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lunedì 4 agosto 2014

Gli Archivi del Fumetto. L' intervista ai curatori.



E torniamo a parlare di Golden Age, in passato, chi segue il blog sa che abbiamo affrontato questo argomento, in toni un pò polemici però, lo ammetto, stavolta lo facciamo con termini più pacati, grazie anche al prezioso aiuto del buon Danilo Panicali che ha buttato giù alcune domande per i curatori, Daniele Tomasi e Cesare Giombetti, di quella che -a mio modestissimo parere- è la miglior antologica italiana, per quel che concerne  i fumetti della cosiddetta Golden Age Americana. Curata nei minimi dettagli e costruita con innegabile gusto per quel che riguarda la scelta del materiale proposto.
Prima di cominciare un paio di Link sullopera, che è  giunta proprio in questi giorni al secondo volume :
  
questo è lindirizzo del sito delleditore, dal quale è possibile ordinare i volumi.


Questo è il link alla pagina Issuu delleditore dove è consultabile unanteprima del secondo volume, e dove è visionabile integralmente il primo numero, in cui cè un ricco apparato redazionale che spiega anche i certosini passaggi dei restauro delle tavole, perché questa è una cosa da far notare ai lettori interessati, il restauro delle pagine dei vecchi fumetti che trovate ne Gli Archivi del Fumetto, in Italia non ha rivali.
Credo di avervi detto tutto vi lascio alle domande di Danilo ed alle risposte di Daniele e Cesare.
Baci ai pupi.

1) Dietro a un progetto del genere ci deve essere una grande passione per il fumetto, quando avete deciso di trasformare questo amore in un lavoro?

CG: Io non l'ho mai deciso. Ho sempre lavorato in altri settori. A un certo punto della mia carriera però, dopo una laurea presa per passione e senza idea di voler lavorare nel campo dei fumetti o delle traduzioni, ho scritto alla Planeta DeAgostini per ringraziarli del fatto di aver portato la DC in Italia (erano gli albori, prima di capire quale sarebbe stato l’andazzo…) e buttando lì (non proponendomi ufficialmente, ma proprio buttando lì) la possibilità di una collaborazione. E accettarono. Da lì tutto ebbe inizio.

DT: Durante le scuole medie, credo. Ho sempre amato disegnare e ho sempre amato i fumetti. Quando avevo 10 anni iniziai a collezionarli, e durante la terza media decisi di iscrivermi al Liceo Artistico per imparare a disegnare, in generale, e a fare fumetti. Ricordo che il primo giorno al Liceo ci fecero riunire in uno stanzone, a noi iscritti delle prime classi, chiesero a uno a uno quale motivazione ci avesse spinti a iscriverci a quella scuola, e io dissi la mia. Su un centinaio di ragazzini solo tre, tra cui io, avevano un motivo mirato a studiare e imparare per fare un lavoro.

2) La domanda è d'obbligo, quali sono i criteri di scelta dei diversi personaggi?

CG: Disponibilità opere e gusti. Ma prima gusti...

DT: Innanzitutto dev'essere un personaggio o un ciclo di storie che amiamo, vuoi per il personaggio, vuoi per gli autori. Poi ci deve essere la possibilità di poter pubblicare l'intera opera, anche se in un lungo lasso di tempo.

3) Rileggendo ora queste storie emerge quella semplicità e se vuoi, quella ingenuità propria di un'epoca ormai lontana...ritenete queste opere fruibili solo da un pubblico di appassionati o pensate che possano attrarre anche le nuove leve?

CG: Per me è assolutamente nicchia. Senza se e senza ma. I giovani considerano antiche anche le cose di 20 anni prima (e forse anche 10... o 5...). Adesso si vedono comparire varie ristampe d'antan (Prince Valiant, Flash Gordon ecc.) per un'ultranicchia, ma non ultra quanto la nostra. Si tratta di cult e di opere apprezzate tempo fa in Italia e ricercate e non di personaggi semisconosciuti e storie più piatte rispetto a quelle di Foster o degli altri grandi maestri. Queste, secondo me, si rivolgono alla nicchia dell'ultranicchia.... Con questo non dico di non comprare, ci mancherebbe. Anzi. Non mi aspetto folle oceaniche, ma invito tutti a provare questo magico Mondo Dorato. Stiamo facendo un lavoro di recupero storico mastodontico. Sostenete questa band, dunque!

