Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 29 maggio 2015

Manifest Destiny

Innanzitutto il titolo, voi sapete cosa significa l'espressione Manifest Destiny per gli americani?
Destino manifesto indica quella aggressiva politica espansionistica degli Stati Uniti d'America intorno al 1800.
C'è un dipinto allegorico di John Gast in cui Columbia, la personificazione degli Stati Uniti d'America nel XIX sec. guida i coloni americani alla conquista del west e alla civilizzazione di quel mondo ancora selvaggio.


Il dipinto, intitolato Progresso Americano, è di una semplicità unica nell'interpretazione nella parte sinista ad est, il sole della ragione rischiara la terra, ed al di sotto di Columbia sono rappresentati gli americani che coltivano la terra, piantano i pali del telegrafo, costruiscono ferrovie a sinista ad ovest, nel West, coperti dalla notte dell'ignoranza scappano gli indiani e gli animali selvaggi,
Secondo i nomi dei personaggi, sapete chi erano in realtà Meriwether Lewis e William Clark?

La spedizione di Lewis e Clark commissionata dal presidente Jefferson fu la prima spedizione americana in cui si tentò di raggiungere via terra i territori che affacciavano sulla costa del pacifico.
L'indiana Sacajawea della tribù de Shoshoni, ed il marito franco-canadese Toussaint Charbonneau, si aggregarono alla spedizione dopo aver tratto in salvo Lewis ed i suoi uomini.
Sacajawea percorse migliaiadi kilometri in compagnia di questi pionier, dal 1804 al 1806 dal Dakota del Nord all'Oregon, e la sua figura negli anni è stata riconosciuta dal movimento femminista americano, National American Woman Suffrage Association un simbolo di indipendenzadella donna.
Insomma il preambolo a mo di lezione di storia serve a farvi inquadrare il nuovo fumetto del catalogo salda Press (giunto in questi giorni al secondo TP) come qualcosa di più di un semplice horror con zombi vegetali e rane gigantesche.
Manifest Destiny è un titolo altamente appetibile, Chris Dingess, si dimostra un ottimo scrittore, la sua re-interpretazione, nelle macabre tinte horror, della storica spedizione dei due americani, è assolutamente deliziosa, smaliziata, sicuramente meno propagandistica dei primi rapporti inerenti la stessa.


Il ritmo della narrazione è a dir poco serrato, e come la maggior parte dei fumetti dell'ultima generazione, lo story-telling rispetta la cosiddetta regola del wide screen comics, che vuole il media fumetto concepito come un esperienza essenzialmente visiva. Dialoghi scorrevoli e coinvolgenti, un lettering assolutamente adeguato, al contesto storico, una caratterizzazione accattivante, per nulla statica, non esente da evoluzioni che gettano i personaggi sotto luci diverse  nel corso delle pagine, basta vedere la crescita, in termini di consistenza dei profili psicologici di Meriwether Lewis e William Clark, verso la fine di questo secondo TP.
Tovo affascinante quando un fumetto ti spinge ad una documentazione extra testo, ed ecco che con veloci ricerche sull'argomento viene fuori che l'incontro tra la spedizione ed il popolo degli Otoe è avvenuto davvero, come è veritiera la reazione degli indiani ai doni degli americani, delle ben poco pratiche medaglie d'oro.
Tutto l'extra di Dingess, vale a dire tutto quel che concerne la parte non storica del fumetto è come detto più volte, il punto di forza di questa serie Skybound, specie per i lettori italiani a digiuno di nozioni per una collocazione didattica. La storia è impostata in modo che l'attenzione di chi regge il volume sia del tutto presa nella lettura, il merito non è solo da attribuire alle spaventose creature che i nostri discutibili eroi incontrano durante il loro viaggio, ma anche alla solidità della caratterizzazione dei protagonisti e del cast di supporto.
Le tavole di Matthew Roberts sono ipnotiche, come detto, ritengo questa serie un ottimo esempio di wide screen comics, e le solizioni geometriche della griglia di Roberts, nonchè la scelta delle inquadrature, vi terranno incollati al vostro sito di lettura preferito fino all'ultima pagina.
 Insomma rispetto ale ultime letture fatte dal catalogo salda, incluso quell'obbrobrio pretenzioso di Outcast, o quell' horror ambientanto in Vietnam con i soliti Zombi, per non parlare dell'altro titolo in cui i soliti risorti non si limitavano a ciondolare e a mordere, ma anche ad assassinare lucidamente (chiedo venia, ho poco professionalmente dimenticato il nome), Manifest Destiny è oro puro e mi sento di consigliarvelo senza alcuna remora. Economicamente è una spesa che spalmate in tipo sei mesi, quindi nono solo non è aggressiva per il vostro portafogli ma sono sicuramente soldi ben spesi, come sempre sta a voi la decisione finale, per me, merita tantissimo. D'antronde meglio un semestrale appetibile, che un mensile narcolettico e pretenzioso.
Direi che vi ho detto tutto, ed il mio dovere di blogger aggiornato sulle ultime uscite per questo mese l'ho fatto.
Vi ho pure fatto ben due recensioni positive, uno schiaffo morale a tutti quelli che mi accusano ormai senza veli di essere un vecchio brontolone incapace di apprezzare tutto quello che non sia scritto da Alan Moore.
Baci ai pupi!


