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domenica 3 febbraio 2013

L'arte di Lorenzo Mattotti

Superman contro He-man....tzè ma come mi e venuto in mente di propinarvi 'na roba così?
E' prorpio vero che col senno di poi, quello che al momento ci pare una cosa bella da fare o dire, poi con un diverso tipo di occhi ci sembra una cazzata pazzesca...ma inutile piangere sulla recensione versata, ormai ve l'ho proposta! meno male che è stata visionata poche volte! 
E meno male che col tempo, a fumettopènia, mi sono circondato di gente che ogni tanto si concede letture più elevate,  certo anche questo volume non è di facile reperibilità, e da come ne parla Dario, forse è quasi una fortuna, fu pubblicato su quella sottovalutatissima collana di Repubblica di qualche tempo fa: che ahimè durò solo 10 numeri ma che pubblicò titoli interessantissimi come Palestina di  Joe Sacco, Città di Vetro di Mazzuchelli e Blankets di Craig Thompson, (occhio, tra glia ltri figurano anche Igort e Spiegelman però).
La verità è che io sono in un periodo di analfabetismo puro, leggo, tanto e disordinatamente, ma non riesco a mettere giùù una riga degna d'essere letta.
A proposito di proposte, rubo un attimo la scena per consigliarvi due visioni:
L'adattamento a cartoni animati di BATMAN YEAR ONE, la miniserie di Frank Miller, quando Miller sapeva ancora scrivere, che rivisitava le origini del cavaliere oscuro. 
Il cartone della Warner è abbastanza fedele al fumetto originale, e stilisticamente è decisamente appetibile, per ora non esiste la versione italiana, speriamo che qualcuno si degni di doppiarlo nel nosro idioma.
Secondo, anche questo in lingua originale per ora,  è il comic-motion Thor & Loki Brood Brother, in pratica è l'adattamento della miniserie di Rodi - Ribic, ormai introvabile, che qualche tempo fa fu riproposta sulla collana della Gazzetta dello Sport, Dark Side, i disegni di Ribic vengono stupendamente digitalizzati ed animati dallo studio Magnetic Dreams, ed il risultato è, un insolito videobook veramente apprezzabile.
Bene ho rubato abbastanza spazio al caro Dario, che si è letto (o riletto?) Fuochi e le altre Storie.
E questa è la sua opinione nuda e cruda.
Buona lettura.






Non tutte le ciambelle riescono col buco. Oppure riescono col buco ma non tutte hanno lo stesso sapore, almeno per il mio palato.
La Graphic Novel Fuochi, scritta e disegnata da Lorenzo Mattotti è considerata una specie di spartiacque nella narrativa adulta italiana. La storia presentata dall'autore si slega dalla narrazione tradizionale e lineare per affacciarsi su territori quasi inesplorati dal fumetto italiano (parliamo dei primi anni ottanta). Elementi visionari, consequenzialità incerta e sperimentazioni rendono l'opera sicuramente fuori dal comune senza rinunciare completamente a uno storytelling fruibile, a metà tra racconto e sogno, accadimento e visione. Una sequenza di eventi da interpretare e, volendo, analizzare. Non siamo di certo di fronte alla classica storia d'avventura, al racconto d'appendice o al fuilletton più classico.
Inoltre le illustrazioni (riduttivo chiamarli disegni) di Mattotti contribuiscono in maniera decisa a rendere l'opera un fumetto fuori dal coro. Si inizia con una corazzata, la Anselmo II, che giunge sulle coste dell'isola di Sant'Agata. L'ufficiale in comando vuole vederci chiaro su strane dicerie e misteriosi accadimenti legati all'isola e che hanno portato alla scomparsa di alcuni mercantili. I primi a sbarcare sull'isola sono il Tenente Assenzio e la sua squadra.
Fin dalle prime tavole al lettore vengono proposti elementi onirici, sogni, o semplicemente accadimenti reali ma incomprensibili. Strane apparizioni e fenomeni inspiegabili coinvolgeranno in prima persona il Tenente che, vignetta dopo vignetta, verrà coinvolto in una spirale di strana follia.
 
Le tavole di Mattotti sono realizzate a pastello a olio con tinte decise a creare diversi contrasti forti tra rossi e neri e ad avvolgere la storia tra ombre soverchianti la luce e sprazzi ambigui a tratteggiare fuoco e fuochi. Le vignette sono lì per essere guardate e riguardate, i tratti (che proprio tratti non è la parola giusta) richiamano vagamente varie correnti dell'arte pittorica e hanno una bella resa visiva che migliora ancora nelle storie successive. Insomma, presentato così questo Fuochi sembra avere le giuste prerogative per essere una bella storia, anche ben disegnata. Bene, io devo dire di averla trovata una vera noia. Per quanto Mattotti sia considerato tra i grandi autori del fumetto italiano, almeno per queste tre storie (Fuochi, Zona Fatua e Caboto) non mi snto di incensarlo più di tanto. Non ho trovato in queste tavole nè un coinvolgimento emotivo seppur vago, nè un'empatia con i personaggi, nè momenti particolarmente avvincenti. Forse la mia sensibilità è scarsa, forse narrazioni meno convenzionali non fanno per me (eppure amo Moore, Morrison, David Lynch e chissà quale altro matto), forse, forse. Forse Fuochi non è così eccezionale, potrebbe essere un'ipotesi.
Il volume è occupato solo per un terzo dalla storia citata nel titolo. Il lato artistico prosegue con una certa coerenza nella seconda storia, con scelte cromatiche più vivaci e varie per culminare al meglio nella conclusiva Caboto. Può piacere o può non piacere, la bravura di Mattotti non si discute. Di contro la narrazione (non sua nelle ultime due storie) continua a non convincermi, la lettura dell'ultima storia non l'ho neanche portata a termine. Sono aperto a qualsiasi illuminazione. Fatevi avanti.

1 commento:

  1. Questo pezzo mi varrà antipatie varie.

    Dove si trova il cartone di Batman Year One?

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