovinarvi la sorpresa:
(SPOILER: stavolta l'ex arma x del governo canadese deve vedersela con i vecchi presidenti degli stati uniti, resiscitati da un pazzo negromante. Una divertentissima lotta tra Deadpool, (arruolato momentaneamente, ed azzardatamente oserei dire dallo SHIELD), e l'intera cricca del vecchio corpo presidenziale degli Stati Uniti da Truman giù fino a Lincoln, resuscitati e decisi a ricostruire l'America, prima però dovrano ridurre in cenere quella di adesso. FINE SPOILER)

Situazioni estreme, dialoghi frizzanti spassosi, ma sopratutto non eccessivi, e le fantastiche matite di Tony Moore, che sembra non resista più di tre pagine senza disegnare uno zombi.
Titolo delizioso, a cui do un otto pieno perchè mi ha sorpreso, ero pronto, a termine lettura, a scrivere le mie due solite righe aggressive condite da cazziatone da nonno esperto della nona arte, e dalla solita filippica sul fatto che dovreste investire altrove i vostri soldi. E leggere qualcosa di decente.
Niente di tutto questo, questo  Deadpool fa ridere, e pure parecchio.
Gran brutta botta al mio ego, gli scrittori Posehn e Duggan, mi hanno dato una lezione di umiltà, vendicando i loro predecessori, anche se non mi rimangerò mai nemmeno una sillaba per tutto quello che ho detto sulla pessima miniserie, Re del Suicidio.
Sceneggiando una storia che si prospetta leggera, senza molte pretese al di fuori di quella di divertire, godibilissima sicuramente la loro interpretazione del personaggio, che (per ora) non si perde in esagerosi, monologhi dal dubbio senso umoristico.
Mi secca tantissimo dirlo ma se Wade continua così, il mio taglio dei costi ai titoli Marvel Now subirà una gran brutta revisione, per il mio portamonete.
Deadpool Fans 1 - Cardillo Gennaro 0
Baci ai pupi e buona lettura.


Marvel Now: Il Dio del tuono

Dopo aver parlato degli X-men Tutti Nuovi di Bendis, o della  nuova X-Force e della nuova ed improbabile formazione dei Thunderbolts torniamo a volgere il nostro occhio attento, alle novità della Marvel, ed eccolo qui il titolo più atteso del Marvel One (almeno secondo me), il Mitico Thor di J. Aaron ed E. Ribic.
Thor stavolta, è alle prese con una qualche violenta entità talmente potente da maciullare le divinità, questa la nemesi del figlio di Odino.
Una intrigante battaglia dilatata nel tempo, con tracce di questo sterminatore di dei, disseminate dal noto autore, nel passato, nel presente e persino nel futuro di Thor, un primo numero che non delude assolutamente le aspettative, e che potrebbe persino riuscire a farmi romprere il fioretto di evitare a tutti i costi gli spillati in multiproprietà Panini.
Aaron dimostra di sapersi destreggiare anche con un personaggio così epico come il Dio del tuono, anzi la delizia di queste prime 20 paginette, almeno per quel che concerne la sceneggiatura, è l'astuta fusione dei due aspetti delle storie di Thor che lo scrittore opera, nella sua gestione.
Thor ha sempre avuto due tipologie di avventure: le cosiddette Tales Of Asgard, legate al suo retaggio Asgardiano, e quelle invece legate alla sua carriera di Vendicatore e supereroe protettore della Terra, a parte in pochi momenti, come quello di Simonson e quello Di Stracchino, queste due vite di Thor sono sempre state due fiumi quasi impermeabili l'uno all'altro, due archi narrativi, come due linee parallele in geometria, che corrono insieme, senza incontrarsi mai.
Stavolta invece, Aaroon, grazie anche all'espediente del dilatare la storia attraverso i secoli, riesce a fondere l'epicità del Dio asgradiano con il supereroe. I dialoghi sono deliziosi, e la trama sostanzialmente ben calibrata ed accattivante, tuttavia quello su cui si può davvero pontificare sono le matite di Ribic, sto tizio è come Mida, e riesce a trasformare in oro tutto quello che disegna, le sue tavole sono un vero spettacolo, ed anche stavolta non deludono le aspettative di chi apre i suoi albi. Se i nuovi X-Men lasciano titubanti, questo Thor non lascia dubbi per la sua godibilità.
So che 20 pagine sono veramente poche per dare un giudizio così positivo sull' albo, ma molto entusiasmo per questa serie, nasce sicuramente grazie al disegnatore.
Tra la caterva di roba targata Marvel Now di cui abbiamo già parlato, Thor è quello che nonostante tutto continua a solleticarmi il palato, nonostante il fatto che sicuramente l'edizione italiana verrà proposta sugli spillati, accompagnata da materiale difficilmente altrettanto interessante, parlo per i miei gusti impossibili ovviamente.
Magari se sono fortunato finisce insieme ad Uncanny Avengers, il nuovo gruppo misto in cui milita anche il Dio del tuono, una mossa logica, ma non sempre logica e merchindising vanno a braccetto. Staremo a vedere, per i compratori seriali delle testate Marvel-Panini direi di dormire sonni tranquilli Ribic sta tornando, e preparatevi,  perchè sembra che anche stavolta, si accompagni a testi degni di nota.
Baci ai pupi.

giovedì 29 novembre 2012

L'arte di Giorgio Rebuffi - Pugacioff

E con questo non si venga a dire che a Fumettopenìa non si rispettano le tradizioni, o che siamo dei feticisti che adorano solo le calzamaglie, o i superpoteri, Dario Lopez, con l'avvicinarsi del Natale ci propone l'aquisto e la lettura di uno dei fumetti più apprezzati dal nostro Ex-boss, Orlando Furioso di Fumettidicarta, un' antologica che raccoglie il lavoro di uno dei pionieri della nona arte italiana, il papà di Tiramolla Giorgio Rebuffi. 
Quindi tagliamo corto le introduzioni e buona lettura.

Fino a qualche tempo fa si collaborava con Fumetti di carta e con Orlando Furioso. All'epoca ci si è tolta qualche bella soddisfazione così come altrettante ce ne toglieremo con la nuova creatura di Gennaro, il blog Fumettopenìa. Oltre alle suddette soddisfazioni ad Orlando si possono attribuire anche diversi consigli, alcuni dei quali si sono trasformati in ottimi acquisti. Uno di questi in particolare ha fatto la gioia della mia bambina oltre ad aver allietato parecchio anche me. Sto parlando del volume pubblicato dall'Associazione Culturale Annexia intitolato Pugaciòff magie & dintorni 1966/1968 che raccoglie le avventure a tema medievale del famigerato luposki della steppaski creato da Giorgio Rebuffi, ideatore tra gli altri di personaggi quali Tiramolla e Aiace il fantasma.

Evito di dilungarmi sulle opere e sull'importanza di Rebuffi nel panorama del fumetto italiano in quanto non ho davvero le competenze per farlo non conoscendone a fondo l'opera e avendone solo vaghi ricordi legati a letture di gioventù. Ricordi per altro ormai sbiaditi purtroppo, all'epoca ero davvero un fanciullino.

Mi concentrerò quindi sul volume in questione. Le storie raccolte in questo libro sono tutte d'ambientazione medievale, i protagonisti delle storie di Pugaciòff trasformati alla bisogna per l'evenienza. Così l'accoppiata Cucciolo e Beppe diventa Merlino e Merlone (mago pasticcione mi verrebbe da far la rima), il malvagio Bombarda è trasformato nel barone Bombardon de la Bombardière mentre Pugaciòff è sempre il luposki affamato con mire culinarie che prevedono il conte come portata principale.