mercoledì 27 maggio 2015

Winterworld (new)

"Non volevo fosse una tipica storia sci-fi di scuola americana: niente astronavi luccicanti, mostri alieni o ragazzoni in calzamaglia. Solo dei miserabili che combattevano per accaparrarsi il poco rimasto dopo la morte della cività. Non sarebbe stata una storia di eroi che si sacrificano per salvare l'universo, ma dei tizi che non sapevano quando sarebbe stato il loro prossimo pasto...nè chi avrebbero dovuto uccidere per ottenerlo." Chuck Dixon.

E' arrivato oggi in edicola il secondo appuntamento con il duro mondo coperto dai ghiacci ideato da Chuck Dixon, di cui abbiamo avuto un primo assaggio 6 mesi fa, su Cosmo Pocket 7.
Winterworld si riconferma una piacevole lettura, una classica avventura dalle tinte forti, una storia di amicizia tra un uomo ed una ragazzina che vagabondano per un mondo coperto da una coltre di ghiaccio eterno, che ha decimato la popolazione terrestre ed ha indurito i cuori dei superstiti rendendoli dei selvaggi pronti a combattere ed uccidere per un pó cibo ed un riparo.
Superfluo spendere parole di encomio per il primo numero, la collaborazione tra Dixon ed il disegnatore Zafino (prematuramente scomparso) ha dato vita ad un fumetto dal ritmo serrato, in alcuni passaggi quasi inquietante, ma sempre altamente appetibile.
Scully e Wynn (e il tasso addomesticato dall'impronunciabile nome), continuano il loro incessante peregrinare sulla terra ghiacciata alla ricerca di un utopico posto dove vivere in pace.
Un' utopia che tarda ad arrivare e che nel frattempo disillude i due protagonisti.
La Nina, il titolo del primo nuovo volumetto che ospita la serie, ha tinte meno cupe del precedente volume, ma resta una appetibilissima lettura, che sicuramente non si sottrae al duro compito di intrattenere il lettore. Certo Butch Guice non è Jorge Zafino, in alcuni passaggi sembra quasi prenda a prestito attori del grande schermo per la caratterizzazione somatica dei personaggi, Oshida per esempio ricorda dannatamente l'attore nipponico Hiroyuki Sanada ma i colori di Rodriguez aiutano, personaggi solidi, carismatici, in cui il lettore non fa alcuna fatica nell'immedesimarsi, dialoghi scorrevoli,  ed intermezzi più rilassati rendono Winterworld una piccola delizia post apocalittica, in questo nuovo capitolo Scully e la sua piccola amica si spingeranno verso la costa dell'America, in un piccolo insediamente nato a ridosso del mare riscaldato da una qualche corrente sottomarina, il caldo ed il cibo del luogo è indubbiamente invitante, ma le persone del posto nascondono i loro segreti.
Una lettura da provare assolutamente  (il mio consiglio è di recuperare anche il volume di 6 mesi fa), trovo molto remota l'ipotesi che non incontri i gusti degli amanti del genere, personalmente l'ho apprezzato tantissimo, sicuramente più di Prophet che alla fine, col senno di poi, si è rivelata una storia che ha risentito tantissimo dell'uscita di scena dello scrittore Dorison.
Per quel che mi riguarda Winterworld passa abbondantemente il test, l'albo è di 96 pagine a colori, e non presenta alcuna pecca, è un albo dell'editoriale Cosmo, uno degli editori più chiacchierati in Italia, manco stampasse Sio, quindi è bene specificare tutto, il bonellide Cosmo, sembra l'ultimo baluardo della tesi che stampare a colori su carta porosa si può. il prezzo è di 4,60€, siccome mi sono decisamente stufato di parlare di prezzi con chi segue il blog, tirate voi le somme, su quanto effettivamente li valga o meno.
Salda Press per la metà delle pagine in bianco e nero fa pagare 2,50€, per foliazione ci avviciniamo ai Panini Tizioecaio Presenta De Luxe, che per 4,95€ di pagine ne hanno 128, quindi siccome è inutile parlare di costi con la maggior parte di voi, siete riusciti a sfiancarmi, dico sbrigativamente che quello è il prezzo scelto dalla Cosmo per la sua linea di fumetti a colori, a voi scegliere se è conveniente o meno, è lecito pensare che il passaggio dal B/N a colori sia stato per accontentare (o zittire) tutti quelli che vedevano alla passata produzione bonellide dei cosmonauti come ad uno strupro della nona arte. Benissimo ora molte delle proposte in edicola sono a colori, tirate voi le conclusioni, ovviamente il gusto gioca tantissimo sulla sostenibilità della spesa, io ovviamente tra Winterworld di Dixon e la recente lettura per adolescenti, Marvel Secret Avengers di Kot scelgo la prima, e voi? Ritengo molto più appetibile una proposta come questa piuttosto che l' imbarazzante invasione di titoli legati alla cosmologia di guerre stellari, è di gran lunga più appetibile del nuovo bonellide Salda, Outcast, il cui albo d'esordio si è rivelato tutto, tranne che coinvolgente.
Insomma continuando con in paragoni, direi che l'adattamento cosmo della fatica IDW di Dixon, non sfigura affatto a fianco dei due bonellidi Lion in uscita in questi mesi, quindi, lascio che sia il vostro gusto a decidere.
Se siete alla ricerca di un nuovo appuntamento mensile, Winterworld (new), fa al caso vostro.  
Best tris 2015 è questo insomma: Gotham Central-WinterWorld-Costantine.