DT: In realtà i personaggi dentro la rivista sono vari. Ci sono dei supereroi con storie piuttosto lineari e semplici senza grandi caratterizzazioni, brevi storie sul mistero e il soprannaturale che giocano con l'animo di personaggi piuttosto ben caratterizzati, brevi storie umoristiche senza sofisticazioni. Sono godibili sia da chi le guarda come realizzazioni abbastanza sconosciute - per il lettore italiano – di molti anni fa, sia da chi le legge semplicemente come fumetti nuovi – almeno per lui – e quindi interessanti in quanto differenti dal solito.

4) Quali sono i progetti in cantiere e le principali novità?

CG: Insieme c'è ancora in sospeso “Continua...” che, chissà, magari continuerà (appunto…), “Archivi” e i volumi correlati. Tutto sempre con ritmi lentissimi dati dal fatto che sia io che Dan abbiamo il 120% del tempo già impegnato...

DT: Il progetto “Archivi” prevede la pubblicazione dei volumi di ogni personaggio presentato nella rivista che abbia avuto una serie. Alcuni, vista la quantità di materiale, saranno pubblicati pian piano in tanti volumi cronologici. Per quelli con bibliografie ridotte saranno invece sufficienti uno o due volumi. Dentro la rivista compariranno anche storie singole, per le quali non sono previste ristampe in volume. Questo, dal punto di vista del collezionista e dell'appassionato, rende i numeri della rivista stessa molto interessanti.
Per quanto riguarda questi mesi finali del 2014, si lavorerà sulla realizzazione del terzo numero, che chiuderà il ciclo di presentazione di questo gruppo di sei personaggi.
Nel 2015 la rivista cesserà - tornerà più avanti con la presentazione di altri personaggi e altre storie non ristampabili in volume - e le energie saranno concentrate sulla realizzazione dei volumi dedicati a Dr.Drew, Little Angel e Woman in Red – e forse anche Scarab.
Per il 2016 è previsto un volume dedicato a... qualcosa di cui è ancora presto parlare.
P.s.: “Continua...”, pur se a intervalli irregolari, continuerà sinché io sarò vivo.

5) E tu quale personaggio preferisci?

CG: Fighting Yank, senza dubbio, fra quelli che abbiamo pubblicato. Kitsch come piace a me!

DT: Quelli che ho scelto e curo io – Dr.Drew, Man in Black e Little Angel – li amo tutti allo stesso modo, senza preferenze. Tra quelli scelti da Cesare, direi Black Terror perché ha il costume più affascinante.










6) Quali sono state le principali difficoltà del progetto? Oltre naturalmente alla rimessa a nuovo delle tavole? reperibilità dei materiali, traduzioni...

CG: Reperibilità materiali, anche traduzione per certi arcaismi, ma, soprattutto, e infatti il grosso del lavoro e del merito va a Dan, il restauro, che, per quanto ne so, Dan pratica ai più alti livelli al mondo.

DT: Grazie, Cesare.
Per me la difficoltà nel restauro è stata iniziale, c'è voluto tanto studio e tante sperimentazioni che mi hanno portato a trovare un procedimento digitale che consente di recuperare bene i disegni e i colori. Adesso è una questione di precisione e di tempo, ci vuole manualità e pazienza nell'aggiustare tutti gli errori tipografici e le distrazioni di colorazione, come spiegato nel lungo articolo del primo numero della rivista.
La traduzione non è difficile, io tendo a essere letterale, e talora si trovano dei giochi di parole o dei riferimenti che si risolvono comunque con un po' di ricerca, e quando serve vengono spiegati nelle note della rivista.
La vera difficoltà è trovare materiale di qualità da elaborare. In Internet ci sono scansioni delle pagine che a volte sono ottime, a volte sono scarse, e a volte non ci sono proprio. Si cerca di sopperire comprando albi originali da scansionare a 1200 dpi, però spesso è difficile trovarli, e talora sono molto costosi anche quando sono in cattive condizioni di conservazione. Quelli economici li compro, e ogni tanto faccio una pazzia e compro anche roba ad alto prezzo ma difficile da trovare. Per esempio ho pagato quasi 200 euro un albo che contiene la prima storia di Man in Black, ma era proprio necessario – era introvabile - e comunque lo considero un piccolo investimento economico. È per questo motivo, per la difficoltà di trovare tutto, che i personaggi con bibliografia lunga, come Black Terror e Fighting Yank, avranno bisogno di molto tempo per vedere completata la loro edizione integrale in volumi. A meno di non trovare la collaborazione di qualche collezionista ben fornito che ci possa aiutare.