Dieci le storie da sedici pagine l'una presentate in questa raccolta, dieci storie accomunate dal divertimento genuino, quello che tocca le corde del ragazzino che c'è in noi, apprezzatissimo come dicevo anche dalla mia bambina, lettura quindi consigliata doppiamente ai genitori, ottimo intrattenimento per momenti padre/figlia prima di andare a nanna, altro che televisione. In alcuni frangenti mia figlia si sganasciava, perché ci sono le botte, i calcioni, i voli fuori dalle finestre, i pasticci del mago imbranato, i tormentoni, i personaggi che finiscono in pentola o involontariamente a fare i giullari di corte. La forza grande di Rebuffi sta nel costruire storie che ti avvicinano alla gag in maniera fluida e non del tutto inaspettata. Il lettore sa che quel momento arriverà, qualcosa succederà, forse sappiamo anche già cosa o almeno ne abbiamo una vaga idea, poi il momento arriva e... niente da fare, si ride. Tutte le volte. Perché le botte messe in questa maniera sono divertenti, il reiterarsi di alcune situazioni è divertente, la parlata stramba (o meglio la parlataff stramboski) di alcuni personaggi è divertente. E' semplice e funziona. E' un umorismo diverso da quello di paperi e topi Disneyani, forse più diretto e per questo più efficace. L'effetto è amplificato dal tratto di Rebuffi altamente dinamico, l'azione e la bagarre non mancano in questi racconti e le linee tracciate dall'autore sono lì a sottolinearlo.

Le trame, che dire. Nei dintorni del castello del barone Bombardon de la Bombardière si aggira il lupo Pugaciòff intenzionato a mettere in pentola il pingue nobile. Il barone può contare sull'aiuto dell'abile mago Merlino e del pasticcione mago Merlone. Inutile dire che proprio Merlone è solitamente quello più a portata di mano con tutte le conseguenze del caso. Questa la traccia di volta in volta arrichita da situazioni e personaggi diversi, tutti all'insegna del divertimento più autentico.

Nel volume anche delle chicche: alcune storielle realizzate dai bimbi fan del luposki della steppaski, pubblicità e copertine tratte dalle edizioni d'epoca di Cucciolo, robe tipo Cucciolo n. 2 Gennaio 1967 lire 100 (sigh, sob!), e una postfazione di Orlando Furioso. Quasi non ci credevo, e si che Orlando me l'avrà pure detto ma io me ne ero dimenticato. Poi l'ho vista, che bella sorpresa!

PUGACIOFF - MAGIE E DINTORNI 176 pp. b/n brossura, 10 euro - Annexia.





domenica 25 novembre 2012

Tutto quello che dovreste sapere sull' alieno

Era da tanto che volevo propinarvi una delle mie filippiche vintage assolutamente inutili, quelle in cui straparlo di materiale abbastanza datato, ma che ci crediate o meno, in questo caso,  il pezzo non è tanto inutile.
Dopo averne parlato, non molto tempo fa per il film Prometheus, torno a parlare delle adorabili aragostone dal sangue acido di Giger.
Visto che tra no molto tempo dovrebbero ritornare a deporre uova sugli scaffali della vostra fumetteria di fiducia grazie all'omnibus delle edizioni Comma 22, gli stessi che qualche tempo fa riportarono in vita la bellissima serie di The Mask di Arcudi e Mahnke, oggi ho deciso di parlarvi di quello che troverete nel primo Tomo della Comma ed anche dei vari incontri che i bavosi xenomorfi hanno avuto negli anni con altri personaggi fumettistici, questo nel caso vi innamoriate della serie a fumetti proposta nel primo volume, (apprezzabile se non fosse per parte dei disegni di un troppo giovane Sam Keith) e vi venga voglia di rimediare tutto il materiale disponibile, sul mercato, anche a buon prezzo, visto che non è da escludere che alcune miniserie potrebbero essere non riproposte  negli omnibus di Comma 22 per motivi di licenza.

Il primo tomo Comma - La trilogia di Mark Verheiden

E' il 1988, due anni dopo che Cameron ha sbancato ai botteghini con il suo ALIENS - Scontro Finale, ed la neonata Dark Horse decidono sfruttare l'onda bavosa delle secrezioni aliene per aumentare le proprie vendite: Mark Verheiden, scrittore ed autore di successo in ambito cinematografico e televisivo, firma il seguito della saga degli alieni con Alien Book 1.
 Nel futuro al cinema, tra quattro anni buoni, il buon David Fincher, manderà Ripley, ed i cadaveri di Hicks e Newt a schiantarsi su un planetoide che ospita una colonia penale dopo la fuga da Acheron.
Qui invece, nel presente, nel 1988 nei primi 6 numeri del fumetto, disegnati discretamente da Mark A.Nelson, in un bianco e nero, che ha più l'aria di una produzione dai costi contenuti (la Dark Horse ha un anno di vita), per tastare il terreno, una sorta di pilota, si racconta la vita dei superstiti di Acheron, sulla Terra, 10 anni dopo gli eventi di Aliens Scontro Finale.
Ripley è scomparsa, Newt è rinchiusa in una clinica psichiatrica, tormentata da incubi del suo passato, Hicks è ancora un marine spaziale, ma ormai destituito da ogni incarico, in tutto  e per tutto, a parte una cicatrice che gli deturpa il volto, ricordo del sangue acido degli affabili xenomorfi, ricorda il personaggio di Benjamin L. Willard, l'ufficiale dell'esercito americano protagonista di Apocalypse Now.
A leggerla oggi questa miniserie, 21 anni dopo, la paura è di ritrovarsi a leggere qualcosa di obsoleto, vecchio, superato, invece non solo la prosa di Verheiden è tutt'altro che banale, ma persino sotto l'aspetto fantascientifico, l'autore arricchiscela miniserie di trovate che non sminuiscono rispetto alla sci-fi dei giorni nostri. La prima miniserie di Alien gode di un ottima caratterizzazione dei personaggi, e di una godibilissima sceneggiatura: Newt e le sue psicosi, Hicks divorato dal rancore e dalla vendetta, verso gli alieni e verso la Compagnia, il mondo intero che, riceve le nuove spore di alieni nella maniera più bizzarra ma nemmeno tanto utopica, se da un lato l'alieno ridiventa oggetto di studio per lo sviluppo delle nuove armi biologiche, un altra parte dell'umanità vede l'alieno come una divinità, il culto religioso che nasce e si diffonde, porterà non pochi problemi al genere umano ed al pianeta terra...
Ma basta così fermiamoci qui con gli spoiler, la prima miniserie nasconde parecchi colpi di scena, è l'unico handicap di queste pagine sono alcune tavole di un Nelson incostante nella qualità del suo tratto.
Il fumetto comunque incontra un  entusiastico consenso, questo sprona Verheiden ad un seguitoe la ark Horse a procedere alla stampa di un volume a colori: Alien Book 2, è claustrofobico, sia per l'ambientazione, un cargo spaziale, sia per i contenuti della sceneggiatura, attraverso una prosa didascalica ed in prima persona, Verheiden sonda l'animo dei personaggi, confermando la sua bravura nel firmare storie più introspettive, senza volervi rivelare assolutamente nulla della storia, visto che è il seguito di cui si parlava più su, mi limito a dire che Alien Book 2, è anche più bella della prima miniserie, alle matite Denis Beauvais, le sue stupende tavole a colori dipinte, il suo tratto realistico ma squadrato, è un evidente salto di qualità grafica, della trilogia, la miniserie centrale è sicuramente la migliore. Newt e le sue tribolazione per un amore impossibile, Hicks completamente perso nel suo odio nichilistico, verso ormai tutti, un fumetto che in italia è arrivato in edicola negli anni '90 grazie alla Play Press, ed è stato ingiustamente poco apprezzato.
La parte finale dell'omnibus di Comma ospita la parte finale della trilogia di Verheiden, Alien Book 3, il finale della saga, che vede il ritorno di Ripley, a capo di un manipolo di uomini per la riconquista della terra, delle tre serie, questa è a mio parere la meno godibile, le pasticciate tavole di un forse giovanissimo Sam Keith, rendono faticosa la lettura del riscatto delle Terra da parte di Ripley Hicks & co.
Ma comunque un necessario epilogo per la prima rasposizione su carta dei famosi alieni di Giger.