Baci ai pupi e copritevi bene. Il gelo è una delle principali cause di necrosi.

lunedì 25 maggio 2015

I Vendicatori Segreti di Kot


Da quanto tempo è che non parliamo di una serie Marvel?
Mi basterebbe dirvi che il motivo per i quali non leggo più serie Marvel è tutta condensata in questa immagine, ma poi sarei un bersaglio facile, di molti degli zombi che seguono il blog, fantasiosi killer dell'altrui opinione che hanno sempre una stilettata pronta all'uso per chi non apprezza la nuova Marvel-Disney.

Eppure abbiamo rimesso mano ad un albo Marvel, abbiamo rotto il nostro fioretto, più che altro perchè siamo stati sommersi dai pareri e dai commenti tutti entusiasti barra positivi, riversati da molti, su questa nuova versione dei Secret Avengers, miniserie di dodici numeri scritta da Ales Kot ed illustrata da Micheal Walsh.
A sentire in giro ci stavamo perdendo la festa del momento, e di base qui a fumettopenia non sopportiamo quando gli altri si divertono e noi no.
Quindi abbiamo riposto sugli scaffali le letture de momento ed abbiamo preso una giornata di ferie, per vedere dopo tanto tempo come andavano le cose dalle parti dello SHIELD.

M.O.D.O.K indispettito
Miniserie di dodici numeri - Mica è un caso se più su lo abbiamo scritto in corsivo, perchè casomai non ve ne foste accorti, le serie ormai non esistono più, il fumetto ha smesso di fare progetti a lungo termine, meglio propinare ai lettori miniserie, pare sia meno ansiogeno per i lettori di oggigiorno, pare che una on going oggi come oggi, sia un suicidio editoriale, molto meglio le miniserie da una botta e via, d'altronde chi vuole una ragazza che dopo appena due mesi parla di matrimonio o convenvenza.
Stai giovane.
Stai senza penzier'.
Gioca alla Play e leggi i fumetti, se t'avanza un pò di tempo lavora pure, non per altro ma perchè chi non lavora non fa l'amore, quello pure insomma, a volte male non fa.
Ed ecco che dopo i Secret Avengers di Spencer in cui ai membri della stealth team veniva sparafleshato il cervello alla fine di ogni missione (cit. Men in Black), ecco la nuova versione di Kot, meno adulta forse, più scanzonata, un autore europeo che Lavagna nel suo onesto editoriale definisce frizzante e scoppiettante. Scoppiettante, giuro su dio dice proprio cosi, avrà perso le parole come Ligabue.
Ma insomma come sono queste prime quattro storie dei nuovi Secret Avengers? Ci pensate che tra dodici numeri userete ancora una volta il termine nuovo per la nuova run della Stealth Team di casa Marvel?
Ammesso che la facciano.
Stealth Team - In sostanza è questo il motivo per cui ci sono cascato, io amo la Justice League Elite, questo, ed il fatto che nel primo numero compare la Furia del Cap. Bretagna di Alan Moore, ma in realtà non è la furia questa di Kot, e la licenza editoriale della furia (toh a sfregio la scrivo anche in minuscolo!), una sua sbiadita fotocopia, che ha perso tutto il carisma iniziale: in mano a maestri come Moore e Davis (e più tardi Delano), la Furia divenne uno spaventoso ed inquietante cattivo, leggendolo, si sentiva l'angoscia che i suoi scanner bio elettronici, potessero beccare anche te che reggevi l'albo, visto che saltava di dimensione in dimensione nel multiverso della Marvel UK.
Qui spogliato della sua epicità, è solo un energumeno alieno viola  dedito all'omicidio della carne da cannone, vale a dire gli agenti shield che hanno l'unico noioso compito di farsi affettare. Un pò come i Nazisti nei film di guerra, o quelli nei videogiochi sparatutto.
Insomma per farla breve qui alla furia non trasuda nessuna ghiandola, non si chiude nessun circuito.
Al massimo ti si chiude lo stomaco nel vederla violata così, ed infilata in una sorta di sit com