7) Un'opera del genere ha bisogno anche di un apparato redazionale adeguato, come reperite le informazioni per scriverli?

CG: Passo la palla a Dan. Per ora se n'è occupato lui.

DT: Io sono un collezionista e anche un appassionato di storia del Fumetto, per cui ho una discreta biblioteca di saggistica, e poi c'è quella grande e meravigliosa fonte di informazioni che è Internet.

8) Perché consiglieresti la lettura dei tuoi volumi?

CG: Per "completismo", per passione (se ti appassiona quello stile o quel periodo) o per “documentarismo” se hai un approccio storiografico.

DT: Per i motivi di scelta delle serie e dei personaggi: storie e disegni interessanti, affascinanti, di qualità.
Per il metodo scelto nella cura editoriale: ristampa integrale della bibliografia.
Per il metodo scelto nella cura grafica: stampa in grande formato di tavole restaurate per godere a pieno delle capacità artistiche dei disegnatori.

9) Vi facciamo i conti in tasca: esperienza in attivo o lottate per rientrare dei costi?

CG: Ripasso la palla a Dan, visto che la casa editrice è sua e spiegherà meglio intenti ecc. Dico solo che chiaramente si tratta di lavoro volontario fatto SOLO per passione e per gli appassionati.

DT: Ci era chiaro sin dall'inizio che i lettori sarebbero stati pochissimi, ma noi realizziamo questo progetto innanzitutto perché vogliamo che queste edizioni esistano, quindi per noi stessi. Per evitare di fallire si è quindi scelto: di stampare in digitale su tirature limitate; di stampare solo in funzione di abbonamenti e di prenotazioni, quindi con quantità di poco superiori al richiesto; di tenere dei prezzi che consentissero di non andare in rosso, anche senza guadagnare nulla, e di reinvestire quel poco che fosse stato in attivo nell'acquisto di albi originali; di eliminare le spese e i rischi legati alla distribuzione libraria rinunciandoci e vendendo solo su internet con pagamento diretto. Riguardo a quest'ultimo punto, non significa che un libro non possa andare in libreria, significa solo che il libraio lo deve ordinare direttamente alla casa editrice, essendo cosciente che il margine di guadagno sarà comunque ridottissimo, sia per la libreria che per la casa editrice.

10) Trattandosi di serie senza diritti, non avete paura che qualche colosso subodorando l'affare ve le sottragga?

CG: E come no... dovrebbero trovare qualcuno disposto e capace a fare lo stesso lavoro di restauro. Quello fa la differenza e non rende conveniente l'“affare”.... Dunque non credo proprio... Nel caso, ne avrebbero diritto. Si sottrae qualcosa che appartiene a qualcuno. Questo è pubblico dominio, ergo...

DT: Non credo che ci sia un rientro economico per una casa editrice normale, è qualcosa che prende tempo e energie senza assicurare le vendite, quindi qualcosa che possono fare solo dei pazzi appassionati come noi. Ma se volessero, potrebbero contattarci e troveremmo un modo per collaborare. Tenendo conto, però, che ci sono delle cose imprescindibili, per esempio la stampa in grande formato, cosa che le attuali case editrici non fanno per risparmiare. È imprescindibile perché uno dei nostri obiettivi, come detto, è fornire agli occhi del lettore la gioia di vedere bene la maestria nei disegni e nelle inchiostrazioni di grandi artisti del Fumetto.

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