Altromercato.
E' quasi Natale, e lo sappiamo tutti che far regali ai nerd è sempre qualcosa di complicato, facciamoci due conti in tasca.
Se l'omnibus Comma 22 di Aliens è uguale a quello di The Mask, (ammesso che veda la luce entro il 25/12) allora vi dico subito (valutando il volume che già possiedo e le notizie on line) che avrà circa 380 pagine più o meno, sarà un brossurato e avrà un formato minore rispetto ai comic book originali, per capirci il formato sarà lo stesso di quello della Lega degli Staordinari Gentlemen della Bao, le stampe però del tomo in questione, saranno italiche e non cinesi, il prezzo sarà di 24.00 euro.
Sempre se simile al volume dedicato alla maschera vede di Arcudi-Mahnke sarà privo di qualsiasi redazionale, la cosa comoda è che in un unico volume avrete l' intera prima run di Verheiden, comodamente rilegata, ma la comodità comincia e finisce qui, a meno che la nuova edizione non mi smentisca, il volume sarà orfano delle singole copertine.
Il prezzo è certamente competitivo 24,00 euro per 380 pagine rispetto per esempio alle 256 pagine dell'edizione della lega di Moore della Bao, nemmeno sto a paragonarlo poi ai volumi da fumetteria editi da Panini o Rw: Omnibus Assedio per esempio della Panini, 309 inutili pagine di mazzate e costa ben 29 euro.
Come regalo di natale è sicuramente una gran bella e gradita strenna, specie per gli amanti degli alieni, e soprattuto per il Book 2, veramente di livello superiore agli altri due, tuttavia la prima edizione Play Press è sicuramente un edizione più completa per le cover, ed appetibile, in appendice infatti gli albi Play, ospitarono la bellissima prima miniserie di Predator, di Mark Verheiden, Chris Warner and Ron Randall, 4 numeri assolutamente godibilissimi in cui si narrava il ritorno dei cacciatori alieni sulla terra, stavolta a NYC, e del loro incontro-scontro con il Detective Schaefer, fratello dello scomparso maggiore Alan "Dutch" Schaefer , il personaggio interpretato da Arnold Schwarzenegger nel film omonimo.
Certo la ricerca della prima edizione completa Play Press potrebbe rivelarsi complicata e cara, nel caso  finiate nelle grinfie di qualche titolare di qualche fumetteria ingordo, ed un pò troppo attaccato alla filigrana. Certo, a livello di licenza letteraria adesso, nel pezzo ci starebbe benissimo il termine "fumetteria gestita da qualche ebreo" per via della loro famosa materialitàed attaccamenti ai soldi, ma mi immagino il casino che ne verrebbe fuori, mi manca solo che mi si dia dell'antisemita, quindi lasciamo "ingordo", e lasciamo perdere la scrittura condita da aggettivi qualificativi di tipo tarantiniano.
Come però, tornando ai costi, potrebbe dirvi culo ed incappare nei 7 volumi in questione, in vendita in offerta. 

Un team up con l'alieno

Ma dovete sapere per che Ripley,  Newt e Hicks non sono stati l'unica spina nel fianco della regina madre, che ci crediate o meno gli alieni se la sono vista anche con Batman, Superman e Green Lantern, e prima di quel film orripilante con Raoul Bova, gli alieni si erano già scontrati con i Predators sulle pagine dei fumetti della Dark Horse.
Perciò andiamo a parlare di tutte le  viscide incursioni degli alieni in altri universi editoriali o per lo meno tutte quelle che ho letto io.

Superman contro Aliens edizioni Play Press – Play Press Presenta n° 4,  feb. 1998, brossurato a colori di 120 pagine circa - l'ideatore della morte di Superman, si destreggiò più che bene con la piaga degli Alieni, e confezionò una stroria assolutamente godibile nonostante l'evidente difficoltà di far scontrare, questi esseri, con il supereroe più indistruttibile della storia dei comic.
Per l'occasione Jurgens ideò la città asteroidale di Argo-City,  una città costruita su un masso vagante nello spazio, che Superman pensava fosse abitata da Kriptoniani scampati alla distruzione del pianeta natale, e che ovviamente si adoperò per salvare dalla eterna deriva.
La missione di salvataggio, portò Superman così lontano dal sole, che quando arrivò finalmente ad Argo, scoprì, oltre al fatto che la città era infestata dagli alieni, di avere avuto una considerevole perdita dei suoi poteri.
Altro problema che Jurgens dovette trovarsi a gestire fu il leggendario buonismo del supereroe, la sua famosa promessa di non uccidere mai nessuno..la cosa fu compensata con la sua improvvisa vulnerabilità,  e con alieni particolarmente stronzi e cattivi, perchè come dice qualcuno "buono si ma coglione no". La storia è ben calibrata, piena di suspense e claustrofobica quanto basta. Sul versante grafico, i disegni di Kevin Nowlan sobri e privi di slanci stilistici, ben raccontano lo scontro tra i due mondi editoriali, il tratto assolutamente pulito e statico, anche se non si lascia ammirare si lascia sicuramente guardare, gradite le frequenti grandi tavole con grandi vignette in cui il disegnatore esalta la fisionomia del Kriptoniano, e ci regala una Lois Lane che emula la sexy Ripley.

Batman contro Aliens  edizioni Play Press -  Presenta n° 5 apr. 1998, brossurato a colori 140 pagine circa - Lo scontro tra Batman e gli alieni forse non brillò per originalità, c' era l'astronave precipitata, le uova che si schiudevano, c'era l'eroe ed il gruppo militare, e  la bella avida che vuole soggiogare gli alieni e ridurrli ad armi biologiche, niente di eccezionalmente stiloso insomma, eppure anche questo scontro, scritto da Ron Marz si lasciò leggere abbastanza gradevolmente, di sicuro le bellissime tavole nate dalla matita di Bernie Wrightson, resero la trama sicuramente più accattivante.

Aliens VS Green Lantern edizioni Play Press Publishing, volume unico ago. 2001 lire 17000, brossurato colore di 100 pagine circa - Per completezza, non poteva mancare un team-up con il corpo delle Lanterne Verdi, Ron Marz e Rick Leonardi, analizzarono due differenti approcci agli schifoidi della Dark Horse: il metodo Jordan ed il metodo Rayner.
La miniserie di Marz infatti, è ambientata dopo la caduta di Jordan, e l'avvento della nuova lanterna verde Kyle Rayner,  e porta in esame al lettore il comportamento diverso delle due Lanterne rispetto alla minaccia aliena, godibile lettura per gli amanti dei guerrieri di smeraldo, non priva dei suoi momenti di tensione, qualche forzatura travestita da citazione, come l'androide-donna, ma tutto sommat anche se per godibilità dei tre il più insipido

Aliens VS Predators  edizioni Play Press  - Play Book n 21, brossurato 12.000 lire 140 pagine circa - Prima dell'orribile film con Raoul Bova, i Predator avevano già allevato gli alieni per usarli in una battuta di caccia, il miglior team up dei granchiacci è sicuramente questo qui, che porta la firma di  Randy Stradley, Chris Warner, and Phill Norwood, in un lontano planetoide sfruttato a scopi minerari dall'uomo, i coloni si ritrovano in mezzo alla guerra tra Predators e Aliens, miniserie stupenda, raccolta dalla Play Press anni fa in un Play Book, caratterizzata da prosa e dialoghi assolutamente d'impatto, le prime tre o 4 pagine sono un esempio di eccezionale storytelling , fidatevi. E dei tanti Team-up, ad Aliens contro Predator va sicuramente il podio.