Sit Com - Eccoci arrivati al punto cruciale, perchè in casa Marvel vira tutto al comico?
E' una cosa che mi chiedo sempre tutte le volte che mi ostino a rileggerla, poi rivedo i primi Vendicatri, vedo il secondo capitolo, Age of Ultron, e mi è tutto più chiaro. Perchè questo bisogno di gag continue?
I Secret Avengers di Kot non sarebbero nemmeno male, se non per il fatto che il rimo della storia fosse spezzato da continui intermezzi comici completamente fuori tema in un tipo di storia come questa.
E di intermezzi comici in realtà ce ne sono così tanti, anche nei momenti cruciali - ma ammetto che cruciale forse è un termine fuori luogo, per un fumetto rivolto ad un pubblico adolescenziale - che ti perdi il quadro di insieme, in sostanza in questi primi quattro numeri, c'è una narrazione iperveloce, ma che non lascia molto al lettore su cui riflettere. e' una lettura ipercompressa, che sembra fatta apposta per il nuovo tipo di lettura che vogliono le case editrici: "L'hai finito? Pesca un altro dalla pila non fermarti"
Secret Avengers ti si cancella dalla memoria nel momento in cui chiudi l'albo, è questo che non sopporto dei nuovi autori, c'è un tentato omicidio, si sventa l'espolosione di una bomba senziente convincendola a non esoplodere prima di aver assaggiato il gelato al caramello (giuro non sto scherzando!), e quant'altro richieda la trama di un fumetto d'avventura, ma è tutto diluito, nella nuova soluzione di fare fumetto Marvel, che secondo alcuni e cool, ma secondo me è una colossale minchiata.
Kot è bravo? Può essere che sia bravo, non so se è tanto bravo da dichiararsi pubblicamente un suo fan come fa Lavagna nell'editoriale, ma indubbiamente sa cosa sia lo storytelling, ci sono alcune sequenze mute, che effettivamente meritano encomi, ed il lavoro di Walsh alle matite è a dir poco eccellente.
Ma questo M.O.D.O.K. forzatamente  comico d'avanspettacolo? Questi dialoghi a metà strada tra albo di Bendis ed una puntata dei Robinson?
E tutte quelle didascalie che introducono i personaggi? Continuamente?
Servono davvero a qualcuno? 
Occhio di Falco: Un pò come il tizio verde alla TV. Ma più divertente.
Nick Fury: Ce ne sono due. Rassegnatevi.
Maria Hill: Ama lo Shield non ama le vacanze.

Insomma non ci siamo proprio, E questa sarebbe una delle serie imperdibili del Marvel Now oggi?
Ma io capisco me lo dica Lavagna, lo fa per lavoro, capisco me lo dica un ragazzino di 18 anni, Ma un trentenne....qui entra in gioco l'onestà, non è un prodotto per persone di una certa età, è palesemente rivolto ad un target adolescenziale, per i surfer della rete, che smanettano  col pc, il cellulare ed i videogiochi mentre leggono, è il tipo di lettura piatta e superficiale, che non richiede la minima attenzione, quella che il quarantenne oggi giorno, per giustificare la sua passione per le calzamaglie, definisce lettura da cesso.
I piu audaci improvvisandosi, pedagoghi, sociologi e si lasciano ad analisi in cui questo nuovo modo di fare fumetto è creativo, rivoluzionario, fresco, frizzante e scoppiettante, chi non la vede in questo modo è il solito talebano legato ad un modo di concepire il fumetto ormai vecchio e superato.
Insomma per noi di FP, Secret Avengers è bocciato, dai 30 anni in su.
E le cose, a vedere le immagini del prossimo futuro, non credo miglioreranno:



Baci ai pupi.


domenica 17 maggio 2015

Tutto il Kriminal minuto per minuto


Direttamente dal Salone del libro di Torino, tutto quello che avreste voluto sapere su Kriminal e ancora non vi hanno detto:

Il Nuovo Kriminal.

L’eroe più nero di sempre in una nuova seriesettimanale.

Dal 23 settembre in edicolafumetterialibreria e on-line.

Per chi non ha paura di scoprire che il presente è giàfuturo quando il futuro non promette nulla di buono.

 

Chi sono i Ragazzi Teschio? Qual è il piano del Molok? Cosascopriranno i 4occhi? Max, Antony e Sarah combattono una guerra dove la Terra e l’umanità sono il campo di battaglia.

….We are Kriminal.

Mondadori Comics annuncia la serie in cui il nero non è il colore della china ma quello dei sentimenti.

Kriminal.

Stagione 1.

18 albi da 48 pagine ciascuno. Nel formato 18 cm x 23,5 cm. A colori.

Settimanale.

In tutte le edicole, fumetterie, librerie e on-line. Dal 23 settembre 2015. KRIMINAL. La prima produzione seriale Mondadori Comics. Il primo serial comics d'azione italiano.

Il personaggio creato nel 1962 da Max Bunker, che ha segnato l’epoca del “nero italiano”, torna per una nuova generazione di lettori ad opera di un  team di autori di prima grandezza: Onofrio Catacchio e Matteo Casali ai testi e Giuseppe “Cammo” Camuncoli, Art Director a capo di uno staff di giovani artisti di caratura internazionale.

Alle matite e alle chine di “Kriminal” si cimenteranno, infatti, oltre aCamuncoli e Catacchio stessi, Andrea Accardi, Werther Dell’Edera, Antonio Fuso, Stefano Simeone, Michele Bertilorenzi, Stefano Landini, Alberto Bugiù, Ennio Bufi, Simone Di Meo, Giorgio PontrelliLelioBonaccorso, Daniele Di Nicuolo, Davide Gianfelice, Matteo Cremona, Elena Casagrande, Gianluca Maconi.

