Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 19 aprile 2013

A qualcuno piace giallo

Ho avuto anche io la mia parentesi manga,ci mancherebbe, per un lettore di fumetti, è un passaggio fisiologico, è come il chiodo per il punk, la fascia di lutto sul braccio per Cobain, è una cosa fisiologica come scrivere sulle piastrelle del cesso della scuola "I'm the Lizard King i can do anithing" "intanto poi sei stato bocciato, perchè in classe le poche volte che ci entri fai solo casino, bel re del cazzo che sei" così mi disse mio papà a fine anno, era il 1995 o giù di li.
E credo che più o meno abbiamo letto le stesse cose:
Dragon Ball, le due Video-Girl, Slam dunk, One Pound Gospel, LoneWolf and cub, 20th Century Boys, la prima Alita e per un pò ho letto anche Gantz, veramente accattivante poi però l'ho interrotto.
Comunque ormai del panorama nipponico, mi trascino  dietro solo due serie, più che altro per inerzia, perchè comunque, sono lo spettro di quel che erano in passato: Berserk, ormai un noioso videogioco e  la seconda serie di Alita decisamente inconsistente per quel che riguarda la trama.
L'altro giorno poi approfittando, di un buono sconto alla Feltrinelli di 5€, mi sono deciso a tornare nipponia.
In verità sono stato quasi un'ora a decidere cosa prendere, alla fine la mia scelta si era ridotta a tre volumi, anzi quattro: i primi 2 di Zerocalcare, più che altro perchè in pratica sono l'unico che ancora non ce li ha, Armi di persuasioni di massa di B.Gladstone e J. Neufeld, un interessantissimo fumetto/saggio  sui mezzi d'informazione edito da Rizzoli, che ad essere sincero, prima che mi cadesse l'occhio su Nonnonba, era l'unica cosa che davvero mi stuzzicasse in libreria.
Poi però memore delle belle parole che ci ha speso Orlando su Fumetti di Carta, mi sono lanciato verso la cassa con il mio bel manga sottobraccio senza più alcun dubbio.
 Ed è stata più o meno così che ora voi vi ritrovate a leggervi questo commento sull'opera di Shigeru Mizuki.
Diciamo subito che Nonnonba, è stupendo, ed è stupendo sotto talmente tanti di quegli aspetti, che non saprei nemmeno da dove iniziare.
Dal tratto semplice dell'autore? Così dannatamente semplice? Così dannatamente espressivo?
Stiamo li a menarcelo sullo Storytelling, sul widescreen comics, leggiamo di autori che intavolano incidenti con raggi gamma, complotti alieni, combattimenti titanici, e poi arriva questo vecchietto, con la sua matita, e disegna 400 pagine o giu di lì, che ti strappano sorrisi con la facilità con cui lo farebbe un intimo amico.
E non solo quelli, e sta qui la sua bellezza, perchè Nonnonbà non fa solo ridere, fa sospirare, fa emozionare.
Il titolo è fuorviante "Storie di fantasmi giapponesi", potrebbe sembrare l'ennesimo manga sul filone di Slayer di Kusonoki, o Ushio & Tora, ma no, ma manco per niente, non è il solito fumetto che basa la sua trama sulle moltissime favole giapponesi, cultura che tra l'altro, gode di un immaginario ectoplasmatico molto fervido, non è un horror.
Al contrario è uno spaccato dell' infanzia dell'autore stesso, un uomo che non ha mai voluto fare altro nella vita che raccontare storie disegnandole, gli spettri sono solo un delizioso contorno, che restano nelle ombre manifestandosi di quando in quando.
Non saprei nemmeno se ha senso parlarvi della caratterizzazione dei personaggi, sono talmente veri, che è come se volessi dare un voto sul characters di mia nonna, o mio papà, o mio fratello, sono semplicemente veri.
La famiglia di Shigeru, l'adorabile Nonnonbà stessa, gli amici, e gli altri personaggi che orbiteranno intorno alla sua vita in queste 400 pagine, sono talmente umani che sembra ridicolo parlare di caratterizzazione dei personaggi. 
Credo che questo adorabile vecchietto, che stando a wikipedia ha 91 anni ed è vivo e vegeto, sta a Sakaiminato e al giappone come Moore sta all' Inghilterra, è una sorta di celebrità che nella sua città natale può persino contare l'onore di avere una via  a suo nome costeggiata da statue di bronzo ispirate ai personaggi delle sue opere, 91 anni e non ha mai perso la sua passione per il disegno e la volonta di fare fumetti, nonostante la vita gli abbia portato via un braccio durante gli anni della guerra e lasciato un bel pò di fame e miseria in quelli neri successivi all'olocausto nucelare.
Insomma Nonnonba è bello, è deliziosamente illustrato, il volume è di ottima fattura e gode di un introdizione  appetitosa di paolo Interdonato, che non conosco ma che già odio per quanto scrive bene, e merita tantissimo di esser preso in considerazione nei vostri prossimi acquisti. E se non vi basta il fatto di vedermi fomentato per un fumetto, e voi sapete quanto raramente questo succede, vi segnalo che il volume è stato insignito del premio di Miglior Album al festival della Bande Desinee di Angouleme nel 2007.
Quindi non sono il solo che si è fatto incantare dalla matita di nonno Shigeru.
Accattatevillo, baci ai pupi.

Nonnonbà - Storie di fantasmi di Shigeru Mizuki, 412 pagine B/N brossurato ed. Rizzoli 22€

Nessun commento:

Posta un commento