Conclusioni. 
Le varie covate di Alien sulla carta stampata non sono assolutamente male, la trilogia di Verheiden è tutto sommato una miniserie interessante, ed il secondo capitolo come detto è una piccola perla di storia e disegni, dei team up letti quello con Predator è di gran lunga il miglior ideato, c'è nè anche un altro disegnato da Olivetti più recente ed edito dalla Planeta  Superman Batman vs Predatos  Aliens, un tag team caciarone,meritevole sopratutto per le tavole del disegnatore. 
Uh che fatica, ma credo di avervi detto tutto quello che sapevo!
Baci ai pupi

giovedì 22 novembre 2012

Le anteprime di Fumettopenia - La nuova Suicide Squad (new52)





L’evoluzione della Sporca 

Dozzina, o a voler essere più cinefili, a voler apparire anche un pochetto più acculturati, potrei dirvi anche una rivisitazione dei Sette Samurai, a far un esempio più terra terra invece, potrei citarvi “Armageddon”, quella ridicola americanata, in cui la terra era condannata per l’arrivo di un mega-meteorite, che, se guardate in compagnia di una donna, non fate altro che “tzare” come Zio Paperone, per darvi un tono, ma che se rivedete da soli, vi fomentate come pupi, brutti vigliacchi che non siete altro.
Tutte varianti dello stesso tema: gli stronzi ci salveranno.
Ma poi i tempi sono cambiati, è nato lo spionaggio sporco, i team stealth, invisibili e spietati, dai quanti fumetti ultimamamente avete letto su questo genere?
Quello che ricordo con più piacere, è la Justice League Elite, miniserie di qualche tempo fa edita in Italia sotto marchio Planeta, di cui parlai anche su fumettidicarta.
Cosa è per esempio la Uncanny X-Force, se non l’ennesima collana che arricchisce questo filone?
La DC col suo new52, ha rispolverato tutte, ma proprio tutte le sue testate, anche quelle chiuse da decenni, pensate che hanno rilanciato robe come Amethist – Princess of Gemworld, che qui in Italia se non erro, vedemmo solo nelle pagine di Crisis on Infinite Worlds, anzi su una sola pagina, mentre il suo mondo delle gemme veniva divorato dall’anti-materia, porella.
Persino la serie Horror I...Vampire, ha rivisto la luce, nonostante luce e vampiri non vadano tanto d’accordo.
Quindi volete che quei furbacchioni della DC non trovavano il modo per riportare in scena uno dei primi Stealth Team in mutandoni?
E si perché diciamolo, i Thunderbolts (nati nel 1997), o i Vendicatori Oscuri nati anche dopo, è tutta roba che ha radici nel giardino del nemico, lo zoccolo duro degli ultrà della Marvel di questo devono farsi una ragione, la Suicide Squad  (apparsa la prima volta nel 1959- e la seconda incarnazione 1987) è la mamma di tutte le squadre sotto copertura.
E noi italiani la conoscemmo per la prima volta sulle pagine del mensile della Play Press dedicato alla Justice League, che ospitò nei primi tre numeri la bellissima miniserie Legends di Byrne, prima pietra del nuovo universo DC dopo il maxi-evento di Perez-Wolfman. Si esattamente, un altro reboot.
Ed eccola qui la nuova Suicide Squad, figlia del suo tempo, così gotica, violenta e caciarona.
Che arriverà nelle fumetterie italiane, più o meno nel prossimo gennaio, nel formato brossurato, presumo, gia adottato per le varie serie “minori” ma quasi tutte valide, come Deadman,, Justice League Dark, Animal Man e Batwoman
Mi sono letto per voi,  i primi sei numeri della miniserie dedicata al rilancio della squadra suicida di Amanda Waller. 130 pagine, pagina più pagina meno che dovrebbero essere contenute nel primo volume dell’editore italiano, e le ho trovate, una lettura evasiva, leggera nonostante l’enorme quantità di sangue che si riversa sulle pareti e sui pavimenti delle sale in cui si combatte selvaggiamente, cazzeggio puro senza troppe pretese, ma divertente quanto basta per non farvi prendere dalle crisi mistiche in caso di acquisto.
Non è certo un capolavoro di cui parleranno i posteri, ma considerando quello che vi leggete (e vi fate pure andar bene) di solito non è malaccio: azione, violenza, qualche parentesi abbastanza splatter, il tutto condito da dialoghi sboroni ma funzionali.
Dal punto di vista grafico, le tavole dell’argentino Federico Dall’Occhio, sono terribilmente valide, uno stile dinamico ed allo stesso tempo realistico che rende sicuramente più appetibile il volume. Buone anche le incursioni di Clayton Henry, le sue chine più cicciotte e nette ricordano vagamente McGuinnes, ma senza la sua eccessiva vena da cartoonist e senza l’abuso di steroidi con cui è solito gonfiare le anatomie dei suoi personaggi.

E’ ora di raccontarvi un minimo di storia senza troppi spoiler, tanto da qui a gennaio ve la sarete scordata di sicuro:
Adam Glass co-autore del terrificante Deadpool  - Suicide Kings, in questo caso, struttura una storia ed una sceneggiatura, se vogliamo borderline, ossia piacevole senza scadere eccessivamente nell’assurdo, tanto sconosciuti quanto carismatici, i personaggi di cui usufruisce e che caratterizza gradevolmente:








Bello il suo Diablo, un pirocinetico, capace di comandare le fiamme ed il fuoco, attraverso i suoi tatuaggi, ed il suo potere sembra avere più un origine mistica che organica, o almeno è quello che ho capito io dal mio inglese non proprio di livello madrelingua, già visto comunque nelle pagine di Flashpoint.
King Shark, è un vecchio nemico di Superboy, uno squalo umanoide, il forzuto della truppa, che preferisce sistemare i suoi nemici con le sue mandibole piuttosto che con i suoi muscoli.
Savant, il solito vigilante esperto in svariate arti marziali nonchè abile all’uso di tutte le armi conosciute, Voltaic, capace di emettere scariche elettriche tali da fulminare le sue vittime,  e Ragno Nero, sconosciutissimo, vengono tutti dall’universo dei supervillain di Batman.
A questi si aggiungono Deadshoot, il mercenario che non sbaglia un colpo, che è un  veterano della squadra, e la bella, sexy  e letale Harleyquinn, interessante intro della serie, e chiaramente vera first lady, alla quale l’autore presta particolare attenzione, curandone più degli altri la caratterizzazione.
Questa è l’allegra sociopatica e violenta brigata messa su da Glass, per la nuova Suicide Squad, direttamente dal carcere di massima sicurezza di Belle Reeve, sugli scaffali delle nostre fumetterie se va tutto bene a gennaio.
Unica nota dolente? Amanda Waller
Nel  restyling  del personaggio,  da adorabile donnona che era nella versione di Byrne, qui è la solita silfide, bella per gli occhi, ma che perde insieme ai suoi chili di troppo anche il carisma, che le faceva tenere testa alla peggiore feccia dell’universo DC, nonche a tipi tosti come Flagg o Batman.
In definitiva, una buona miniserie senza troppe pretese, a voi e al vostro portafoglio vedere se vale la pena spenderci dei soldi!
Baci ai pupi



L'evoluzione di Amanda Waller






mercoledì 21 novembre 2012

Zombie addicted!