Tutte le copertine saranno realizzate da Giuseppe Camuncoli che si è occupato del character design di tutti i personaggi, della tuta diKriminal, degli studi di ambienti e location.

Ai colori delle copertine "Matt" Messina e ai colori degli interni Nicola Righi, già all’opera sul numero “zero”, distribuito in occasione dell’edizione 2014 di Lucca Comics & Games, per i disegni diCamuncoli e Catacchio e sceneggiatura di Catacchio e Casali.

Kriminal vivrà, quindi, nuove avventure nel mondo di oggi. La nuova serie, la cui produzione è ancora in corso e che arriverà nell’autunno del 2015, si basa sulla leggendaria opera di Max Bunker, ma offre inediti e inaspettati risvolti, l'apparizione di nuovi personaggi e il ritorno di leggendari protagonisti, che renderanno la storia piena di colpi di scena e densa di sangue.

Con l'avvento del nuovo millennio, i protagonisti hanno ereditato un mondo i cui sotterranei equilibri sono ancora quelli del secolo scorso.

Le crepe aperte nel potere dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, l'avvento della globalizzazione e la rivoluzione di internet, grazie alle quali l'umanità aveva intravisto la speranza di rendere il mondo libero dall'oppressione di pochi, sono state chiuse con il cemento della violenza e della paura.

Molok garantisce, con successo, lo status quo.

La rivoluzione è rinviata a una data futura.

E Anthony Logan, involontariamente e senza consapevolezza, ha messo in atto un meccanismo che i suoi presunti "figli" hanno sublimato nel "Molok".

Dunque, nuovi e pericolosi personaggi hanno raccolto la sua eredità ma tradendola, realizzando uno strumento sinistro, sovversivo e all'avanguardia, unicamente utilizzato per la conservazione di  un criminale equilibrio mondiale.

L'ultima missione di Kriminal sarà mettere le cose al posto giusto.

E dare vita a un nuovo, buon inizio.

 

Contemporaneo, scuro, livido, sporco, realistico

Kriminal non lascia spazio per i buoni sentimenti ma, allo stesso tempo, è avvincente e coinvolgente per una nuova generazione di lettori di fumetti, disillusa e disincantata dalle tante promesse mancate dei nostri tempi moderni.

Il lancio di Kriminal sarà supportato da una campagna di comunicazione pari a quella che abitualmente sostiene il lancio di una serie TV.

Ed è proprio il modello della serie TV, il suo ritmo narrativo, la sua scansione periodica, la temporalità definita della “season” che ha ispirato l’editore e gli autori nella realizzazione di questa prima mini-serie. Convinti che il pubblico casual di oggi – se attratto da una proposta di contenuti forte e coinvolgente – possa avvicinarsi al fumetto, un medium moderno e contemporaneo, come ci si avvicina ad un videogame o ad un serial televisivo.

Kriminal andrà ad arricchire il catalogo Mondadori Comics che annovera già personaggi celebri del fumetto italiano come Alan Ford, le edizioni storiche di Kriminal e Satanik (pubblicati su licenza di Max Bunker) o Ken Parker, o l’intera produzione di Bonvi con le sue Sturmtruppen, Nick Carter e altri celebri personaggi. Con questeproperty e con le collane “Historica”, “Fantastica” e “Prima”, dedicate alle avventure a fumetti di produzione europea, Mondadori Comicspubblica già 20 titoli ogni mese. Una produzione ricca ed articolata, dedicata al fumetto d’autore e popolare. Che si arricchisce da settembre di una prima e straordinaria impresa creativa originale.

sabato 16 maggio 2015

La guerra segreta della Marvel

Trova le differenze:


Osservate le due immagini qui in basso, una è stampata su una delle tante t-shirt Marvel, che hanno invaso i WallMart Americani,  sull'onda del nuovo evento fumettistico scritto da Hickman e disegnato da Ribic, chiamato appunto Secret Wars, la classica commemorazione pseudo-vintage, di vecchie cover di vecchi albi Marvel, la seconda è la copertina originale di Mike Zeck, sul primo numero dell'albo Secret Wars edito a metà degli anni 'ottanta erroneamente etichettato come il primo cross-over della storie del fumetto americano.
 In pratica, la prima immagine dovrebbe commemorare la seconda.
Ma riuscite a vedere le differenze? Nella prima mancano gli X-Men, i Fantastici Quattro, sostituiti da altri eroi, in un collage di immagini anche fuorviante, Devil, Black Panther ed Iron Fist, nelle gierre segrete originali manco c'erano.




















E' già da un bel pò di tempo che si parla delle scelte editoriali di Mamma Marvel, per quel che riguarda la promozione dei suoi personaggi.
Ormai anche i più fedeli al marchio, ed ai suoi eroi di carta deve convenire ed ammettere che la recente invasione Inumana nel Marvel Universe sia il risultato di una strategia di mercato, mirata per sostituire i mutanti, ed anche gli altri characters che in qualche modo non rientrano nei diritti di uso dei Marvel Studios.

Un pò di storia.

Alla fine degli anni '80 Mamma Marvel ha vissuto la sua grande depressione, non parliamo in termini qualitativi, ma proprio economici, furono anni quelli, in cui la casa editrice di Cap e Peter Parker rasentando la bancarotta, per fare cassa vendette in giro un pò di licenze cinematografiche, d'altronde al contrario della DC acquistata nella sua integrità dal colosso Warner, Mamma Marvel era rimasta fuori da questo nuovo mercato, una situazione che aveva inciso per altro, sulle vendite dei suoi albi.
E' il caso di aprire una piccolissima parentesi per una maggiore chiarezza: nel 1989 infatti, la DC confluì nel gruppo Warner, l'acquisizione, permise alla divisione cinematografica della Warner di realizzare le pellicole di Batman, i cui primi due capitoli firmati da Tim Burton per esempio lanciarono per sempre il cavaliere oscuro nel personaggio più importante in termini di Merchandising, la Batman-mania seconda solo alla Peanuts Mania, che seguì quel successo ai botteghini fu una delle cause dei cali delle vendite delle letture Marvel, una maniera differente di vedere i super-problemi di quei supereroi.
Insomma chiudendo la parentesi, fu così che per fare cassa Mamma Marvel, incapace economicamente di fondare una personale etichetta cinematografica, vendette a vari studi cinematografici i diritti di utilizzo di molti dei suoi personaggi, nella speranza che questi promuovessero indirettamente i suoi albi.

Ma per vedere un film di successo con protagonista un character Marvel toccherà aspettare il 1998 con Blade, l'ammazzavampiri. Al resto del palco dei personaggi, non si potevano attribuire grossi risultati.
Il film sui Fantastici quattro non fu mai distribuito, quello su Capitan america del 1990 sarebbe stati meglio avesse avutola stessa sorte, ed escludendo il lisergico Howard ed il destino del mondo, con protagonista il papero creato da Gerber  si poteva affermare che la manovra aveva si probabilmente fatto respirare i capoccia Marvel, ma in termini di promozione la cosa si era rivelata un enorme fallimento.
Inoltre ormai la frittata era fatta, le licenze di personaggi di punta come X-Men, Fantastici Quattro e Spiderman, per fare degli esempi elitari erano perse, salde nelle mani di colossi come Fox e Sony.

La situazione oggi.

Poi Mamma Marvel è risalita nel mercato, e nel 2006 forte di una posizione economica di vantaggio, ha deciso di sfruttare al meglio le tecnologie hollywoodiane per creare una linea di film con i suoi personaggi, ed ecco che sono nati i Marvel Studios e le prime pellicole, come per esempio il primo Iron Man.

E qui casca l'asino.

Ma gli altri? Non vi siete mai chiesti per esempio come mai Spiderman , Wolverine e il resto degli X-men fossero sempre fuori dalle pellicole etichettate Marvel Studios?
Vi siete mai chiesti come mai, in una struttura citazionistica densa di Easter Egg, estesa a tutte le pellicole Marvel, mancassero sempre riferimenti a Reed Richards o il povero Logan?
Perchè per esempio Stark usa un prototipo dello scudo di Cap come appoggio alla struttura del suo nuovo reattore ARC, ma non incrocia mai il tessiragnatele durante i suoi voli trai grattacieli di New York?
Perchè per esempio nei primi Vendicatori, nell'epica battaglia a centro di new york contro gli invasori alieni, non compare nemmeno in un fotogramma il povero Peter?
D'altronde molti si sono chiesti i motivi per i quali nei Vendicatori al cinema mancassero sia Logan che Spidey, protagonisti del rilancio in edicola della testata Avengers ai tempi della gestione di B.M.Bendis.
Semplice, perchè per contratto, la Marvel non può usare al cinema personaggi di cui ha venduto a terzi l'utilizzo cinematografico.
Ma davvero non vi siete chiesti come mai Logan sia morto?
O come mai ormai gli X-men come serie, sia territorio sperimentale allo sbando?
O ancora per quale motivo la testata Fantastic Four abbia chiuso?
Mercato. Impossibilitata a riprendersi i propri eroi, la Marvel - che nel frattempo è entrata a far parte del gruppo Disney, affacciandosi prepotentemente su un mercato ben più vasto che va dai cartoni animati, all'abbigliamento, passando per giochi e giocattoli per tutte le età - Ha deciso di affondarli.
Ed il termine non è melodrammatico.
In un momento storico in cui la serializzazione televisiva e cinematografica di saghe fumettistiche  si  rivelata ben più redditizia del media fumetto stesso, la Marvel ha deciso di affossare quella sua fetta di personaggi, la cui vendita avrebbe fatto il vantaggio di Sony, e Fox, per citarne due. Ma c'è anche la Universal che detiene per esempio i diritti di Namor.
Altro characters che non a caso ha intrecciato le sue storie con quelle di Summers e co.