Casomai non vi bastasse una sola recensione, casomai non avessi caldeggiato abbastanza il nuovo mensile SALDA- PRESS, casomai non v'ho convinto, vi lascio leggere anche le opinioni del caro Dario Lopez, che a quanto pare sembra essere caduto felicemente anche lui vittima del virus TS-19.
Ecco il suo commento al primo numero:
 THE WALKING DEAD #01
(Mensile Ed. Salda Press, brossurato b/n  €2,90 - 90 pg. circa.)
E' uscita nelle edicole nostrane la versione economica di uno dei maggiori successi dell'ultimo periodo, quel The walking dead che sta raccogliendo consensi unanimi sia sotto forma di fumetto che di serie televisiva. L'idea della casa editrice Saldapress è quella di accodarsi a GP Publishing ed Editoriale Cosmo nella riproposizione di fumetti esteri nel formato popolare italiano, il classico bonellide a prezzo contenuto. La novità in questo caso è l'averlo fatto con un titolo decisamente forte e appetibile che esula in gran parte dall'avventura e dai generi tradizionali battuti in questo campo dell'editoria: il survival horror condito con zombi.

In uno degli scorsi post avevo espresso i pro e i contro di questo tipo di operazioni e non torno ulteriormente sull'argomento, dico solo che a me personalmente questa iniziativa non può che far piacere. Inoltre in questo caso non abbiamo neanche la perdita del colore in quanto la serie nasce in bianco e nero anche nella sua versione d'oltreoceano. Aggiungo ancora che al momento sono completamente a digiuno delle vicende sviluppatesi sul serial-tv, esordio assoluto per me nel mondo di The walking dead. Quindi, cari signori di Saldapress, molto molto bene.

L'incipit della storia richiama parecchio quello di 28 giorni dopo di Danny Boyle, l'agente Rick Grimes si risveglia in un letto d'ospedale dopo un periodo d'incoscienza e si trova catapultato nell'orrore di un ritorno al mondo in compagnia degli zombi. Resosi conto della gravità della situazione il protagonista non può che iniziare a preoccuparsi per la moglie Lori e il figlioletto Carl. L'unica cosa che sembra avere un senso è quella di mettersi alla loro ricerca.

Per quanto possa sembrare strano in un fumetto di questo tipo gli scontri con gli zombi non sono la caratteristica principale della storia imbastita da Robert Kirkman, anzi, a detta dello stesso autore sarà il lavoro sulla crescita dei protagonisti a dare il passo alla serie pensata per durare molto molto a lungo. Ovviamente non mancheranno i compagni di viaggio per Rick, ben presto il nostro si troverà a incrociare altri sopravvissuti e si prospetterà al lettore il canovaccio classico del piccolo gruppo di persone insieme di fronte all'ignoto. Il lavoro su dialoghi e situazioni inizia a far emergere dinamiche e tragedie legate ai vari personaggi, caratteri e funzioni narrative.

L'albo raccoglie i primi quattro episodi originali, l'impressione è quella di essere davanti a una serie dalle grandi potenzialità che per ora ci si è mostrata solamente con un corposo assaggio. La curiosità c'è e questo è un buon segno.

I disegni di Tony Moore, compresa l'ottima copertina, si fanno apprezzare rimanendo sempre leggibili nonostante le dimensioni ridotte della tavola. Il suo stile mi ricorda vagamente il Dillon di Preacher nonostante la cura nei dettagli, che pure non è maniacale, mi faccia apprezzare in misura decisamente maggiore il tratto di Moore (o forse è il cognome).

Buona anche la parte redazionale che offre approfondimenti e curiosità in chiusura di albo nonché la striscia umoristica a tema Zetacomezombie di Andrea Voglino e Ale Giorgini. Mi sembra che l'impegno nella cura del prodotto sia evidente. Attendiamo il secondo numero.

lunedì 19 novembre 2012

Il mutante che verrà

Occhio continene Spolier!

Mi secca dirlo ma All new X-men 01 non sembra del tutto male.
Certo, è un pò presto per urlare al capolavoro, ma ad essere onesti è altrettanto presto per condannarlo.
Almeno in queste 25 pagine iniziali, pare che Bendis trattenga la sua proverbiale e snervante dialettica ad un livello accettabile.
Lo Scisma  è ormai lontano ma tutt'altro che dimenticato, lo scontro con i Vendicatori è finito, e dal ritorno sulla terra dell'entità cosmica nota come Fenice, Scott è tra i personaggi del mondo mutante, ad avere subito più batoste di tutti, il sogno di Xavier, con il quale sembra essere cresciuto ormai è una mera ed irrealizzabile Utopia, e di questo,  il signor Summers sembra profondamente convinto.
Il leader che ci ritroviamo nelle pagine di all New X-men, non è molto differente dal Magneto della confraternità dei mutanti malvagi.
I mutanti ricominciano a spuntare in giro per il mondo, e Scott pur di adottarli nelle sue fila, non esita ad attaccare gli umani, gettando in cattiva luce la razza dell'homo superior proprio adesso che si sta ripopolando.
Questo in sostanza  è l'incipit alla base di questa nuova serie Marvel, X-men contro X-men, per far rinsavire il vecchio caro scott Summers, Bendis ricorre al caro vecchio ed insidioso trucco dei viaggi temporali per sviluppare la trama, e l'idea è decisamente accattivante, il primo Ciclope ed i suoi X-men, ancora allievi della prima scuola per giovani dotati del professor Xavier, faccia a faccia con l'ultimo Ciclope ed i suoi ultimi X-men, quello plasmato dalle mille avventure e le mille battaglie, che l'hanno reso un freddo leader della razza mutante, che ha abbandonato del tutto i precetti del professore.
L'incipit strizza l'occhio, anche perchè alle matite c'è il solito e versatile Immonen, stiloso spigoloso e cinetico, e come sempre camaleontico, infatti a sto giro ricorda un pò il francese Coipel.
La speranza è che si dedichi ad una trama più psicologica, che ritorni un pò l'autore di storie che lo hanno reso famoso, dedicandosi più ad uno sviluppo dei personaggi piuttosto che a vuoti dialoghi stancanti e mega-zuffe inutili.
Le ultime pagine dell'albo nonostante il colpo di scena, deludono un pochino, fondamentalmente Bendis ed Immonen non riescono a dare una plausibile versione del passato, d' altronde la continuity Marvel è qualcosa di tremendamente pericoloso da maneggiare, Bendis si rapporta ai personaggi, al divario delle due generazioni, come se queste effettivamente fossero separate da 50 anni di vita di vita editoriale, ma in realtà, anzi nella finzione, all'interno del Marvel Universe, non sono passati più di dieci o venti anni da quando il professor X, arruolò i suoi primi mutanti.
Anche graficamente Immonen avrebbe dovuto illustrare i primi X-men almeno come degli adolescenti per rendere più plausibile ed incidente il viaggio nel tempo.
Invece abbiamo i vecchi x-men che per aspetto e dialoghi sembrano degli sgamatissimi ventenni dei nostri giorni, troppo lontani dall'originale e più genuina interpretazione di Lee e Kirby.
Peccato, un primo numero a cui non mi sentirei di dare un voto maggiore di 6 e mezzo 7 (sufficienza piena per merito di Immonen), in cui si percepisce un' ottima intuizione, per ora però poco curata, con lo stesso autore che non sembra cogliere in pieno il potenziale della sua idea, forse per colpa delle rigide regole editoriali della grande major, che ormai predilige la quantità alla qualità,  staremo a vedere se il tempo mi darà torto o ragione.
Baci agli x-pupi.