In sostanza  quali i vincoli dei contratti? Ed in che modo conoscerli può aiutare a capire iniziative come la morte di Logan, la chisura di F4 o la vendita di magliette taroccate come quella lassù in cima?
La Sony Pictures detiene i diritti dellìuso cinematografico di Spiderman e dei suoi comprimari nonchè dei suoi nemici, Venom per esempio.
Facciamo l'esempio più lampante: La 20th Century Fox detiene i diritti di uso cinematografico degli dei Fantastici Quattro e del loro universo di comprimari, da Galactus, agli Skrull, a Silver Surfer, degli X-Men, e dei loro comprimari e dei loro villains, la Fox detiene inoltre il diritto dell'utilizzo del termine Mutante, ecco il motivo perchè, in casa Marvel-Disney, gli Inumani hanno preso così piede.
Il contratto prevede la perdita della licenza solo nel caso in cui la Fox (visto che abbiamo cominciato con loro finiamo con loro) smetta di fare i film sugli X-Men, in quel caso, la Marvel può riappropriarsi delle sue creature, ed è qui il nocciolo della strategia demolitiva Marvel.
E' volontà della Marvel smettere di promuovere certi characters, in modo tale che per le altre case cinematografiche risulti rischioso portare sul grande schermo un film con personaggi caduti nel dimenticatoio.
Ecco perchè da lettori, ci troviamo di fronte ad alcune fastidiose realtà:
L'anarchia creativa alla base del nuovo film dei Fantastici Quattro della Fox, per dirne una, il reboot, con una Torcia Umana di colore che sostituisce Chris Evans, l'attuale Capitan America, probabilmente, ma questa è una mia supposizione, senz aalcun fondamento, bloccato in termini contrattuali dalla Marvel.
O il macello in termini di continuity creato dagli autori del film X-Men First Class.
Questa confusione licenziataria poi, in seno ad un universo narrativo che faceva della sua struttura solida, il suo marchio di qualità, ha dato vita a situazioni che rasentano il ridicolo:
Quicksilver in quanto Mutante e Vendicatore, può essere utilizzato sia dalla Fox che dai Marvel Studios ma ci sono delle restrizioni, per il Marvel Studios Pietro è un Inumano, e al cinema il suo personaggio non deve nè essere accostato per nessun motivo a Magneto, il mutante signore del magnetismo, che di fatto nei fumetti Marvel è suo padre, nè essere additato come un mutante, una genia, che cinematograficamente è di proprietà della Fox.
Per contro in casa Fox l'utilizzo di Scarlett e Quicksilver nelle loro pellicole
Vi sono più chiare adesso alcune mosse editoriali della Marvel, che gli zombi vogliono necessariamente evedere come evoluzione?
Nessuna evoluzione, semplice strategia di mercato, volta all'invalidare il valore di mercato di una serie di plot e personaggi venduti anni fa ad estranei.
E se non basta la maglietta lassù in cima a convincervi della cosa, andate a leggere i rumors, che parlano del destino dei mutanti alla fine delle Guerre Segrete di Hickman.
Baci ai pupi e buona domenica.




lunedì 11 maggio 2015

Il fumetto al salone del libro di Torino

( Errata corrige aggiunta il 12.5.2015: l'incontro con Viola Supernova avverrà Venerdì non Giovedì. Mi scuso per il disservizio! )


Quest'anno  il salone del libro di Torino rischia di essere più appetibile di Torino Comics, l'iniziativa Cross Over si annuncia come una interessante vetrina di scambi in cui i protagonisti del fumetto italiano contemporaneo scambieranno opinioni  con i lettori, con un dialogo corale su quel che è oggi il fumetto, e sulle nuove tecnologie che stanno trasformando la nona arte.
Tra gli ospiti annunciati: Zero Calcare, Roberto Recchioni, Leonardo Ortolani, Giacomo Bevilacqua, che insieme a Zerocalcare sarà protagonista di un laboratorio in cui grandi e piccoli potranno apprendere alcuni segreti sul come creare un fumetto,
Ma per i nordici con la possibilità di arrivare al salone del libro di Torino, è bene ricordare anche gli altri appuntamenti:

Giovedì 14 con l'editore di Tunuè, si farà il punto sulle evoluzioni tecnologiche adottate nel processo di creazione del fumetto, un tema importante all'interno della manifestazione.
Il self publishing, la guida alla pruduzione di un fumetto dal suo concepimento allla sua distribuzione, sarà l'argomento dell'incontro Viola Supernova.

Venerdi 15 alle 16,30, c'è l'incontro con ZeroCalcare, candidato al premio strega con la sua graphic novel Dimentica il mio nome.