venerdì 16 novembre 2012

Febbre da Watchmen

La gente mi chiede sempre se conosco Tyler Durden...e si che lo conosco, parla attraverso la mia bocca, sbraita sul capitalismo, e sogna un mondo più semplice, fatto di cacciatori e coltivatori, sa bene che non esiste alcuna differenza tra un piumino e una coperta, e se avesse tra le mani sto scatolone di cartone che ho comprato  ieri, e si ho ceduto anche al cofanetto stavolta, sono sicuro che me lo farebbe trovare sbriciolato in mille pezzi in sala, perchè io non sono il mio lavoro, nè le mie oscure passioni. Oddio speriamo di no, meglio la lisciva. E se poi non lo ritrovo più?!
La verità è che sono come Alice, mi so dare ottimi consigli, ma poi seguirli, mai non so.
Ho praticamente farcito ogni singola recensione di ogni sorta di ramanzina, cazziata, verso un sistema editoriale che sta portando il prezzo dei fumetti alle stelle, in pratica boicotto tutto quello che posso, o compro nel mercato dell'usato facendo finta di non vedere quell'ammaccatura o quella stropicciatura di questa o quella pagina...ma come si fa a dire no all'universo di Watchmen?
Come si fa a dirlgi di no, specie con questa politica del terrore di questa presunta distribuzione solo su ordinazione?
Voglio dire  state vedendo la speculazione degli albi RW su Ebay? E chi ce la faceva a vivere con questo rimpianto? Come la metto la testa sul cuscino?! :) 
Non si può, la verità poi, è che a noi nerd di vecchia data, il Comico e company ci mancano ed infatti ieri nonostante mi sia ripromesso di non prenderlo, di aspettare un eventuale edizione in volume, ho ceduto alla pima ondata: Minutemen, Silk Spectre, Nite Owl e il Comico, ho ceduto a Straczynski, a Cooke, ad Azzarello, e la cosa assurda era che io avevo intenzione di snobbare tutta l'iniziativa a differenza di Rorschach e Dr. Manhattan. Aò ieri ho preso tutto tranne questi due....
Come mi ha detto il compaesano Loreto su Facebook: RW Lion 1- Gennaro 0, verissimo, e pertanto oggi non si parlerà di prezzi, di pagine, di ladroneria e paraculate, tanto ormai lo sapete come la penso, oggi parliamo di questi benedetti fumetti e se effettivamente valgono il tam tam che li sta accompagnando.

Minutemen 01 di Darwin Cooke - I puristi del capolavoro di Moore potrebbero vedere a questa iniziativa come uno stupro, d'altronde i Minutemen, a parte il primo Nite Owl, il Comico e la prima Silk Spectre, nonostante l'ineguagliabile prosa dell'autore che li caratterizzava alla perfezione, erano solo tappezzeria, la Falena, Capitan Metropolis, Silhouette e Dollar Bill, erano arazzi altamente definiti alle pareti di un palcoscenico dove si svolgeva una trama ben più complessa, solida e favolosa.
Finalmente leggendo gli albi, si sa quanto Before sia questo Before Watchmen, rispetto agli eventi narrati da Moore, Cooke per la miniserie dei Minutemen prende come momento storico, i giorni in cui il primo Nite Owl finisce di scrivere la sua biografia come avventuriero mascherato, quindi possiamo ipotizzare che siamo parecchio prima dell'overture di Moore, la notte in cui il Comico vola giu dalla finestra.


Attraverso un racconto didascalico dei capitoli del libro, Cooke, che non è certo l'ultimo dei gonzi, inventa una scorrevolissima retrocontinuity di tutti i membri del gruppo (inquitante quella del Comico), certo 20 e più pagine sono davvero pochine per dare un giudizio dell'albo, quello che salta fuori è la bravura dell'autore sia nei testi che nelle tavole, taglio classico delle griglie, uno stile minimalista volutamente retrò, che tanto ricorda l'essenzialità di Ty Templeton ed una mai celata passione per la golden age, che già era emersa prepotente nelle matite della sua Nuova Frontiera. Precocemente sottovalutato dal sottoscritto ma mi è piaciuto.

Silk Spectre 01 di Darwin Cooke e Amanda Conner - Se Minutemen non era nelle mie mire, Silk Spectre lo era ancora meno, invece eccomi qui a leggermi anche quest'albo, deliziose le matite di Amanda Conner, e ai testi ancora Cooke, particolarmente ispirato e sensibile nella sceneggiatura di un fumetto in gonnella ( e calze a rete), Il passato di Laurie, che il vecchio Moore aveva portato alla luce e sviscerato nell' incontro di quest'ultima con il dottor Manhattan sulle rosse terre di Marte, qui è ovvimanete arricchito di particolari, è il 1966 ed è con l'adolescente Laurie che facciamo consocenza, in piena tempesta ormonale e all'apice del conflitto con la madre che la vuole come nuova Silk Spectre, anche quest'albo nonostante l'esiguo numero di pagine si è lasciato leggere più che piacevolmente.

Il comico 01 di Brian Azzarello e J.G.Jones - Ecco la prmia miniserie importante, ed attesa. Il caro Eddie Blake e gli intrighi dello studio ovale, Azzarello prende le distanze dalla sceneggiatura del film di Snyder e piazza il Comico a capo di una retata contro Moloch,  il giorno che il presidente Kennedy fu sparato. Il passato del Comico, prima di venir spinto fuori dalla vetrata del suo appartamento, la sua ascesa al fianco delle persone più potenti del governo americano, la sua follia, la sua temerarietà, ed anche la sua impotenza di fronte ai giochi di potere, questo è quello che Azzarello mette giù nell'incipit del primo numero della miniserie del Comico. Ai disegni un fotografico J.G. Jones, forse un pò rigido ed impacciato nelle prime pagine, quando è costretto a ritrarre i personaggi dei Kennedy, evidentemente nella volontà di rendere riconoscibili i volti noti, scivola in qualche errore nelle anatomie e nelle inquadrature, recupera nel resto dell'albo quando non ha obblighi fisionomici, con un tratto pulito, e tavole dal taglio assolutamente fedeli alle azioni sceneggiate. Ora statiche dal taglio classico ora dinamiche nei momenti di azione. Promosso anche questo numero uno.

Nite Owl 01 di J. M Straczynski Andy Kubert e Joe Kubert (scomparso subito dopo aver terminato il suo lavoro su Nite Owl all'età di 85 anni) - Forse il miglior albo finora letto, evocativo e celebrativo le origini del secondo Nite Owl e le sue prime incuriosni nella lotta al crimine a fianco di Rorschach, l'interpretazione di J. M.Stracchino corre a fianco alle vecchie pagine dell'opera di Moore, se gli altri autori si limitano ad usare i character di Moore, l'autore del miglior Thor di sempre ci flirta, risceneggiando da punti di vista differenti, i momenti più significativi dell'opera originale, e dando voce e corpo a tutto quello che succedeva tra gli spazi bianchi nelle tavole di 26 anni fa. Bello per davvero. Dall'assaggio direi che il contributo di Straczinscy sia quello che più catturerà i lettori. Le matite di Kubert e figlio, impreziosiscono l'albo, Nonno Joe, alle chine a volte può risultare troppo sporco, ma il suo Nite Owl sia quello vecchio che quello nuovo sono tremendamente carismatici. Da prendere? Assolutamente si.

La maledizione del Corsaro Cremisi  di Lein Wein e Jhon Higgins - In appendice ad ogni albo 2 pagine della storia collegata al bellissimo fumetto sui pirati ideato da Moore, la storia nella storia, e se 20 pagine sono poche per commentare per bene, figuriamoci otto. Per il racconto piratesco quindi ci teniamo in stand-by.