Sabato 16 per esempio si parlerà si Materia e Bing Bang, grazie al progetto Comics&Science, l'autore Tuono Pettinato e l'astrofisico Gunthar Barghel, ci accompagneranno in una visita guidata del CERN.
Gunthar Barghelt, non esiste balordi, e se non sapete chi sia non siete manco degni di stare su questo blog. ma ci sarà un astrofisico per davvero: Amedeo Balbi.
Domenica 17 alle ore 12,30 gli autori del nuovo Kriminal, parleranno al publico della nuova versione del personaggio creato negli anni'60 da Max Bunker.
Alle 15,30 invece Richard McGuire presenta con la Rizzoli Lizard, l'interessantissimo HERE.
Arriva infatti in Italia, quello che per molti è considerato uno dei più importanti esempi di racconti brevi della storia del fumetto: Here è una graphic novel che racconta di un luogo, un angolo di un salotto di una casa americana, in cui delle istantanee della vita si sovrappongono, in un intreccio di eventi che travalicano le barriere del tempo, pubblicato per la prima volta sulla rivista di Art Spiegelman, RAW, Here è uno dei titoli più attesi in Italia. Un altro colpo gobbo dei signori della Rizzoli Lizard, una pubblicazione che arricchisce sicuramente un catalogo già altamente prestigioso.
 



Alle 18.30 invece Leonardo Ortolani, il creatore di Ratman e Venerdì 12 , parlerà ai suoi fan
Uno dei temi di tutta la manifestazione sarà il festeggiamento dell'anniversario della nascita della Divina Commedia di Dante Alighieri, nell'area dedicata alla nona arte grazie agli autori Alessio D'Uva, Filippo Rossi ed Astrrid, avremo la curiosa possibilità di sentire Beatrice parlare di Dante.

Per chi vuole saperne di più:
http://issuu.com/salonelibro/docs/progrlabs2015taglio_adultial25-04
http://www.salonelibro.it/it/

Baci ai pupi

venerdì 8 maggio 2015

Una precisazione su Spirit

Bah i commenti sotto il precedente post su Spirit del responsabile editoriale di Lineachiara, mi hanno messo talmente di malumore che non avete idea, non tanto per i contenuti, dopo tutto è normale che in una discussione A abbia una tesi e B, ne abbia una diametralmente opposta, sono infastidito piuttosto perchè quei commenti tentano di  farmi passare per un hater ignorante con chissà quale fine oscuro. Ho bisogno di esorcizzare l' incazzatura chiudendo il cerchio; d'altronde inalberarsi così tanto solo perchè ho fatto notare ai lettori che, un conto è quello che si dice di questo Spirit Lienachiara, un conto è quello che effettivamente è, beh è un segnale di pochezza tipica da web.
'Sto web maledetto - oh per amor di dio -  uno strumento fantastico, uno può svegliarsi una mattina e minacciare di morte Slott, per aver creato Superior Spiderman, oppure con la stessa facilità può contattare Whedon e dargli del maschilista, perchè nella caratterizzazione della Vedova Nera pecca di misoginia, dipingendola come una femme fatale e nulla più, in pratica l'unica cosa del film fedele ai fumetti. 
Eppure sto web maledetto, quanti re che mi sta sbattendo davanti agli occhi,nudi, esponendomene i mille difetti. 
Ecce bombo. 
Proprio.

Evidentemente il termine "paraculo" non è andato giù al sig. Lineachiara, che poi con tutta calma si è preso i suoi spazi ed ha dato una lezione sull'editoria nello spazio riservato ai commenti.
Se avesse parlato così tanto e così chiaramente prima, nei vari pomposi annunci precedenti, forse, il pezzo su Spirit avrebbe avuto altri toni. 
Magari poteva dire da subito che "L'edizione lineachiara continuerà la ristampa delle tavole di Spirit da dove interruppe Kappa Edizioni, con la differenza che  nostri volumi saranno più piccoli ed in bianco e nero" Invece che dire "Lineachiara continuerà il lavoro cominciato dalla Kappa Edizioni nel rispetto dei tanti lettori che hanno investito soldi sui vecchi volumi degli Archivi."
Perchè poi io ne ho sentito un paio di questi lettori, mica si sentono tanto rispettati.
Sarebbe stato un tantino più chiaro come concetto, meno sibillino, ecco pure sibillino non è piaciuto molto al signor Lineachiara. 
E  per quel che riguarda i nuovi clienti? Beh avrebbe potuto dire in giro per la rete: " La ristampa di Spirit Lineachiara comincerà non dai primissimi lavori di Eisner datati 1940,  - come sarebbe logico, magari per un nuovo cliente , la cosa è scontata, che si cominci con l'inizio e si termini con la fine - bensì dal materiale lasciato inedito da Kappa Ed, ossia il 1948, otto anni dopo. Il materiale precedente, sarà poi ristampato tutto in un ordine cronologico tutto nostro, ai nostri tempi."  
Invece si è lmitato a dire "Torna una dei fumetti più importanti della nona arte in una nuova edizione economica!" Non è esattamente la stessa cosa.

Quando mi ritrovo coinvolto in queste spiacevoli situazioni mi ricordo sempre una scena di uno dei miei film preferiti:
Seduto sugli spalti a bordo vasca in accappatoio e cuffia, Michele Apicella inveisce contro una giornalista che non sa parlare, al punto che la schiaffeggia, per poi urlarle in faccia che le parole sono importanti. 
Ecco sig. Lineachiara, le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male, e poi sbrocca in rete, su un blog che seguono quattro gatti con la passione per la critica sterile.
Buona vita, baci ai pupi.