L'edizione italiana

E' cara. Punto, anzi al momento su suolo italico direi che questo formato è il più caro di tutti, c'è poco da essere fieri per questo primato. 'cci vostri.

Il cofanetto

Visto l'esilità degli albetti della serie, direi che il cofanetto è fondamentale per la salvaguardia dei fumetti...ma che sto dicendo?
Il cofanetto è una nerdata assurda. Pure un pò trash, costa dieci euro ma dovete prenderlo, così mi sentirò meno pirla ad averlo preso io.
 Baci ai pupi, e grazie per le visite al blog!



giovedì 15 novembre 2012

Oggi c'è puzza di morto in edicola

Questa recensione potrebbe essere brevissima, e credo che lo sarà perchè non è che ci sia bisogno di aggiungere commenti e lodi ad una delle serie a fumetti più amate sul territorio americano, Walking Dead di Robert Kirkman non aspetta certo me per avere qualche complimento in più.
Qundi potrei semplicemente scrivere:
A' pulciari, sono 2,90€ per 90 pagine, su cui è stampato tra l'altro un fumetto grandioso, ma che altro ve devo dì?
Punto. Ed avrei finito la recensione, e sarebbe stata anche una delle mie recensioni migliori, vi dirò!
Invece tocca scrivere qualcosina in più, ma non troppo prometto, non voglio certo distruggervi come ho fatto per il pezzo sulla Lega di Alan Moore.
Come avrete intuito oggi si parla della ristampa di Walking Dead in versione da edicola, ad opera della Salda Press, l'editore italiano che già dal 2005, anno più anno meno, gode  dei diritti di pubblicazione della serie di Kirkman sul suolo italico.
Arriva oggi sugli scaffali del giornalaio sotto casa vostra infatti il numero #01 della serie, che ristampa quello che avevamo già visto (per chi li ha mai letti) sui volumi da fumetteria, e che presumo e spero proseguirà sulla sua strada una volta raggiunto il materiale ancora inedito.
Non credo ci sia ancora qualcuno che non conosce almeno per sommi capi la trama o  i personaggi di questa saga, perciò mi asterrò dal parlare minimamente del fumetto, che senza dubbio è il miglior survival horror degli anni 2000.
Il fumetto di Kirkman infatti, è l'unica vera ragione per cui la figura dello zombi e ritornata così prepotentemente nei media: libri, film, telefilm, videogiochi, fumetti del genere, sono tutti resuscitati ( è proprio il caso di dirol!) grazie al morbo creativo di Kirkman ed alla sua necrotica creatura, a cui si deve una trama calibrata, ben concepita, lineare, credibile, per non parlare dei dialoghi che fanno a mio parere impallidire i famosi Dialoghi realistici che hanno lanciato Bendis nel firmamento degli autori di fumetti (ma IMHO: non l'hanno lanciato abbastanza lontano)

And the winner is Salda Press!

Ormai è da un pò che i grossi editori  italiani ci assillano con queste presunte edizioni economiche.
La Panini ormai per versione economica intende una rateizzazione del famoso 100%, vale a dire se prima mi davi 12 euro per una miniserie di 4 numeri, ora me ne dai 3 al mese per quattro mesi, e siamo pari.
La versione economica secondo la Panini più o meno è questa, risparmi la benza di andare fino in fumetteria, la trovi, dilazionata in edicola, meno di 50 pagine per 3 euro tonde tonde.
Ed è il formato che ormai va per la maggiore da quelle parti:
The Strain, Orchid, Kick Ass, Superior, e prossimamente the Boys di Ennis, sono tutti stati proposti in questo formato, per non parlare ormai dell'appuntamento quadrimestrale con un megaevento routinario Marvel, proposto più o meno alla stessa maniera, 48 pagine per 3 euro.
Non parliamo poi della Lion che ha completamente frainteso la parola "economica", infatti per la ristampa di Watchmen, sbandierata negli annunci, come una edizione a basso costo per settimane, è arrivata in fumetteria al prezzo di 2,50€ per 30 pagine più o meno. Evidentemente qualcuno deve aver capito male dove tagliare, ed invece di tagliare sul prezzo ha tagliato sulle pagine, infatti la nuova edizione di Watchmen (e la prossima Before Watchmen) di economico hanno solo lo spessore, ed di risparmio si intende solo quello del tempo che ci metti a leggerlo, a far due calcoli veloci in tasca agli appassionati, questa versione economica costerà 2,50€ x 12, ossia 30 euro tondi tondi, a meno che non prendiate anche il cofanetto, perchè in quel caso l' utopia del risparmio si allontana acora di più,  che mica siamo più ai tempi delle iniziative di  TV sorrisi e Canzoni che era gratutito il cofanetto.10 e più euro di troppi quindi rispetto all'ultima ristampa del tomo di Moore, fatta se non erro sulla collana I piu potenti supereroi della terra, una serie di cartonati della planeta che uscivano in edicola a 10 euro a volume.
Finalmente qualcuno che ha capito bene cosa intende il lettore per  formato economico, e quel qualcuno è Salda Press, editore che a me personalmente ha sempre venduto belle letture: la sublime raccolta delle strisce  Liberty Meadows di Frank Cho, i divertentissimi e folli  albi dedicati ai fumetti del Twisted Toyfare Theatre,  Invincible di Kirkman e ovviamente adesso Walking Dead.
Prendendo probabilmente spunto dalla iniziativa della GP di cui vi ha parlato Dario recentemente,  ed approfittando anche della tremenda pubblicità della serie televisiva su Sky, quelli della Salda, astuti come faine, hanno pensato bene di ristampare questo bellissimo fumetto(e sottolineo bellissimo fumetto di Kirman, e Moore, - diciamolo va che è una co-produzione, il buon Tony, recentemente ci ha persino vinto la causa sulla questione per i diritti di paternità sulla serie, e quindi sugli introiti).
Proponendolo ad un pubblico più vasto di quello dei soliti topi da fumetteria, ossia l'utenza da edicola, che comprende anche una grossa fascia di persone che per esempio non leggono fumetti ma guarda la TV, e quindi conosce il titolo per la serie televisiva.
Insomma la solita vecchia storia dei collegamenti ipertestuali, la teoria spiegata così bene da Stefano Accorsi in Santa Maradonahttp://www.youtube.com/watch?v=5DndxDeC47w
Robe da merchandising che ha ridotto tutti noi lettori come il cane di Pavlov: a sbavare tutte le volte che sentiamo la campanella.
Ne ho sentite di cotte di crude su questa ristampa, ma fa piacere che a Lucca, siano già state vendute circa 4000 copie, ho sentito dire, quasi fosse un problema, che costa poco perchè è materiale non inedito.
Ma sti cazzi, anche o no? Non è che Watchmen cali di prezzo tutte le volte che rinasce in fumetteria, al contrario, e manco Elektra Assassin o Sin City di Frank Miller, per fare altri esempi, infatti tutte le volte che vengono riproposti come sono più cari di prima.
Oppure che la carta su cui è stampato, è pessima...ora non sono un tipografo ma tanto per citare Wikipedia, al trafiletto che sottolinea le differenze tra l'edizione italiana e quella americana cita testuali parole:

[il tipo di carta usata per la stampa e le copertine. Tutti i volumi relativi a The Walking Dead (compresi gli speciali) vengono stampati su carta patinata, in Italia viene usata una carta non patinata di grammatura più spessa e di qualità migliore di quella dell'edizione originale.]

Ma tutto sommato, e scusate il francesismo: "sti cazzi", per i soliti commenti negativi, ed accanimenti denigratori, a mie spese ho imparato, da quando mi improvvisato recensore di fumetti, che il mondo dell'editoria italiana è una vera e propria  Arena, tanto per usare un termine caruccio e non offensivo, con invidie gelosie ambizioni e... ( i peggio) ultrà tifosi e ciechi e mi spiace dirlo a volte pure ottusi.
Io per esempio non vorrei essere nei panni di Zerocalcare, vera star di Lucca, del quale adesso tutti si sentono in dovere di parlare e ahimè sparlare, da quando domina le classifiche di Amazon.it
Alla Salda Press, vanno i miei migliori auguri per la nuova testata, e per la recente aquisizione dei diritti per i fumetti Skybound (a quanto Invincible in edicola?).
A chi non lo conosce, ai pochi che non lo conoscono, consiglio di comprare questa serie ad occhi chiusi, i primi numeri poi saranno tutti illustrati da un eccelso Tony Moore, tanto per aumentare i pro di questa nuova collana, di prenderlo anche se seguite il telefilm, visto che tra le due cose corrono tante piccole a grandi squisite differenze di trama.
Spero di cuore che il nuovo formato Salda, sia accolto positivamente dai lettori, e che sia premiato in termini di vendite, così magari chissà, almeno in edicola potremo tornare a comprare fumetti senza donare i reni.











Baci ai Pupi.

mercoledì 14 novembre 2012

Le Storie #02 - La redenzione del samurai.

Non ci posso fare niente, è più forte di me, tutto quello che porta la firma di Recchioni, ed è fatta fuori dalle tavole di un fumetto, io proprio non lo sopporto. Per esempio, nel suo blog ci entro pochissimo, ne ricavo quasi sempre vibrazioni negative, quando leggo articoli inerenti al mondo del fumetto, o quello del cinema, quando parla di videogiochi poi, che è un mondo a me completamente alieno, evito proprio di soffermarmici. Quindi a parte un paio di pezzi su FDC mi sono sempre tenuto alla larga da questo autore italiano, che me fa allergia, allo stesso modo in cui i pollini mi irritano le mucose delle vie aeree superiori, i suoi scritti, i suoi interventi ed i suoi commenti mi irritano lo spirito, non che l'abbia conosciuto dal vivo, o ci abbia  mai mangiato frittura insieme, è semplicemente una cosa a pelle, con questo non voglio certo dire che boicotto il secondo numero de "Le Storie" solo perchè la Redenzione del samurai, è farina del suo sacco, ci mancherebbe, mica sono così coglione, ripeto che è il personaggio che me sta antipatico, non l'autore, che indubbiamente ha messo a segno alcuni ottimi lavori, metti per esempio il favoloso horror-western Garret, o il bellissimo Mater Morbi su Dylan Dog, toccante, e parlo da operatore sanitario. 
Semplicemente Le storie come collana, il cui primo numero non mi ha fatto proprio impazzire, anzi al contrario, ha la sfiga  nascere ed uscire in concomitanza con la serie più attesa del momento, la ristampa in edizione economica di Walking Dead di Kirkman ad opera di Saldapress, e siccome, per lo meno io, ottimizzo le spese relative al fumetto, perchè i tempi sono quelli che sono, la mannaia è caduta forse precocemente, ma anche forse no, sulla nuova collana Bonelli. 
Non sembra dello stesso avviso il caro amico Danilo, rispettabile nerd della ciociaria che al contrario di me, sempra letteralemtne adorare  lo scrittore di cui sopra, e tutte le volte che mi vede non perde occasione  per caldeggiarmi l'aquisto in blocco di Jhon Doe, visto che sono tra quelli che non lo hanno mai letto. Quindi do il benvenuto a Danilo, e spero che resti tra noi a Fumettopenìa, e gli cedo il centro del palco, e vi lascio alla sua prosa, decisamente ricercata. 

Ho sempre ritenuto Roberto Recchioni il Tarantino del fumetto italiano. Il perché è semplice. Come le pellicole di Tarantino, i fumetti del Recchioni nazionale si leggono velocemente, hanno diverse chiavi di lettura, ti colpiscono allo stomaco con colpi di scena e trovate assolutamente impreviste ma necessarie allo sviluppo della trama. Insomma, sono dannatamente belli,
 rapidi e ti lasciano un ghigno orgasmico sulle labbra dall’inizio alla fine. Eppure le differenze tra i due ci sono e sono notevoli. Il primo è un autore che ha fondato la sua carriera sulla riproposizione degli stilemi delle pellicole di genere, aggiornate e rivitalizzate da un sapiente uso della macchina da presa. Il secondo è un autore degenere di genere nel genere, se volete passarmi il gioco di parole. Ovvero qualcuno che pur partendo dallo stesso entroterra culturale non si limita a riproporre e modernizzare ma è capace di scomporre e ricreare, dando vita a un linguaggio verbale, visivo, artistico tout court che in più di una occasione raggiunge la perfezione del mezzo che anni fa ha scelto come veicolo di comunicazione. Perché nel continuo e complesso gioco di sciarade, quiz intellettualoidi, scanzonata e per questo profondissima filosofia da due soldi dal chiaro imprinting orientale, Recchioni è stato capace di creare universi. E tutta la sua opera diviene tavola dopo tavola, dialogo dopo dialogo, silenzio dopo silenzio un grandioso affresco ludico in continuo divenire in cui i suoi eroi vivono, interagiscono con i lettori ammiccando alle sue voglie feticistiche e morbose di nozionismo e immedesimazione. E parliamo di questi eroi, sempre più simboli di personaggi che personaggi veri e propri, icone imperiture di machismo o viceversa incarnazione delle debolezze inumane delle creature di carta. Tutte quante, nessuna esclusa. Di ognuna un pezzetto: un’alzata di sopracciglio, un sorriso, un naso. Marionette con l'anima manovrate da un mangiafuoco fagocitatore di b movies. Come l’eroe della sua ultima fatica bonelliana: “la redenzione del samurai”, secondo numero della collana “Le storie”, serie autoriale che fa ricordare da vicino la sempre poco lodata “Un uomo un’avventura”. Un ragazzo che, come molte altre figure letterarie, si ritrova a dover essere incarnazione di una filosofia più grande di lui. A intraprendere un viaggio iniziatico che come ogni percorso del genere inizia con una morte (o quasi), una fase di crescita e ridiscussione dei propri valori e infine una rinascita: il ragazzo ora è un uomo pronto a percorrere la sua strada. A fargli da contorno: un maestro, una leggenda, briganti, spade, onore. E ancora: frasi a effetto, sguardi cattivi, occhi inanimati che prendono vita, teste mozzate di cavalli che nemmeno “il padrino”. Il tutto disegnato con la maestria di un artista preparato come Andrea Accardi, capace di rendere tanto la maestosità silenziosa dei paesaggi innevati in cui il nostro samurai si inoltra, quanto la plasticità dei corpi nelle scene di azione in cui volteggiano lame affilatissime e nodosi bastoni letali. E tanto, tanto altro ancora ci sarebbe da dire su questa opera che a scriverne si farebbe troppa fatica e confusione e sicuramente ci si scorderebbe qualcosa. E allora forse è più facile parlare del suo scrittore, come ho fatto io, e consigliare di leggere il fumetto in questione. Con un avvertimento: ricordate che ogni dettaglio in più che coglierete tra quelle vignette, ogni omaggio o citazione che scoprirete vi spingerà sempre di più nella testa del suo creatore col rischio reale di esserne risucchiati e non volerne più far ritorno.

Le Storie #02 SergioBonelli Editore - La redenzione del Samurai - di R. Recchioni & A. Accardi 
brossurato 114 pag. B/N  3,50€

Danilo Panicali